Domenico Modugno: Ballata per un matto
Bellissimo testo di Domenico Modugno dedicato ai matti e alla magica pazzia dell'amore e dell'innamorarsi, con tributo finale ai matti per aver inventato l'amore.
Al tramonto c'è una strana atmosfera
(continua)
(continua)
inviata da Natale Adornetto 26/1/2015 - 01:49
C'è voluto parecchio tempo per trascrivere il testo ascoltando (e staccando e riascoltando) la canzone, ma ne è valsa la pena.
Natale Adornetto 26/1/2015 - 01:55
Grazie a Natale per la sua trascrizione anche se probabilmente la canzone va spostata tra gli extra...
CCG Staff 26/1/2015 - 09:45
Chanson italienne — Ballata per un matto — Domenico Modugno — 1982
BALLADE POUR UN FOU
(continua)
(continua)
inviata da Marco Valdo M.I. 25/5/2023 - 18:37
Amara terra mia
(1971)
Testo di Enrica Bonaccorti e Domenico Modugno
Musica di Giovanna Marini (1964) (per "Cade l'oliva") rielaborata da Modugno
pubblicata da Modugno per la prima volta nell'album "Con l'affetto della memoria" del 1971
Nel 1973 il brano fu scelto da Mario Landi come sigla della serie tv Nessuno deve sapere, per cui fu pubblicato successivamente come lato A del 45 giri Amara terra mia/Sortileggio di luna con il coro de I Cantori Moderni di Alessandroni con l'arrangiamento di Piero Pintucci.
Questa dolente e bellissima canzone di Modugno, recentemente reinterpretata da Ginevra Di Marco, Radiodervish, Peppe Voltarelli, Ermal Meta e Piero Pelù non poteva certo mancare nel percorso sull'immigrazione.
Testo di Enrica Bonaccorti e Domenico Modugno
Musica di Giovanna Marini (1964) (per "Cade l'oliva") rielaborata da Modugno
pubblicata da Modugno per la prima volta nell'album "Con l'affetto della memoria" del 1971
Nel 1973 il brano fu scelto da Mario Landi come sigla della serie tv Nessuno deve sapere, per cui fu pubblicato successivamente come lato A del 45 giri Amara terra mia/Sortileggio di luna con il coro de I Cantori Moderni di Alessandroni con l'arrangiamento di Piero Pintucci.
Questa dolente e bellissima canzone di Modugno, recentemente reinterpretata da Ginevra Di Marco, Radiodervish, Peppe Voltarelli, Ermal Meta e Piero Pelù non poteva certo mancare nel percorso sull'immigrazione.
Sole alla valle, sole alla collina,
(continua)
(continua)
inviata da Lorenzo Masetti 10/4/2009 - 12:02
AMARGA TERRA MINHA
(continua)
(continua)
Leggo sul sito dell’Union des Amis Chanteurs del FolkClub di Torino che Modugno e la Bonaccorti “stravolsero e devastarono” il testo di un canto ben più antico di origine abruzzese intitolato “Addije, addije amore”
In realtà sembra però che la versione più nota (con il titolo Cade l'oliva - che faceva parte dello spettacolo "Bella ciao" del 1964) fu composta da Giovanna Marini, che la “contrabbandò” come brano di autore anonimo. Modugno ne utilizzo la musica per scrivere “Amara terra mia”, su testo di Enrica Bonaccorti, depositandola a proprio nome.
In realtà sembra però che la versione più nota (con il titolo Cade l'oliva - che faceva parte dello spettacolo "Bella ciao" del 1964) fu composta da Giovanna Marini, che la “contrabbandò” come brano di autore anonimo. Modugno ne utilizzo la musica per scrivere “Amara terra mia”, su testo di Enrica Bonaccorti, depositandola a proprio nome.
ADDIJE, ADDIJE AMORE
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby 4/5/2011 - 11:34
Una breve osservazione da fan e conterraneo di Modugno, per dire che oggettivamente non mi sembra che si sia trattato di stravolgimento e devastazione. Sul sito citato da Bartleby, viene riportato solo il testo, che è simile solo per il titolo e le prime due righe.
E' chiaro che anche nella versione di Modugno si tratta di un canto popolare, ma per il sapore, il colore e le atmosfere rievocate, soprattutto dalla musica, non giurerei che si possa trattare di un'originale popolare abruzzese.
Forse la contaminazione se c'è stata, è avvenuta ancora prima con la "transumanza" estiva dalle aride terre di Puglia alle verdi montagne d'Abruzzo, il che giustificherebbe appieno il testo.
Viva le contaminazioni, intese come scambio
di cultura tra i popoli,
saluti assolati,
vostro
E' chiaro che anche nella versione di Modugno si tratta di un canto popolare, ma per il sapore, il colore e le atmosfere rievocate, soprattutto dalla musica, non giurerei che si possa trattare di un'originale popolare abruzzese.
Forse la contaminazione se c'è stata, è avvenuta ancora prima con la "transumanza" estiva dalle aride terre di Puglia alle verdi montagne d'Abruzzo, il che giustificherebbe appieno il testo.
Viva le contaminazioni, intese come scambio
di cultura tra i popoli,
saluti assolati,
vostro
Raf 8/5/2011 - 10:37
La versione greca interpretata da Dimitra Galani, che però differisce parecchio dal testo originario, anche se l'atmosfera e i concetti restano salvaguardati.
da stixoi.info
Στίχοι: Λίνα Νικολακοπούλου
Μουσική: E. Bonaccorti & Domenico Modugno
Πρώτη εκτέλεση: Δήμητρα Γαλάνη
Στίχοι: Λίνα Νικολακοπούλου
Μουσική: E. Bonaccorti & Domenico Modugno
Πρώτη εκτέλεση: Δήμητρα Γαλάνη
ΑΝΤΊΟ ΑΝΤΊΟ ΑΓΆΠΗ
(continua)
(continua)
inviata da Raf 22/5/2011 - 21:59
E' proprio così, Raf: Lina Nikolakopoulou, che modestamente passa per una - come si dice? - versificatrice, ovvero paroliera, di canzoni, in effetti sta sempre su di un considerevole livello di astrazione poetica. Non conoscevo il testo che hai postato; e dal canto mio ti ringrazio per averlo fatto. Ad una prima lettura, il testo della Nikolakopoulou si eleva molto al di sopra della della più grossa materia di cui si compone l'originale (sulla quale nulla ho da obiettare: rispecchia i sentimento di chi deve lasciare la sua terra per campare), ma tocca il nodo esistenziale dell'estraniazione - così mi pare - che di per sé non è circoscritto dentro i confini tematici dell'emigrazione, per quanto l'emigrazione - così mi sembra -in questo testo costituisca il presupposto perché sia trattato in una situazione-limite.
A me sembra un testo molto bello. Guarda, Raf, che se non lo traduci tu, lo traduco io.
A me sembra un testo molto bello. Guarda, Raf, che se non lo traduci tu, lo traduco io.
Gian Piero Testa 23/5/2011 - 00:21
Caro GPT e cari tutti,
non so se si può riportare la traduzione della versione greca all'interno di questa discussione. Forse si genererà un pò di confusione. Ma d'altra parte si dice che il caos sia all'origine della vita e della creazione, pertanto accetto il tuo invito e aggiungo la traduzione che ho pensato. Forse qualche amministratore paziente potrà metterla al posto giusto. Magari qualcuno con spiccate inclinazioni da archivista sistemico....
Vado al testo:
non so se si può riportare la traduzione della versione greca all'interno di questa discussione. Forse si genererà un pò di confusione. Ma d'altra parte si dice che il caos sia all'origine della vita e della creazione, pertanto accetto il tuo invito e aggiungo la traduzione che ho pensato. Forse qualche amministratore paziente potrà metterla al posto giusto. Magari qualcuno con spiccate inclinazioni da archivista sistemico....
Vado al testo:
Come perduto vaga lo sguardo
(continua)
(continua)
inviata da Raf 25/5/2011 - 00:11
Non ti preoccupare, Raf: l'importante è che ci sia, perché a me sembra uno di quei casi - che si verificano abbastanza raramente - in cui la traduzione offre una chiave diversa e forse più ricca, ma senza tradire. Non ho molto tempo, in questi giorni: ma mi spiace vedere che l'appello dello spagnolo, che vuole conoscere il testo italiano di 'Oniro kapnòs interpretato in suoi tempi migliori dalla Zanicchi, sia ancora inascoltato. Anche in questo caso la traduzione "fila" bene, senza tradire né troppo impoverire. Nessuno si sobbarca questo impegno "internazionalista", o quanto meno di ospitalità?
Gian Piero Testa 27/5/2011 - 10:09
Iva Zanicchi quella: "Ma sì proviamo pure Berluscone, tanto che abbiamo da perdere?". Quella lì..
(Lei intanto faceva la presentatrice e i "salotti permanenti" a Mediaset..)
(Lei intanto faceva la presentatrice e i "salotti permanenti" a Mediaset..)
Gisella 28/5/2011 - 10:10
Proprio così, è la stessa persona. Così va il mondo, e con lui qualcuno dei suoi abitanti. Quando Theodorakis, in esilio, portava in giro la sua musica per dare addosso ai colonnelli, in Italia la riproponevano, stando ai miei ricordi, Milva, Laura Betti e appunto la Zanicchi, che aveva la voce perfetta per interpretare "Kaimòs" con il titolo di "Fiume amaro". Non cito Peppino di Capri e la sua invereconda versione del "Ragazzo sorridente". Del resto, in quei tempi, la Zanicchi cantava: "prendi la mia mano, zingara". Oggi chiamerebbe De Corato, per farla sgomberare, perché di questi Rom non se ne può proprio più.
Gian Piero Testa 28/5/2011 - 13:58
Spezzo una lancia a favore del povero Peppino di Capri: l'invereconda versione del "Ragazzo sorridente" era di Albano. Oso sperare che Theodorakis non lo sappia, altrimenti ce lo abbiamo sulla coscienza...
Riccardo Venturi 28/5/2011 - 14:56
Scusi pardon! Hai perfettamente ragione. Ho di recente tradotto, di Theodorakis, "Il sole e il tempo", dove il povero Peppino è citato, e forse mi è rimasto in mente lui, quando invece il "colpevole" è Albano. Vatti a fidare dei meandri cerebrali. Dei miei, quanto meno.
Gian Piero Testa 29/5/2011 - 08:32
Comunque Berluscone finalmente perde. Alleluja. Alla faccia della Moratti... E pure della Zanicchi!
Gianna 31/5/2011 - 07:22
E anche alla faccia della Vanoni!! E pensare che quando cantava con Toquinho mi piaceva...
