La versione registrata nel 2001 dal classico supergruppo chiamato Artists Against AIDS Worldwide
con Bono degli U2, Destiny's Child, Backstreet Boys, Britney Spears, Christina Aguilera, NSYNC, Darren Hayes dei Savage Garden, Jennifer Lopez, Ja Rule, Nas, Lil' Kim, Sean Combs, Mary J Blige, Alicia Keys, Eve, Gwen Stefani, Nelly Furtado, Fred Durst of Limp Bizkit, Aaron Lewis of Staind, Michael Stipe of R.E.M., Wyclef Jean e la figlia di Marvin Gaye, Nona
[2016]
Scritta da Alicia Keys, Billy Walsh e Illangelo
Interpretata da Alicia Keys in chiusura del suo album “Here”, uscito il 4 novembre 2016.
Sono passati già alcuni mesi dall'uscita di “Here”, ultimo album di Alicia Keys, e nessuno aveva ancora contribuito questa splendida canzone, un CCG/AWS pura.
Mi sono chiesto come mai e la prima risposta che mi è venuta in mente non è stata la distrazione o il fatto che, alla fine, non sono molti i contributori costanti su questo bel sito. Credo invece che anche qui alligni un poco un certo pregiudizio da “intellettuali”, che la musica pop è un genere essenzialmente commerciale e che difficilmente possa generare canzoni come questa, belle, forti, dirette, compromesse contro le guerre, l'odio, il razzismo, l'intolleranza.
Per fortuna quella di Alicia Keys è una di quelle voci del pop che sfata completamente quella falsa opinione, e per questo mi accingo ad indagare meglio la sua ormai vasta produzione, che sulle CCG/AWS annovera od oggi solo due o tre canzoni.
We get so afraid to talk to our kids about sex, or we wanna hide all of our body parts and don’t let anybody see the beauty of love and lovemaking, yet we let kids play Call of Duty all day and all night, and that’s, like, no problem? It’s very confusing and twisted.
*
Abbiamo paura a parlare di sesso con i nostri figli, oppure vogliamo nascondere il nostro corpo e non vogliamo mostrare il bello dell’amore e del fare all’amore. Eppure lasciamo che i bambini giochino a Call of Duty tutto il giorno, e in questo non vediamo alcun problema. È una follia.
[2013]
Brano da "12 Years A Slave (Music From And Inspired By)", che non è la colonna sonora del film di Steve McQueen (quella fu composta da Hans Zimmer) ma una raccolta di canzoni connesse al tema di quel film, che racconta la storia vera di Solomon Northup, un afroamericano libero del nord degli USA che nel 1841 venne sequestrato e venduto come schiavo nel Sud, rimanendo in schiavitù per 12 anni prima di riuscire a riacquistare nuovamente la libertà.
(2014)
Scritta da Alicia Keys, Swizz Beatz, Mark Batson, and Harold Lilly
La canzone è stata pubblicata per la prima volta l'8 settembre 2014 accompagnata da un lungo messaggio che ne spiegava il motivo e l'ispirazione.
The day I wrote this song, I was sitting in a circle of people of all ages and we were asked, “Why are you here.” Why am I here?? This really hit me on a deep level. I realized no one had ever asked me that question before.
As I prepare to give birth to a new child, I can't help and think about the world I'm bringing my baby into. No matter where we come from, when we see the state of the world today, we can all feel the growing frustration and desire to make a difference. And we all have a voice - we just need to know how to make it heard.
I have a vision that I believe is more than a dream, that I know can be our reality.
I believe in an empowered world community... (continua)
We are here (continua)
inviata da Lorenzo Masetti 18/4/2017 - 23:06
Certo non è bella come Holy War e se vogliamo il testo è un po' più banalotto ma comunque una bella ballata soul che ha tutto il diritto di stare qui. Sono d'accordo con Bartleby sul discorso sui pregiudizi contro il pop. Pop significa semplicemente popular e molte canzoni belle e importanti sono canzoni pop in tutto e per tutto.
Sono anche convinto che Freedom di Beyoncé sia un'ottima canzone anche se proviene da un album che ha venduto oltre mezzo milione di copie solo nella prima settimana....
D'altra parte anche i Beatles erano pop e Imagine è stata prodotta da Phil Spector.
Detto questo c'è pop e pop e Laura Pausini non sarà mai Alicia Keys...
D'accordirrimo, non sarà mai un'Alicia Keys, o una Beyoncé, ma anche tu nel tuo intervento confermi un poco il pregiudizio di cui stiamo parlando e precisamente nel non evidenziare che sulle CCG ci sono ben due canzoni della Laura Pausini, la quale andava quindi linkata come autore presente sul sito.
In questo periodo sono occupato in una grossa impresa farmaceutica e tra le mie mansioni c'è il recupero di alcune migliaia di laptop e di desktop appartenenti alla vecchia multinazionale padrona della fabbrica, cui ne è subentrata un'altra.
Gli utenti arrivano alla spicciolata e lasciano il materiale loro assegnato a suo tempo, previa compilazione di un brevissimo questionario.
La cosa si svolge così:
"...Nome...? Cognome...? ID Utente vecchio...? ID Utente nuovo...? Edificio e reparto...? Quale coltello useresti su Laura pausini [per i maschi] / su Gigi d'Alessio [per le femmine]...?"
