Author Karel Kryl
Ocelárna
Mrtvou a živou míchám vodu do vín, (Continues)
Contributed by Stanislava 2022/12/1 - 12:15
Song Itineraries:
The War of Labour: Emigration, Immigration, Exploitation, Slavery
Divný kníže
[1969]
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Karel Kryl
Album / Albumi: Rakovina
Sono passati più di 50 anni da quando Karel Kryl scrisse questa canzone, e il mondo continua a essere pieno di personaggi a cui si potrebbe dedicare...
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Karel Kryl
Album / Albumi: Rakovina
Sono passati più di 50 anni da quando Karel Kryl scrisse questa canzone, e il mondo continua a essere pieno di personaggi a cui si potrebbe dedicare...
Jel krajem divný kníže
(Continues)
(Continues)
Contributed by Stanislava 2022/11/29 - 18:12
Podivná ruleta
[1969]
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Karel Kryl
Album / Albumi: Bratříčku, zavírej vrátka
Con l'album di Karel Kryl, Bratříčku, zavírej vrátka (“Chiudi il cancello, fratellino”) abbiamo avuto più volte a che fare in questo sito. Non poteva essere altrimenti: si tratta di un album di canzoni fondamentali non solo per la storia artistica e umana dell'autore e della canzone in lingua ceca, ma anche -mi azzardo a dire- per la Storia in sé dell'allora Cecoslovacchia. Le canzoni dell'album furono scritte tra il 1967 e il 1968: che cosa sia stato quel periodo in Cecoslovacchia non è necessario dirlo. Qualche canzone (ad esempio questa) fu scritta dopo il fraterno aiuto sovietico del 21 agosto 1968 -da qui il provocatorio titolo dell'album, un neanche tanto velato invito a levarsi dalle scatole, che fu pubblicato nel marzo del 1969 (due mesi dopo il gesto... (Continues)
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Karel Kryl
Album / Albumi: Bratříčku, zavírej vrátka
Con l'album di Karel Kryl, Bratříčku, zavírej vrátka (“Chiudi il cancello, fratellino”) abbiamo avuto più volte a che fare in questo sito. Non poteva essere altrimenti: si tratta di un album di canzoni fondamentali non solo per la storia artistica e umana dell'autore e della canzone in lingua ceca, ma anche -mi azzardo a dire- per la Storia in sé dell'allora Cecoslovacchia. Le canzoni dell'album furono scritte tra il 1967 e il 1968: che cosa sia stato quel periodo in Cecoslovacchia non è necessario dirlo. Qualche canzone (ad esempio questa) fu scritta dopo il fraterno aiuto sovietico del 21 agosto 1968 -da qui il provocatorio titolo dell'album, un neanche tanto velato invito a levarsi dalle scatole, che fu pubblicato nel marzo del 1969 (due mesi dopo il gesto... (Continues)
V studené parádě kožených křesel,
(Continues)
(Continues)
Contributed by Francesco 2022/11/22 - 22:31
Song Itineraries:
Prague Spring 1968
Ho riesumato i rudimenti di ceco che ho studiato un bel po' di anni fa per tradurre questa canzone. So che ci saranno diversi errori, ma proprio per questo ho deciso di pubblicarla così da poter ricevere correzioni o commenti da qualcuno più esperto di me." [Francesco]
Strana roulette russa
(Continues)
(Continues)
@ Francesco
Prima di tutto grazie da parte mia e di tutto il sito per avere inviato questa canzone e la tua traduzione. Una sola cosa: ti era come “rimasto nella tastiera” il suo titolo completo, che è Podivná ruleta (la canzone era comparsa con un misterioso “Podi”). Abbiamo ovviamente provveduto a ripristinarlo.
Per quanto riguarda la traduzione, accogliendo il tuo stesso invito introduttivo (che ho spostato nella sezione della traduzione), ho provveduto ad effettuare qualche intervento, mettendo anche qualche piccola nota chiarificatrice. In realtà, neppure il mio ceco è tutto quel granché; per una traduzione veramente “comme il faut” bisognerà aspettare Stanislava, la nostra specialista (che è di madrelingua ceca). I miei sono quindi interventi provvisori, che ho riportato in corsivo per individuarne meglio la posizione nel testo.
Esistono su Lyricstranslate due traduzioni di questo... (Continues)
Prima di tutto grazie da parte mia e di tutto il sito per avere inviato questa canzone e la tua traduzione. Una sola cosa: ti era come “rimasto nella tastiera” il suo titolo completo, che è Podivná ruleta (la canzone era comparsa con un misterioso “Podi”). Abbiamo ovviamente provveduto a ripristinarlo.
Per quanto riguarda la traduzione, accogliendo il tuo stesso invito introduttivo (che ho spostato nella sezione della traduzione), ho provveduto ad effettuare qualche intervento, mettendo anche qualche piccola nota chiarificatrice. In realtà, neppure il mio ceco è tutto quel granché; per una traduzione veramente “comme il faut” bisognerà aspettare Stanislava, la nostra specialista (che è di madrelingua ceca). I miei sono quindi interventi provvisori, che ho riportato in corsivo per individuarne meglio la posizione nel testo.
Esistono su Lyricstranslate due traduzioni di questo... (Continues)
Riccardo Venturi 2022/11/23 - 07:26
Ustim Ladenko (Устим Ладенко) (L. Trans.)
“This is a poetic translation - deviations from the meaning of the original are present (extra words, extra or omitted information, substituted concepts).”
