La regina senza re
(1970)
Testo di Ignazio Buttitta con un'interpolazione di Otello Profazio
Musica di Otello Profazio
Figlia di un modesto mezzadro di Alcamo, tra Palermo e Trapani, Franca Viola si fidanzò ufficialmente all'età di quindici anni, con il consenso dei genitori con Filippo Melodia, nipote del mafioso Vincenzo Rimi e membro di una famiglia benestante. La ragazza era giovane, ma nella Sicilia dell'epoca questa è la norma.
In quel periodo Melodia venne arrestato per furto e associazione mafiosa e ciò indusse il padre di Franca, Bernardo Viola, a rompere il fidanzamento; per queste ragioni, la famiglia Viola fu soggetta ad una serie di violente minacce ed intimidazioni: il loro vigneto venne distrutto, il casolare annesso bruciato e Bernardo Viola addirittura minacciato con una pistola.
Il 26 dicembre del 1965 Melodia insieme a dodici amici organizzò il rapimento della ragazza, che fu violentata... (continua)
Testo di Ignazio Buttitta con un'interpolazione di Otello Profazio
Musica di Otello Profazio
Figlia di un modesto mezzadro di Alcamo, tra Palermo e Trapani, Franca Viola si fidanzò ufficialmente all'età di quindici anni, con il consenso dei genitori con Filippo Melodia, nipote del mafioso Vincenzo Rimi e membro di una famiglia benestante. La ragazza era giovane, ma nella Sicilia dell'epoca questa è la norma.
In quel periodo Melodia venne arrestato per furto e associazione mafiosa e ciò indusse il padre di Franca, Bernardo Viola, a rompere il fidanzamento; per queste ragioni, la famiglia Viola fu soggetta ad una serie di violente minacce ed intimidazioni: il loro vigneto venne distrutto, il casolare annesso bruciato e Bernardo Viola addirittura minacciato con una pistola.
Il 26 dicembre del 1965 Melodia insieme a dodici amici organizzò il rapimento della ragazza, che fu violentata... (continua)
Fu rapita da li mafiusi,
(continua)
(continua)
inviata da Lorenzo Masetti e Riccardo Gullotta 19/4/2019 - 22:59
Li me' paroli
LI ME’ PAROLI.
testo e musica di Salvatore Nocera
Il primo singolo.
Brano vincitore del Premio Andrea Parodi 2016, secondo al Premio Fabrizio De Andrè 2016, trionfatore al Tour Music Fest 2016.
La parte introduttiva cita Ignazio Buttitta (U pueta ‘nta chiazza).
È un brano schierato, di parte. Contro la globalizzazione. La massificazione della cultura. Contro la politica, la religione. Contro la società ipocrita e borghese. Contro la guerra, l'egoismo, il qualunquismo. Contro l'informazione falsa e la verità corrotta. Contro chi ci propina il progresso e ci rimane solo l'ignoranza. Contro le gabbie, le false libertà. Contro tutto. Solo per essere contro. Solo per non aderire a quegli ideali di mediocrità, di banalità, di identicità, che la società moderna ci vuole imporre. Solo per non essere belli, buoni e inoffensivi.
testo e musica di Salvatore Nocera
Il primo singolo.
Brano vincitore del Premio Andrea Parodi 2016, secondo al Premio Fabrizio De Andrè 2016, trionfatore al Tour Music Fest 2016.
La parte introduttiva cita Ignazio Buttitta (U pueta ‘nta chiazza).
È un brano schierato, di parte. Contro la globalizzazione. La massificazione della cultura. Contro la politica, la religione. Contro la società ipocrita e borghese. Contro la guerra, l'egoismo, il qualunquismo. Contro l'informazione falsa e la verità corrotta. Contro chi ci propina il progresso e ci rimane solo l'ignoranza. Contro le gabbie, le false libertà. Contro tutto. Solo per essere contro. Solo per non aderire a quegli ideali di mediocrità, di banalità, di identicità, che la società moderna ci vuole imporre. Solo per non essere belli, buoni e inoffensivi.
