È il brano più apertamente politico di questa raccolta, in cui i versi spietatamente dipingono lo scenario di una sconfitta ormai consumata, dalle cui ceneri però, inopinatamente, spunta ostinata la speranza concreta di una nuova utopia.
Lo spoken di Voce si fa quasi sussurrato, assume toni e intenzioni da melanconica fiaba, in aperto contrasto con la durezza dei contenuti, con la riproposta ossessiva dell’ormai datato slogan “lavorare meno, lavorare tutti”, che nel finale del refrain si trasforma nell’assai più radicale e disperato “vivere tutti, morire meno”, mentre la tromba di Fresu dialoga fittamente con lo struggente violoncello di Adele Pardi e Nemola struttura con la chitarra di Dario Comuzzi uno spazio sonoro sfumato e risonante di echi.
Il cuore è questo vuoto al centro del sentire (continua)
Da "Lello Voce - Fast Blood"
(Lello Voce, Frank Nemola)
Musiche di: Frank Nemola
E con: Frank Nemola - elettronica; Luigi Cinque - sax soprano; Paolo Fresu - tromba; Michael Gross - tromba flicorno; Luca Sanzò - viola
Edizioni: MRF 5 ed. mus.
L’epoca nella quale ai libri si davano dei titoli è ormai preistorica. I prodotti artistici - tutti i prodotti artistici - sono integralmente merci, al punto che gli autori non sono più soggetti (nè negazione del soggetto) ma aziende. Ciò che occorre loro, dunque, è un brand.
Fast Blood è la prima operazione di branding letterario e comprende una ’linea’ costituita da un disco di poesia, uno spettacolo multimediale, basato sui testi poetici del libro disco, e un romanzo.
I primi due prodotti sono ormai completi e, mentre lo spettacolo già da qualche tempo gira per i festival di poesia e teatro, il libro-disco di poesia sarà in distribuzione in... (continua)
Lo vedete il signore con la maglia gialla? Non siamo mica al tour de France, siamo a Genova nel luglio di sette anni fa. Perugini, si chiama quel signore. Faceva il vicequestore. Ai questurini deve piacere chiamarsi con cognomi geografici, Perugini, Calabresi e roba del genere. E piace anche, a questi signori, pestare, bruciare, accanirsi su gente inerme a terra, fare i blitz nelle scuole, prendere la mira e ammazzare ultras nelle aree di servizio, sparare, manganellare. Ah, già, dimenticavo: il capo della polizia che c'è da un po' di tempo si chiama Manganelli. Quando si dice il destino.
Ieri, dicono, c'è stata una "sentenza". Sì, perché in questo paese ci sarebbe ancora chi si aspetta "giustizia" dallo Stato. Cosa di dovrebbe fare, in questi casi? Ridere o piangere? Un "processo" durato anni, dal quale è emerso che sì, a Bolzaneto e alla Diaz è stato... (continua)
Ieri sera al TG3 Primo Piano, confronto sulla sentenza Bolzaneto tra Nichi Vendola e Alfredo Mantovano.
Il gelido destro ha battuto l'impacciato sinistro per 1 a 0. Alla fine la responsabilità per un assassinio, per i massacri pianificati, indiscriminati e continui effettuati dalla forze del disordine nei giorni di Genova 2001 è ricaduta - indovina un po'? - sul black block...
102 anni di reclusione comminati a 24 manifestanti, con una sola assoluzione e pene singole fino a 11 anni, con il ricorso ad una figura di reato gravissima, la devastazione e saccheggio...
24 anni di reclusione (tutti indultati o prescritti entro pochi mesi) a 15 torturatori in divisa (30 gli assolti) che andrebbero processati e condannati di fronte a qualche tribunale internazionale per gravi violazioni dei diritti umani, visto che il nostro ordinamento non contempla il crimine di tortura...