Странная рулетка (Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2022/11/23 - 09:06
Grazie Riccardo per aver provveduto a correggere e arrichire la traduzione! sapere che esiste una comunità attiva che valorizza e rende disponibili testi tradotti altrimenti intorvabile mi riempie il cuore di gioia.
Francesco 2022/11/25 - 15:55
@ Francesco e Riccardo
Innanzitutto grazie Francesco per esserti voluto occupare di una canzone di Karel Kryl e complimenti per la traduzione. So per propria esperienza che è un'impresa davvero ardua.
Contrariamente a quello che dice Riccardo, mi sembra di poter apportare ben poco alla vostra opera comune già di per sé magistrale, per di più essendo voi due madrelingua italiani siete riusciti a riprodurre benissimo il linguaggio di Kryl e dargli quella fluidità ed espressività che merita.
Naturalmente accolgo con immenso piacere l'invito di riguardare le parti in corsivo e dare la mia opinione. Ecco qui alcune riflessioni:
Slogan – per me azzeccatissimo, è proprio quello. Si riferisce agli slogan di propaganda creati ad hoc di cui erano riempiti tutti i discorsi pubblici.
Il verbo “si sedevano” l'avete usato all'imperfetto che, correggetemi se sbaglio, dà quell'idea di azione ripetuta... (Continues)
Innanzitutto grazie Francesco per esserti voluto occupare di una canzone di Karel Kryl e complimenti per la traduzione. So per propria esperienza che è un'impresa davvero ardua.
Contrariamente a quello che dice Riccardo, mi sembra di poter apportare ben poco alla vostra opera comune già di per sé magistrale, per di più essendo voi due madrelingua italiani siete riusciti a riprodurre benissimo il linguaggio di Kryl e dargli quella fluidità ed espressività che merita.
Naturalmente accolgo con immenso piacere l'invito di riguardare le parti in corsivo e dare la mia opinione. Ecco qui alcune riflessioni:
Slogan – per me azzeccatissimo, è proprio quello. Si riferisce agli slogan di propaganda creati ad hoc di cui erano riempiti tutti i discorsi pubblici.
Il verbo “si sedevano” l'avete usato all'imperfetto che, correggetemi se sbaglio, dà quell'idea di azione ripetuta... (Continues)
Stanislava 2022/11/25 - 23:24
Riccardo Venturi, 26-11-2022 18:31
Accogliendo tutte le correzioni / integrazioni di Stanislava, ma al contempo volendo redigere una “nuova versione”, ecco qua il risultato (naturalmente, passibilissimo di ulteriori correzioni / integrazioni / migliorie da parte di chiunque). “Versione” significa che si tratta di un'interpretazione: come traduzione letterale può andare quella già presente tenendo conto delle osservazioni di Stanislava, mentre la versione le accoglie ma con una resa più organica alla lingua italiana. [RV]
Accogliendo tutte le correzioni / integrazioni di Stanislava, ma al contempo volendo redigere una “nuova versione”, ecco qua il risultato (naturalmente, passibilissimo di ulteriori correzioni / integrazioni / migliorie da parte di chiunque). “Versione” significa che si tratta di un'interpretazione: come traduzione letterale può andare quella già presente tenendo conto delle osservazioni di Stanislava, mentre la versione le accoglie ma con una resa più organica alla lingua italiana. [RV]
Strana roulette russa (Continues)
Pieta
[1969]
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Karel Kryl
Album / Albumi: Bratříčku, zavírej vrátka
Non è certo una Pietà michelangiolesca, quella che sta là, in una città incupita dalla guerra. “A uno sputo dalla stazione”, sistemata su un canale di scolo (altresì detto fogna), sotto una ciminiera: un'atmosfera di guerra o dopoguerra, di truppe di occupazione, di guarnigioni locali, di depositi di munizioni e di soldati ubriachi, non dissimile da quella di un capolavoro di Karel Kryl, Lásko!. La povera statua, che s'immagina annerita dal fumo della ciminiera, serve quasi da punto di raccolta e sfogatoio per una soldataglia di briachi, la locale guarnigione: gliene combinano di tutti i colori. Davanti a lei fumano, s'imbriacano di grappa, mangiano schifezze dopo aver marciato per chilometri, le cantano canzonacce da cabaret presi poi dal disgusto. E lei... (Continues)
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Karel Kryl
Album / Albumi: Bratříčku, zavírej vrátka
Non è certo una Pietà michelangiolesca, quella che sta là, in una città incupita dalla guerra. “A uno sputo dalla stazione”, sistemata su un canale di scolo (altresì detto fogna), sotto una ciminiera: un'atmosfera di guerra o dopoguerra, di truppe di occupazione, di guarnigioni locali, di depositi di munizioni e di soldati ubriachi, non dissimile da quella di un capolavoro di Karel Kryl, Lásko!. La povera statua, che s'immagina annerita dal fumo della ciminiera, serve quasi da punto di raccolta e sfogatoio per una soldataglia di briachi, la locale guarnigione: gliene combinano di tutti i colori. Davanti a lei fumano, s'imbriacano di grappa, mangiano schifezze dopo aver marciato per chilometri, le cantano canzonacce da cabaret presi poi dal disgusto. E lei... (Continues)
V rohu náměstí
(Continues)
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2022/11/24 - 16:03
Riccardo Venturi, 24-11-2022 16:04
(Con alcuni interventi di Stanislava - si veda qui)
(Con alcuni interventi di Stanislava - si veda qui)
La Pietà
(Continues)
(Continues)
Synonymická
(1979)
parole e musica Karel Kryl
album Karavana mraků (La carovana delle nuvole)
In ogni stato totalitario esiste una polizia segreta quale strumento di controllo sulle vite della popolazione. La Cecoslovacchia comunista non poteva essere un'eccezione. La Státní bezpečnost, ovvero Sicurezza di Stato, nota con l'acronimo StB (da qui la denominazione colloquiale dei suoi membri “estébáci“), è stata fondata già nel 1945, quindi subito dopo la guerra e ben prima del cosiddetto “Febbraio vittorioso” (nome con cui il regime si riferiva alla propria presa di potere nel febbraio 1948). Presto è stata dominata dal Partito comunista cecoslovacco ed è servita come mezzo per la conquista del potere. Ufficialmente faceva parte di un corpo più vasto delle forze dell'ordine (SNB), era diretta dal Ministero dell'Interno e riceveva ordini direttamente dall'apparato del partito al potere.