Lorenzo 31/5/2011 - 09:22
E nulla ti impedisce che continui a piacerti, Lorenzo. In fondo, la Vanoni era nota come democristianona e, non per questo si può dire che valesse poco come cantante...
Gian Piero Testa 31/5/2011 - 09:43
Sono giovane e non sapevo che fosse democristiana all'epoca... Sapevo che era molto craxiana-Milano da bere negli anni '80 (e da Craxi a Berlusconi-Moratti il passo è breve). Ma è anche vero che è stata una delle prime interpreti del Disertore nella traduzione di Calabrese e ha cantato La zolfara...
Lorenzo 31/5/2011 - 10:02
Negli anni '70 chi non era tutto per il popolo e sinistrorso? Era una moda.
Poi è successo il contrario...
Poi è successo il contrario...
Gerry 22/4/2013 - 16:45
A vent'anni dalla morte di Modugno (in realtà erano vent'anni lo scorso 6 agosto), abbiamo finalmente tolto dagli extra questa che e' una delle sue canzoni più belle.
CCG Staff 12/8/2014 - 16:51
Senza nulla togliere a questa splendida canzone, sembra che si tratti di una combinazione di due "contrabbandi" anche se di segno opposto. Infatti - stando a quanto riportato su blog foolk - la musica originale (e i primi versi in dialetto abruzzese ripresi e tradotti anche da Modugno) sono opera di Giovanna Marini, che però contrabbandò il pezzo come canzone popolare anonima. La canzone originaria "Cade l'oliva" faceva parte dello storico spettacolo "Bella ciao" del Nuovo Canzoniere Italiano, recentemente riproposto in occasione del cinquantennale da Lucilla Galeazzi, Elena Ledda, Ginevra Di Marco, Alessio Lega, Andrea Salvadori, Gigi Biolcati e Riccardo Tesi.
Modugno riprese la musica (ridepositandola a suo nome) e cantò la canzone sul testo della Bonaccorti (che però nei primi versi riprendeva il canto della Marini). Cade l'oliva è stato interpretato anche da Anton Virgilio Savona.
Per complicare le cose esiste anche un pezzo intitolato "Cade l'uliva" interpretato da Caterina Bueno, ma si tratta di un canto diverso.
Modugno riprese la musica (ridepositandola a suo nome) e cantò la canzone sul testo della Bonaccorti (che però nei primi versi riprendeva il canto della Marini). Cade l'oliva è stato interpretato anche da Anton Virgilio Savona.
Per complicare le cose esiste anche un pezzo intitolato "Cade l'uliva" interpretato da Caterina Bueno, ma si tratta di un canto diverso.
CCG Staff 7/5/2015 - 23:02
Sono arrivato qui cercando notizie sulla canzone Amara terra mia e vi spiego il perché:
Non vorrei sconvolgere questa interessante conversazione decennale, ma essendomi sempre piaciuta questa bellissima canzone fin da quando ero ragazzo (e sono passate alcune decine di anni) mi sono meravigliato alquanto quando me la sono trovata, una notte in un canale tv, come colonna sonora di un vecchio film francese (con un testo francese, naturalmente) degli anni Trenta . In quell'occasione pensai che la Bonaccorti e Modugno (che ammiro molto, quest'ultimo, anche per aver cantato la canzone in oggetto) probabilmente si fossero vantati di qualcosa che in effetti non apparteneva loro completamente, ma solo nella sensibilità di averla riscoperta. Anche perché quando la Bonaccorti parla di quella canzone dice che l'ha composta lei, non specificando mai che parla solo del testo.
Spero che qualcuno di voi... (continua)
Non vorrei sconvolgere questa interessante conversazione decennale, ma essendomi sempre piaciuta questa bellissima canzone fin da quando ero ragazzo (e sono passate alcune decine di anni) mi sono meravigliato alquanto quando me la sono trovata, una notte in un canale tv, come colonna sonora di un vecchio film francese (con un testo francese, naturalmente) degli anni Trenta . In quell'occasione pensai che la Bonaccorti e Modugno (che ammiro molto, quest'ultimo, anche per aver cantato la canzone in oggetto) probabilmente si fossero vantati di qualcosa che in effetti non apparteneva loro completamente, ma solo nella sensibilità di averla riscoperta. Anche perché quando la Bonaccorti parla di quella canzone dice che l'ha composta lei, non specificando mai che parla solo del testo.
Spero che qualcuno di voi... (continua)
gaetano rizza (libri-narrativa.it) 9/10/2015 - 01:37
E' una versione per nulla ufficiale e forse scorretta. La tradussi per uno spettacolo molti anni fa. Credo di averla interpretata in friulano una sola volta. Ciao
Ploe tal plan e sore la cueline,
(continua)
(continua)
inviata da Rocco Burtone 22/3/2020 - 17:02
Ignazio Putignano 16/7/2020 - 11:56
"Cade l'uliva" è un traditionnel italien-chant des cueilleuses d'olives dans la région d'Abruzzo.
UNIO - trio vocal
Première étape de travail - château du Plessis Théâtre 2017.
Cade l'uliva (traditionnel italien - chant des cueilleuses d'olives dans la région d'Abruzzo);
cantano: Armande Ferry Wilzcek , Elise Kus Meruck e Juliette Rillard:
UNIO - trio vocal
Première étape de travail - château du Plessis Théâtre 2017.
Cade l'uliva (traditionnel italien - chant des cueilleuses d'olives dans la région d'Abruzzo);
cantano: Armande Ferry Wilzcek , Elise Kus Meruck e Juliette Rillard:
Ignazio Putignano 2/8/2020 - 12:20
Canzoni raccolte in luoghi precisi che esprimono appieno la sempiterna sofferenza del sottoproletariato, con linguaggi e ritmi peculiari che divengono musica totale per poter essere intese ovunque
MY BITTER LAND
(continua)
(continua)
Bella versione di Chiara Patronella
Voce: Chiara Patronella
Fisarmonica: Nereo Fiori
Danza: Francesca Francioso
Voce: Chiara Patronella
Fisarmonica: Nereo Fiori
Danza: Francesca Francioso
Malarazza [Lamento di un servo ad un Santo crocifisso]
Testo: Anonimo, sec. XVIII [?]
Pubblicazione: in Raccolta amplissima di canti siciliani
di Lionardo Vigo Calanna, 1857, 5419/5420
Rielaborazione di Dario Fo
1973, Ci ragiono e canto, vol. III, atto 2 (interpretazione di Piero Sciotto e La Comune)
1976, Domenico Modugno, singolo Malarazza / Né con te né senza te
Rielaborazione testuale e musicale di Domenico Modugno, Rodolfo Assuntino e Emma Muzzi Loffredo
La storia di questa canzone siciliana è complicata e tormentata.
Nella forma in cui è più nota, fu incisa e pubblicata nel 1976 da Domenico Modugno, come lato A del singolo Malarazza / Né con te né senza te. La rielaborazione del testo era avvenuta assieme allo storico cantautore Rodolfo Assuntino e alla cantautrice, regista e attrice palermitana Emma Muzzi Loffredo (1941-2017)
Ne susseguì immediatamente un'azione legale per plagio presso il tribunale di Milano, intentata da Dario... (continua)
Pubblicazione: in Raccolta amplissima di canti siciliani
di Lionardo Vigo Calanna, 1857, 5419/5420
Rielaborazione di Dario Fo
1973, Ci ragiono e canto, vol. III, atto 2 (interpretazione di Piero Sciotto e La Comune)
1976, Domenico Modugno, singolo Malarazza / Né con te né senza te
Rielaborazione testuale e musicale di Domenico Modugno, Rodolfo Assuntino e Emma Muzzi Loffredo
La storia di questa canzone siciliana è complicata e tormentata.
Nella forma in cui è più nota, fu incisa e pubblicata nel 1976 da Domenico Modugno, come lato A del singolo Malarazza / Né con te né senza te. La rielaborazione del testo era avvenuta assieme allo storico cantautore Rodolfo Assuntino e alla cantautrice, regista e attrice palermitana Emma Muzzi Loffredo (1941-2017)
Ne susseguì immediatamente un'azione legale per plagio presso il tribunale di Milano, intentata da Dario... (continua)
Nu servu tempu fa d’intra na piazza
(continua)
(continua)
inviata da daniela -k.d.- 28/3/2007 - 16:57
Italian translation: Riccardo Venturi
Traduction italienne: Riccardo Venturi
Italiankielinen käännös: Riccardo Venturi
8-10-2018 06:03
Traduction italienne: Riccardo Venturi
Italiankielinen käännös: Riccardo Venturi
8-10-2018 06:03
MALARAZZA
(continua)
(continua)
Un servu e un Cristu, la versione del gruppo musicale siciliano Mattanza.
Un servu e un Cristu, the version by the Sicilian music band Mattanza.
Un servu e un Cristu, la version du groupe musical sicilien Mattanza.
Un servu e un Cristu, Sisilian musiikkijoukon Mattanzan versio.
La (bella) versione incisa dai Mattanza ha la particolarità di ripercorrere la storia di questo canto, riportandone anche la versione “edulcorata”, vedasi censurata dallo stesso Lionardo Vigo Calanna per non dispiacere a Santa Madre Chiesa, ma ribadendo infine la preferenza per la versione originale. [RV]
Un servu e un Cristu, the version by the Sicilian music band Mattanza.
Un servu e un Cristu, la version du groupe musical sicilien Mattanza.
Un servu e un Cristu, Sisilian musiikkijoukon Mattanzan versio.
La (bella) versione incisa dai Mattanza ha la particolarità di ripercorrere la storia di questo canto, riportandone anche la versione “edulcorata”, vedasi censurata dallo stesso Lionardo Vigo Calanna per non dispiacere a Santa Madre Chiesa, ma ribadendo infine la preferenza per la versione originale. [RV]
UN SERVU E UN CRISTU [1]
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 21/7/2009 - 10:50
Anche questa è una canzone inclusa in "Risorgimento e società nei canti popolari siciliani" di Antonino Uccello.
Penso che vada inserita nell'apposito percorso...
Penso che vada inserita nell'apposito percorso...
Bartleby 18/8/2011 - 13:42
A version into the Roman dialect by Il Muro del Canto
Version en dialecte romain de Il Muro del Canto
Il Muro del Canton roomankielinen versio
Il Brano è disponibile in un CD allegato alla versione in vinile di “Ancora Ridi” (Goodfellas 2013) aquistabile su Amazon.it - in digitale su Itunes e sulle migliori piattaforme musicali.
