Ρωμιοσύνη

ROMIOSYNI, LA GRECITA'

Senza dubbio, Yannis Ritsos è il poeta con cui Theodorakis è identificato più da vicino in Grecia. Come Theodorakis, Ritsos è stato un poeta e scrittore assai prolifico profondamente impegnato a sinistra.

Le nove canzoni del ciclo di Ρωμιοσύνη sono adattamenti di alcune parti di un poema assai più lungo in cui Ritsos tenta, così come Odysseas Elytis nell'Ἄξιον Ἐστί, di sintetizzare e fissare gli eventi della recente storia greca in una forma di epica moderna.

Il tema centrale di Ritsos è la Resistenza -Ρωμιοσύνη, lo spirito di indipendenza tipico dei greci, la “Grecità” così come il termine è reso correntemente*, dal tempo di Digenis Akritas** fino ai partigiani resistenti della II guerra mondiale e della Guerra civile attraverso i Clefti e la Guerra di Indipendenza del 1821.

Un'immagine ricorrente nel poema è il suono delle campane; campane che annunciano la rivoluzione, campane che annunciano la morte, campane che allertano per un pericolo che minaccia la precaria libertà della Grecia. Nel suo ciclo di canzoni, Theodorakis usa il motivo della campana come importante mezzo di unificazione. La prima canzone, Questi alberi, si apre con otto accordi in re minore per bouzouki e piano, e gli accordi della campana a morto sono poi ripetuti in mi minore all'inizio di Da tanti anni, in fa maggiore in Albero dopo albero e nel coro di Chi può spiegare?.

Un secondo motivo di campane in accordi aperti di sesta si ha nella quinta e nella nona canzone del ciclo, mentre un terzo insieme di note ripetute su singolo tono per bouzouki è presente nella canzone Quando stringono il pugno.

Il paesaggio descritto da Ritsos in Ρωμιοσύνη è aspro, luminoso, pietroso; il linguaggio riconduce volutamente alla poesia popolare greca, ispirato ai canti Cleftici e ai Rizitika cretesi, con le loro frasi e strofe martellanti e ripetute. Lo spirito fiero che traspare da Ρωμιοσύνη è quello che combattenti montanari greci che, nonostante la loro vita violenta, mantenevano un rigoroso codice d'onore.

Nessun'opera di Theodorakis è popolare presso il suo pubblico quanto Ρωμιοσύνη. Quanto del suo successo è dovuto alla poesia di Ritsos? Ora come ora è difficile leggere il testo poetico senza ascoltare le melodie che sono divenute parte del folklore greco moderno.

Certamente non poteva esistere poesia migliore e più adatta per la solenne semplicità delle melodie theodoriakiane, una semplicità usata coscientemente sia nella poesia che nella musica. Ritsos e Theodorakis fanno spesso riferimento a forme d'arte tradizionali greche, ed in questo modo hanno ottenuto un riconoscimento che è andato ben al di là di quello usualmente accordato a degli artisti.

D'altro canto, le canzoni di Ρωμιοσύνη sono assai popolari anche al di fuori della Grecia. Anche senza capire una parola del testo o dei riferimenti contenuti nella musica, questa esercita senz'altro un grande fascino di per sé.

© GAIL HOLST: Mikis Theodorakis. Myths and Politics in Modern Greek Music, 1980 (trad. RV) - mikis-theodorakis.net



Yannis Ritsos is the poet with whom Theodorakis is most closely identified in Greece. Like Theodorakis, Ritsos is a prolific writer an deeply committed to the cause of the Left.

The nine songs of the cycle Romiossiniare settings of sections of a much longer poem in which Ritsos attempts, as Elytis does in Axion Esti, to crystallise the events of recent Greek history into a modern epic.

Ritsos's central theme is resistance — Romiossini, the independent Greek spirit — from the time of Digenis Akritas, through the Klephts and the War of Independence to the resistance fighters of World War II and the Civil War.

A recurrent image in the poem is the sound of bells; bells which will sound the revolution, bells which are the sound of death, bells which are sounding a warning of the danger threatening Greece's precarious freedom. Theodorakis uses the bell motif as an important unifying device in his cycle of songs. The first song, 'These Trees', opens with eight D minor chord on bouzouki and piano and the tolling bell chords are repeated in E minor at the beginning of 'So Many Years', in F major in 'Tree by Tree', and in the chorus of 'With so many Leaves'.

A second bell motif in open sixths occurs in the fifth and ninth songs of the cycle, and a third pattern of repeated notes on a single pitch played by the bouzouki appears in the song 'When They Shake Hands'.

The landscape Ritsos depicts in Romiossini is harsh, luminous, rocky; the language is deliberately evocative of Greek folk poetry. It takes its tone from the Klephtic ballads and from the Cretan rizitika with their matching phrases and repeated lines. The proud spirit of Romiossini belongs to Greek mountain fighters who, despite their violent life, maintained a tight, puritanical code of honour.

There is no work of Theodorakis's which is as popular with his public as Romiossini. How much of its success is due to the poetry of Ritsos? Now it is hard to read the poetic text without hearing the melodies which have become part of modem Greek folklore.

Certainly there was no poetry better suited to the monumental simplicity of Theodorakis's melodies, a simplicity which is used consciously both in the poetry and the music. Ritsos and Theodorakis both make frequent reference to the traditional art forms of Greece, and by doing so both have achieved a recognition which stretches well beyond what is usually accorded to an intellectual artist.

On the other hand, the Romiossini songs are very popular with audiences outside Greece. Even without an understanding of the texts or a shared heritage of melodic references, the music has a strong appeal.

© GAIL HOLST: Mikis Theodorakis. Myths and Politics in Modern Greek Music, 1980 - mikis-theodorakis.net



*Nota sull'origine del nome Romiosyni. Si tratta di un astratto (formato con il suffisso formativo -σύνη, già diffuso nel greco classico) tratto da Ρωμαίος, propriamente “Romano” (da cui anche l'italiano Romeo). L'identificazione totale dei greci medievali e moderni coi Romani risale all'Impero Romano d'Oriente, poi Impero Bizantino, che si considerava unica continuazione legittima e storica dell'Impero Romano indiviso. Per questo motivo, la lingua greca moderna è stata detta romeica ancora fino a tempi recenti (ancora nel 1952 il dizionario francese-greco moderno, pubblicato da Klincksieck e del quale possiedo una rara copia, poteva essere intitolato Dictionnaire français-roméïque). Fino all'indipendenza greca, addirittura, il termine classico per la Grecia, Έλλας (in lingua volgare poi divenuto Ελλάδα) non era in uso: fu reintrodotto ufficialmente dal primo parlamento greco nel 1822 per designare la nazione liberatasi dalla Turcocrazia. La Pωμιοσύνη è quindi sì, a pieno titolo, la “Grecità”, ma una grecità che riporta ai tempi eroici e fieri dell'indipendenza moderna e meno a quella classica. [RV]

**Digéne Akritas, eroe dell’epopea bizantina. Guerriero di confine (Akritas), discende dai due contendenti, il cristiano e il musulmano (Digenìs: di duplice stirpe).[GPT]