Io lo trovo piuttosto un altro motivo, l'ennesimo, per non sentire la mancanza del "parlamento" e di tutti i personaggini che lo popolano in nome della "democrazia rappresentativa". Ma del resto ho già espresso ampiamente le mie opinioni, e non c'è nessun bisogno di tornarci sopra. Mi astengo anche dall'assistere a dibattiti vari in tivvù, certo delle ciance che vengono ammannite a profusione. Non sono cose che mi attengono. La "sentenza", vorrei ripeterlo, era per me pienamente attesa e attendibile, fin dall'inizio. Non ritengo né utile né coerente scandalizzarsi più di tanto per una cosa più che ovvia. Che ci sia o non ci sia RC, che ci siano o non ci siano i "forchettoni rossi", mi resta del tutto indifferente, non mi provoca nessuna passione. E finché tale cosa non sarà capita e non si tornerà ad uno straccetto di azione diretta, auguro a tutti buona visione degli show televisivi. Saluti. [RV]
Guarda, Riccardo, sono 25 anni che nemmeno guardo la tele... ciò nonostante, sarà anche inutile e incoerente, ma a me mi fa schifo, mi scandalizzo e m'incazzo pure, guarda un po'! E non ti dico il tipo di azioni dirette che mi verrebbero da fare, se solo ne fossi capace, contro gente come Perugini e i suoi camerati del cazzo...
In ogni caso, non credo che ci sia nulla di più indiretto, inutile e incoerente che continuare a postare il mio incazzo su questo sito... torno al mio ruolo di cercatore di mp3 e quanto al rifiuto dello Stato e all'azione diretta speriamo di incontrarci in qualche piazza riconquistata, possibilmente vivi. Saluti
Beh, Alessandro, con il mio intervento non intendevo ovviamente tapparti la bocca in alcun modo, tutt'altro. E' solo che non ritengo davvero che ci sia bisogno ulteriormente di incazzarsi per le affermazioni di questa gentaglia, dei Mantovani come dei Castelli; e pensare che al Vendola sarebbe bastato rispondere che per i servi dello stato non c'è bisogno di alcun "indulto", dato che per loro, e da sempre, non un indulto ma l'impunità è garantita da sempre dagli apparati politici e giudiziari. Mi dirai: ah, ma per un uomo delle istituzioni, come è pur sempre Vendola, dire una cosa del genere non sarebbe possibile. Sai il putiferio che avrebbe scatenato, il putiferio che scatena sempre la verità più semplice e per questo più indicibile. Minimo gli sarebbe saltata la poltrona di governatore della Puglia. Ecco, questo è il punto. Fare parte delle istituzioni è essere sempre e comunque essere... (continua)
Non c'è problema... sono d'accordo con te... Però ritengo giusto, dopo quest'ultimo intervento, di ritornare al mio ruolo, anche perchè sennò, se sei costretto sempre a rispondere a cani e porci (e sempre in modo articolato, a volte anche troppo) ma quando ti rimane il tempo per farla 'sta benedetta azione diretta? (scherzo, mi pare che tu abbia energie sufficienti per la diretta e la differita!).
Solo un'ultima cosa su Genova, una cosa che non ho mai detto ma che mi è sempre rimasta sul gozzo...
Tutto vero... sbirri assassini, fanatici fascisti, sospensione dei diritti fondamentali, tortura, figli di puttana, picchiatori di ragazzini, vigliacchi bastardi, stato di polizia, impuniti ecc. ecc.