Traduzione in Romano a cura di Daniele Coccia e Alessandro Pieravanti - Musica de “Il Muro del Canto”
Daniele Coccia: Voce – Alessandro Pieravanti: Batteria e racconti Giancarlo Barbati Bonanni: Chitarra Elettrica e voce
Eric Caldironi: Chitarra Acustica – Ludovico Lamarra: Basso Alessandro Marinelli: Fisarmonica
Registrata allo studio Nero da Giarcarlo Barbati (Roma Maggio 2014) Mixaggio e Mastering a cura di Giancarlo Barbati
Foto Carlo Roberti
“La Malarazza” è una canzone che Domenico Modugno, nel 1976, ha scritto partendo da una poesia di un anonimo... (continua)
Version en dialecte romain de Il Muro del Canto
Il Muro del Canton roomankielinen versio
Il Brano è disponibile in un CD allegato alla versione in vinile di “Ancora Ridi” (Goodfellas 2013) aquistabile su Amazon.it - in digitale su Itunes e sulle migliori piattaforme musicali.
Traduzione in Romano a cura di Daniele Coccia e Alessandro Pieravanti - Musica de “Il Muro del Canto”
Daniele Coccia: Voce – Alessandro Pieravanti: Batteria e racconti Giancarlo Barbati Bonanni: Chitarra Elettrica e voce
Eric Caldironi: Chitarra Acustica – Ludovico Lamarra: Basso Alessandro Marinelli: Fisarmonica
Registrata allo studio Nero da Giarcarlo Barbati (Roma Maggio 2014) Mixaggio e Mastering a cura di Giancarlo Barbati
Foto Carlo Roberti
“La Malarazza” è una canzone che Domenico Modugno, nel 1976, ha scritto partendo da una poesia di un anonimo... (continua)
LA MALARAZZA
(continua)
(continua)
inviata da dq82 + RV 26/7/2014 - 09:03
Il sonetto originale in siciliano
The original sonnet in Sicilian
Le sonnet original en sicilien
Alkuperäinen sonetti Sisilian kielellä
Questa sezione, intitolata agli “alter ego” siculi di Riccardo Venturi e Flavio Poltronieri, sostituisce la vecchia pagina 51065, che è stata eliminata (la versione recitata da Rosa Balistreri e la relativa traduzione vengono riportate in apposita ulteriore sezione). Per quanto riguarda l'introduzione fornita a suo tempo da Flavio Poltronieri, è stata spostata nell'introduzione; qui viene trascritto il testo del sonetto originale riportato da Lionardo Vigo Calanna e viene inserita (in nota) una traduzione italiana relativa. Nella traduzione si è cercato di interpretare correttamente il testo al di là di alcune ingannevoli assonanze con l'italiano, tenendo conto del reale significato delle parole.[RV]
The original sonnet in Sicilian
Le sonnet original en sicilien
Alkuperäinen sonetti Sisilian kielellä
Questa sezione, intitolata agli “alter ego” siculi di Riccardo Venturi e Flavio Poltronieri, sostituisce la vecchia pagina 51065, che è stata eliminata (la versione recitata da Rosa Balistreri e la relativa traduzione vengono riportate in apposita ulteriore sezione). Per quanto riguarda l'introduzione fornita a suo tempo da Flavio Poltronieri, è stata spostata nell'introduzione; qui viene trascritto il testo del sonetto originale riportato da Lionardo Vigo Calanna e viene inserita (in nota) una traduzione italiana relativa. Nella traduzione si è cercato di interpretare correttamente il testo al di là di alcune ingannevoli assonanze con l'italiano, tenendo conto del reale significato delle parole.[RV]
5419.Un servu, tempu fa, di chista piazza, [1]
(continua)
(continua)
inviata da Ricciardu Vinturi & Fraviu Pultruneri 8/10/2018 - 07:12
Version recited and recorded by Rosa Balistreri
La version récitée et enregistrée par Rosa Balistreri
Solo recitata in un testo molto vicino a quello dato da Lionardo Vigo Calanna (ma ampliato), contenuta nella raccolta Rosa canta e cunta del 2008, contenente incisioni cantate e recitate rare di Rosa Balistreri. La traduzione italiana allegata è di Flavio Poltronieri. [RV]
La version récitée et enregistrée par Rosa Balistreri
Solo recitata in un testo molto vicino a quello dato da Lionardo Vigo Calanna (ma ampliato), contenuta nella raccolta Rosa canta e cunta del 2008, contenente incisioni cantate e recitate rare di Rosa Balistreri. La traduzione italiana allegata è di Flavio Poltronieri. [RV]
Un servu tempu fa ni chista piazza, [1]
(continua)
(continua)
inviata da Ricciardu Vinturi & Fraviu Pultruneri 8/10/2018 - 07:33
Version by Roy Paci
La version de Roy Paci
Roy Pacin versio
A partire dal 2004, la canzone ha goduto di rinnovata fama grazie alla versione “rappata & reggata” di Roy Paci & Aretuska, dall'album Parola d'onore. Sull'impianto della canzone di Domenico Modugno, Roy Paci ha inserito un ampliamento (in italiano).
La version de Roy Paci
Roy Pacin versio
A partire dal 2004, la canzone ha goduto di rinnovata fama grazie alla versione “rappata & reggata” di Roy Paci & Aretuska, dall'album Parola d'onore. Sull'impianto della canzone di Domenico Modugno, Roy Paci ha inserito un ampliamento (in italiano).
MALARAZZA
(continua)
(continua)
inviata da Daniela -k.d.- 8/10/2018 - 08:11
La versione di Ginevra Di Marco da Stazioni Lunari Prende Terra A Puerto Libre (2006)
Acoustic Guitar – Andrea Salvadori
Clarinet – Nico Gori
Contrabass – Ferruccio Spinetti
Drums – Marzio Del Testa
Piano, Keyboards – Francesco Magnelli
Vocals – Ginevra Di Marco
L'unica variazione è il verbo "gridava", anzichè "pregava" all'inizio del secondo verso. In versioni successive, come quella registrata live nell'album Stelle questa modifica viene abbandonata
Clarinet – Nico Gori
Contrabass – Ferruccio Spinetti
Drums – Marzio Del Testa
Piano, Keyboards – Francesco Magnelli
Vocals – Ginevra Di Marco
L'unica variazione è il verbo "gridava", anzichè "pregava" all'inizio del secondo verso. In versioni successive, come quella registrata live nell'album Stelle questa modifica viene abbandonata
Tu ti lamenti, ma che ti lamenti? Pigghia nu bastoni e tira fora li denti!
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 8/10/2018 - 12:03
WICKED BREED
(continua)
(continua)
Il testo viene pubblicato per la prima volta nel 1857 da lì a pochi pochi anni si sarebbe dato il via all’invasione italiana della Sicilia. In quel periodo imperversavano guerre nel regno soppresso dai Borbone, infatti ricordiamo la grande rivolta del 48’. Detto ciò i Borbone nel tentativo di portare dalla loro parte il popolo, concedettero ai contadini notevoli appezzamenti terrieri a discapito della nobiltà dell’isola avversa alla perdita di centralità di Palermo nell’illegittimo Regno delle Due Sicilie (illegittimo in quanto il Regno di Sicilia vinse le guerre Napoleoniche a differenza del Regno di Napoli), detto ciò la ricostruzione che fate de “i lamentu” è assolutamente erronea, è molto più probabile che fosse un canto antiborbonico piuttosto che altro...spero di esservi servito e spero correggiate l’immane errore ricostruttivo fatto. Buona serata
Davide Cardullo 24/2/2019 - 02:21
Naturalmente verrà tenuto conto dell'interpretazione che Davide Cardullo ha espresso nel suo intervento (come di qualsiasi altra eventuale interpretazione). Inviteremmo però sia Davide Cardullo che eventuali altri ad ampliare la propria ricostruzione storica, sia del canto, che del periodo specifico che lo concerne, indicando soprattutto le fonti delle proprie affermazioni o quantomeno fornendo indicazioni su di esse. Tutto questo, ovviamente, non per dare avvio a "polemiche", ma esclusivamente per ricostruire esattamente un intero contesto.
CCG/AWS Staff 24/2/2019 - 10:05
PROPOSTA DI MODIFICA AL TESTO
di Alberto Musmeci
Nota: essendo un dialetto, e non una lingua, ho scritto in modo da approssimare la dizione siciliana, anche se letta da uno non siculo.
di Alberto Musmeci
Nota: essendo un dialetto, e non una lingua, ho scritto in modo da approssimare la dizione siciliana, anche se letta da uno non siculo.
MALARAZZA
(continua)
(continua)
inviata da Alberto Musmeci 14/1/2020 - 12:14
COMMENTO ALLA VERSIONE DI ALBERTO MUSMECI
Ho trovato per caso in rete “Malarazza” che, stranamente, non conoscevo, nonostante che, essendo nato nello stesso anno del Mimmo nazionale, il 1928, avessi seguito tutti i suoi successi; sono fantastici sia il testo, ricavato dalla “Raccolta di canti popolari siciliani” di Lionardo Vigo, sia la musica di Modugno; Lionardo Vigo era un fililogo, letterato, patriota e poeta di Acireale, al quale è dedicata la piazza omonima col suo busto bronzeo; questa bella piazza, con giardino e chioschi, in centro città, è posta tra il palazzo Pennisi e il fianco della chiesa di S. Sebstiano. Anche la mia famiglia è originaria di Acireale, Jaci, come la chiamano gli acesi, (dalla denomminazione bizantina “Jachium”); mio padre era nato ad'Jaci.
(sulla vita di Vigo c'è tutto su Wikipedia. Per la struttura di governo della Sicilia pre unitaria vedi “La grande impresa”... (continua)
Ho trovato per caso in rete “Malarazza” che, stranamente, non conoscevo, nonostante che, essendo nato nello stesso anno del Mimmo nazionale, il 1928, avessi seguito tutti i suoi successi; sono fantastici sia il testo, ricavato dalla “Raccolta di canti popolari siciliani” di Lionardo Vigo, sia la musica di Modugno; Lionardo Vigo era un fililogo, letterato, patriota e poeta di Acireale, al quale è dedicata la piazza omonima col suo busto bronzeo; questa bella piazza, con giardino e chioschi, in centro città, è posta tra il palazzo Pennisi e il fianco della chiesa di S. Sebstiano. Anche la mia famiglia è originaria di Acireale, Jaci, come la chiamano gli acesi, (dalla denomminazione bizantina “Jachium”); mio padre era nato ad'Jaci.
