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Leon Czolgosz Song

Vennaskond
Langue: anglais


Vennaskond

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vennaskondsub[2003]
Lyrics: Tony Blackplait (Tõnu Trubetsky)
Music: Allan Vainola
Album: Subway
Testo: Tony Blackplait (Tõnu Trubetsky)
Musica: Allan Vainola
Album: Subway


czooneczotwo



Immagini tratte dal Video YouTube della canzone. Nella seconda di esse Leon Czolgosz interviene "soprannaturalmente" in mezzo alle manifestazioni antifasciste e contro la guerra nella Germania di Weimar; nella prima si noti il "Krieg dem Krieg" di Ernst Friedrich; è preceduta da uno striscione che recita Faschismus heisst Hunger und Krieg, "Fascismo significa fame e morte" [CCG/AWS Staff]

Tõnu Trubetsky, o Tony Blackplait: Vennaskond - For Anarchist Resistance
Tõnu Trubetsky, o Tony Blackplait: Vennaskond - For Anarchist Resistance
Un caso unico di “canzone preannunciata”: scoprendo e raccontando la storia dietro a To Washington, derivata da un antico blues sul “presidenticidio” di William McKinley ad opera dell'anarchico Leon Frank Czolgosz, ci siamo imbattuti in questa straordinaria canzone dei Vennaskond, la storica band punk-psychobilly estone scioltasi nel 2007 e guidata dall'anarchico individualista Tõnu Trubetsky, detto Tony Blackplait. Un nome che, seppure di sfuggita, è presente già da tempo in questo sito: si tratta infatti dello stesso che ha integrato il testo dell' “Internazionale” in lingua estone con le strofe mancanti. Tõnu Trubetsky, discendente dell'antica famiglia russa-estone dei Trubetskoj (Trubeckoj, Трубецкой) e quindi anche del militare decabrista Sergej Petrovič Trubeckoj e del celeberrimo linguista Nikolaj Sergeevič Trubeckoj, uno dei massimi esponenti della “Scuola di Praga” che fondò la linguistica moderna, è anche l'autore di questo testo.

Testo che, da Google, è risultato impossibile da reperire. Ci ha pensato quindi Daniela -k.d.-, che con questo mette a segno un vero e proprio strike, ricorrendo al vecchio AltaVista e reperendo il testo su Sasslantis 2000. È quindi debitrice della cena che avevo offerto a chiunque trovasse il testo di questa canzone, per la quale, appunto, era stata preannunciata la pagina. In questo solo caso lasciamo tale “preannuncio” a imperitura memoria...e attribuiamo a Daniela -k.d.- questa pagina che senza di lei non sarebbe potuta esistere. E sarebbe stata una grave mancanza.

Alla pagina su To Washington rimandiamo anche per le notizie su Leon Czolgosz e per il blues che lo riguarda. Una splendida canzone di lotta, e di lotta anarchista, il cui ascolto crediamo non possa essere separato dalla visione del video che la accompagna. Video di antiche immagini a passo lento, di lavoratrici e lavoratori che manifestano uniti contro il fascismo e la guerra; viene un brivido a pensare a quante di esse, a quanti di essi saranno stati deportati ed uccisi di lì a poco nei lager nazisti. La bandiera di Leon Czolgosz, l'anarchico di origine polacca che, sull'esempio di Bresci, aveva eliminato uno dei presidenti più biecamente colonialisti della storia americana (l'autore dell'annessione di Cuba, di Portorico e delle Filippine “ordinatagli direttamente da Dio” -ricorda qualcosa di molto più recente, vero?), sventolava per le strade. Una canzone che fa balzare in piedi.

Una canzone che, probabilmente, sarebbe piaciuta, e molto, a Nestor Makhno, coi "compagni fucilati dai Bianchi e dai Rossi" che ricordano da vicino i protagonisti della Makhnovscina. Una canzone che parla di uno sciopero di lavoratori anarchici con la "bandiera nera in alto". Il video si svolge in Germania, ma potrebbe essere in qualsiasi parte del mondo in quegli anni terribili: dalla Germania alla Spagna, dall'Italia agli Stati Uniti. Ovunque la stessa reazione e la stessa repressione. Per questo motivo la canzone va dritta anche nel Percorso sulla Guerra del lavoro.

