Эмигрантское танго
Куда попали вы в Галицию, в Афинах?
(continua)
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inviata da Bernart Bartleby 4/3/2014 - 10:26
Se ti riferisci alla "ë" di Алëша, non si tratta di un accento, ma di una specifica lettera dell'alfabeto cirillico. Praticamente, la "e" normale, senza dieresi sopra, si legge "ie" in posizione tonica, e in vari modi tendenti a una "i" indistinta in posizione atona. Con la dieresi sopra, invece, si legge "io" in posizione tonica (da cui "Alioscia", "Alyosha", "Aliocha" a seconda delle trascrizioni); peraltro, la "ë" in russo attrae sempre su di sé l'accento, quindi è sempre tonica. In realtà te l'ho messa semplice, la pronuncia russa è parecchio complessa e le parole hanno accento variabile senza che l'ortografia ufficiale lo segni mai; il problema è che dalla posizione dell'accento, cioè da come si pronuncia la vocale tonica, dipende la pronuncia di tutte le restanti vocali atone. Per cui, all'interno di una stessa parola, la pronuncia cambia a seconda dello spostamento dell'accento (ad... (continua)
Riccardo Venturi 4/3/2014 - 15:03
Ehhhh, già!?! Prima devo guardarmi dalle traslitterazioni crucche, adesso da quelle franciose... Mica posso fare la guerra a tutti, io! Allora mi devi fare anche un decalogo anti-francioso, perchè se poi mi chiami Bernadette Soubirous finisce che bestemmio la Madonna e non va niente bene...
Bernardo Bartelbaio 4/3/2014 - 15:20
Prima di tutto, se diventi Bernadette Soubirous devi imparare a bestemmiare in dialetto guascone dell'occitano, che era la lingua che la fanciulla parlava; la madonna le apparve dicendole Que sòc, ès l'inmaculada councepciòu, con il tipico anticipo relativo della frase affermativa (caratteristica dei dialetti occitani guasconi). Poi ti invito a considerare la considerazione estrema che ti riservo rompendoti i coglioni fino all'inverosimile, e divertendomi come una biscia; comunque non temere, ti farò anche un decalogo anti-francioso, sennò non vorrei che mi scrivi "Poutine" e "Poussy Raïote". Salud!
Riccardo Venturi 4/3/2014 - 15:35
Allora ti faccio notare una russificazione di un nome proprio francese: sulla pagina dove ho reperito la biografia (tradotta in inglese dal russo) del nostro Alëša c'è scritto che è sepolto a "Сен-Женевье-де-Буа", trascritto "Sen. Genevieve de Bua" (hi-hi-hi!)...
Que sòc, ès Bernarda Sobiròs 4/3/2014 - 15:47
Ma la cosa veramente buffa è il fatto che il tizio in questione, come riporta la Wikipedia russa, la lingua di Puszkin (trascrizione polacchizzata)la parlava assai modestamente, visto che trascorse in Russia solo quattro anni da giovane. Chissà poi se la scriveva, ah, ah...
E la traduzione francese è molto "sui generis", credo, perché in caso della parola "блузa", parlerei piuttosto di una camicia, che di una carpa ; D
E la traduzione francese è molto "sui generis", credo, perché in caso della parola "блузa", parlerei piuttosto di una camicia, che di una carpa ; D
krzyś 4/3/2014 - 16:40
Santa Genoveffa della Bua!
(Certo che qui, con la Bernarda Sobiròs, fra un po' si finisce alle battutacce da caserma... )
(Certo che qui, con la Bernarda Sobiròs, fra un po' si finisce alle battutacce da caserma... )
Риккардо Вентури 4/3/2014 - 17:19
Già, ha ragione Krzyś: mi sa che il traduttore francese del video (a parte scrivere "maintenent" per "maintenant") qui ha preso un bell'abbaglio: с брынзой за блузой vuol dire "con del formaggio nel giubbotto" (o meglio, direi: "in tasca nel giubbotto", visto che la preposizione за qui significa piuttosto "dietro"). Se poi nella blusa ci aveva anche qualche carpa non è dato saperlo...