(sulla vita di Vigo c'è tutto su Wikipedia. Per la struttura di governo della Sicilia pre unitaria vedi “La grande impresa”... (continua)
alberto musmeci 20/1/2020 - 12:12
MALARAZZA
(continua)
(continua)
Un amico e compagno ci segnala questo nuovo bel sito francese dedicato alle canzoni di lotta e con molte analisi di canzoni ben fatte. Ve lo segnaliamo e promettiamo di tornare a visitarlo spesso.
Présentation - Chants de lutte et révolution
Les chansons présentées sur ce site sont replacées dans leur contexte historique et social. La plupart ont, à des degrés divers, participé ou accompagné les luttes historiques d’une classe sociale qui souffre, qui lutte… et qui le chante. D’autres apportent un éclairage contre le système inhumain que supporte l’humanité depuis trop longtemps. Quand les gueux,...
Vedo che sul nuovo sito francese siamo già presenti e mi fa parecchio piacere. Però anche Pinelli passa per l'eterno e immancabile "Guiseppe"; sembra che il dittongo italiano "iu" resti proprio indigesto ovunque. Scherzi a parte, anche a me, a una prima occhiata, pare proprio un bel sito; speriamo di poter darci una mano a vicenda.
Riccardo Venturi 31/7/2020 - 06:48
Sono per caso ricapitato nel sito linkato in questa pagina "Chants de lutte et révolution" e l'ho trovato pieno di deliri novax, di "gente morta col covid e non di covid", di "i virus sono i nostri amici" e similari cazzate. Altro che bel sito, mi sembra proprio che il suo curatore si sia bevuto il cervello...
Lorenzo 21/2/2022 - 20:05
Francesco Giuffrida, La rivista del Galilei n° 17 maggio 2001
Malarazza
Tu ti lamenti ma che ti lamenti/ pigghia nu bastune e tira fora li denti
Queste le parole del ritornello di Malarazza, almeno nelle esecuzioni di artisti quali Domenico Modugno, Carmen Consoli, Ginevra Di Marco, Mario Venuti, Roy Paci, I Lautari. Ma qual è la storia e di cosa parla questo famoso canto popolare siciliano? Il testo lo troviamo, per la prima volta, nella "Raccolta di canti popolari siciliani" pubblicata a Catania dal marchese Lionardo Vigo nel 1857. Un servo prega Cristo di liberarlo dalle angherie del padrone e di distruggere questa 'mala razza'. In questa versione, Cristo risponde invitandolo al perdono "a chi ti offende, bacialo e abbraccialo, e in Paradiso siederai con me".
Ma, fa notare Francesco Giuffrida, non si tratta del testo originale. Le parole, infatti, erano state modificate per sfuggire... (continua)
Giovanni Bartolomei 23/11/2022 - 15:40
Il testo originale declama poeticamente un Cristo inchiodato sulla croce che esorta il popolo a NON SEGUIRE IL SUO ESEMPIO di martire, a ribellarsi contro le violenze subite con la stessa violenza. L'immenso Modugno sintetizza poeticamente e musicalmente questo "dettato" del Cristo crocifisso, in modo sublime, tale da diventare il refrain di tutte (o quasi) le seguenti cover, in questo sito magistralmente ed esaustivamente riportate.
Il Francesco Giuffrida, invece di esaltare la valenza popolare e dichiaratamente sovversiva del testo, non solo tenta di sminuirla ma addirittura, senza alcuna vergogna, la affianca alla morale mafiosa, dove il diseredato potrebbe trovare "giustizia" solo affiliandosi a "cosa nostra" per porre rimedio al malfunzionamento dello Stato. Però, lo stesso Giuffrida, alla fine e paradossalmente, propone di affidarsi alle "leggi" e non alla presunta giustizia del giustiziere.
La... (continua)
Il Francesco Giuffrida, invece di esaltare la valenza popolare e dichiaratamente sovversiva del testo, non solo tenta di sminuirla ma addirittura, senza alcuna vergogna, la affianca alla morale mafiosa, dove il diseredato potrebbe trovare "giustizia" solo affiliandosi a "cosa nostra" per porre rimedio al malfunzionamento dello Stato. Però, lo stesso Giuffrida, alla fine e paradossalmente, propone di affidarsi alle "leggi" e non alla presunta giustizia del giustiziere.
La... (continua)
vincenzo 16/1/2023 - 01:05
È bbello ’o mare (No, no, no)
[1963]
Testo di Eduardo De Filippo
Musica di Domenico Modugno
Album: Io, Domenico Modugno - “Inedito” [1997] con orchestrazioni di Luis Bacalov
Come già la stupenda Scióscia, popolo!, anche No, no, no! (ovvero È bbello ’o mare!) era parte della commedia musicale in due atti e venti quadri “Tommaso d’Amalfi” di Eduardo De Filippo del 1963, ma se per la prima abbiamo aspettato solo 8 anni per poterla riascoltare all’interno di un album, .. per questo brano abbiamo dovuto attendere il 1997: cioè il CD Io, Domenico Modugno - “Inedito”, vale a dire a 3 anni dalla dipartita del suo compositore. Le orchestrazioni, originariamente di Ennio Morricone, sono state affidate a Luis Bacalov.
Il testo, come quello di “Scióscia popolo”, fu scritto da Eduardo.
Tommaso d'Amalfi
(commedia musicale in 2 tempi e 20 quadri di Eduardo De Filippo)
La vicenda narrata nella commedia musicale del 1963... (continua)
Testo di Eduardo De Filippo
Musica di Domenico Modugno
Album: Io, Domenico Modugno - “Inedito” [1997] con orchestrazioni di Luis Bacalov
Come già la stupenda Scióscia, popolo!, anche No, no, no! (ovvero È bbello ’o mare!) era parte della commedia musicale in due atti e venti quadri “Tommaso d’Amalfi” di Eduardo De Filippo del 1963, ma se per la prima abbiamo aspettato solo 8 anni per poterla riascoltare all’interno di un album, .. per questo brano abbiamo dovuto attendere il 1997: cioè il CD Io, Domenico Modugno - “Inedito”, vale a dire a 3 anni dalla dipartita del suo compositore. Le orchestrazioni, originariamente di Ennio Morricone, sono state affidate a Luis Bacalov.
Il testo, come quello di “Scióscia popolo”, fu scritto da Eduardo.
Tommaso d'Amalfi
(commedia musicale in 2 tempi e 20 quadri di Eduardo De Filippo)
La vicenda narrata nella commedia musicale del 1963... (continua)
No, no, no, no, no, no, no
(continua)
(continua)
inviata da giorgio 3/7/2022 - 09:01
Percorsi:
Masaniello
Lu pisce spada
[1954]
Testo e musica di Domenico Modugno
1°album: Domenico è sempre Domenico [1958]
Il disco fu inciso all'epoca contemporaneamente in 78 e 45 giri. Il brano, "Lu pisce spada" (in altre reincisioni Modugno lo ha intitolato 'U pisci spada) invece si riallaccia ai brani di Modugno più direttamente legati alla tradizione popolare e dei cantastorie, che furono del resto la sua prima esperienza musicale, come dichiarato da lui stesso:
« Una notte, quando avevo tre anni, fui svegliato da un suono bellissimo, che solo in seguito decifrai come il canto di un carrettiere: fu la mia prima esperienza musicale, quella per me fu la "musica" per molto tempo. Per questo ho iniziato a cantare con quelle canzoni: il cantastorie stava dentro di me, non era una scelta precisa »
La storia narrata è nota: è la tragica storia d'amore di una coppia di pesci spada. La femmina è stata catturata durante la... (continua)
Testo e musica di Domenico Modugno
1°album: Domenico è sempre Domenico [1958]
Il disco fu inciso all'epoca contemporaneamente in 78 e 45 giri. Il brano, "Lu pisce spada" (in altre reincisioni Modugno lo ha intitolato 'U pisci spada) invece si riallaccia ai brani di Modugno più direttamente legati alla tradizione popolare e dei cantastorie, che furono del resto la sua prima esperienza musicale, come dichiarato da lui stesso:
« Una notte, quando avevo tre anni, fui svegliato da un suono bellissimo, che solo in seguito decifrai come il canto di un carrettiere: fu la mia prima esperienza musicale, quella per me fu la "musica" per molto tempo. Per questo ho iniziato a cantare con quelle canzoni: il cantastorie stava dentro di me, non era una scelta precisa »
La storia narrata è nota: è la tragica storia d'amore di una coppia di pesci spada. La femmina è stata catturata durante la... (continua)
– Ah lu vitti, lu vitti! Ah, lu vitti 'mmenzu lu mari, beḍḍi mei…
(continua)
(continua)
inviata da giorgio 6/6/2009 - 07:49
da bambina quando ascotavo questa canzone mi commuovevo e chiamavo il pisce maschio romeo ela pesce spada femmina giulietta
Modugno è il mio cantante preferito.Poeta che nelle canzoni canta con forza l'esperienza vissuta nella sua amatissima terra pugliese.
alfredo Razzino 20/9/2010 - 07:20
.....un pugliese che ama la Sicilia e le storie del Sud.
M E R A V I G L I O S O, come la sua canzone..!
M E R A V I G L I O S O, come la sua canzone..!
SIMONE 5/7/2014 - 13:07
Tante volte dedichiamo strade a uomini politici ma non ai grandissimi cantanti che abbiamo avuto in Italia. Sono il più grande patrimonio culturale che abbiamo degli ultimi cinquant'anni. Non cerchiamo all'estero: i nostri Modugno, De Andrè, Endrigo, Gaber, Battisti, Iannacci...sono dei monumenti. Modugno parla dell'amore e della vita al pari dei migliori poeti di tutti i tempi.
Roberto 4/12/2014 - 05:14
Sono di Venezuela, sto imparando l`italiano è una bella lingua e Domenico Modugno un bravissimo cantante, ho dovuto ascoltare dieci volte questa canzone per capirla un po`, anche o scaricato il testo, ma non è il proprio italiano vero?? Di quale regione è il testo? Sicilia?
Luis 21/4/2015 - 21:54
A tutti quelli che credono che questa canzone (ma anche altre) di Modugno sia cantata in Siciliano vorrei dire che invece è in perfetto dialetto Salentino nella sua variante brindisina.
Leo Dav 24/10/2015 - 20:35
Modugno si è ispirato a una storia raccontata dal giornalista e scrittore Domenico Zappone, nato a Palmi (RC) e morto suicida nel 1976. La storia fece il giro del mondo sui giornali più famosi, ma era del tutto inventata
In realtà chissà se Giorgio l'aveva fatto a sua volta... L'introduzione potrebbe essere stata parzialmente copiata da Wikipedia, dove la pagina fu iniziata nel 2007, due anni prima del contributo sulle CCG... mah? Boh?