Durante gli... (Continues)
parole e musica Karel Kryl
album Karavana mraků (La carovana delle nuvole)
In ogni stato totalitario esiste una polizia segreta quale strumento di controllo sulle vite della popolazione. La Cecoslovacchia comunista non poteva essere un'eccezione. La Státní bezpečnost, ovvero Sicurezza di Stato, nota con l'acronimo StB (da qui la denominazione colloquiale dei suoi membri “estébáci“), è stata fondata già nel 1945, quindi subito dopo la guerra e ben prima del cosiddetto “Febbraio vittorioso” (nome con cui il regime si riferiva alla propria presa di potere nel febbraio 1948). Presto è stata dominata dal Partito comunista cecoslovacco ed è servita come mezzo per la conquista del potere. Ufficialmente faceva parte di un corpo più vasto delle forze dell'ordine (SNB), era diretta dal Ministero dell'Interno e riceveva ordini direttamente dall'apparato del partito al potere.
Durante gli... (Continues)
Armáda míru proudí ulicemi,
(Continues)
(Continues)
Contributed by Stanislava 2021/6/25 - 17:10
E va be'...
È passato un sacco di acqua di Moldava sotto i ponti di Praga.
Oggi come oggi la maggior parte delle persone si autodenuncia regolarmente e volontariamente in modo spensierato tramite i vari media tipo FB.
Che dire... è una radiosa realtà che ci contorna già!!!
È passato un sacco di acqua di Moldava sotto i ponti di Praga.
Oggi come oggi la maggior parte delle persone si autodenuncia regolarmente e volontariamente in modo spensierato tramite i vari media tipo FB.
Che dire... è una radiosa realtà che ci contorna già!!!
Certo, come non essere d'accordo.
Credo però che sia giusto ricordare anche cose successe ormai diversi decenni fa. Anche perché mi pare, pur in questo mondo social, che certi “metodi” non siano stati superati, purtroppo...
Credo però che sia giusto ricordare anche cose successe ormai diversi decenni fa. Anche perché mi pare, pur in questo mondo social, che certi “metodi” non siano stati superati, purtroppo...
Stanislava 2021/6/30 - 22:01
Stanislava carissima,
Hai ragione. La deriva "social" ha le sue radici non tanto in quello che succedeva pochi decenni fa, ma, credo, nella stessa natura umana e nella sua cosiddetta interazione. Inutile fare come gli struzzi: quando gli esseri umani hanno la possibilità di interagire liberamente, è sempre stata soltanto una storia di insulti, di chiusure e di violenza verbale che non è meno letale di quella fisica. Ne è, casomai, il corollario, la causa e la conseguenza, il complemento necessario, la compagna.
Nulla è possibile contro questo. A parte chiamarsene del tutto fuori, scomparire, ritirarsi, rinchiudersi in ingenue "bolle" fatte perlopiù di pie illusioni. Vincono loro. Di qualsiasi razza, religione, ideologia, natura, indole, predisposizione. Dalla loro hanno sempre la cosiddetta "coerenza", e contro la coerenza degli imbecilli c'è poco da fare. Coerenze fatte di bassezze e di... (Continues)
Hai ragione. La deriva "social" ha le sue radici non tanto in quello che succedeva pochi decenni fa, ma, credo, nella stessa natura umana e nella sua cosiddetta interazione. Inutile fare come gli struzzi: quando gli esseri umani hanno la possibilità di interagire liberamente, è sempre stata soltanto una storia di insulti, di chiusure e di violenza verbale che non è meno letale di quella fisica. Ne è, casomai, il corollario, la causa e la conseguenza, il complemento necessario, la compagna.
Nulla è possibile contro questo. A parte chiamarsene del tutto fuori, scomparire, ritirarsi, rinchiudersi in ingenue "bolle" fatte perlopiù di pie illusioni. Vincono loro. Di qualsiasi razza, religione, ideologia, natura, indole, predisposizione. Dalla loro hanno sempre la cosiddetta "coerenza", e contro la coerenza degli imbecilli c'è poco da fare. Coerenze fatte di bassezze e di... (Continues)
Riccardo Venturi 2021/6/30 - 23:05
Già, Riccardo, il panorama non è bello. Vinceranno loro, senza dubbio, con tutte le loro coerenze, ma se penso a quello che si ritroveranno, mi metto con buona pace dalla parte dei perdenti, conservando qualche coccio di una personale resistenza...
Che aggiungere.. solo che mi fa davvero piacere leggere che tu sia tornato sul sito (e credo di non parlare solo per me).
Un abbraccio forte, tra una variante e l'altra...
Che aggiungere.. solo che mi fa davvero piacere leggere che tu sia tornato sul sito (e credo di non parlare solo per me).
Un abbraccio forte, tra una variante e l'altra...
Stanislava 2021/7/2 - 21:36
Sursum corda
Ci siamo ancora...