Braccianti, cumpagni,
(continua)
(continua)
inviata da Pupi di Surfaro 11/8/2017 - 07:37
Vann'Antò: L'arcunè (Arrarrò)
Versi di Vann'Antò, pseudonimo di Giovanni Antonio Di Giacomo (1891-1960), poeta e scrittore siciliano, docente di letteratura delle tradizioni popolari all’Università di Messina.
Ignoro l’anno preciso di composizione di questa poesia, poi inclusa nella raccolta intitolata “U vascidduzzu” pubblicata nel 1956.
Testo trovato qui
Giovanni Antonio, per ciò detto Vann'Antò, era nato nel 1891 a Ragusa, ultimo di sette figli maschi. Il padre Salvatore era minatore ma decise che il piccolo, a differenza dei suoi fratelli, avrebbe studiato. E così Vann'Antò fece il liceo classico a Siracusa e poi si laureò in Lettere a Catania con una tesi sul verso libero. Tornato a Ragusa, fondò con altri una rivista letteraria, "La Balza", di matrice futurista. E come molti intellettuali di quella corrente, allo scoppio della Grande Guerra anche Vann'Antò fu fervente interventista ma, arruolatosi e destinato... (continua)
Ignoro l’anno preciso di composizione di questa poesia, poi inclusa nella raccolta intitolata “U vascidduzzu” pubblicata nel 1956.
Testo trovato qui
Giovanni Antonio, per ciò detto Vann'Antò, era nato nel 1891 a Ragusa, ultimo di sette figli maschi. Il padre Salvatore era minatore ma decise che il piccolo, a differenza dei suoi fratelli, avrebbe studiato. E così Vann'Antò fece il liceo classico a Siracusa e poi si laureò in Lettere a Catania con una tesi sul verso libero. Tornato a Ragusa, fondò con altri una rivista letteraria, "La Balza", di matrice futurista. E come molti intellettuali di quella corrente, allo scoppio della Grande Guerra anche Vann'Antò fu fervente interventista ma, arruolatosi e destinato... (continua)
Les enfants sont tout l'horizon
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 27/10/2015 - 11:24
Vann'Antò: La cartullina
[1945]
Versi di Vann'Antò, pseudonimo di Giovanni Antonio Di Giacomo (1891-1960), poeta e scrittore siciliano, docente di letteratura delle tradizioni popolari all’Università di Messina.
Un poesia risalente al 1945, poi inclusa nella raccolta intitolata “U vascidduzzu” pubblicata nel 1956.
Testo trovato qui
Giovanni Antonio, per ciò detto Vann'Antò, era nato nel 1891 a Ragusa, ultimo di sette figli maschi. Il padre Salvatore era minatore ma decise che il piccolo, a differenza dei suoi fratelli, avrebbe studiato. E così Vann'Antò fece il liceo classico a Siracusa e poi si laureò in Lettere a Catania con una tesi sul verso libero. Tornato a Ragusa, fondò con altri una rivista letteraria, "La Balza", di matrice futurista. E come molti intellettuali di quella corrente, allo scoppio della Grande Guerra anche Vann'Antò fu fervente interventista ma, arruolatosi e destinato a tenente di fanteria,... (continua)
Versi di Vann'Antò, pseudonimo di Giovanni Antonio Di Giacomo (1891-1960), poeta e scrittore siciliano, docente di letteratura delle tradizioni popolari all’Università di Messina.
Un poesia risalente al 1945, poi inclusa nella raccolta intitolata “U vascidduzzu” pubblicata nel 1956.
