Tsi iz mayn herts
(Zi is mein herz)
[1944]
Canto composto da un anonimo prigioniero polacco, ebreo ortodosso, internato a Märzbachtal, nei pressi di Glinica (Slesia, Polonia), uno degli oltre 100 sotto-campi del campo di concentramento nazista di Groß-Rosen.
Il canto è stato solo recentemente riscoperto grazie a Jack (Jacob) Garfein (1930-), importante figura del teatro e del cinema statunitensi, ebreo originario della Rutenia (regione storica che comprende porzioni dell'Ucraina, della Bielorussia, della Russia, nonché, più marginalmente, della Slovacchia e della Polonia).
Testo trovato nel programma di sala dello spettacolo “Tutto ciò che mi resta. Il miracolo della musica composta nel lager”, concerto per il Giorno della Memoria tenutosi all’Auditorium Parco della Musica di Roma il 26 gennaio 2015, a cura di Viviana Kasam e Marilena Citelli Francese.
Garfein finì ad Auschwitz Birkenau... (continua)
צי איז מײַן הערץ (continua)
inviata da Bernart Bartleby / RV 22/7/2016 - 11:09
Caro Riccardo, chiedo come al solito il tuo aiuto, anche perché ho perso le preziose indicazioni che a suo tempo mi desti per correggere al meglio i testi in Yiddish traslitterato.
Grazie
Saluti
È noto che il Terzo Reich, nella sua propaganda antisemita di discriminazione e persecuzione della popolazione ebraica d’Europa, abbia utilizzato numeri, date e simboli pertinenti l’ebraismo per denigrarne cultura, storia, tradizione.
La Kristallnacht, la famigerata Notte dei Cristalli durante la quale migliaia di ebrei tedeschi furono arrestati e deportati in Campi di lavori forzati (vennero distrutte le vetrine dei loro negozi, incendiate sinagoghe, uccise 91 persone) cadde la notte del 9 novembre 1938, ossia il 9 del penultimo mese dell’anno civile, data non affatto casuale perché il 9 di Av ossia il 9 del penultimo mese del calendario ebraico (Tisha beAv) cade il ricordo delle peggiori tragedie accadute al popolo ebraico (distruzione del primo e secondo Tempio, Beitar rasa al suolo, la caduta di Masada, cacciata degli ebrei dalla Spagna); le camere... (continua)
Non hai affatto “pisciato fuori dal vasetto” perché il testo di questa canzone, in rete, si trova soltanto nella forma in cui lo hai riportato. E non sono nemmeno sicuro, stavolta, che la consueta “operazione” di ritrascriverlo nella forma corretta yiddish, sia in caratteri ebraici, sia in trascrizione YIVO, sia del tutto esatta: probabilmente il testo nella trascrizione “tedeschizzante” da te reperito e riportato (e utilizzato per lo spettacolo “Tutto ciò che mi resta”) è così come lo ha fornito lo stesso Garfein. Se così fosse, bisognerebbe immaginare che Jack Garfein, che ha ottantasei anni e che vive negli USA da quasi settant'anni, deve avere più dimestichezza con l'inglese che con la sua lingua materna; però lo yiddish è comunque la sua lingua materna, ed è così che con tutta probabilità ha riportato il testo di questo canto udito in prigionia a Francesco Lotoro. Come dire: in un lager... (continua)
(Zi is mein herz)
[1944]
Canto composto da un anonimo prigioniero polacco, ebreo ortodosso, internato a Märzbachtal, nei pressi di Glinica (Slesia, Polonia), uno degli oltre 100 sotto-campi del campo di concentramento nazista di Groß-Rosen.
Il canto è stato solo recentemente riscoperto grazie a Jack (Jacob) Garfein (1930-), importante figura del teatro e del cinema statunitensi, ebreo originario della Rutenia (regione storica che comprende porzioni dell'Ucraina, della Bielorussia, della Russia, nonché, più marginalmente, della Slovacchia e della Polonia).
Testo trovato nel programma di sala dello spettacolo “Tutto ciò che mi resta. Il miracolo della musica composta nel lager”, concerto per il Giorno della Memoria tenutosi all’Auditorium Parco della Musica di Roma il 26 gennaio 2015, a cura di Viviana Kasam e Marilena Citelli Francese.
Garfein finì ad Auschwitz Birkenau... (continua)