B.B. 20/1/2019 - 17:04
In realtà Modugno aveva stabilito particolari rapporti con i dialetti di alcune regioni del Sud, che lo affascinavano particolarmente, come la Sicilia, con le sue tradizioni e i suoi miti, riuscendo ad imprimere alle canzoni una autenticità e una forza capaci di affrancare il canto da anguste connotazioni regionalistiche o dialettali.
https://www.amazon.it/dp/B07VPV3W7X
https://www.amazon.it/dp/B07VPV3W7X
River 28/7/2019 - 19:43
Non c’è periferia nell’arte e nella musica, semmai il bello. Non esistono i generi, se non per intendersi, per avvicinare o allontanare chi della musica ama solo un ‘genere’. E non esistono i dialetti, né le parlate di periferia: esistono le lingue, i linguaggi, i codici “di cuore e di testa”. Così Andrea Camilleri definiva il dialetto: le parole come segni distintivi della scrittura, della parlata e del pensiero.
Tra Andrea Camilleri e Domenico Modugno non corre troppa differenza: “cabasisi” o “babbiare” sono entrati, entrano o entreranno nel vocabolario italiano (degli italiani) come parole “di cuore e di testa”, dell’arte e della fantasia, ma sempre facenti parte di quel 'codice naturale' che sono le origini, la famiglia, i nonni, il paese, il gruppo dei pari, la piazza e scuola (prima e dopo la campanella).
Domenico Modugno ha azionato i suoi codici “di cuore e di testa” dando luogo... (continua)
Tra Andrea Camilleri e Domenico Modugno non corre troppa differenza: “cabasisi” o “babbiare” sono entrati, entrano o entreranno nel vocabolario italiano (degli italiani) come parole “di cuore e di testa”, dell’arte e della fantasia, ma sempre facenti parte di quel 'codice naturale' che sono le origini, la famiglia, i nonni, il paese, il gruppo dei pari, la piazza e scuola (prima e dopo la campanella).
Domenico Modugno ha azionato i suoi codici “di cuore e di testa” dando luogo... (continua)
River 28/7/2019 - 19:45
Tratta da Domenico Modugno, il siciliano del Salento (Tutte le sue canzoni in dialetto tradotte e commentate da Mimmo Mòllica)
«Domenico Modugno, il siciliano del Salento». Le sue canzoni in dialetto tradotte e commentate da Mimmo Mòllica. «"Come hai fatto" era nata in lingua napoletana, s’intitolava "Ma cumm' ha’ fatto", solo che poi mi hanno costretto a trascriverla in italiano. Ma è il dialetto la vera lingua di noi». (Domenico Modugno). Nel 1951 Domenico Modugno prese parte al film "Filumena Marturano" di Eduardo De Filippo e nel 1952 al film "Carica eroica" di De Robertis, nella parte di un soldato siciliano che canta la "Ninna Nanna" ad una bambina. Da questo episodio nacque la leggenda del "Modugno siciliano".
Nel 1953 Fulvio Palmieri (Rai) gli offrì una serie di trasmissioni radiofoniche, "Amuri... Amuri", della quale Modugno stesso era autore dei testi, regista e, insieme a Franca... (continua)
«Domenico Modugno, il siciliano del Salento». Le sue canzoni in dialetto tradotte e commentate da Mimmo Mòllica. «"Come hai fatto" era nata in lingua napoletana, s’intitolava "Ma cumm' ha’ fatto", solo che poi mi hanno costretto a trascriverla in italiano. Ma è il dialetto la vera lingua di noi». (Domenico Modugno). Nel 1951 Domenico Modugno prese parte al film "Filumena Marturano" di Eduardo De Filippo e nel 1952 al film "Carica eroica" di De Robertis, nella parte di un soldato siciliano che canta la "Ninna Nanna" ad una bambina. Da questo episodio nacque la leggenda del "Modugno siciliano".
Nel 1953 Fulvio Palmieri (Rai) gli offrì una serie di trasmissioni radiofoniche, "Amuri... Amuri", della quale Modugno stesso era autore dei testi, regista e, insieme a Franca... (continua)
IL PESCE SPADA
(continua)
(continua)
inviata da River 28/7/2019 - 21:35
«Daje, daje, lu vitti, lu vitti! Pigghia la fiocina! Accídilu, accídilu, aahaaà!».
«Daje, daje... accídilu...» potrebbe far credere che si tratti di una interiezione, come incitamento: "dai, daje, dagli (addosso)...!"
In realtà, nel testo della canzone Lu Piscispada di Modugno "ddà iè, ddà iè" sta a significare l'attimo dell'avvistamento: "Là è, là è"...
Nella lingua siciliana la doppia 'dd' può rappresentare la 'elle', come in questo caso.
«Daje, daje... accídilu...» potrebbe far credere che si tratti di una interiezione, come incitamento: "dai, daje, dagli (addosso)...!"
In realtà, nel testo della canzone Lu Piscispada di Modugno "ddà iè, ddà iè" sta a significare l'attimo dell'avvistamento: "Là è, là è"...
Nella lingua siciliana la doppia 'dd' può rappresentare la 'elle', come in questo caso.
River 2/9/2019 - 09:57
Carissimo River, grazie per la segnalazione che abbiamo immediatamente provveduto a integrare nel testo siciliano. La "ḍḍ" siciliana, come saprai, in realtà non "rappresenta la elle" ma è un fonema autonomo, a sé stante. Con una denominazione che piace tanto ai fonetisti e ai linguisti di formazione (esseri stranissimi, te lo assicuro...) si chiama "dentale sonora retroflessa", oppure "cacuminale", oppure -chissà perché- "cerebrale". Si ottiene pronunciando la "d" ma rovesciando la punta della lingua contro il palato, in soldoni. Si è sviluppata sì dalla "elle" geminata (che i fonetisti e i linguisti, quegli strani esseri di cui sopra, chiamano "consonante liquida" o "laterale alveolare"), ma si tratta di un fenomeno talmente antico, che il siciliano condivide non solo con altre lingue dell'Italia meridionale, ma anche con moltissime lingue del subcontinente indiano (sia indoeuropee che dravidiche),... (continua)
Riccardo Venturi 2/9/2019 - 12:03
Riccardo, le interessanti precisazioni arricchiscono viepiù l'argomento su questo sito ch'è uno scrigno di cultura popolare, ma pure una occasione unica di dibattito su tematiche ed argomenti come quelli in questione. Anche grazie ad animatori come te.
River 11/9/2019 - 14:26
Cavaddu cecu de la minera
1954
45 giri: Cavaddu cecu de la minera/Ventu de sciroccu
È una canzone che parla di un cavallo, appunto si intitola ‟Cavallo cieco della miniera”. La storia è questa, la storia riguarda i cavalli che lavoravano anticamente nelle miniere in Sicilia, nelle miniere di zolfo, perché, in quei tempi, tiravano i carrelli i cavalli. Oggi è diverso, ci sono altri mezzi. E siccome stavano molto tempo sotto le miniere, i cavalli diventavano ciechi. E in Sicilia, anticamente, c’era questa festa tragica, che si chiamava appunto ‟La Pasqua dei cavalli”, ed era il padrone stesso del cavallo che lo portava su, al sole, e con un gesto tragico e pietoso lo eliminava.
wikipedia
45 giri: Cavaddu cecu de la minera/Ventu de sciroccu
È una canzone che parla di un cavallo, appunto si intitola ‟Cavallo cieco della miniera”. La storia è questa, la storia riguarda i cavalli che lavoravano anticamente nelle miniere in Sicilia, nelle miniere di zolfo, perché, in quei tempi, tiravano i carrelli i cavalli. Oggi è diverso, ci sono altri mezzi. E siccome stavano molto tempo sotto le miniere, i cavalli diventavano ciechi. E in Sicilia, anticamente, c’era questa festa tragica, che si chiamava appunto ‟La Pasqua dei cavalli”, ed era il padrone stesso del cavallo che lo portava su, al sole, e con un gesto tragico e pietoso lo eliminava.
wikipedia
«A Peppì, iuh, come si stanco, Peppì, iih-ah, beddo, auh.»
(continua)
(continua)
inviata da dq82 4/2/2017 - 16:50
Io lavoro nel call center e sogno un giorno di uscire da qeusta miniera!
Ruggero Paolo Basile 31/10/2020 - 12:56
Domenico Modugno: L'anniversario
Testo di Iaia Fiastri, musica di Domenico Modugno.
Originariamente lato A del 45 giri L'anniversario / Appendi un nastro giallo (RCA, 1973); poi nell'album L'anniversario (Carosello Records, 1976).
Questa versione, preceduta da un breve parlato di Modugno, fu incisa sul lato 1 di un 45 giri a cura della Sezione Stampa e Propaganda del PSI (SSP 5, 1974), pubblicato in occasione della campagna referendaria contro l'abolizione della legge sul divorzio [il lato 2 contiene un intervento di Arnoldo Foà].
Originariamente lato A del 45 giri L'anniversario / Appendi un nastro giallo (RCA, 1973); poi nell'album L'anniversario (Carosello Records, 1976).
Questa versione, preceduta da un breve parlato di Modugno, fu incisa sul lato 1 di un 45 giri a cura della Sezione Stampa e Propaganda del PSI (SSP 5, 1974), pubblicato in occasione della campagna referendaria contro l'abolizione della legge sul divorzio [il lato 2 contiene un intervento di Arnoldo Foà].
Io sono sposato, ho tre figli, viviamo tutti insieme d'amore e d'accordo: sono un uomo fortunato. Ma chi non è fortunato come me, eh? Io credo nel matrimonio, ma in un matrimonio giusto, sano, sereno. Il matrimonio significa amore, libera scelta, non deve diventare un ergastolo. Dimostriamo di rispettare il matrimonio dicendo no all'abolizione del divorzio, questa conquista di ogni popolo libero e civile. Il no che diremo il 12 maggio è il no più giusto che possiamo dire. E allora dedico questa canzone a tutte le coppie che si vogliono bene senza ipocrisie, senza equivoci, senza compromessi, e sperando che il 12 maggio diventi il più bell'anniversario per noi tutti!
(continua)
(continua)
inviata da L.L. 25/10/2020 - 19:35
Lu tamburru de la guerra
[1955]
Album: Con l'affetto della memoria [1971]
La prima incisione di questa canzone, intitolata "Lu Tammurru de la guerra", su 78 giri, risale al 1955.
Album: Con l'affetto della memoria [1971]
La prima incisione di questa canzone, intitolata "Lu Tammurru de la guerra", su 78 giri, risale al 1955.
Tammurru di la guerra
(continua)
(continua)
inviata da giorgio 3/6/2009 - 09:12
Il titolo originale corretto è "Lu tamburru de la guerra".