Testo trovato qui
Giovanni Antonio, per ciò detto Vann'Antò, era nato nel 1891 a Ragusa, ultimo di sette figli maschi. Il padre Salvatore era minatore ma decise che il piccolo, a differenza dei suoi fratelli, avrebbe studiato. E così Vann'Antò fece il liceo classico a Siracusa e poi si laureò in Lettere a Catania con una tesi sul verso libero. Tornato a Ragusa, fondò con altri una rivista letteraria, "La Balza", di matrice futurista. E come molti intellettuali di quella corrente, allo scoppio della Grande Guerra anche Vann'Antò fu fervente interventista ma, arruolatosi e destinato a tenente di fanteria,... (continua)
Cci mmannarru e la cartullina
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 27/10/2015 - 11:03
Vann'Antò: L'urtima guerra
[1955]
Versi di Vann'Antò, pseudonimo di Giovanni Antonio Di Giacomo (1891-1960), poeta e scrittore siciliano, docente di letteratura delle tradizioni popolari all’Università di Messina.
Un poesia pubblicata sulla rivista “Il Ponte” nel 1955. Credo che poi sia stata inclusa nella raccolta intitolata “U vascidduzzu” pubblicata l’anno seguente.
Testo trovato qui
Giovanni Antonio, per ciò detto Vann'Antò, era nato nel 1891 a Ragusa, ultimo di sette figli maschi. Il padre Salvatore era minatore ma decise che il piccolo, a differenza dei suoi fratelli, avrebbe studiato. E così Vann'Antò fece il liceo classico a Siracusa e poi si laureò in Lettere a Catania con una tesi sul verso libero. Tornato a Ragusa, fondò con altri una rivista letteraria, "La Balza", di matrice futurista. E come molti intellettuali di quella corrente, allo scoppio della Grande Guerra anche Vann'Antò fu fervente interventista... (continua)
Versi di Vann'Antò, pseudonimo di Giovanni Antonio Di Giacomo (1891-1960), poeta e scrittore siciliano, docente di letteratura delle tradizioni popolari all’Università di Messina.
Un poesia pubblicata sulla rivista “Il Ponte” nel 1955. Credo che poi sia stata inclusa nella raccolta intitolata “U vascidduzzu” pubblicata l’anno seguente.
Testo trovato qui
Giovanni Antonio, per ciò detto Vann'Antò, era nato nel 1891 a Ragusa, ultimo di sette figli maschi. Il padre Salvatore era minatore ma decise che il piccolo, a differenza dei suoi fratelli, avrebbe studiato. E così Vann'Antò fece il liceo classico a Siracusa e poi si laureò in Lettere a Catania con una tesi sul verso libero. Tornato a Ragusa, fondò con altri una rivista letteraria, "La Balza", di matrice futurista. E come molti intellettuali di quella corrente, allo scoppio della Grande Guerra anche Vann'Antò fu fervente interventista... (continua)
Cu ntê càmmini ca cumànnanu
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 27/10/2015 - 10:54
Percorsi:
La Grande Guerra (1914-1918)
I nobili di Palermu
anonimo
[XVIII secolo?]
Nel suo libro “Rosa Balistreri - Rusidda... a Licatisa”, Nicolò La Perna attribuisce questa canzone alla collaborazione tra Ignazio Buttitta, autore dei versi, e Rosa Balistreri, che li mise in musica.
Ma su questa pagina del sito Teatrailer se ne cita il testo come prologo di una commedia brillante del Settecento di autore ignoto, una “Vastasata in tre atti” che narra della vita del popolo di Palermo a quell'epoca, già dominata dalla dinastia dei Borbone (che aveva invaso la Sicilia nel 1734).
La fonte citata riferisce inoltre che nel 1973 (o forse 1977) la commedia fu rielaborata da Ignazio Buttitta per una trasmissione su RAI1 intitolata “Seguirà una brillantissima farsa”, diretta da Piero Ponza. La piéce andò poi anche in scena a teatro con il titolo “Il cortile degli Aragonesi” (che divenne poi “U curtigghiu di li Raunisi”) nell’interpretazione di due mostri sacri del teatro e del cinema italiano, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, insieme all’attore – anche lui palermitano verace – Franco Zappalà Sr.
