Lingua   

Le soldat de Marsala

Gustave Nadaud
Lingua: Francese


Gustave Nadaud

Lista delle versioni e commenti


Ti può interessare anche...

Les trois hussards
(Gustave Nadaud)
La guerra di Piero
(Fabrizio De André)
Georges Brassens: Les passantes
(GLI EXTRA DELLE CCG / AWS EXTRAS / LES EXTRAS DES CCG)


[1861]
Testo e musica di Gustave Nadaud
Paroles et musique de Gustave Nadaud

Gustave Nadaud (1820-1893) in un ritratto di L.Bonnat.
Gustave Nadaud (1820-1893) in un ritratto di L.Bonnat.


Canzone ispirata alla "Spedizione dei Mille" di Giuseppe Garibaldi (1860), che larghissima eco ottenne in tutta Europa, e che presenta degli incredibili punti di contatto con "La guerra di Piero" di Fabrizio de André.

Gustave Nadaud.

Nato nel 1820 a Roubaix, nell'estremo nord-est della Francia, fu dapprima ragioniere nell'azienda di famiglia.
Iniziò a comporre canzoni all'età di 28 anni, cantandole agli amici che le apprezzarono molto. Pubblicò quindi i suoi testi, specialmente nei giornali L'Illustrator e Le Figaro. Si tratta perlopiù di testi di sapore popolare, ironici e spesso politicamente e socialmente "engagés". Una sua famosa canzone (poi cantata anche da Georges Brassens) è Le Roi Boiteux ("Il re zoppo"), una satira politica del II Impero e di Napoleone III; scrisse uno spettacolo di canzoni intere, Pandore, che fu proibito dal regime.

Malgrado il successo che aveva, e pur essendo uno dei primissimi cantautori in senso moderno (i suoi testi furono sempre musicati da lui personalmente, e in parte anche interpretati), fedele ai suoi principi artistici e umani Nadaud rifiutò sempre qualsiasi tipo di compenso e pretese che i suoi testi fossero di pubblico dominio; in questo lo si potrebbe considerare un deciso antenato del copyleft. Anche per questo Nadaud morì nella più totale povertà a Parigi, nel 1893.

Ma veniamo alla canzone in particolare.
Non è ovviamente necessario insistere troppo sull'eco che la spedizione dei Mille ebbe in tutto il mondo, tanto più nella vicina Francia. Era l'epoca in cui persino i contadini russi si dicevano che un giorno sarebbe arrivato Garibaldov a liberarli, e un tipo di camicia (rossa) portata dai suddetti contadini veniva chiamata garibal'dejka. La canzone di Nadaud, "Le soldat de Marsala", è del 1861, ovvero l'anno dopo la spedizione dei Mille. Nadaud non era mai stato sicuramente nei luoghi della canzone, quindi scrisse semplicemente un testo ispirandosi probabilmente alle cronache che affluivano anche in Francia dai corrispondenti di guerra (non dimentichiamoci che collaborava col "Figaro"). Ne venne fuori una canzone dal carattere decisamente pacifista e contro la guerra, che ottenne in Francia un successo notevole anche sulla spinta dell'emozione del momento.

Indubbiamente, la prima parte della canzone ricorda La guerra di Piero di De André; leggendo il testo e la traduzione le coincidenze appaiono chiare:

Eravamo in mille
venuti d'Italia e da altrove;
Garibaldi, in Sicilia
ci portava come fucilieri;
un giorno ero solo nella piana
quando mi ritrovo davanti
un soldato d'appena vent'anni
che portava i colori del Re.
Gli vedo spianare il fucile:
era suo diritto; io armo il mio,
lui fa quattro passi, io ne fo quattro,
lui mira male, io miro bene.

Ah! Maledetta sia la guerra
che fa tirare di quei colpi;
si versi nel mio bicchiere
il vino di Marsala!

Fece mezzo giro su se stesso.
Perché diavolo mi ha mancato?
Povero ragazzo! Era pallido;
verso di lui sono accorso.
Ah! Non cantavo vittoria,
ma gli ho chiesto perdono.
Aveva sete, gli diedi da bere,
e d'un colpo mi vuotò la borraccia.
Poi lo appoggiai a un albero
e asciugai la sua fronte gelata:
la sua fronte già sapeva di marmo.
Se non fosse stato che ferito!