E questo è già qualcosa ;-)
https://www.youtube.com/watch?v=PhdmtUuX7J0
Ci siamo ancora...
E questo è già qualcosa ;-)
https://www.youtube.com/watch?v=PhdmtUuX7J0
krzyś Ѡ 2021/7/4 - 03:31
Pochod Gustapa
Un'altra canzone dell'album Rakovina di Karel Kryl
L'espressione Gustapo è un incrocio di parole: da una parte (come è intuibile) ricorda la Gestapo, la “u” invece è con ogni probabilità un riferimento a Gustáv Husák, un funzionario diventato nel 1969 segretario generale del Partito comunista cecoslovacco, sostituendo in questa carica Alexander Dubček e segnando una cesura definitiva con le speranze della Primavera di Praga. Dal 1975 sarà anche presidente della repubblica fino a dicembre 1989, pochi giorni dopo la Rivoluzione di velluto.
L'espressione Gustapo è un incrocio di parole: da una parte (come è intuibile) ricorda la Gestapo, la “u” invece è con ogni probabilità un riferimento a Gustáv Husák, un funzionario diventato nel 1969 segretario generale del Partito comunista cecoslovacco, sostituendo in questa carica Alexander Dubček e segnando una cesura definitiva con le speranze della Primavera di Praga. Dal 1975 sarà anche presidente della repubblica fino a dicembre 1989, pochi giorni dopo la Rivoluzione di velluto.
Nad mozkem poslušnost a nad rozumem víra
(Continues)
(Continues)
Contributed by Stanislava 2021/6/16 - 17:39
d’après la version italienne de Stanislava d’une
Chanson tchèque – Pochod Gustapa – Karel Kryl – 1969
Le nom Gustapo est un croisement de mots (un mot-valise) : d’une part (comme on peut le deviner), il rappelle la Gestapo, d’autre part, le « u » fait vraisemblablement référence à Gustáv Husák, un fonctionnaire qui, en 1969, est devenu secrétaire général du Parti communiste tchécoslovaque, remplaçant Alexander Dubček à ce poste et marquant une rupture définitive avec les espoirs du Printemps de Prague. À partir de 1975, il est également président de la république jusqu’en décembre 1989, quelques jours après la révolution de velours.
Dialogue maïeutique
Voici, Lucien l’âne mon ami, une chanson tchèque, une chanson du même pays, de la même région du monde que celle où ont vécu l’Arlequin amoureux, personnage de Jiří Šotola, Joseph Chveik, personnage de Jarolav Hašek. Le premier, au temps... (Continues)
Chanson tchèque – Pochod Gustapa – Karel Kryl – 1969
Le nom Gustapo est un croisement de mots (un mot-valise) : d’une part (comme on peut le deviner), il rappelle la Gestapo, d’autre part, le « u » fait vraisemblablement référence à Gustáv Husák, un fonctionnaire qui, en 1969, est devenu secrétaire général du Parti communiste tchécoslovaque, remplaçant Alexander Dubček à ce poste et marquant une rupture définitive avec les espoirs du Printemps de Prague. À partir de 1975, il est également président de la république jusqu’en décembre 1989, quelques jours après la révolution de velours.
Dialogue maïeutique
Voici, Lucien l’âne mon ami, une chanson tchèque, une chanson du même pays, de la même région du monde que celle où ont vécu l’Arlequin amoureux, personnage de Jiří Šotola, Joseph Chveik, personnage de Jarolav Hašek. Le premier, au temps... (Continues)
LA MARCHE DE GUSTAPO
(Continues)
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2021/6/19 - 19:39
Rakovina
L'album Rakovina (Cancro) è il secondo album di Karel Kryl, uscito nel 1969 già in esilio in Germania. Secondo cs.wikipedia, la maggior parte delle canzoni è stata composta ancora in Cecoslovacchia nel biennio 1968-69, e rappresentano una reazione agli avvenimenti di agosto 1968. Il disco ha raggiunto la Cecoslovacchia con false copertine (sembrava un disco di musica classica) per raggirare la censura.
È uno di quegli album che, in un certo senso, si potrebbero classificare per intero come “album contro la guerra”. Ad oggi, questo sito ospita due brani dell'album: Marat ve vaně e Tak vás tu máme, bratři
Nella canzone che dà il nome all'intero album, Kryl usa il paragone di una malattia subdola per parlare dell'occupazione come di un male che si insinua nella società e la scompone in silenzio.
È uno di quegli album che, in un certo senso, si potrebbero classificare per intero come “album contro la guerra”. Ad oggi, questo sito ospita due brani dell'album: Marat ve vaně e Tak vás tu máme, bratři
Nella canzone che dà il nome all'intero album, Kryl usa il paragone di una malattia subdola per parlare dell'occupazione come di un male che si insinua nella società e la scompone in silenzio.
Zní hlasy soudních znalců a padlých andělů,
(Continues)
(Continues)
Contributed by Stanislava 2021/3/3 - 18:50
Song Itineraries:
Prague Spring 1968
Marat ve vaně
[1969]
Testo e musica di Karel Kryl
Dal suo secondo album "Rakovina"
Trovato qui http://basne.webzdarma.cz/kryl_marat_v...
Testo e musica di Karel Kryl
Dal suo secondo album "Rakovina"
Trovato qui http://basne.webzdarma.cz/kryl_marat_v...
Recitazione:
(Continues)
(Continues)
Contributed by Krzysiek Wrona 2016/1/27 - 21:15
I tried my best... And I think I failed Laughing out loud I hope somebody will correct these lyric Laughing out loud It's really hard to translate this!!!
