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Cedars of Lebanon

U2
Lingua: Inglese


U2

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Dall'album "No Line on the Horizon" (2009)
U2 No Line On The Horizon

Cedrus Libani La canzone parla di un giornalista che si trova nella guerra del Libano. Il testo è accompagnato da una batteria che, senza averne la potenza, ricorda la ritmica “a marcia” di Sunday Bloody Sunday. La melodia per il resto è molto semplice. La voce di Bono ricorda quella sentita in Pop, molto poco melodica e lineare. Solo il ritornello è in falsetto. Il testo parla della difficoltà che un reporter può trovare in situazioni di guerra, anche solo nel descriverle (“Concentrando vite complicate in un semplice titolo”), della solitudine, del cinismo che trova eccezione nell’amore (“Questo mondo di merda qualche volta produce una rosa”), e parla dell’amore che quest’uomo ha lasciato a casa e rimpiange (“Dove sei tu, tra i cedri del Libano?”).

da U2 Eureka
Yesterday I spent asleep
Woke up in my clothes in a dirty heap
Spent the night trying to make a deadline
Squeezing complicated lives into a simple headline

I have your face here in an old Polaroid
Tidying the children’s clothes and toys
You’re smiling back at me, I took the photo from the fridge
Can’t remember what then we did

I haven’t been with a woman, it feels like for years
Thought of you the whole time, your salty tears
This shitty world sometimes produces a rose
The scent of it lingers and then it just goes

Return the call to home

The worst of us are a long drawn out confession
The best of us are geniuses of compression
You say you’re not going to leave the truth alone
I’m here ‘cos I don’t want to go home

Child drinking dirty water from the river bank
Soldier brings oranges he got out from a tank
I’m waiting on the waiter, he’s taking a while to come
Watching the sun go down on Lebanon

Return the call to home

Now I’ve got a head like a lit cigarette
Unholy clouds reflecting in a minaret
You’re so high above me, higher than everyone
Where are you in the Cedars of Lebanon?

Choose your enemies carefully ‘cos they will define you
Make them interesting ‘cos in some ways they will mind you
They’re not there in the beginning but when your story ends
Gonna last with you longer than your friend

inviata da DonQuijote82 - 13/3/2009 - 14:00



Lingua: Italiano

Versione italiana di Riccardo Venturi
Piacenza, 16 marzo 2009
Si vedano le Note alla traduzione
CEDRI DEL LIBANO

Ieri ho dormito tutto il giorno,
i miei vestiti tutti zozzi ammucchiati
la notte l'ho passata a cercare di fare il punto
e a concentrare vite complicate in un solo titolo

Il tuo viso ce l'ho qui in una vecchia Polaroid
mentre riordini i vestiti e i giocattoli dei bambini
mi sorridi a tua volta, ho scattato la foto dal frigo
e non mi ricordo cosa abbiamo fatto, poi

Mi sembrano anni che non sono stato con una donna,
ho pensato a te tutto il tempo, alle tue lacrime salate
'sto mondo di merda a volte produce una rosa
che continua a profumare e, poi, alla fine, smette

Richiama casa*

Il peggio di noi è una lunga confessione strappata
il meglio di noi è il dono innato della concisione
dici che la verità non la lascerai da sola
io sono così perché non voglio andare a casa

Un bimbo beve acqua sporca dalla riva del fiume
un soldato porta arance che ha preso da un carrarmato
sto aspettando il cameriere**, ci mette un po' a arrivare
e guardo il sole tramontare sul Libano

Richiama casa*

Ora ho la testa come una sigaretta accesa,
nuvole empie si riflettono su un minareto
tu mi sovrasti, più di chiunque,
dove sei nei cedri del Libano?

Scegliti con cura i nemici perché ti definiranno,
rendili interessanti perché in qualche modo loro si interesseranno a te
non ci sono all'inizio, ma in fondo alla tua storia
resteranno con te più a lungo di chi ti è amico
NOTE alla traduzione

* Return the call to home è, alla lettera, “richiama (a) casa”, vale a dire “restituisci la telefonata che ti hanno fatto da casa”; ma è possibile un doppio senso su call “chiamata alle armi”. Vale a dire: “la chiamata alle armi rimandala indietro alla patria” (home). Un appello alla diserzione non è affatto improbabile in una canzone come questa.

** Un gioco di parole: in inglese il “cameriere” (waiter) è, alla lettera, “colui che attende”, nel senso antico di wait così come si ha nel nostro “attendente”, “attendere a qualche cosa”.

13/3/2009 - 23:08




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