Nel suo libro “Rosa Balistreri - Rusidda... a Licatisa”, Nicolò La Perna attribuisce questa canzone alla collaborazione tra Ignazio Buttitta, autore dei versi, e Rosa Balistreri, che li mise in musica.
Ma su questa pagina del sito Teatrailer se ne cita il testo come prologo di una commedia brillante del Settecento di autore ignoto, una “Vastasata in tre atti” che narra della vita del popolo di Palermo a quell'epoca, già dominata dalla dinastia dei Borbone (che aveva invaso la Sicilia nel 1734).
La fonte citata riferisce inoltre che nel 1973 (o forse 1977) la commedia fu rielaborata da Ignazio Buttitta per una trasmissione su RAI1 intitolata “Seguirà una brillantissima farsa”, diretta da Piero Ponza. La piéce andò poi anche in scena a teatro con il titolo “Il cortile degli Aragonesi” (che divenne poi “U curtigghiu di li Raunisi”) nell’interpretazione di due mostri sacri del teatro e del cinema italiano, Franco Franchi e Ciccio Ingrassia, insieme all’attore – anche lui palermitano verace – Franco Zappalà Sr.
I nobili di Palermu,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 9/4/2015 - 11:45
La libertà (La palummedda janca)
[1848]
Canto popolare siciliano (da Palermo)
Da: Valerio Santagati e Caterina Bueno
"Lu pisu di lu duluri"
Undici canti sulla storia del Meridione
e due poesie recitate da Ignazio Buttitta
a cura di Valentino Santagati e Cristiano Vavalà
(1993)
In parecchie pagine di questo sito, particolarmente quelle del percorso sul Brigantaggio, si sono manifestati dei ‘Neoborbonici’, che invero hanno portato qua dentro una voce spesso originale e motivata, contribuendo a non poché verità storiche decisamente dissonanti; e questo sito è senz'altro noto non solo per accettare assai volentieri, ma anche per ricercare dissonanze lontanissime dal pensiero generale (che quasi sempre è pensiero del potere). Continuando quindi a dissonare, e ricercando quotidianamente come è nostra abitudine, ci siamo imbattuti in questo canto palermitano (che ha come fonti studiosi del calibro di Giuseppe Pitrè e... (continua)
Canto popolare siciliano (da Palermo)
Da: Valerio Santagati e Caterina Bueno
"Lu pisu di lu duluri"
Undici canti sulla storia del Meridione
e due poesie recitate da Ignazio Buttitta
a cura di Valentino Santagati e Cristiano Vavalà
(1993)
In parecchie pagine di questo sito, particolarmente quelle del percorso sul Brigantaggio, si sono manifestati dei ‘Neoborbonici’, che invero hanno portato qua dentro una voce spesso originale e motivata, contribuendo a non poché verità storiche decisamente dissonanti; e questo sito è senz'altro noto non solo per accettare assai volentieri, ma anche per ricercare dissonanze lontanissime dal pensiero generale (che quasi sempre è pensiero del potere). Continuando quindi a dissonare, e ricercando quotidianamente come è nostra abitudine, ci siamo imbattuti in questo canto palermitano (che ha come fonti studiosi del calibro di Giuseppe Pitrè e... (continua)
La palummedda janca
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 23/3/2015 - 21:40
Addiu bedda Sicilia
Parole di Ignazio Buttitta.
Musica di Rosa Balistreri.
Canzone inedita incisa da Rosa Balistreri trovata tra i dischi donati dall’artista al Comune di Licata.
Testo inedito trovato sul libro di Nicolò La Perna “Rosa Balistreri - Rusidda... a licatisa”.
Musica di Rosa Balistreri.
Canzone inedita incisa da Rosa Balistreri trovata tra i dischi donati dall’artista al Comune di Licata.
Testo inedito trovato sul libro di Nicolò La Perna “Rosa Balistreri - Rusidda... a licatisa”.