Disse di Leon l'unica persona che lo difese, Emma Goldman: "Leon Czolgosz, ed altri uomini del suo tipo, lontani dall'essere creature depravate e dai bassi istinti, sono in realtà esseri super-sensibili incapaci di resistere alle grandi pressioni sociali. Ciò porta loro a reagire in forme violente, anche sacrificando la propria vita, perché non possono essere testimoni pacifici della miseria e della sofferenza degli esseri umani. Per tali atti si devono incolpare i responsabili delle ingiustizie e l'umanità che domina il mondo". [CCG/AWS Staff]
Black banner high,
The ranks are fastly blocked and
Strike troopers march
With restful fastly step.

Comrades, by white front
and reaction fusilladed,
Marching in ghost
In our ranks with us.

Comrades, by white front
and reaction fusilladed,
Marching in ghost
In our ranks with us.

The street let free
To Black Guards’ strike battalions!
The street let free
To black strike troopermen!

The sign of Anarchy
fulfil the hope of millions,
The day for freedom
and for bread bright then.

The sign of Anarchy
fulfil the hope of millions,
The day for freedom
and for bread bright then.

For gladness once
Will now appeal, will whistle.
For fight stand we
Always all ready game!

Soon flutter Czolgosz-banners
over all the streets and
The slavery lasts
Yet only little time.

Soon flutter Czolgosz-banners
over all the streets and
The slavery lasts
Yet only little time.

Black banner high,
The ranks are fastly blocked and
Strike troopers march
With restful fastly step.

Comrades, by red front
and reaction fusilladed,
Marching in ghost
In our ranks with us.

Comrades, by red front
and reaction fusilladed,
Marching in ghost
In our ranks with us.

envoyé par CCG/AWS Staff - 6/5/2009 - 23:30




Langue: italien

Versione italiana di Riccardo Venturi
7 maggio 2009
LA CANZONE DI LEON CZOLGOSZ

Bandiera nera in alto
In ranghi serrati
Marciano gli scioperanti
A passo fermo e lento.

I compagni fucilati
Dai Bianchi e dai reazionari
Marciano come spettri
In schiera assieme a noi.

I compagni fucilati
Dai Bianchi e dai reazionari
Marciano come spettri
In schiera assieme a noi.

Le strade lasciate libere
Ai battaglioni in sciopero delle Guardie Nere,
Le strade lasciate libere
Agli scioperanti neri!

Il segno dell'Anarchia
Adempia alle speranze di milioni,
Risplenderà il giorno
Del Pane e della Libertà.

Perché ora la felicità
Chiamerà e fischierà una volta.
Alla battaglia
Stiamo sempre pronti!

Presto gli stendardi di Czolgosz
Sventoleranno per ogni strada
E la schiavitù
Durerà ancora poco.

Presto gli stendardi di Czolgosz
Sventoleranno per ogni strada
E la schiavitù
Durerà ancora poco.

Bandiera nera in alto
In ranghi serrati
Marciano gli scioperanti
A passo fermo e lento.

I compagni fucilati
Dai Rossi e dai reazionari
Marciano come spettri
In schiera assieme a noi.

I compagni fucilati
Dai Rossi e dai reazionari
Marciano come spettri
In schiera assieme a noi.

7/5/2009 - 01:04




Langue: allemand

Deutsche Übersetzung von Riccardo Venturi
7. Mai 2009

streik
LEON CZOLGOSZ-LIED

Schwarzfahnen hoch
und in dicken Reihen
marschiern die Streikenden
mit stillem, ernstem Schritt.

Die Genossen, von Weissen
und der Reaktion erschossen
marschiern in Reihen
wie Gespenster mit uns.

Die Genossen, von Weissen
und der Reaktion erschossen
marschiern in Reihen
wie Gespenster mit uns.

Die Strassen den schwarzen
Streikbataillonen freigegeben,
Die Strassen den schwarzen
Streikleuten freigegeben!

Das Anarchiezeichen erfülle
die Hoffnungen von Millionen,
Der Tag der Freiheit
und des Brotes scheint bald.

Weil das Glück einmal
rufen und pfeifen wird.
Für den Kampf immer
fertig stehen wir!

Die Czolgosz-Fahnen
flattern bald in allen Strassen,
die Sklaverei
dauert noch wenig Zeit.

