Una poesia scritta in còrso durante la I guerra mondiale da Petru Santu Leca D'Arbori, poi divenuta canto tradizionale.
Il testo è ripreso da Paroles de chansons corses. È il tema eterno di una madre e di una figlia piccola che sono rimaste sole mentre il babbo è andato in guerra: la vita sembra scorrere tranquilla e felice in un piccolo paese della Corsica, coi gesti e i rumori tradizionali (lo staccio, qualcuno che canta), il gatto in un angolo...ma su tutto pesa il dolore di un'assenza angosciosa, perché chi è andato via potrebbe non tornare mai più. E la madre vuole piangere da sola, senza disturbare la figlia che dorme. Un canto bellissimo. Purtroppo nessuna notizia biografica siamo riusciti a reperire su colui che è indicato come il suo autore.[RV]
Della ninna nanna esiste anche una versione toscana, cantata da Ginevra Di Marco nell'album "Lune" di Riccardo Tesi.
Il testo è molto simile, però non c'è riferimento alla guerra. In rete ho trovato solo una strofa ma a casa ho il libretto del cd e magari inserirò il testo completo:
Ciucciarella inzuccherata
quant'è lunga sta nuttata
fai la ninna fai la nanna
che il tu' babbo è alla campagna
(Lorenzo Masetti)
Ecco intanto il testo di "Ciucciarella" nella sua versione còrsa (testo ripreso da Paroles de chansons corses). Come si vede è esattamente aderente alla versione toscana cantata dalla Di Marco nell'album di Riccardo Tesi. E non c'è da stupirsi della cosa: la tradizione còrsa e quella toscana vanno spesso di pari passo, così come, nelle sue linee essenziali, la lingua còrsa è un dialetto toscano occidentale arcaico (particolarmente influenzato dall'antico pisano, al pari del gallurese).... (continua)
anche in Sardegna le canzoni popolari corse sono molto conosciute e cantate da numerosi cantanti. Tanto che si è creato un genere definito proprio ' alla corsicana'
Sul sito del Coro Castellani della Valle di Crevalcore, Bologna, viene riportata una storia curiosa a proposito di questo canto (che fa parte del loro repertorio):
La canzone sarebbe stata "armonizzata" da un certo Mauro Camisa il quale, prigioniero durante la seconda guerra mondiale in Corsica, la sentì cantare da un compagno rinchiuso nella cella vicina ...
petru santu LECA natu a ARBURI vicinu a VICU.Iso scritti si trovani in l'annu corsu(1933- 1938?)ma anche di MATHIEU CECCALDI:Anthologie de la littérature corse.
La versione per coro a voci pari è stata effettivamente armonizzata dal maestro di coro Mauro Camisa, ex direttore del coro CAI di Bologna ma fu a lui riportata da un amico che era stato fatto prigioniero in Corsica e che l'aveva memorizzata sia come armonia che come parole (un pò strafalciate ma molto simili al corso autentico). A Mauro Camisa ed al coro tutto è dovuta la splendida armonizzazione con la quale la eseguiamo tutt'oggi col coro CAI
Una poesia scritta in còrso durante la I guerra mondiale da Petru Santu Leca D'Arbori, poi divenuta canto tradizionale.
Il testo è ripreso da Paroles de chansons corses. È il tema eterno di una madre e di una figlia piccola che sono rimaste sole mentre il babbo è andato in guerra: la vita sembra scorrere tranquilla e felice in un piccolo paese della Corsica, coi gesti e i rumori tradizionali (lo staccio, qualcuno che canta), il gatto in un angolo...ma su tutto pesa il dolore di un'assenza angosciosa, perché chi è andato via potrebbe non tornare mai più. E la madre vuole piangere da sola, senza disturbare la figlia che dorme. Un canto bellissimo. Purtroppo nessuna notizia biografica siamo riusciti a reperire su colui che è indicato come il suo autore.[RV]
Immagine ripresa da qui