Addiu bedda Sicilia, Palermu capitali,
(continua)
(continua)
inviata da Bernart Bartleby 4/6/2014 - 11:12
Mamma tedesca
1980
l'Omu e la natura: Nonò Salamone canta Ignazio Buttitta
Ignazio Buttitta è un grande poeta siciliano, ma a scuola molto difficilmente ne sentiamo parlare.
Buttitta combattè la prima guerra mondiale, e quando tornò a casa non riuscì mai a dimenticare la gente che aveva ammazzato, soprattutto un ragazzo di 17 anni tedesco, caduto proprio a qualche passo dalla sua mitragliatrice.
Ebbe il tempo di vedere i suoi occhi azzurri chiudersi per sempre.
Come consuetudine, gli frugò nelle tasche in cerca di qualcosa di utile, ma trovò solo una sua foto abbracciato con la madre: la prese.
Quando tornò a casa la mise al muro con una cornice.
Alcuni anni dopo, tornando a casa, trovò sua moglie addormentata con i suoi figli vicino, e li abbracciava nello stesso identico modo con cui la mamma tedesca abbracciava suo figlio.
Ignazio guarda sua moglie e vede la mamma tedesca a cui ha ammazzato... (continua)
l'Omu e la natura: Nonò Salamone canta Ignazio Buttitta
Ignazio Buttitta è un grande poeta siciliano, ma a scuola molto difficilmente ne sentiamo parlare.
Buttitta combattè la prima guerra mondiale, e quando tornò a casa non riuscì mai a dimenticare la gente che aveva ammazzato, soprattutto un ragazzo di 17 anni tedesco, caduto proprio a qualche passo dalla sua mitragliatrice.
Ebbe il tempo di vedere i suoi occhi azzurri chiudersi per sempre.
Come consuetudine, gli frugò nelle tasche in cerca di qualcosa di utile, ma trovò solo una sua foto abbracciato con la madre: la prese.
Quando tornò a casa la mise al muro con una cornice.
Alcuni anni dopo, tornando a casa, trovò sua moglie addormentata con i suoi figli vicino, e li abbracciava nello stesso identico modo con cui la mamma tedesca abbracciava suo figlio.
Ignazio guarda sua moglie e vede la mamma tedesca a cui ha ammazzato... (continua)
Mamma tedesca,
(continua)
(continua)
inviata da DonQuijote82 9/3/2014 - 17:39
Li vuci di l'omini
[1999]
Album: Faiddi
Crispi - Agricantus - Pinelli
Testo tratto dalla poesia "Li vuci di l'omini" di Ignazio Buttitta
Album: Faiddi
Crispi - Agricantus - Pinelli
Testo tratto dalla poesia "Li vuci di l'omini" di Ignazio Buttitta
Quantu strati e paisi e citati canusciu
(continua)
(continua)
inviata da adriana 16/8/2013 - 18:41
Lingua e dialettu
[1970]
Versi di Ignazio Buttitta
Musica di Antonello Paliotti
Dall’album di Massimo Ferrante intitolato “Jamu”, pubblicato nel 2009.
Testo trovato su Vico Acitillo.
In un sito come questo, dove lingue e dialetti hanno dignità come in pochi altri luoghi, credo non potessero mancare questi versi del grande poeta di Bagheria.
Versi di Ignazio Buttitta
Musica di Antonello Paliotti
Dall’album di Massimo Ferrante intitolato “Jamu”, pubblicato nel 2009.
Testo trovato su Vico Acitillo.
In un sito come questo, dove lingue e dialetti hanno dignità come in pochi altri luoghi, credo non potessero mancare questi versi del grande poeta di Bagheria.
Un pòpulu
(continua)
(continua)
inviata da Bernart 20/5/2013 - 15:27
A li matri di li carusi
[2007]
Album "Les siciliens!", registrato dal vivo al testro Bar jeder Vernunft di Berlino nel settembre del 2007.
Dalla poesia di Ignazio Buttitta "A li matri di li carusi"
Musica di Etta Scollo.
Album "Les siciliens!", registrato dal vivo al testro Bar jeder Vernunft di Berlino nel settembre del 2007.
