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Ο δρόμος

Manos Loïzos / Μάνος Λοΐζος
Language: Greek (Modern)


Manos Loïzos / Μάνος Λοΐζος

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Melina Mercouri, Mariza Koch e Manos Loïzos provano e interpretano la canzone. Un documento straordinario.


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(Manos Loïzos / Μάνος Λοΐζος)


[1974]
Μουσική: Μάνος Λοΐζος
Στίχοι: Κωστούλα Μητροπούλου
Α' Εκτέλεση: Μάνος Λοΐζος
Δίσκος: Τραγούδια του δρόμου (1974)
Musica di Manos Loïzos
Testo di Kostoula Mitropoulou
Prima interpretazione: Manos Loïzos
Album: Τραγούδια του δρόμου (1974)


Si veda anche la pagina dedicata alle Τα τραγούδια του δρόμου.


dromosenadromosdyo


Ancora una dimenticanza (si spera l'ultima...) dal V volume delle CCG primitive, dove aveva il n° 498; e stavolta si tratta di una...dimenticanza di portata storica, perché questa è una delle canzoni che hanno davvero segnato la fine della dittatura fascista in Grecia e il suo ritorno alla democrazia. Composta nello stesso anno 1974, come si può vedere da uno dei filmati proposti fu provata anche da Melina Mercouri. Nel secondo filmato la si vede invece, in parte, interpretata dallo stesso Loïzos durante il grande concerto di festeggiamento per la fine della dittatura che si svolse a Atene nell'agosto del 1974, e che fu ripreso in un memorabile film-documentario del regista Georgios Koundouros. Tutti i più famosi artisti greci che si erano opposti alla dittatura, finendo spesso in carcere, in campo di concentramento o in esilio, vi presero parte. Vi assistettero oltre centomila persone. [CCG/AWS Staff]
Ο δρόμος είχε την δική του ιστορία
κάποιος την έγραψε στον τοίχο με μπογιά
ήταν μια λέξη μοναχά ελευθερία
κι’ έπειτα είπαν πως την έγραψαν παιδιά

'Υστερα κύλησε ο καιρός και η ιστορία
πέρασε εύκολα απ’ την μνήμη στην καρδιά
ο τοίχος έγραφε: Mοναδική ευκαιρία,
εντός πωλούνται πάσης φύσεως υλικά *

Tις Κυριακές από νωρίς στα καφενεία
έπειτα γήπεδο στην χύμα τα καβγά
ο δρόμος είχε την δική του ιστορία
είπανε όμως πως την έγραψαν παιδιά.

Contributed by CCG/AWS Staff / Primitive Dimenticate - 2009/4/3 - 20:19



Language: Italian

Versione italiana di Giuseppina Dilillo (2003)
Giuseppina Dilillo.
Giuseppina Dilillo.


Anch'essa proveniente dal V volume delle CCG primitive.
LA STRADA

La strada aveva una storia tutta sua
qualcuno la scrisse sul muro con la vernice
era una parola sola “libertà”
e dopo dissero che l’avevano scritta dei bambini

poi il tempo passò e la storia
passò facilmente dalla memoria al cuore
il muro riportava le parole “occasione unica
all’interno si vendono merci di ogni genere” *

e le domeniche passate al bar
poi allo stadio baruffe a volontà
la strada aveva una storia tutta sua
e dissero che l’avevano scritta dei bambini.

Contributed by CCG/AWS Staff / Primitive Dimenticate - 2009/4/3 - 20:37


Una canzone ambientata evidentemente all'epoca della dittatura dei colonnelli, una bellissima scena di strada, di giovani e di libertà; e non dimentichiamoci che, quando questa canzone è stata composta, quell' "epoca" equivaleva al giorno prima.

Un espediente linguistico che situa ancora meglio questa canzone, e che in traduzione ovviamente non può essere minimamente colto, sono i versi: Mοναδική ευκαιρία, εντός πωλούνται πάσης φύσεως υλικά ("Occasione unica, si vendono merci di ogni tipo"). Tale frase non è in greco moderno standard, è ancora nella vecchia "katharevousa" (καθαρεύουσα, vale a dire "lingua pura", o meglio, "che si purifica"), la lingua "colta" ufficiale dello stato greco fino al 1974, molto più vicina al greco antico, non parlata assolutamente da nessuno ma obbligatoria nella comunicazione scritta (anche nella stampa!) e nei documenti. Era usata anche negli avvisi al pubblico degli esercizi commerciali: un segno del tempo.

Vecchio avviso di una rappresentazione teatrale interamente in katharevousa.
Vecchio avviso di una rappresentazione teatrale interamente in katharevousa.


Nel 1974, alla fine della dittatura, il primo provvedimento del governo democratico fu quello di spedire definitivamente in pensione la "katharevousa", abolendola dall'uso ufficiale e imponendo che tutti i documenti ufficiali e la stampa fossero redatti nella lingua comune. La katharevousa era vista come un retaggio troppo legato alle fasce più retrive della società greca, che avevano sostenuto la dittatura.

Rimane ancora come (peraltro preziosa) miniera lessicale per molti neologismi, in alcuni vecchi cartelli (sui treni ancora può capitare di trovare scritto ἀπαγορεύεται τὸ καπνίζειν, un "vietato fumare" come se fosse scritto in latino su un treno italiano), e come espediente comico (ad esempio, nel 1983, per la traduzione greca del fumetto francese Blanche Épiphanie, ambientato alla fine dell'800 e incentrato sulle avventure e disavventure sessuali della protagonista, fu utilizzata la katharevousa suscitando, per contrasto tra le vicende e il linguaggio, un effetto comico irresistibile)

blancheepi


Curioso il suo uso nei cruciverba: nelle parole crociate greche, se accanto a una definizione si trova la dicitura (καθ.) significa che viene richiesta una parola nella "lingua pura".

Riccardo Venturi - 2009/4/3 - 20:46




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