Ogni volta che eseguo dal vivo il Ballo del Matto, mi prendo un paio di minuti per riassumere la vicenda di Franco Mastrogiovanni. Prima di tutto perché in effetti, se non si conosce la storia, la canzone risulta un tantino oscura. E poi perché è una vicenda che deve essere raccontata.
Allora era giusto che scrivessi qualche riga anche qui.
Tanto per cominciare, Francesco Mastrogiovanni, detto Franco, non era affatto un matto. Di mestiere faceva il maestro elementare. Di lui i suoi alunni dicevano che era il maestro più alto del mondo. Doveva essere una persona di intelligenza vivace, curiosa, molto sensibile. Sua nipote, la giornalista Grazia Serra, mi ha scritto di essere felice che si scrivano canzoni per ricordare suo zio, perché lui «viveva di musica». E amava i libri. E poi aveva da sempre simpatie anarchiche. Per le forze dell’ordine... (continua)
Toutes les fois que je chante en public « Il ballo del matto » (le Bal du Fou), je prends quelques minutes pour raconter l'aventure de Franco Mastrogiovanni. Avant tout parce qu'en effet, si on ne connaît pas l'histoire, la chanson paraît un brin obscure. Et ensuite car c'est un événement qui doit être raconté.
Dès lors, il est juste que j'écrive quelques lignes ici.
Pour commencer, Francesco Mastrogiovanni, dit Franco, n'était pas du tout un fou. Il était instituteur. De lui, ses élèves disaient qu'il était l’instituteur le plus haut du monde. Ce devait être une personne à l’intelligence vive, curieuse, très sensible. Sa nièce, la journaliste Grazia Serra, m'a écrit qu'elle était heureuse qu'on écrive des chansons pour se remémorer son oncle, parce qu'il « vivait de musique ». Et il aimait les livres.... (continua)
Vitaliano Trevisan: il calvario di un dissidente
Gianni Sartori
Di Trevisan, pur conoscendolo di fama (inevitabile a Vicenza), in passato non mi ero voluto interessare più di tanto. A parlarmene erano state persone - buone, brave, colte, di sinistra e beneducate - ma, dal mio punto di vista, comunque “borghesi”. Scherzando, ma non troppo, lo definivo un “Mauro Corona” di pianura. Ossia un “personaggio” folcloristico, pittoresco e deviante quanto basta. Falsamente “autentico” e “genuino” come in genere piace appunto a certa borghesia progressista.
Solo pochi mesi fa, intervistando un vecchio compagno, impegnato da una vita non solamente nel “sociale”, ma nella lotta di classe (Luciano Orio), mi era stato citato in relazione agli incidenti (omicidi) sul lavoro. Nel suo “Works” (Einaudi editore) Trevisan denunciava apertamente quello che magari conoscono in molti, ma su cui in genere si... (continua)
Il ballo del matto
2015
Fumo al vento
Ogni volta che eseguo dal vivo il Ballo del Matto, mi prendo un paio di minuti per riassumere la vicenda di Franco Mastrogiovanni. Prima di tutto perché in effetti, se non si conosce la storia, la canzone risulta un tantino oscura. E poi perché è una vicenda che deve essere raccontata.
Allora era giusto che scrivessi qualche riga anche qui.
Tanto per cominciare, Francesco Mastrogiovanni, detto Franco, non era affatto un matto. Di mestiere faceva il maestro elementare. Di lui i suoi alunni dicevano che era il maestro più alto del mondo. Doveva essere una persona di intelligenza vivace, curiosa, molto sensibile. Sua nipote, la giornalista Grazia Serra, mi ha scritto di essere felice che si scrivano canzoni per ricordare suo zio, perché lui «viveva di musica». E amava i libri. E poi aveva da sempre simpatie anarchiche. Per le forze dell’ordine... (continua)