Dalla poesia di Ignazio Buttitta "A li matri di li carusi"
Musica di Etta Scollo.
Matri chi mannati li figghi
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 18/4/2010 - 22:53
U rancuri (Io vi cunsidiru)
Tratta dalla poesia "U rancuri" di Ignazio Buttitta
Adattamento di Antonella Talamonti.
Contenuta nel disco del gruppo vocale Quartetto Urbano "Mentre corre cielo e terra" (2008).
Adattamento di Antonella Talamonti.
Contenuta nel disco del gruppo vocale Quartetto Urbano "Mentre corre cielo e terra" (2008).
Io vi cunsidiru (Dominus vobiscum),
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 18/4/2010 - 22:27
Percorsi:
Mafia e mafie
La Ballata del prefetto Mori
Testo: Ignazio Buttitta [1950]
Musica: Ennio Morricone, colonna sonora del film "Il Prefetto di ferro" [1977] di Pasquale Squitieri
Arrangiamento: Rosa Balistreri
L'indimenticabile voce di Rosa faceva da sottofondo al discutibilissimo film di Squitieri che a tratti aveva l'aria di uno spaghetti-western…Alla fine del film Cesare Mori confidava al fido Spanò: «Mi sento come un chirurgo che ha operato a metà, che ha fatto soffrire ma non ha guarito » . Infatti l'epica siciliana ricorda "il prefetto di ferro" (con pieni poteri in Sicilia dal 1925 al '29) più per i risoluti metodi repressivi (illegali!) - che finirono per colpire sopratutto l'antifascismo - ma con scarsi risultati sul piano della concreta lotta alla mafia…
Musica: Ennio Morricone, colonna sonora del film "Il Prefetto di ferro" [1977] di Pasquale Squitieri
Arrangiamento: Rosa Balistreri
L'indimenticabile voce di Rosa faceva da sottofondo al discutibilissimo film di Squitieri che a tratti aveva l'aria di uno spaghetti-western…Alla fine del film Cesare Mori confidava al fido Spanò: «Mi sento come un chirurgo che ha operato a metà, che ha fatto soffrire ma non ha guarito » . Infatti l'epica siciliana ricorda "il prefetto di ferro" (con pieni poteri in Sicilia dal 1925 al '29) più per i risoluti metodi repressivi (illegali!) - che finirono per colpire sopratutto l'antifascismo - ma con scarsi risultati sul piano della concreta lotta alla mafia…
« Parti, prifettu!… Parti – ci dissi a Mori Mussolini,
(continua)
(continua)
inviata da giorgio 8/4/2010 - 12:06
Percorsi:
Mafia e mafie
Mafia e parrini
[1973]
Autori: Ignazio Buttitta, Otello Profazio, Joe Fallisi
Il testo di Ignazio Buttitta, fu musicato prima da Otello Profazio che la reincise l’anno dopo nel suo album "Qua si campa d'aria".
Di recente è stata ripresa, rimusicata con un ritmo più sostenuto e allegro da Joe Fallisi, e reincisa nell’album "L'uovo di Durruti"[2004] (3° CD)
Il testo di Buttitta è tratto dal volume “Lu trenu di lu suli” – Il treno del sole / storie, canti di protesta, canzoni in dialetto siciliano con traduzioni a fronte (prefazione di Roberto Leydi, introduzione di Leonardo Sciascia / Edizioni Avanti! 1963).
Autori: Ignazio Buttitta, Otello Profazio, Joe Fallisi
Il testo di Ignazio Buttitta, fu musicato prima da Otello Profazio che la reincise l’anno dopo nel suo album "Qua si campa d'aria".
Di recente è stata ripresa, rimusicata con un ritmo più sostenuto e allegro da Joe Fallisi, e reincisa nell’album "L'uovo di Durruti"[2004] (3° CD)
Il testo di Buttitta è tratto dal volume “Lu trenu di lu suli” – Il treno del sole / storie, canti di protesta, canzoni in dialetto siciliano con traduzioni a fronte (prefazione di Roberto Leydi, introduzione di Leonardo Sciascia / Edizioni Avanti! 1963).