Comunque ne approfitto per dire che il formaggio in questione, quello che in rumeno si chiama brânză (e che in Romania, peraltro, è il termine generico per "formaggio"), ha una parola che probabilmente è una delle rarissime e antichissime sopravvivenze della lingua dei Daci.
Comunque ne approfitto per dire che il formaggio in questione, quello che in rumeno si chiama brânză (e che in Romania, peraltro, è il termine generico per "formaggio"), ha una parola che probabilmente è una delle rarissime e antichissime sopravvivenze della lingua dei Daci.
Riccardo Venturi 4/3/2014 - 17:36
Forse una "bryndza" nascosta in seno (della "bluza", ovviamente!) : P
Alla maniera dei antichi Daci della cosca crimea...uahhhh, ha, ha
Alla maniera dei antichi Daci della cosca crimea...uahhhh, ha, ha
krzyś 4/3/2014 - 18:22
Beh, la traduzione francese è fatta male ma per quanto riguarda la carpa ci ho messo del mio, visto che dopo c'era l'aringa... Ho sbagliato, sono stato indotto in errore, e allora adesso cosa volete fare? Prendermi tutti a pesci in faccia?!?
Santa Bernarda Sobirova della Bua (molto mortificata) 4/3/2014 - 18:53
Ma, scusatemi, la Madonna davanti alla Bernarda esclama soccia come Bersani, e i Rumeni mangiano lo Sbrinz come gli Svizzeri? Ma questa è la globalizzazione!
Gian Piero Testa 4/3/2014 - 20:04
Je ne sais pas qui est le traducteur en langue française, mais je peux dire deux choses :
le texte français doit avoir été écrit soit par un martien qui aurait trop bu, soit par un automate...
En l'occurrence, je pencherais pour le premier...
Entendons-nous bien je ne me prononce absolument pas sur le contenu et encore moins sur des notions d'ichtyologie élémentaire et moins encore, sur les liaisons scabreuses que certaines personnes ont pu avoir dans des grottes pyrénéennes...
Cordial
Lucien Lane
le texte français doit avoir été écrit soit par un martien qui aurait trop bu, soit par un automate...
En l'occurrence, je pencherais pour le premier...
Entendons-nous bien je ne me prononce absolument pas sur le contenu et encore moins sur des notions d'ichtyologie élémentaire et moins encore, sur les liaisons scabreuses que certaines personnes ont pu avoir dans des grottes pyrénéennes...
Cordial
Lucien Lane
Lucien Lane 4/3/2014 - 21:20
Risultato, mi sa che domani mi dovrò fare una bella traduzione dal russo.... :-PP
Ma ora che ci penso, ci saranno canzoni sulla guerra di Crimea, quella del 1855...??
Ma ora che ci penso, ci saranno canzoni sulla guerra di Crimea, quella del 1855...??
Riccardo Venturi 5/3/2014 - 00:25
Già, Gian Piero, allo Sbrinz svizzero non ci avevo pensato! Pero lo Sbrinz è una specie di formaggio grana, mentre la brânză rumena è qualsiasi cacio, e la bryndza slovacca è una ricotta....Santa Genoveffa, aiutaci tu!...
Riccardo Venturi 5/3/2014 - 00:33
E la bryndza polacca è in via d'estinzione...non ci sono più le pecore e gli amici miei agricoltori che cercavano di buttarsi sull'alevamento di bovini di razza, grazie alla politica luminosa dell'Europa der cazzo (i finanziamenti previsti per loro sono sproporzionalmente minori rispetto il resto dell'unione) , rischiano di chiudere le baracche, appena aperte. E che l'Argentina si inncula con la carne sua, invece di mandarla in Africa, per esempio...con i campi ucraini lasciati incoltivati. È diventato un mondo di merda, ma perdavvero...!