MARAT IN THE BATH
(Continues)
(Continues)
Mi sa che abbiamo urgente bisogno di Stanislava per venire a capo di questa canzone...
CCG Staff 2016/1/27 - 23:29
Figurati, Krzysiek, questa mi era sfuggita. Ogni tanto guardo il sito, anche se ultimamente non ho contribuito, ma questa me la sono proprio persa. Forse perché nei giorni quando l'hai inserita, ero persa tra le strade sterrate della Patagonia, senza segnale né internet o roba simile :)
Insomma, mi hai lasciato un compito arduo, devo dire. Concordo con la persona che ha tradotto il testo in inglese, che non è per nulla semplice. Però ci ho provato... Accetto umilmente tutte le vostre correzioni e osservazioni :)
Insomma, mi hai lasciato un compito arduo, devo dire. Concordo con la persona che ha tradotto il testo in inglese, che non è per nulla semplice. Però ci ho provato... Accetto umilmente tutte le vostre correzioni e osservazioni :)
Stanislava 2016/5/18 - 12:23
Posso un salutino a Stanislava dopo i miei soliti 2,5 km a piedi tra i gelsomini in fiore...? Bentornata da qualche Patagonia!
Riccardo Venturi 2016/5/19 - 00:14
Grazie Stanislava :)
La Patagonia mi immagino come un posto dove "i cani abbaiano con le chiappe", per usare un'espressione colorita usata da noi per indicare un luogo distante e desolato. Ma l'estate deve essere un spettacolo là.
Un aggiornamento dalla Breslavia un poco più vicina.
http://kvetevropy.cz/index.php/kultura...
Tante cose buone :)
Krzysiek
La Patagonia mi immagino come un posto dove "i cani abbaiano con le chiappe", per usare un'espressione colorita usata da noi per indicare un luogo distante e desolato. Ma l'estate deve essere un spettacolo là.
Un aggiornamento dalla Breslavia un poco più vicina.
http://kvetevropy.cz/index.php/kultura...
Tante cose buone :)
Krzysiek
Krzysiek 2016/5/19 - 00:52
Cavolo, Krzysiek, come siete espressivi in Polonia! In ceco si dice "dove le volpi danno la buonanotte". Comunque sì, è proprio uno spettacolo :)
Un saluto a te, Riccardo, e ai gelsomini in fiore... A proposito, come sei messo con l'aymara e il quechua? Ho fatto una foto per te in una via de La Paz :)
Un saluto a te, Riccardo, e ai gelsomini in fiore... A proposito, come sei messo con l'aymara e il quechua? Ho fatto una foto per te in una via de La Paz :)
Stanislava 2016/5/19 - 18:31
Lilie
Before he closed the gate, he attired in steel and blown off candles,
(Continues)
(Continues)
Contributed by Edvard Sidoryk 2020/1/12 - 16:32
Morituri te salutant
The path is the dust,
(Continues)
(Continues)
Contributed by Edvard Sidoryk 2020/1/12 - 16:30
Tak vás tu máme (Bratři)
SO WE'VE GOT YOU OVER HERE (BROTHERS)
(Continues)
(Continues)
Contributed by Edvard Sidoryk 2019/2/4 - 21:31
Dědicům Palachovým
Millions of blind eyes, the snake's head on the coat of arms,
(Continues)
(Continues)
Contributed by Edvard Sidoryk 2019/2/4 - 21:29
Karel Kryl: Nevidomá dívka
[1969]
Testo e musica: Karel Kryl
Slova a hudba: Karel Kryl
Lyrics and music: Karel Kryl
Paroles et musique: Karel Kryl
Lyrics and music: Karel Kryl
Album: Bratříčku, zavírej vrátka
1969, LP, Panton, ČSSR
Dell'album e della canzone Bratříčku, zavírej vrátka si è già parlato non poco: è stato il primo album pubblicato da Karel Kryl, nel 1969, poco dopo l'invasione dell'agosto del 1968, pochissimo dopo il gesto di Jan Palach, e subito prima che il cantautore fuggisse in Germania. Vi era andato per partecipare a un festival a Dommershausen, in Renania, ma sapeva che, se fosse tornato in Cecoslovacchia, sarebbe stato arrestato. Ho ritenuto che, senza la “Bambina cieca”, non si potesse avere un'idea completa di quell'album, anche con una mia personale impressione: vale a dire che, dietro l'immagine, o quadretto, della bambina cieca che gioca quieta nel prato, si celi una delicata metafora... (Continues)
Testo e musica: Karel Kryl
Slova a hudba: Karel Kryl
Lyrics and music: Karel Kryl
Paroles et musique: Karel Kryl
Lyrics and music: Karel Kryl
Album: Bratříčku, zavírej vrátka
1969, LP, Panton, ČSSR
Dell'album e della canzone Bratříčku, zavírej vrátka si è già parlato non poco: è stato il primo album pubblicato da Karel Kryl, nel 1969, poco dopo l'invasione dell'agosto del 1968, pochissimo dopo il gesto di Jan Palach, e subito prima che il cantautore fuggisse in Germania. Vi era andato per partecipare a un festival a Dommershausen, in Renania, ma sapeva che, se fosse tornato in Cecoslovacchia, sarebbe stato arrestato. Ho ritenuto che, senza la “Bambina cieca”, non si potesse avere un'idea completa di quell'album, anche con una mia personale impressione: vale a dire che, dietro l'immagine, o quadretto, della bambina cieca che gioca quieta nel prato, si celi una delicata metafora... (Continues)
V zahradě za cihlovou zídkou,
(Continues)
(Continues)
Contributed by Riccardo Venturi 2018/9/3 - 08:08
03.09.2018 08.15
Due parole del traduttore. La traduzione che segue non tenta neppure di striscio di essere "in versi" o qualcosa che pur di lontano gli rassomigli: è semplicemente un'interpretazione. Le note presenti esprimono, in massima parte, incertezze, dubbi e ipotesi.