Il titolo in italiano è successivo, nell'album del 1971.
Mi sembra importante conservare il titolo in lingua siciliana, per coerenza col testo.
Mi pare che ci sia qualche incertezza nel testo contribuito da Giorgio nel 2009, a partire da "tammurru / tamburru".
Il titolo in italiano è successivo, nell'album del 1971.
Mi sembra importante conservare il titolo in lingua siciliana, per coerenza col testo.
Mi pare che ci sia qualche incertezza nel testo contribuito da Giorgio nel 2009, a partire da "tammurru / tamburru".
B.B. 4/12/2017 - 10:25
Il titolo è "Lu tammurru de la guerra", ma per quanto il dialetto adoperato da Domenico Modugno per la stesura del testo sia quello siciliano, "tamburru" non è denominazione siciliana ma salentina (o anche napoletana 'tammorra').
In dialetto siciliano, infatti, si dice 'tammùru'.
DOMENICO MODUGNO, IL SICILIANO DEL SALENTO
Tutte le sue canzoni in dialetto tradotte e commentate da Mimmo Mòllica
In dialetto siciliano, infatti, si dice 'tammùru'.
DOMENICO MODUGNO, IL SICILIANO DEL SALENTO
Tutte le sue canzoni in dialetto tradotte e commentate da Mimmo Mòllica
River 11/8/2019 - 14:17
La lingua è quella di San Pietro Vernotico in prov di Brindisi che è il luogo dove ha vissuto dall'età di nove mesi in poi e questo dialetto assomiglia moltissimo al siciliano. Ecco scoperto l'arcano !!!
Che i dialetti salentini (di cui quello di S. Pietro Vernotico fa parte, pur appartenendo alla provincia di Brindisi) e quelli siciliani siano molto simili, è un fatto linguistico conclamato. In particolare, il vocalismo dei dialetti salentini e siciliani è pressoché identico a partire dalla base latina (e questo rappresenta uno "stacco" notevole coi dialetti pugliesi settentrionali: all'arcaico vocalismo salentino/siciliano si contrappongono gli sviluppi di quello pugliese settentrionale, caratterizzato, ad esempio, da un forte sviluppo di dittonghi nelle vocali toniche. Maggiori differenze esistono nel consonantismo). In Puglia si parlano davvero "due lingue diverse" tra nord e sud, senza contare quel che rimane del griko.
Domenico Modugno nacque nel 1928 a Polignano a Mare, in provincia di Bari e appartenente quindi all'area dialettale settentrionale; a San Pietro Vernotico (BR) andò... (continua)
Domenico Modugno nacque nel 1928 a Polignano a Mare, in provincia di Bari e appartenente quindi all'area dialettale settentrionale; a San Pietro Vernotico (BR) andò... (continua)
Riccardo Venturi 26/8/2019 - 11:42
Scioscia Popolo
[1963]
Testo di Eduardo De Filippo
Musica di Domenico Modugno
Album: Con l'affetto della memoria [1971]
La canzone - il cui testo è di Eduardo, musicata da Modugno nel 1963 per il dramma storico di De Filippo "Tommaso d'Amalfi"(che racconta la storia di Masaniello) - credo non sia mai stata incisa prima della pubblicazione dell'album del 1971.
Testo di Eduardo De Filippo
Musica di Domenico Modugno
Album: Con l'affetto della memoria [1971]
La canzone - il cui testo è di Eduardo, musicata da Modugno nel 1963 per il dramma storico di De Filippo "Tommaso d'Amalfi"(che racconta la storia di Masaniello) - credo non sia mai stata incisa prima della pubblicazione dell'album del 1971.
Si tiene 'na fenesta, te la 'nzerrano...
(continua)
(continua)
inviata da giorgio 5/6/2009 - 08:16
Percorsi:
Masaniello
Calatafimi
[1961]
Canzone dalla commedia musicale di Garinei e Giovannini "Rinaldo in campo", con Domenico Modugno, Delia Scala, Paolo Panelli, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia
La colonna sonora fu interamente composta dallo stesso Modugno
Testo trovato su LyricWiki
Il brano si riferisce alla battaglia di Calatafimi (oggi Calatafimi Segesta, in provincia di Trapani), combattuta il il 15 maggio 1860 tra truppe borboniche e garibaldini. Questi ultimi costrinsero i borbonici ad una ritirata disordinata, nel corso della quale i soldati provarono a saccheggiare la cittadina di Partinico, incendiando case e infierendo sui civili, ma gli abitanti opposero resistenza, catturando ed trucidando orrendamente alcune decine di militari.
Il senso dell'orrore di quella guerra - che fu non solo guerra d'invasione ma anche fratricida - traspare chiaramente dal testo di questa canzone.
Canzone dalla commedia musicale di Garinei e Giovannini "Rinaldo in campo", con Domenico Modugno, Delia Scala, Paolo Panelli, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia
La colonna sonora fu interamente composta dallo stesso Modugno
Testo trovato su LyricWiki
Il brano si riferisce alla battaglia di Calatafimi (oggi Calatafimi Segesta, in provincia di Trapani), combattuta il il 15 maggio 1860 tra truppe borboniche e garibaldini. Questi ultimi costrinsero i borbonici ad una ritirata disordinata, nel corso della quale i soldati provarono a saccheggiare la cittadina di Partinico, incendiando case e infierendo sui civili, ma gli abitanti opposero resistenza, catturando ed trucidando orrendamente alcune decine di militari.
Il senso dell'orrore di quella guerra - che fu non solo guerra d'invasione ma anche fratricida - traspare chiaramente dal testo di questa canzone.
A vint'anni
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 7/8/2019 - 10:48
Calatafimi e dintorni
Che la monarchia borbonica navigasse in acque agitate, ottusamente chiusa in se stessa dopo la Rivoluzione Siciliana del 1848 e isolata dalle potenze europee dell’epoca, è noto. Altrettanto noti sono il malcontento delle classi popolari e i gravi problemi derivanti da una pessima redistribuzione del reddito. Sono invece meno noti altri fatti e considerazioni in quanto sapientemente oscurati dalla nostra storiografia risorgimentale. Cito:
Il supporto rilevante dell’Inghilterra allo sbarco dei Mille per l'insurrezione in Sicilia.
I proclami e le promesse di una imminente e radicale trasformazione sociale, caduti nel vuoto.
Il consenso ed fiancheggiamento della malavita, i cui aderenti furono promossi e arruolati come patrioti.
La corruzione dei quadri militari borbonici.
A chi volesse saperne di più consiglio di dare un’occhiata agli scritti di Raffaele De Cesare,... (continua)
Che la monarchia borbonica navigasse in acque agitate, ottusamente chiusa in se stessa dopo la Rivoluzione Siciliana del 1848 e isolata dalle potenze europee dell’epoca, è noto. Altrettanto noti sono il malcontento delle classi popolari e i gravi problemi derivanti da una pessima redistribuzione del reddito. Sono invece meno noti altri fatti e considerazioni in quanto sapientemente oscurati dalla nostra storiografia risorgimentale. Cito:
Il supporto rilevante dell’Inghilterra allo sbarco dei Mille per l'insurrezione in Sicilia.
I proclami e le promesse di una imminente e radicale trasformazione sociale, caduti nel vuoto.
Il consenso ed fiancheggiamento della malavita, i cui aderenti furono promossi e arruolati come patrioti.
La corruzione dei quadri militari borbonici.
A chi volesse saperne di più consiglio di dare un’occhiata agli scritti di Raffaele De Cesare,... (continua)
Riccardo Gullotta 7/8/2019 - 14:26
Grazie Riccardo Gullotta per l'approfondimento storico.
Ma il generale borbonico Francesco Landi fu solo un inetto o un traditore?
E Garibaldi usò davvero i "picciotti" di mafia per la sua avanzata, salvo poi far massacrare la popolazione in quel di Bronte proprio in questi giorni di agosto di 159 anni fa?
Saluti
Ma il generale borbonico Francesco Landi fu solo un inetto o un traditore?
E Garibaldi usò davvero i "picciotti" di mafia per la sua avanzata, salvo poi far massacrare la popolazione in quel di Bronte proprio in questi giorni di agosto di 159 anni fa?
Saluti
B.B. 8/8/2019 - 13:28
@ B.B.
Landi fu scagionato dall’accusa di avere ricevuto un titolo di credito dal nemico. Che Landi non fosse un generale dinamico e un asso nella strategia è un fatto, ma da qui all’ inettitudine ce ne corre. Giustamente è stato osservato che i corrotti sono di norma avveduti e propendono per l’oro o valori facilmente liquidabili e non per i titoli di credito , che invece erano il perno dell’accusa nei circoli borbonici. Garibaldi scrisse, su richiesta del figlio di Landi, una lettera in cui dichiarò di non avere ammorbidito Landi per conseguire vantaggi sul piano militare. Ma più di un dubbio tuttavia rimane : avrebbe mai potuto l’eroe dei due mondi lasciare qualche sospetto che avrebbe minato alla base l’azione e la politica sua e dei suoi sostenitori ? D’altra parte non possiamo dare retta agli scritti smaccatamente di parte di don Giuseppe Buttà, cappellano militare borbonico ( un... (continua)
Landi fu scagionato dall’accusa di avere ricevuto un titolo di credito dal nemico. Che Landi non fosse un generale dinamico e un asso nella strategia è un fatto, ma da qui all’ inettitudine ce ne corre. Giustamente è stato osservato che i corrotti sono di norma avveduti e propendono per l’oro o valori facilmente liquidabili e non per i titoli di credito , che invece erano il perno dell’accusa nei circoli borbonici. Garibaldi scrisse, su richiesta del figlio di Landi, una lettera in cui dichiarò di non avere ammorbidito Landi per conseguire vantaggi sul piano militare. Ma più di un dubbio tuttavia rimane : avrebbe mai potuto l’eroe dei due mondi lasciare qualche sospetto che avrebbe minato alla base l’azione e la politica sua e dei suoi sostenitori ? D’altra parte non possiamo dare retta agli scritti smaccatamente di parte di don Giuseppe Buttà, cappellano militare borbonico ( un... (continua)
Riccardo Gullotta 9/8/2019 - 22:42
Apocalisse
[1960]
Parole e musica di Domenico Modugno
L'arrangiamento originale di Ennio Morricone fu poi quasi del tutto abbandonato nell'incisione del brano.