Bisognerebbe quindi riuscire a sapere (ma è una cosa purtroppo impossibile, adesso) se De André in qualche modo conoscesse la canzone di Nadaud. Il fatto che Brassens fosse stato il suo "maestro", e che Brassens abbia cantato canzoni di Nadaud, potrebbe deporre a favore di questa ipotesi; ma non ne è possibile ottenerne la certezza. In Francia, "Le soldat de Marsala" è stata riproposta periodicamente da alcuni artisti durante spettacoli e in cd, come ad esempio Raoul de Godewarsvelde o Serge Utgé-Royo; in generale si può affermare che la sua fama non è mai venuta meno.
Nous étions au nombre de mille,
Venus d'Italie et d'ailleurs,
Garibaldi, dans la Sicile,
Nous conduisait en tirailleurs ;
J'étais un jour seul dans la plaine
Quand je trouve en face de moi
Un soldat de vingt ans à peine
Qui portait les couleurs du roi.
Je vois son fusil se rabattre :
C'était son droit ; j'arme le mien,
II fait quatre pas, j'en fais quatre,
II vise mal, je vise bien.

Ah ! que maudite soit la guerre
Qui fait faire de ces coups-là ;
Qu'on verse dans mon verre
Le vin de Marsala !

II fit demi-tour sur lui-même.
Pourquoi diable m'a-t-il raté ?
Pauvre garçon ! il était blême ;
Vers lui je me précipitai.
Ah ! je ne chantais pas victoire,
Mais je lui demandai pardon.
Il avait soif, je le fis boire,
D'un trait il vida mon bidon.
Puis je l'appuyai contre un arbre
Et j'essuyai son front glacé :
Son front sentait déjà le marbre.
S'il pouvait n'être que blessé !

Ah ! que maudite soit la guerre
Qui fait faire de ces coups-là ;
Qu'on verse dans mon verre
Le vin de Marsala !

Je voulus panser sa blessure,
J'ouvris son uniforme blanc :
La balle, sans éclaboussure,
Avait passé du coeur au flanc.
Entre le drap et la chemise,
Je vis le portrait en couleurs
D'une femme vieille et bien mise
Qui souriait avec douceur.
Depuis, j'ai vécu Dieu sait comme,
Mais tant que cela doit durer,
Je verrai mourir le jeune homme
Et la bonne dame pleurer.

Ah ! que maudite soit la guerre
Qui fait faire de ces coups-là !
Qu'on emporte mon verre !
C'était à Marsala.

inviata da Riccardo Venturi




Lingua: Italiano

Versione italiana di Riccardo Venturi
Version italienne de Riccardo Venturi
Accoglie la correzione proposta da Salvatore Bafurno.

Giuseppe Garibaldi e i Mille sbarcano a Milazzo.
Giuseppe Garibaldi e i Mille sbarcano a Milazzo.
IL SOLDATO DI MARSALA

Eravamo in mille
venuti d'Italia e da altrove;
Garibaldi, in Sicilia
ci portava come fucilieri;
un giorno ero solo nella piana
quando mi ritrovo davanti
un soldato d'appena vent'anni
che portava i colori del Re.
Gli vedo spianare il fucile:
era suo diritto; io armo il mio,
lui fa quattro passi, io ne fo quattro,
lui mira male, io miro bene.

Ah! Maledetta sia la guerra
che fa tirare questi colpi;
si versi nel mio bicchiere
il vino di Marsala!

Fece mezzo giro su se stesso.
Perché diavolo mi ha mancato?
Povero ragazzo! Era pallido;
verso di lui sono accorso.
Ah! Non cantavo vittoria,
ma gli ho chiesto perdono.
Aveva sete, gli diedi da bere,
e d'un colpo mi vuotò la borraccia.
Poi lo appoggiai a un albero
e asciugai la sua fronte gelata:
la sua fronte già sapeva di marmo.
Se non fosse stato che ferito!

Ah! Maledetta sia la guerra
che fa tirare questi colpi;
si versi nel mio bicchiere
il vino di Marsala!

Volli fasciare la sua ferita,
aprii la sua divisa bianca :
la pallottola, senza schizzi,
era passata dal cuore al fianco.
Tra il drappo e la camicia
vidi il ritratto a colori
d'un'anziana donna ben vestita
che sorrideva con dolcezza.
Dopo, ho vissuto Dio solo sa come,
ma fintanto che tutto durerà
vedrò morire quel giovanotto
e quella brava donna piangere

Ah! Maledetta sia la guerra
che fa tirare di quei colpi!
non ho più voglia di bere!
Questo è accaduto a Marsala.