Due parole del traduttore. La traduzione che segue non tenta neppure di striscio di essere "in versi" o qualcosa che pur di lontano gli rassomigli: è semplicemente un'interpretazione. Le note presenti esprimono, in massima parte, incertezze, dubbi e ipotesi.
LA BAMBINA CIECA
(Continues)
(Continues)
Grazie Rick,
ti faccio soltanto notare che secondo Internazionale questa canzone entra a pieno titolo nel filone delle canzoni legate alla primavera di Praga. Loro la propongono nell'esecuzione di Hana Ulrychová & The Bluesmen. Così, di consequenza, credo che la tua interpretazione in quel senso sia al cento per cento azzeccata.
Ahoj
ti faccio soltanto notare che secondo Internazionale questa canzone entra a pieno titolo nel filone delle canzoni legate alla primavera di Praga. Loro la propongono nell'esecuzione di Hana Ulrychová & The Bluesmen. Così, di consequenza, credo che la tua interpretazione in quel senso sia al cento per cento azzeccata.
Ahoj
Krzysiek 2018/9/3 - 17:06
Stanislava (La Santa! :) lo saprebbe sicuramente meglio, ma secondo me la tua ipotesi su Giùsquiamo nero, per quanto attraente, sia però fuoriviante. Fai caso che interno di un fiore di papavero è nero e una bambina può pure immaginera che siano tanti cavalieri neri su cavalli neri circondati di grandi petali rossi. La cultura popolare ceca (e non solo) ha usato spesso il fiore di papavero come un simbolo nelle fiabe e racconti vari. Giùsquiamo nero, molto meno appariscente e meno comune non faceva parte della diffusa tradizione orale.
Anche se non è vero che sia così raro. È una pianta che cresce spesso in zone ruderali, vicino agli cantieri, per esempio, ma non la trovi mai nelle quantità di papavero campestre mezza i cereali. Solo pochi esemplari, ma un anno ci sono e un altro anno chi sa dove si spostano. E poi, certo, per una bambina bendata tutti i fiori sono neri.
Anche se non è vero che sia così raro. È una pianta che cresce spesso in zone ruderali, vicino agli cantieri, per esempio, ma non la trovi mai nelle quantità di papavero campestre mezza i cereali. Solo pochi esemplari, ma un anno ci sono e un altro anno chi sa dove si spostano. E poi, certo, per una bambina bendata tutti i fiori sono neri.
Krzysiek 2018/9/3 - 18:05
d’après la version italienne de Riccardo Venturi – LA BAMBINA CIECA – 2018
d’une chanson tchèque – Nevidomá dívka – Karel Kryl – 1969
Album : Bratříčku, zavírej vrátka
1969, LP, Panton, ČSSR
De l’album et de la chanson « Bratříčku, zavírej vrátka », on a déjà beaucoup parlé : c’est le premier album publié par Karel Kryl, en 1969, peu après l’invasion d’août 1968, très peu après le geste de Jan Palach, et juste avant que l’auteur-compositeur ne fuie en Allemagne. Il y était allé pour participer à un festival à Dommershausen, en Rhénanie, mais il savait que, s’il rentrait en Tchécoslovaquie, il serait arrêté. Je suis convaincu que, sans « La Fille aveugle », on ne peut pas avoir une idée complète de cet album, d’autant plus si on accepte mon impression personnelle : à savoir que, derrière l’image, ou le tableau, de la fille aveugle qui joue calmement dans le pré, se cache une délicate métaphore... (Continues)
d’une chanson tchèque – Nevidomá dívka – Karel Kryl – 1969
Album : Bratříčku, zavírej vrátka
1969, LP, Panton, ČSSR
De l’album et de la chanson « Bratříčku, zavírej vrátka », on a déjà beaucoup parlé : c’est le premier album publié par Karel Kryl, en 1969, peu après l’invasion d’août 1968, très peu après le geste de Jan Palach, et juste avant que l’auteur-compositeur ne fuie en Allemagne. Il y était allé pour participer à un festival à Dommershausen, en Rhénanie, mais il savait que, s’il rentrait en Tchécoslovaquie, il serait arrêté. Je suis convaincu que, sans « La Fille aveugle », on ne peut pas avoir une idée complète de cet album, d’autant plus si on accepte mon impression personnelle : à savoir que, derrière l’image, ou le tableau, de la fille aveugle qui joue calmement dans le pré, se cache une délicate métaphore... (Continues)
LA FILLE AVEUGLE
(Continues)
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Contributed by Marco Valdo M.I. 2018/9/4 - 20:29
Dilectissime Christophore Corvine, per quanto riguarda i papaveri, neri o rossi che siano, hai certamente ragione; aggiungo che le metafore e gli usi del papavero nella cosiddetta "cultura popolare" sono diffusi un po' dappertutto, e non solo in quella ceca: il "fiore del sonno" sembra quasi fatto apposta per essere catturato dall'immaginazione e per diventare un simbolo (tanto è vero che lo è diventato, ad esempio, come "fiore contro la guerra" o come simbolo dei soldati morti in guerra, si veda l'apposito percorso di questo sito). Ciononostante, e con tutte le precisazioni del caso, nella mia traduzione, o qualunque cosa essa sia, mi tengo il giùsquiamo nero. Io, lo ribadisco, una pianta velenosa ce la devo infilare sempre, e sarei capace di preparare certe insalatine che te le raccomando, altro che "minestroni".