Krzysztof Wrona 5/3/2014 - 00:57
Comunque Bernart, consólati: prima di tutto, non è certo colpa tua della traduzione "francese". E poi, comunque, col francese non c'è limite al peggio:
Riccardo Venturi 5/3/2014 - 09:36
Окончен путь
Okončen put'
Una canzone tradizionale romaní, ripresa da Alëša Dimitrievič e da lui stesso in seguito interpretata insieme a Юлий Борисович Бринер, ossia Yul Brynner (1920-1985), il grande attore hollywodiano, nel disco “The Gypsy and I: Yul Brynner Sings Gypsy Songs” del 1967, dove il titolo compare in inglese come “The End of the Road” (nell’edizione francese - intitolata “Le tzigane et moi” – come “La fin de la route”)
Ignoravo completamente che Yul Brynner, oltre che un noto attore americano (del quale adoravo fin da piccolo il lucido cranio e le sue interpretazioni ne “I Magnifici Sette” e, soprattutto, nei fantascientifici “Il mondo dei robot” e “Futureworld”, dove fa l’indistruttibile robot pistolero antesignano di tutti i “Terminator”), ignoravo che Brynner avesse anche un po’ di sangue romaní (la nonna) e che fosse pure un raffinato chitarrista e cantante, tanto da confrontarsi... (continua)
Una canzone tradizionale romaní, ripresa da Alëša Dimitrievič e da lui stesso in seguito interpretata insieme a Юлий Борисович Бринер, ossia Yul Brynner (1920-1985), il grande attore hollywodiano, nel disco “The Gypsy and I: Yul Brynner Sings Gypsy Songs” del 1967, dove il titolo compare in inglese come “The End of the Road” (nell’edizione francese - intitolata “Le tzigane et moi” – come “La fin de la route”)
Ignoravo completamente che Yul Brynner, oltre che un noto attore americano (del quale adoravo fin da piccolo il lucido cranio e le sue interpretazioni ne “I Magnifici Sette” e, soprattutto, nei fantascientifici “Il mondo dei robot” e “Futureworld”, dove fa l’indistruttibile robot pistolero antesignano di tutti i “Terminator”), ignoravo che Brynner avesse anche un po’ di sangue romaní (la nonna) e che fosse pure un raffinato chitarrista e cantante, tanto da confrontarsi... (continua)
Окончен путь. Устала грудь
(continua)
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inviata da Bernart Bartleby 4/3/2014 - 14:18
Questa canzone è un adattamento di una tradizionale romaní, ad opera nel 1920 di un musicista del clan Dimitrievich, Ivan. Fece pure parte della colonna sonora di “Anastasia”, film diretto nel 1956 da Anatole Litvak e interpretato da Yul Brynner e Ingrid Bergman…
Bernart Bartleby 4/3/2014 - 14:30
La foto di Brynner che volevo proporre era un’altra (questa) ma va bene lo stesso… Quella che è venuta fuori denuncia solo il mio amore per “Il mondo dei robot” (“Westworld”), thriller, sci-fi distopico diretto con le sue mani nel 1973 da Michael Crichton, più famoso come scrittore e sceneggiatore... Se vi capita, godetevelo... Meno riuscito il sequel, "Futureworld" di Richard T. Heffron (1976), con Peter Fonda...
Bernart Bartleby 4/3/2014 - 14:37
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Parole e musica di Алëша Димитриевич / Alëša Dimitrievič (1913-1986), forse il più grande cantante e performer romaní di origine russa mai esistito.
La sua biografia e la sua opera sono un inno al nomadismo, un romanzo di continua emigrazione e un cantico d’amore alla musica.
Non so esattamente l’anno in cui Aliocha Dimitrievitch compose questa sua canzone-manifesto… Pare che il primo disco da lui inciso fosse addirittura datato 1937, ma è andato perduto… Trovo comunque questo tango in un suo disco del 1976, intitolato semplicemente “Aliocha Dimitrievitch” e poi in una collezione postuma in due CD del 1996 intitolata proprio “Эмигрантское танго / Emigrate Tango”.
Nato nel sud-est russo, quasi al confine con la Cina, Alëša era il quarto figlio di una famiglia zingara di musicisti e danzatori itineranti. Alla fine della guerra civile, sul principio degli anni 20, i Dimitrievič... (continua)