L'incontro -scontro tra due soldati di eserciti contrapposti è un tema ricorrente: in "Servitù e grandezza della vita militare" Alfred de Vigny, nel racconto "La spada di giunco", racconta di un ufficiale francese che durante la spedizione di Russia uccide un giovanissimo alfiere russo, e da allora non porta più con sé la spada d'ordinanza ma un giunco..
questo passo forse poteva essere presente all'autore del soldato di Marsala
e che dire del libro X dell'Eneide dove Enea uccide suo malgrado il giovanissimo Lauso?
comunque grazie per le delucidazioni presenti sul sito

cordiali saluti
Alessandro De Cristofano
Pisa

3/6/2006 - 19:44


L'ultimo ritornello, nelle versioni italiane del sito, è copiato dai precedenti, invece è diverso.Infatti, dice:
"Ah ! que maudite soit la guerre
Qui fait faire de ces coups-là !
Qu'on emporte mon verre !
C'était à Marsala."
Che si traduce in italiano:
"Maledetta sia la guerra - che fa tirare questi colpi!
Non ho più voglia di bere!(Non m'interessa il mio bicchiere)
Questo è successo veramente a Marsala."
Ho in corso un commento alla canzone e sulla traduzione fatta concordano anche gli amici francesi di Briga, che sono bilingui (anche nel cognome, a Briga sono Tostì, Olmì ed a Ventimiglia sono Tosti, Olmi, ecc.
Tanto per dovere, saluti
Bafurno Salvatore

salvatore.bafurno@fastwebnet.it - 9/7/2008 - 17:10


Effettivamente la correzione proposta è pertinente e viene senz'altro accolta con relativa modifica della traduzione fin qui inserita. Grazie a Salvatore Bafurno per l'oppurtuna segnalazione. [CCG/AWS Staff]

CCG/AWS Staff - 10/7/2008 - 14:55




Lingua: Italiano

Versione italiana di Guerrino Di Vietri

Ciao,
mi chiamo Guerrino, vivo in Italia ma sono cresciuto in Francia e vorrei proppore una traduzione della canzone "Le soldat de Marsala" un pò rivista e secondo me più giusta. La versione "ufficiale" mi sembra troppo tradotta alla lettera ma non bene nel senso del testo Francese.
Il Soldato Di Marsala

Eravamo in mille
venuti d'Italia e da altrove;
Garibaldi, in Sicilia
ci portava come fucilieri;
un giorno ero solo nella piana
quando mi ritrovo davanti
un soldato d'appena vent'anni
che portava i colori del Re.
Gli vedo spianare il fucile:
era suo diritto; io armo il mio,
lui fa quattro passi, ne faccio quattro,
lui mira male, io miro bene.

Ah! Maledetta sia la guerra
che ci fa fare queste cose;
Versate nel mio bicchiere
il vino di Marsala!

Fece mezzo giro su se stesso.
Perché diavolo mi ha mancato?
Povero ragazzo! Era pallido;
verso di lui sono accorso.
Ah! Non cantavo certo vittoria,
ma gli ho chiesto perdono.
Aveva sete, gli diedi da bere,
e d'un colpo mi vuotò la borraccia.
Poi lo appoggiai a un albero
e asciugai la sua fronte gelata:
la sua fronte che già sapeva di marmo.
Se egli poteva non esser che ferito!

Ah! Maledetta sia la guerra
che ci fa fare queste cose;
Versate nel mio bicchiere
il vino di Marsala!

Volevo medicare la sua ferita
Allora ho aperto la sua uniforme bianca:
La palla, senza sbavatura
Era passata dal cuore al fianco.
Tra la casacca e la camicia,
ho visto un ritratto a colori
di una Signora matura e florida
che sorrideva dolcemente.
Da quel giorno, ho vissuto solo Dio sa come,
ma fintanto che durerà,
vedrò morire quel giovanotto
e la bella signora piangere.

Ah! Maledetta sia la guerra
che ci riduce così!
portate via il mio bicchiere!
Questo è accaduto a Marsala!

inviata da Di Vietri Guerrino - 30/7/2011 - 22:48




Pagina principale CCG

Segnalate eventuali errori nei testi o nei commenti a antiwarsongs@gmail.com




hosted by inventati.org