Nell'album "Domenico Modugno" pubblicato nel 1960
Testo trovato su LyricWiki
"Conoscevo Domenico Modugno per averlo ascoltato alla radio. Le sue canzoni più famose erano Il pescespada, Io, mammeta e tu, La donna riccia e altre, tutte legate al folklore siciliano e alla sua chitarra. Quando mi chiamò per l'arrangiamento di un suo pezzo mi meravigliai molto. Tornai a casa mia e ascoltai la canzone: aveva ragione a chiamare me perché quel brano non aveva il profumo siciliano ma un richiamo completamente nuovo per lui. Il titolo era Apocalisse. Le parole della canzone erano terribili e richiamavano sugli uomini le maledizioni più sconvolgenti. Dopo qualche momento di perplessità gli chiesi: "Mimmo hai coraggio?", lui mi rispose in maniera perentoria... (continua)
Parole e musica di Domenico Modugno
L'arrangiamento originale di Ennio Morricone fu poi quasi del tutto abbandonato nell'incisione del brano.
Nell'album "Domenico Modugno" pubblicato nel 1960
Testo trovato su LyricWiki
"Conoscevo Domenico Modugno per averlo ascoltato alla radio. Le sue canzoni più famose erano Il pescespada, Io, mammeta e tu, La donna riccia e altre, tutte legate al folklore siciliano e alla sua chitarra. Quando mi chiamò per l'arrangiamento di un suo pezzo mi meravigliai molto. Tornai a casa mia e ascoltai la canzone: aveva ragione a chiamare me perché quel brano non aveva il profumo siciliano ma un richiamo completamente nuovo per lui. Il titolo era Apocalisse. Le parole della canzone erano terribili e richiamavano sugli uomini le maledizioni più sconvolgenti. Dopo qualche momento di perplessità gli chiesi: "Mimmo hai coraggio?", lui mi rispose in maniera perentoria... (continua)
Rosso di fuoco
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 7/8/2019 - 08:45
Mafia
[1961]
Scritta da Domenico Modugno e Riccardo Pazzaglia (1926-2006), scrittore, giornalista, paroliere, attore e regista italiano
Nella colonna sonora del film "L'onorata società", diretto proprio da Pazzaglia, con Franco Franchi, Ciccio Ingrassia, Vittorio De Sica e lo stesso Modugno.
Poi in alcuni album di quegli anni, a cominciare da "Modugno", con l'orchestra di Nello Ciangherotti.
Esordio da protagonisti della coppia Franchi / Ingrassia, un film non di certo indimenticabile, ma che nel 1961 si prendeva beffe della Mafia, a cominciare dalla colonna sonora... Solo un paio di anni più tardi Francesco Rosi avrebbe diretto ben altro film sul tema, "Le mani sulla città"...
Scritta da Domenico Modugno e Riccardo Pazzaglia (1926-2006), scrittore, giornalista, paroliere, attore e regista italiano
Nella colonna sonora del film "L'onorata società", diretto proprio da Pazzaglia, con Franco Franchi, Ciccio Ingrassia, Vittorio De Sica e lo stesso Modugno.
Poi in alcuni album di quegli anni, a cominciare da "Modugno", con l'orchestra di Nello Ciangherotti.
Esordio da protagonisti della coppia Franchi / Ingrassia, un film non di certo indimenticabile, ma che nel 1961 si prendeva beffe della Mafia, a cominciare dalla colonna sonora... Solo un paio di anni più tardi Francesco Rosi avrebbe diretto ben altro film sul tema, "Le mani sulla città"...
Su partuti cincu cavalli niuri
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 6/8/2019 - 22:01
Percorsi:
Mafia e mafie
Lu sciccareddu mbriacu
[1954]
Testo e Musica di Domenico Modugno (9° singolo di D.M.)
Album: Domenico Modugno e la sua chitarra - Un poeta, un pittore, un musicista [1956, 3°album]
L'asinello in questione era evidentemente un antesignano del 'rifiuto del lavoro'...
La spassosissima canzone, risalente al lontano 1954, narra di un asinello che si rifiutava di tirare il carretto... nonostante il padrone arrabbiato lo frustasse, lo picchiasse e gli desse calci.. Finché non incontrava un amico che gli suggeriva di dargli da bere un po' di vino..!.. Sì, perché gli asini, dovete sapere, con giustificatissima e dignitosissima testardaggine, più il padrone si arrabbia e meno lavorano.. Invece.. con l'aiuto della dolce bevanda, dimentica di essere stato maltrattato e.. forse.. cammina....Solo che il padrone esagerava: per il suo tornaconto gliene dava da bere addirittura un secchio intero! E l'asino, dopo aver ragliato per tutto il paese, sdraiatosi a terra, finiva anche lui per optare per la giusta risoluzione del Banco, "Non mi rompete".
Testo e Musica di Domenico Modugno (9° singolo di D.M.)
Album: Domenico Modugno e la sua chitarra - Un poeta, un pittore, un musicista [1956, 3°album]
L'asinello in questione era evidentemente un antesignano del 'rifiuto del lavoro'...
La spassosissima canzone, risalente al lontano 1954, narra di un asinello che si rifiutava di tirare il carretto... nonostante il padrone arrabbiato lo frustasse, lo picchiasse e gli desse calci.. Finché non incontrava un amico che gli suggeriva di dargli da bere un po' di vino..!.. Sì, perché gli asini, dovete sapere, con giustificatissima e dignitosissima testardaggine, più il padrone si arrabbia e meno lavorano.. Invece.. con l'aiuto della dolce bevanda, dimentica di essere stato maltrattato e.. forse.. cammina....Solo che il padrone esagerava: per il suo tornaconto gliene dava da bere addirittura un secchio intero! E l'asino, dopo aver ragliato per tutto il paese, sdraiatosi a terra, finiva anche lui per optare per la giusta risoluzione del Banco, "Non mi rompete".
Chista è a storia di 'nu sciccaređđu ca um buleva caminari. Allura lu patruni lu struppiava ci dava cauci sutta 'a panza, jastimava comu un turcu, ma 'u sciccaređđu nenti! .. 'un caminava..
(continua)
(continua)
inviata da giorgio 22/5/2011 - 09:45
Perché un percorso sugli asini se c'è già guerra agli animali?
(Sabrina)
(Sabrina)
Perché si tratta di due cose differenti. Saluti! [CCG/AWS Staff]
DOMENICO MODUGNO, IL SICILIANO DEL SALENTO
Tutti i testi delle sue canzoni in dialetto tradotti e commentati da Mimmo Mòllica. «"Come hai fatto" era nata in lingua napoletana, s’intitolava "Ma cumm' ha’ fatto", solo che poi mi hanno costretto a trascriverla in italiano. Ma è il dialetto la vera lingua di noi». (Domenico Modugno). Nel 1951 Domenico Modugno prese parte al film "Filumena Marturano" di Eduardo De Filippo e nel 1952 al film "Carica eroica" di De Robertis, nella parte di un soldato siciliano che canta la "Ninna Nanna" ad una bambina. Da questo episodio nacque la leggenda del "Modugno siciliano".
Tutti i testi delle sue canzoni in dialetto tradotti e commentati da Mimmo Mòllica. «"Come hai fatto" era nata in lingua napoletana, s’intitolava "Ma cumm' ha’ fatto", solo che poi mi hanno costretto a trascriverla in italiano. Ma è il dialetto la vera lingua di noi». (Domenico Modugno). Nel 1951 Domenico Modugno prese parte al film "Filumena Marturano" di Eduardo De Filippo e nel 1952 al film "Carica eroica" di De Robertis, nella parte di un soldato siciliano che canta la "Ninna Nanna" ad una bambina. Da questo episodio nacque la leggenda del "Modugno siciliano".
L’ASINELLO UBRIACO
(continua)
(continua)
inviata da River 28/7/2019 - 21:50
MODUGNO, LA DIGNITÀ DELL’ASINO E DEL CAVALLO CIECO DELLA MINIERA
Domenico Modugno nel brano "Lu sciccareddu 'mbriacu", racconta l'umanissima storia di un asino che non voleva saperne di camminare. "Cavaddu cecu de la minera" è la tragica storia di un cavallo divenuto cieco per essere stato costretto a trascinare il suo carico bestiale sotto il sole rovente ed accecante. E nella cultura classica e moderna l’asino trova la sua piena dignità d’essere umano... Perfino in politica con l'asinello simbolo de I Democratici, partito italiano fondato da Romano Prodi...
24/03/2015 – L’asino nella canzone, così come lo ha descritto il ‘poeta’ Domenico Modugno... Lu sciccareddu 'mbriacu è la sagace e umanissima storia di un asino che non voleva saperne di camminare, malgrado l’ira del padrone, le bastonate, le frustate e i calci. Finché l’uomo non si imbatte in un conoscente che gli suggerisce di far... (continua)
River 28/7/2019 - 21:54
Lu minaturi
[1954]
Testo e musica di Domenico Modugno
45 giri Lu minaturi/Nina e lu capurale
Album: Modugno siciliano [1963]
Settimo singolo del cantautore di Polignano. Su 78 giri nel '54, contenuta in un EP a 45 giri l'anno seguente (ma solo nel '69 incisa in stereo), forse una fra le migliori prove del Mimmo Modugno dialettale, è sicuramente fra le più drammatiche. In un semplice sottofondo di chitarra, la terribile vita dei minatori, un toccante riferimento ai supplizi che subivano, costretti a lavorare 10 ore al giorno per pochi soldi…
Testo e musica di Domenico Modugno
45 giri Lu minaturi/Nina e lu capurale
Album: Modugno siciliano [1963]
Settimo singolo del cantautore di Polignano. Su 78 giri nel '54, contenuta in un EP a 45 giri l'anno seguente (ma solo nel '69 incisa in stereo), forse una fra le migliori prove del Mimmo Modugno dialettale, è sicuramente fra le più drammatiche. In un semplice sottofondo di chitarra, la terribile vita dei minatori, un toccante riferimento ai supplizi che subivano, costretti a lavorare 10 ore al giorno per pochi soldi…
S'auza 'u minaturi
(continua)
(continua)
inviata da giorgio 7/6/2009 - 08:31
Le sue canzoni in dialetto tradotte e commentate da Mimmo Mòllica
Domenico Modugno, il siciliano del Salento». Le sue canzoni in dialetto tradotte e commentate da Mimmo Mòllica. «"Come hai fatto" era nata in lingua napoletana, s’intitolava "Ma cumm' ha’ fatto", solo che poi mi hanno costretto a trascriverla in italiano. Ma è il dialetto la vera lingua di noi». (Domenico Modugno). Nel 1951 Domenico Modugno prese parte al film "Filumena Marturano" di Eduardo De Filippo e nel 1952 al film "Carica eroica" di De Robertis, nella parte di un soldato siciliano che canta la "Ninna Nanna" ad una bambina. Da questo episodio nacque la leggenda del "Modugno siciliano".