Però io a Genova c'ero, e ci andai una settimana prima dell'inizio delle manifestazioni... Potei allora vedere crescere giorno dopo giorno la macchina che ci avrebbe stritolato. Mi resi conto subito... (continua)
Non ho nessun problema nel rispondere più o meno a chiunque, anche perché ritengo che sia proprio una parte dell'azione diretta che propugno. L'azione diretta non ha nessun limite, nessun paletto. E' nella piazza come in rete, all'interno come all'esterno. Non parlo qui dentro dell'esterno, anche perché di guai ne ho passati e ne sto tuttora passando, in pienissima coscienza; per quanto riguarda l'interno, dare una risposta articolata, o anche troppo articolata come dici, fa semplicemente parte di un insieme. Tutto questo sito, volendo, è un sito di azione diretta; e, senza ovviamente sbrodolarci addosso, ché proprio non è il caso, credo che sia attualmente uno dei pochi in circolazione (e di portata abbastanza vasta) che lo fa. Il tempo lo si prende, basta ad esempio rinunciare a una caterva di cose inutili (tipo guardare la televisione).
Sicuramente hai fatto bene a dire quella certa... (continua)
Allora anche cercare e postare gli mp3 è azione diretta!
Stai attento al prossimo post allora, perchè ho trovato una chiccazza assoluta! E con questo ho esaurito il mio debito di azione diretta per oggi.
Benedett'iddìo che non esiste, ma certo che lo è! Lo è come qualsiasi cosa che renda palese una partecipazione. Ben vengano gli mp3, ben venga ogni cosa, ogni granello, ogni chicco di grano. Qualsiasi cosa che contrasti la passività, l'adagiarsi, il dire "tanto non ci si può fare niente". Saluti, Alessandro, e non te la prendere se a volte sembro eccessivamente duro su certe cose. E' semplicemente il mio modo di provare a non cedere. Non dico "non cedere"; dico "provare". Saluti!
Oggi abbiamo inserito il Lai del ragionare caotico [Blacklai] di Lello Voce. Oggi che sappiamo finalmente con certezza di vivere in uno stato di polizia, oggi che arrivano "sentenze", oggi. Ci sono tanti altri commenti dopo quella sentenza che ci ha detto che a Genova, no, non ci sono state torture. Buffetti. Scappellotti. Quindi ce ne andiamo. Con questo Stato, con gli stati non vogliamo più avere nulla a che fare. Siamo cittadini della Luna e del Lupo.
[1999]
di Lello Voce
da Farfalle da combattimento, ed. Bompiani
Lello Voce: Spoken words
Paolo Fresu: tromba, flicorno
Frank Nemola: elettronica
Giacomo Verde: video-live
"Questo testo utilizza citazioni tratte da The Wreck of Deutschland [Il naufragio del Deutschland] di G. Manley Hopkins, le traduzioni dall’originale inglese sono mie. Tutte le citazioni sono rese in corsivo." - Lello Voce.
Il Rap di fine secolo è certamente il testo più conosciuto di Farfalle da combattimento ed è stato eseguito numerose volte sul palco di importanti città in giro per il mondo (Roma, Parigi, Barcellona, Venezia, Ginevra, Berlino, Marsiglia, Costanza, Palermo,Tokyo, ecc.).
Da Lello Voce Online. Oltre al testo, in fondo alla pagina potete trovare sia un video-clip della performance tenuta a romapoesia nel 1999, sia il file audio MP3 completo del pezzo, in copy-left. [CCG/AWS Staff]
Il fiore inverso
feat. [[|Paolo Fresu]]
È il brano più apertamente politico di questa raccolta, in cui i versi spietatamente dipingono lo scenario di una sconfitta ormai consumata, dalle cui ceneri però, inopinatamente, spunta ostinata la speranza concreta di una nuova utopia.
Lo spoken di Voce si fa quasi sussurrato, assume toni e intenzioni da melanconica fiaba, in aperto contrasto con la durezza dei contenuti, con la riproposta ossessiva dell’ormai datato slogan “lavorare meno, lavorare tutti”, che nel finale del refrain si trasforma nell’assai più radicale e disperato “vivere tutti, morire meno”, mentre la tromba di Fresu dialoga fittamente con lo struggente violoncello di Adele Pardi e Nemola struttura con la chitarra di Dario Comuzzi uno spazio sonoro sfumato e risonante di echi.