Die Czolgosz-Fahnen
flattern bald in allen Strassen,
die Sklaverei
dauert noch wenig Zeit.

Schwarzfahnen hoch
und in dicken Reihen
marschiern die Streikenden
mit stillem, ernstem Schritt.

Die Genossen, von Roten
und der Reaktion erschossen
marschiern in Reihen
wie Gespenster mit uns.

Die Genossen, von Roten
und der Reaktion erschossen
marschiern in Reihen
wie Gespenster mit uns.

7/5/2009 - 01:30


Testo interessante, arrangiamenti strani in cui molto è dovuto anche alla registrazione (pare una presa diretta in uno studio improvvisato).
Solo che le strofe sono un adattamento -e un adattamento con modifiche davvero minime, seppure sostanziali- da quella "Die Fahne hoch" che salvo errori fu inno del Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori Tedeschi.
Uno dei canti più bellicisti mai concepito, infilatosi ironicamente dalla finestra in un sito contro la guerra.


Die Fahne hoch die Reihen fest geschlossen
S. A. marschiert mit ruhig festem Schritt
Kam'raden die Rotfront und Reaktion erschossen
Marschier'n im Geist in unsern Reihen mit

Die Strasse frei den braunen Batallionen
Die Strasse frei dem Sturmabteilungsmann
Es schau'n auf's Hackenkreuz voll Hoffung schon Millionen
Der Tag fur Freiheit und fur Brot bricht an

Zum letzen Mal wird nun Appell geblasen
Zum Kampfe steh'n wir alle schon bereit
Bald flattern Hitler-fahnen Uber allen Strassen
Die Knechtschaft dauert nur mehr kurze Zeit

Die Fahne hoch die Reihen fest geschlossen
S. A. marschiert mit ruhig festem Schritt
Kam'raden die Rotfront und Reaktion erschossen
Marschier'n im Geist in unsern Reihen mit

Read more: Horst Wessel Lied (inoffizielle Nazi Hymne) - Horst Wessel Lied Lyrics | MetroLyrics

Io non sto con Oriana - 2/9/2014 - 08:23


Quando la tradussi in tedesco, lo avevo fatto perché mi ero detto: Toh, sembra fatta apposta per essere tradotta in quella lingua. Ora ne capisco il perché, qualcosa doveva essermi frullata in testa. Da buoni anarchici, certamente, i Vennaskond hanno fatto qui un'operazione parecchio azzardata e provocatoria; cosa che si capisce ancor meglio se si considera che sono estoni. Vale a dire appartenenti a un paese che, per reazione all'invasione sovietica, passò letteralmente in massa nelle Waffen SS dopo il giugno del '41. Forse un modo per far notare agli estoni quanto bene avevano cantato lo Horst-Wessel-Lied...

Riccardo Venturi - 2/9/2014 - 10:24


Il sottoscritto durante un viaggio a Tallinn si imbatté nel 2005 in una bancarella di magliette del tutto equidistante. Da una parte quelle con foto virate seppia di SS in marcia, dall'altra quelle con i poster di propaganda sovietici.

Io non sto con Oriana - 2/9/2014 - 10:28


Una cosa interessante, che di solito si conosce ben poco, è che i tre paesi baltici, durante il periodo della loro prima indipendenza (1918-1941) furono retti da governi autoritari parafascisti e ultraliberisti; si ricordano figure come il lettone Kārlis Ulmanis e l'estone Konstantin Päts, che nel 1934 guidò un colpo di stato e abolì i partiti politici. Entrambi, sia Ulmanis che Päts, finirono i loro giorni dimenticati da tutti, in scomodissime e lontane galere sovietiche. Sì, continuo a pensare che lo Horst-Wessel-Lied "modificato" per esaltare Leon Czolgosz e l'anarchia abbia parecchio a che fare con il passato estone; e del resto manco bisogna scordare che l'Estonia intera, per secoli, è stata una propaggine della Germania. La stessa lingua estone, in linea di massima, è un finlandese con le "d" al posto delle "t", le vocali finali eliminate, la perdita dell'armonia vocalica ugrofinnica (unica lingua di quel ceppo che non la ha...) e dei suffissi possessivi, e con un terzo dei vocaboli di origine tedesca.

Riccardo Venturi - 2/9/2014 - 10:44




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