La mafia ed i parrini
(continua)
(continua)
inviata da giorgio 13/8/2009 - 08:10
Percorsi:
Antiwar Anticlericale, Mafia e mafie
Li pirati a Palermu
Una celebre poesia di Ignazio Buttitta alla quale Rosa Balistreri diede la melodia, credo, nel 1969. La canzone è inclusa nel primo cd dedicato a Rosa Balistreri realizzato nel 1996 dall'Associazione Cielozero attraverso l'etichetta discografica "Teatro del Sole". Si tratta sostanzialmente della ristampa dell'album originario dal titolo "La cantatrice del sud".
Arrivaru li navi
(continua)
(continua)
inviata da Alessandro 12/8/2009 - 09:49
Lamentu pi la morti di Turiddu Carnivali
Poesia di Ignazio Buttitta
Musica di Nonò Salamone
Interpretazione di Ciccio Busacca in Lamentu pi la morti di Turiddu Carnevali LP CEDI GLP 80504
Testo ripreso da La musica dell'altra Italia
Incisioni:
- Cicciu Busacca: Lamentu pi la morti di Turiddu Carnivali
- Cicciu Busacca: Un uomo che viene dal sud
- Ci ragiono e canto n. 3 (Cicciu Busacca)
- Sicilia. Aspetti del folklore italiano
- Otello Profazio: Il treno del sole. Profazio canta Buttitta
Una grande poesia di Ignazio Buttitta, uno dei maggiori poeti siciliani, per la voce di Ciccio (Ciucciu) Busacca, forse il maggiore cantastorie di quella terra. Ed è una storia di un assassinio di mafia, quello del sindacalista socialista Salvatore Carnevale, ucciso il 16 maggio 1955. Questa canzone/poesia costituisce, assieme a quelle su Peppino Impastato, il nucleo iniziale del futuro percorso sulle guerre di mafia. [RV]
La Storia... (continua)
Musica di Nonò Salamone
Interpretazione di Ciccio Busacca in Lamentu pi la morti di Turiddu Carnevali LP CEDI GLP 80504
Testo ripreso da La musica dell'altra Italia
Incisioni:
- Cicciu Busacca: Lamentu pi la morti di Turiddu Carnivali
- Cicciu Busacca: Un uomo che viene dal sud
- Ci ragiono e canto n. 3 (Cicciu Busacca)
- Sicilia. Aspetti del folklore italiano
- Otello Profazio: Il treno del sole. Profazio canta Buttitta
Una grande poesia di Ignazio Buttitta, uno dei maggiori poeti siciliani, per la voce di Ciccio (Ciucciu) Busacca, forse il maggiore cantastorie di quella terra. Ed è una storia di un assassinio di mafia, quello del sindacalista socialista Salvatore Carnevale, ucciso il 16 maggio 1955. Questa canzone/poesia costituisce, assieme a quelle su Peppino Impastato, il nucleo iniziale del futuro percorso sulle guerre di mafia. [RV]
La Storia... (continua)
È arrivato Cicciu Busacca
(continua)
(continua)
inviata da Riccardo Venturi 17/8/2006 - 22:31
Percorsi:
Mafia e mafie
×
No Alla Guerra / Bella Ciao
Versi di Ignazio Buttitta
Musica di Tedo Madonia
Canta Micele Straniero accompagnato da Alberto Ciarchi, Massimo Ciarchi, Paolo Ciarchi
Disco dedicato alla Marcia dal Nord e dal Sud per il Vietnam per la Pace - Milano 4-29 novembre 1967 - Durante la marcia il disco viene venduto al prezzo di L. 500
("Disc dedicated to the March from North and South for Vietnam for Peace - Milan 4-29 November 1967 - During the march the disc is sold at the price of L. 500").