La conosci, ad esempio, questa? E' l' Aconitum napellus, una piantina molto... (Continues)
La conosci, ad esempio, questa? E' l' Aconitum napellus, una piantina molto... (Continues)
Riccardo Venturi 2018/9/5 - 11:41
Ciao Riccardo, come sempre c’è poco da aggiungere alla tua traduzione. Sul primo punto sono d’accordo con te, anche per me “popsaná zídka” è un muretto con delle scritte sopra, non un muretto descritto da qualcuno, anche se dal punto di vista grammaticale non c’è differenza. Resta sempre un verso un po’ ambiguo, con questi “anniversari famosi”, ma potrebbe essere anche una trasformazione poetica della parola “výrok”, enunciato, tesi, espressione, che per fare la rima è andata a sovrapporsi alla parola výročí (cioè výročích invece di výrocích), e il “famoso” gli darebbe un tocco di ironia. Insomma anche per me l’immagine è quella di un muretto di mattoni su cui da sempre trovi le varie “notizie importanti”.
Poi c’è tutta quella storia dei papaveri neri o giusquiami che siano. Non lo so ma qualcosa mi dice che è proprio questo il verso chiave per l’interpretazione della canzone. Ho letto la... (Continues)
Poi c’è tutta quella storia dei papaveri neri o giusquiami che siano. Non lo so ma qualcosa mi dice che è proprio questo il verso chiave per l’interpretazione della canzone. Ho letto la... (Continues)
Stanislava (che di santa ha ben poco :)) 2018/9/5 - 19:16
Ecco, lo dicevo io che Stanislava la saprà più lunga assai :)
Grazie per il tuo bell'intervento Stanislava.
Devo ammettere che per il giusquiamo proposto da Riccardo la mia critica era un po' frettolosa, ma sopratutto a sproposito. A ripensarci (e a rileggere le sue spiegazioni) il giusquiamo ci sta a pennello nella traduzione italiana. Con i suoi fiori colore bianco sporco venato e con la sua allucinante forza velenosa entra bene nell'immagine di un posto abbandonato e intriso di desolazione, di una zona di terre incolte con tanto di muretto a mattoni in un paesaggio grigio e cupo, creata da Kryl. Ha ragione Stanislava che questi versi centrali sono la chiave di tutta la canzone, con la strasuggestiva metafora di cavalieri a cavallo che con i fiori neri portano l'amore.
Comunque su principe azzurro gli spagnoli mi sembrano più convincenti: https://es.wikipedia.org/wiki/Príncipe_azul
Ho... (Continues)
Grazie per il tuo bell'intervento Stanislava.
Devo ammettere che per il giusquiamo proposto da Riccardo la mia critica era un po' frettolosa, ma sopratutto a sproposito. A ripensarci (e a rileggere le sue spiegazioni) il giusquiamo ci sta a pennello nella traduzione italiana. Con i suoi fiori colore bianco sporco venato e con la sua allucinante forza velenosa entra bene nell'immagine di un posto abbandonato e intriso di desolazione, di una zona di terre incolte con tanto di muretto a mattoni in un paesaggio grigio e cupo, creata da Kryl. Ha ragione Stanislava che questi versi centrali sono la chiave di tutta la canzone, con la strasuggestiva metafora di cavalieri a cavallo che con i fiori neri portano l'amore.
Comunque su principe azzurro gli spagnoli mi sembrano più convincenti: https://es.wikipedia.org/wiki/Príncipe_azul
Ho... (Continues)
Krzysiek 2018/9/7 - 19:57
Pochyby
Un altro "protestsong" di Karel Kryl. Fa parte dell'album Monology (1992) ma è stato scritto nel 1974, dopo 5 anni di esilio in Germania. È una sorta di racconto della propria vita in chiave ironica, arrivando al punto cruciale che è il suo abbandono della Cecoslovacchia. Nel testo si trovano molte note critiche verso il regime totalitario dal quale Kryl è fuggito, ma sono presenti anche critiche della società occidentale.
Mlád dvacet devět let a devět měsíců,
(Continues)
(Continues)
Contributed by Stanislava 2016/6/9 - 18:19
Dachau blues
[1970]
Testo e musica di Karel Kryl
Dall'album "Maškary", stampato in 1000 copie in allora Germania Ovest dall'editore Caston. Le 300 copie sono arrivate in qualche modo in Cecoslovacchia, comunque.
Ripreso da YT.
Anche il dipinto sulla copertina è l'opera di Kryl.
Presente anche sull'album "Solidarita" uscito nel 2014, contenente la registrazione del concerto che ha avuto luogo a Haus der Begegnung a Monaco di Baviera il 21.gennaio 1982 ,durante il quale Karel Kryl ha cantato le sue canzoni in tre lingue: ceco, tedesco e polacco.
Testo e musica di Karel Kryl
Dall'album "Maškary", stampato in 1000 copie in allora Germania Ovest dall'editore Caston. Le 300 copie sono arrivate in qualche modo in Cecoslovacchia, comunque.
Ripreso da YT.
Anche il dipinto sulla copertina è l'opera di Kryl.
Presente anche sull'album "Solidarita" uscito nel 2014, contenente la registrazione del concerto che ha avuto luogo a Haus der Begegnung a Monaco di Baviera il 21.gennaio 1982 ,durante il quale Karel Kryl ha cantato le sue canzoni in tre lingue: ceco, tedesco e polacco.