Non ho potuto per ovvi motivi usare il nome di Maicol Gecson, né lo avrei comunque fatto. A tutto c'è un limite.
In tre mesi, comunque, una simile domanda a bruciapelo non ha mai levato reazioni indignate, del tipo "ma come ti permetti disgraziato, è il mio cantante preferito"; anzi, in vari casi ho ottenuto dal soggetto interrogato la descrizione accurata dei materiali utilizzati all'occorrenza e di precise sequenze procedurali...
Attento a pronunciare quel Nome invano!
Pentiti, peccatore, e Lui saprà perdonarti!
E adesso vai subito ad ascoltarti "Thriller" per intero almeno 10 volte.
Sento l'impellente bisogno, in tutto questo profluvio di Alici Chiavi e di "pop", di alcuni pope e della salvifica ieraticità della liturgia greco ortodossa:
Mi consola solo il fatto che a Maicol Gècson sarebbe stato severamente vietato l'accesso al Sacro Monte e che egli sia sprofondato con assoluta certezza nelle fiamme dell'Inferno. Quanto a voialtri, che il canto dell'Ἀγνὴ Παρθένε Δέσποινα, la Vergine Pura, dedicato alla Santa Madre Theotokos, vi illumini e vi persuada ad abbandonare le voglie mondane e facili giovinette discinte.
Se fossi accademico, fossi maestro o dottore ti insignirei in toga di quindici lauree ad honorem, ma a scuola ero scarso in latino e il "pop" non è fatto per me: ti diplomerò in canti e in vino qui in via Paolo Fabbri 43!
Canzone dedicata a Elaine Brown, attivista per i diritti dei neri e dei carcerati, membro del Black Panther party, dal quale fuoriuscì per l'eccessivo sessismo e maschilismo, scrittrice e cantante Seize the Time (Vault, 1969) e Elaine Brown (Black Forum, 1973)
Okay, can I do one more? It's really quick. (continua)
Il secondo ed ultimo disco di Elaine Brown, quello del 1973, s'intitola semplicemente "Elaine Brown". "Until We're Free" è il titolo di un singolo promozionale estratto da quell'album.
Un disco del genere, poi, non poteva certamente essere prodotto direttamente dalla Motown - all'epoca già una grossa major - e infatti fu prodotto dalla Black Forum, label sussidiaria della casa di Berry Gordy, con all'attivo un pugno di dischi, più che altro poesia e spoken words politici afroamericani.
BB, la discografia l'avevo presa da en.wikipedia.org (possiamo discutere ore della precisione e autorevolezza di wiki, ma più o meno tutti tendiamo a dare credito a wiki, sopratutto quelle delle lingue più diffuse, e sulle quali c'è quindi maggior controllo), che cita a sua volta un articolo: Norwood, Quincy T. (2003) "Respect Her Gangsta!: A Review of the Music of Elaine Brown." non disponibile però liberamente su internet. Discogs ovviamente conferma invece quanto dici.
Ciao Dq82, era solo una precisazione, e ho ritenuta di farla non per puntiglio o per farti una critica.
Il fatto è che:
1) Il titolo dell'album era sbagliato (è vero, usiamo tutti Wikipedia, ma ho imparato col tempo che lì dentro ci sono anche inesattezze quando non strafalcioni... meglio verificare.)
2) credo fosse interessante sottolineare che la più grande label di musica nera (e non solo) era costretta ad usare una sussidiaria per pubblicare certe cose.
Le proteste che da New York stanno dilagando in tutta America per il caso Garner hanno ora anche un inno, "We Gotta Pray", che Alicia Keys ha lanciato mercoledì notte poche ore dopo l'annuncio della decisione di grand jury di Staten Island di non incriminare il poliziotto bianco responsabile della morte di Eric Garner. "Noi ci sentiamo assolutamente non rispettati come esseri umani", ha detto la cantante afroamericana vincitrice di 15 Grammy, sottolineando che con la sua canzone vuole invitare a proteste forti ma pacifiche.
Anche con un video in cui sono montate le immagini di manifestazioni di ieri e di oggi e dei leader storici del movimento non violento, da Gandhi a Martin Luther King. Video che in poche ore dopo il lancio ha raggiunto le vette delle classifiche dei top trend di Billboard e Twitter.
"La cosa più importante è che possiamo aiutarci l'uno con l'altro e vedere le... (continua)
Non si parla qui direttamente di violenza fisica contro le donne ma di tutte le violenze, anche quelle più sottili (come la discriminazione sui luoghi di lavoro) o istituzionali (l'ipocrisia di uno Stato che si autodefinisce "sociale" e poi le abbandona) in cui le donne s'imbattono quotidianamente...
con Bono degli U2, Destiny's Child, Backstreet Boys, Britney Spears, Christina Aguilera, NSYNC, Darren Hayes dei Savage Garden, Jennifer Lopez, Ja Rule, Nas, Lil' Kim, Sean Combs, Mary J Blige, Alicia Keys, Eve, Gwen Stefani, Nelly Furtado, Fred Durst of Limp Bizkit, Aaron Lewis of Staind, Michael Stipe of R.E.M., Wyclef Jean e la figlia di Marvin Gaye, Nona