Domenico Modugno, il siciliano del Salento». Le sue canzoni in dialetto tradotte e commentate da Mimmo Mòllica. «"Come hai fatto" era nata in lingua napoletana, s’intitolava "Ma cumm' ha’ fatto", solo che poi mi hanno costretto a trascriverla in italiano. Ma è il dialetto la vera lingua di noi». (Domenico Modugno). Nel 1951 Domenico Modugno prese parte al film "Filumena Marturano" di Eduardo De Filippo e nel 1952 al film "Carica eroica" di De Robertis, nella parte di un soldato siciliano che canta la "Ninna Nanna" ad una bambina. Da questo episodio nacque la leggenda del "Modugno siciliano".
IL MINATORE
(continua)
(continua)
inviata da River 28/7/2019 - 21:42
Cavallo bianco
Album: Il Mio Cavallo Bianco (1973)
La storia è quella di un soldato ferito a morte e abbandonato sul campo di battaglia dai suoi compagni, a cui appare la morte con le sembianze di un cavallo bianco.
La storia è quella di un soldato ferito a morte e abbandonato sul campo di battaglia dai suoi compagni, a cui appare la morte con le sembianze di un cavallo bianco.
M'hanno lasciato solo
(continua)
(continua)
inviata da Vito Vita 5/5/2018 - 11:05
José Luis
"Canción muy bonita y reflexiva."
"Canción muy bonita y reflexiva."
CABALLO BLANCO
(continua)
(continua)
inviata da José Luis 19/5/2019 - 17:42
La ballata della Coppa Davis
[1976]
Testo di Clai Calleri
Musica di Domenico Modugno
Flavio Poltronieri ha citato questa canzone e, visto che non c'era, tentiamo di inserirla.
La Coppa Davis in questione è quella del 1976, l'Italia doveva andare in Cile, il Cile di Pinochet, a giocare la finale. Ci fu un movimento d'opinione molto forte che chiedeva di non andare per non dare risalto alla giunta militare. Poi la finale si giocò e fu vinta da Panatta e Bertolucci in maglietta rossa.
In rete si trovano solo stralci della canzone tratti da articoli del 2016 e che presentano l'uscita di due libri: «Sei chiodi storti» di Dario Cresto-Dina e «1976, storia di un trionfo» di Lucio Biancatelli e Alessandro Nizogorocew entrambe usciti nel 40° anniversario.
La canzone fu cantata alla radio, dove Modugno teneva un programma dove "commentava" l'attualità (fonte:
domenicomodugno.it). Dovremmo essere riusciti a recuperare... (continua)
Testo di Clai Calleri
Musica di Domenico Modugno
Flavio Poltronieri ha citato questa canzone e, visto che non c'era, tentiamo di inserirla.
La Coppa Davis in questione è quella del 1976, l'Italia doveva andare in Cile, il Cile di Pinochet, a giocare la finale. Ci fu un movimento d'opinione molto forte che chiedeva di non andare per non dare risalto alla giunta militare. Poi la finale si giocò e fu vinta da Panatta e Bertolucci in maglietta rossa.
In rete si trovano solo stralci della canzone tratti da articoli del 2016 e che presentano l'uscita di due libri: «Sei chiodi storti» di Dario Cresto-Dina e «1976, storia di un trionfo» di Lucio Biancatelli e Alessandro Nizogorocew entrambe usciti nel 40° anniversario.
La canzone fu cantata alla radio, dove Modugno teneva un programma dove "commentava" l'attualità (fonte:
domenicomodugno.it). Dovremmo essere riusciti a recuperare... (continua)
La sorte della Coppa è controversa
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 10/10/2018 - 09:08
Dq82, da quale fonte proviene l'informazione che il testo sia opera di Clai Calleri?
Io ho visto una spezzone dell'interpretazione di Modugno in una puntata del ciclo “La grande storia” intitolata “Quei complicati anni ‘70”, Rai3.
Io ho visto una spezzone dell'interpretazione di Modugno in una puntata del ciclo “La grande storia” intitolata “Quei complicati anni ‘70”, Rai3.
Flavio Poltronieri 12/10/2018 - 18:09
Ricapitolando, il testo si formerebbe così:
La sorte della Coppa è controversa / c’è chi vuol che si vada e viceversa / io sono per no anche se poi /sono sportivo come tutti voi / Ma purtroppo per il tennis / e per la Coppa Davis / un solo guaio c’è / un solo guaio c’è / e si chiama Pinochet. / D’accordo che ci piace l’insalata / e che l’insalatiera è alla portata / ma non mischiamo con faciloneria / la dittatura alla democrazia. / L’incontro Italia-Cile è solo una partita che vincere potremo / se resteremo qua. / Ma che facciamo? Andiamo da quel fascista / e gli diciam “Señor, hasta la vista!” / e poi prendendo in mano la racchetta / dimentichiamo tutto così in fretta./ Non si giocano volée con il boia Pinochet.
La sorte della Coppa è controversa / c’è chi vuol che si vada e viceversa / io sono per no anche se poi /sono sportivo come tutti voi / Ma purtroppo per il tennis / e per la Coppa Davis / un solo guaio c’è / un solo guaio c’è / e si chiama Pinochet. / D’accordo che ci piace l’insalata / e che l’insalatiera è alla portata / ma non mischiamo con faciloneria / la dittatura alla democrazia. / L’incontro Italia-Cile è solo una partita che vincere potremo / se resteremo qua. / Ma che facciamo? Andiamo da quel fascista / e gli diciam “Señor, hasta la vista!” / e poi prendendo in mano la racchetta / dimentichiamo tutto così in fretta./ Non si giocano volée con il boia Pinochet.
Flavio Poltronieri 12/10/2018 - 22:36
Caro Flavio grazie per l'indicazione di questa canzone e i contributi che ci hai fornito. Ho aggiornato il commento iniziale e inserito il link al video indicando i minutaggi giusti.
Dq82 13/10/2018 - 17:06
C'era un ragazzo dalla barba nera
1968
Amici del vento
Testo e musica: Silvano Spadaccino e Domenico Modugno
C'era Un Ragazzo Dalla Barba Nera / Bella Ciao
Amici del vento
Testo e musica: Silvano Spadaccino e Domenico Modugno
C'era Un Ragazzo Dalla Barba Nera / Bella Ciao
Libertà, che senso hai
(continua)
(continua)
inviata da Dq82 10/10/2017 - 12:45
Percorsi:
Che Guevara
Ora che sale il giorno
Versi del grande poeta, dalla raccolta “Ed è subito sera. Poesie” del 1942.
Musica di Domenico Modugno, da un singolo del 1962.
Canzone dedicata alla terra natale di Sicilia che il poeta – come tanti altri suoi conterranei - dovette presto lasciare per cercar miglior fortuna…
Musica di Domenico Modugno, da un singolo del 1962.
Canzone dedicata alla terra natale di Sicilia che il poeta – come tanti altri suoi conterranei - dovette presto lasciare per cercar miglior fortuna…
Finita è la notte e la luna
(continua)
(continua)
inviata da Bernart 11/10/2013 - 14:13
Lettera di un soldato
Non so se la stesura del brano che ho inserito e' quella esatta. Comunque...una canzone d'amore e guerra. [Willy]
Aspettar
(continua)
(continua)
inviata da Willy Bruschi 4/12/2006 - 20:43
Percorsi:
Canzoni d'amore contro la guerra
LETTRE D'UN SOLDAT
(continua)
(continua)
inviata da Daniel Bellucci (Nizza 22 marzo 2007. rassegnato. non mi hanno certo capito. peggio per loro) Nissa. 22/3/2007 - 20:43
cosí come l´ha cantata il grande Domenico Modugno.
Don Pompeo Mongiello
P.S. Oltre ad essere un traduttore dallo slovacco e ceco all´italiano, sono anche un traduttore dalla musica alle parole. Vale a dire un paroliere.
Don Pompeo Mongiello
P.S. Oltre ad essere un traduttore dallo slovacco e ceco all´italiano, sono anche un traduttore dalla musica alle parole. Vale a dire un paroliere.
LETTERA DI UN SOLDATO
(continua)
(continua)
inviata da Don Pompeo Mongiello 6/2/2009 - 19:48
Impressionante! Sta canzone ha proprio la cadenza di un funerale. Un mortorio. Da i brividi.
Cesare 26/11/2011 - 17:57
Un calcio alla città
[1972]
Scritta da Domenico Modugno, Mario Castellacci (giornalista, scrittore, commediografo e paroliere italiano, uno dei fondatori de Il Bagaglino) e Riccardo Pazzaglia (proprio quello di “Cari amici vicini e lontani” e “Quelli della notte” di Renzo Arbore).
Canzone presentata al festival di Sanremo ma sfuggita per il rotto della cuffia alla censura, in quanto accusata di “incitazione all’assenteismo”.
Certo, non è una canzone contro la guerra ma solo un personale, sommesso grido di dolore per il lavoro che in ogni modo uccide… Sembra una bestemmia di fronte a quelli che ogni giorno, per un tozzo di pane, davvero crepano, sfracellati, fulminati, schiacciati, asfissiati, bruciati…, eppure anche il vostro Bartleby sta morendo piano piano, poco a poco, seduto alla sua scrivania…
Dedicata a Gian Piero Testa, l’ultimo dei rebeti, che un bel dì decise di battezzarmi con il nome del protagonista... (continua)
Scritta da Domenico Modugno, Mario Castellacci (giornalista, scrittore, commediografo e paroliere italiano, uno dei fondatori de Il Bagaglino) e Riccardo Pazzaglia (proprio quello di “Cari amici vicini e lontani” e “Quelli della notte” di Renzo Arbore).
Canzone presentata al festival di Sanremo ma sfuggita per il rotto della cuffia alla censura, in quanto accusata di “incitazione all’assenteismo”.
Certo, non è una canzone contro la guerra ma solo un personale, sommesso grido di dolore per il lavoro che in ogni modo uccide… Sembra una bestemmia di fronte a quelli che ogni giorno, per un tozzo di pane, davvero crepano, sfracellati, fulminati, schiacciati, asfissiati, bruciati…, eppure anche il vostro Bartleby sta morendo piano piano, poco a poco, seduto alla sua scrivania…
Dedicata a Gian Piero Testa, l’ultimo dei rebeti, che un bel dì decise di battezzarmi con il nome del protagonista... (continua)
Da anni sono qui
(continua)
(continua)
inviata da Bartleby 23/2/2011 - 09:32
Percorsi:
Mort au Travail / Morte al Lavoro
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