Když stíny k sobě v touze lnou,
(Continues)
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Contributed by Krzysiek Wrona 2016/1/25 - 20:15
Song Itineraries:
Extermination camps
Più puntuale di Carlotta Corday! :-)
Scherzi a parte, come avrai visto la tua traduzione, Stanislava, è stata addirittura qualificata di "benemerita"; qui senza il tuo aiuto brancoleremmo tutti nel bujo e saremmo tutti cèchi. Saluti carissimi!
Scherzi a parte, come avrai visto la tua traduzione, Stanislava, è stata addirittura qualificata di "benemerita"; qui senza il tuo aiuto brancoleremmo tutti nel bujo e saremmo tutti cèchi. Saluti carissimi!
Riccardo Venturi 2016/5/27 - 15:08
Le Dachau Blue Express est en route. Il arrivera sans doute cette nuit ou demain.
Cordial
Lucien Lane
Cordial
Lucien Lane
Lucien Lane 2016/5/27 - 18:40
d’après la version italienne de Stanislava
de la chanson tchèque Dachau Blues de Karel Kryl – 1970
de la chanson tchèque Dachau Blues de Karel Kryl – 1970
DACHAU BLUES
(Continues)
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2016/5/27 - 22:12
Grazie assai a Stanislava, Marco e Riccardo.
Un testo di non facile lettura resoci più abbordabile tramite l'eccellente lavoro di Stanislava. Comunque, mi rimane difficile valutare se fosse esistito qualche legame fra la canzone di Kryl e quella precedente di un anno di Captain Beefheart
Pare di no, ma...?
Un sentito saluto.
Un testo di non facile lettura resoci più abbordabile tramite l'eccellente lavoro di Stanislava. Comunque, mi rimane difficile valutare se fosse esistito qualche legame fra la canzone di Kryl e quella precedente di un anno di Captain Beefheart
Pare di no, ma...?
Un sentito saluto.
Krzysiek 2016/5/29 - 18:23
Ti ringrazio Krzysiek ma io ho fatto...assai poco, a parte sparare qualche cazzata (che però presuppone un ringraziamento sincero a Stanislava)...salud!
Riccardo Venturi 2016/5/30 - 00:17
Ho cercato di trovare qualche "benemerita" risposta ai tuoi ringraziamenti :)
Chi saremmo stati senza avere sparato ogni tanto delle cazzate?
Fossimo degli umani ancora???
(il concetto era questo più... o forse meno)
Amen
Chi saremmo stati senza avere sparato ogni tanto delle cazzate?
Fossimo degli umani ancora???
(il concetto era questo più... o forse meno)
Amen
Krzysiek 2016/5/30 - 20:14
Tráva
d’après la version italienne de Stanislava
d’une chanson tchèque – Tráva – Karel Kryl – 1965
Une chanson écrite par Kryl pendant son service militaire. On la présente comme une chanson contre la guerre en général, mais selon moi, dans la première strophe se trouve même une référence concrète à la guerre en Vietnam qui était en cours dans ces années-là ; y me fait penser l’image des « morti là dietro il canneto » [Comme on le verra la version française dit « là-bas dans les bambous » rejoignant sans barguigner l’avis de l'auteure de la version italienne]. Rákosí est une plante semblable à la canne de bambou qui est devenue une métaphore pour les Vietnamiens (peut-être seulement en tchèque ? ? ? je ne le sais pas…), apparemment justement aux temps de la guerre : certains la font remonter aux chapeaux ou aux maisons faites de ces plantes, d’autres soutiennent que les soldats vietnamiens se... (Continues)
d’une chanson tchèque – Tráva – Karel Kryl – 1965
Une chanson écrite par Kryl pendant son service militaire. On la présente comme une chanson contre la guerre en général, mais selon moi, dans la première strophe se trouve même une référence concrète à la guerre en Vietnam qui était en cours dans ces années-là ; y me fait penser l’image des « morti là dietro il canneto » [Comme on le verra la version française dit « là-bas dans les bambous » rejoignant sans barguigner l’avis de l'auteure de la version italienne]. Rákosí est une plante semblable à la canne de bambou qui est devenue une métaphore pour les Vietnamiens (peut-être seulement en tchèque ? ? ? je ne le sais pas…), apparemment justement aux temps de la guerre : certains la font remonter aux chapeaux ou aux maisons faites de ces plantes, d’autres soutiennent que les soldats vietnamiens se... (Continues)
HERBE
(Continues)
(Continues)
Contributed by Marco Valdo M.I. 2016/2/16 - 22:46
Píseň neznámého vojína
(da questa pagina
PIEŚŃ NIEZNANEGO ŻOŁNIERZA
(Continues)
(Continues)
Contributed by Krzysiek Wrona 2016/1/27 - 19:11
Dědicům Palachovým
Il testo (leggermente corretto) scovato qui
MILION ŚLEPYCH OCZU
(Continues)
(Continues)
Contributed by Krzysiek Wrona 2016/1/25 - 20:41
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Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Karel Kryl
Album / Albumi: Ocelárna
Una delle canzoni meno conosciute di Karel Kryl. Uscita per la prima volta nel 1984 in Australia nell'omonimo album Ocelárna ma pare sia stata scritta prima dell'emigrazione di Kryl. Si affronta qui il profondo senso di alienazione degli operai nelle fabbriche. Fa ancora più impressione se si pensa che la canzone è stata scritta sotto un regime che si vantava di essere il paradiso per la classe dei lavoratori. La realtà, ovviamente, era molto diversa.