Des gâteux qu'on dit immortels,
Des louftingues en redingote
L'adorent au pied des autels
De leur ligue de patriotes :
Des écrivassiers de mon cul
En touchants mélos d'ambigu
Ou romances pour maisons closes
Nous chantent cette horrible chose : La Guerre !
Oui mais, si nous avions la guerre,
Devant le feu, qui donc filerait comme un pet ?
Voyons les cabots de la guerre,
Foutez-nous la Paix !
Notre faux n'abat plus moisson
Sous nos marteaux plus rien ne vibre
Et nos cœurs gardent la chanson
Que lance au vent tout homme libre
Car nos mains dociles ont pris
Les divers outils de carnage
Pour au même plus bas prix
Même sale et stupide ouvrage
Un sou par jour !
Ohé ! Sur tout le chantier de la guerre
C'est pour un sou que l'on tuerait son frère
Un sou par jour !...
En grève, en grève !... en grève et pour toujours.
Des louftingues en redingote
L'adorent au pied des autels
De leur ligue de patriotes :
Des écrivassiers de mon cul
En touchants mélos d'ambigu
Ou romances pour maisons closes
Nous chantent cette horrible chose : La Guerre !
Oui mais, si nous avions la guerre,
Devant le feu, qui donc filerait comme un pet ?
Voyons les cabots de la guerre,
Foutez-nous la Paix !
Notre faux n'abat plus moisson
Sous nos marteaux plus rien ne vibre
Et nos cœurs gardent la chanson
Que lance au vent tout homme libre
Car nos mains dociles ont pris
Les divers outils de carnage
Pour au même plus bas prix
Même sale et stupide ouvrage
Un sou par jour !
Ohé ! Sur tout le chantier de la guerre
C'est pour un sou que l'on tuerait son frère
Un sou par jour !...
En grève, en grève !... en grève et pour toujours.
envoyé par Marco Valdo M.I - 3/2/2009 - 19:23
Langue: italien
Traduzione italiana / Traduction italienne / Italian translation / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi, 02-03-2020 22:51
Riccardo Venturi, 02-03-2020 22:51
LA PACE
Rincoglioniti chiamati “immortali”, [1]
dei pazzi [2] in redingote
la adorano a' piè' degli altari
della loro lega di patrioti :
scribacchini dei miei coglioni, [3]
in toccanti melò d'ambiguità
o in romanze da lupanare,
ci cantano quest'orrore: La Guerra!
Sí, ma avessimo la guerra,
chi mai ci andrebbe a spron battuto? [4]
Suvvìa, abbaiatori di guerra, [5]
lasciateci una buona volta in Pace! [6]
Noi non falciamo più le messi,
niente più vibra sotto i nostri martelli,
e nei cuori serbiamo la canzone
lanciata in aria da ogni uomo libero.
Ché le nostre docili mani han preso
tutti quegli strumenti da macello,
allo stesso prezzo meno caro
lo stesso stupido e sporco lavoro
Un soldo al giorno !
Ehi! In tutto il cantiere della guerra
è per un soldo che si dovrebbe ammazzare il proprio fratello,
un soldo al giorno! …
Scioperiamo, scioperiamo!... Scioperiamo per sempre.
Rincoglioniti chiamati “immortali”, [1]
dei pazzi [2] in redingote
la adorano a' piè' degli altari
della loro lega di patrioti :
scribacchini dei miei coglioni, [3]
in toccanti melò d'ambiguità
o in romanze da lupanare,
ci cantano quest'orrore: La Guerra!
Sí, ma avessimo la guerra,
chi mai ci andrebbe a spron battuto? [4]
Suvvìa, abbaiatori di guerra, [5]
lasciateci una buona volta in Pace! [6]
Noi non falciamo più le messi,
niente più vibra sotto i nostri martelli,
e nei cuori serbiamo la canzone
lanciata in aria da ogni uomo libero.
Ché le nostre docili mani han preso
tutti quegli strumenti da macello,
allo stesso prezzo meno caro
lo stesso stupido e sporco lavoro
Un soldo al giorno !
Ehi! In tutto il cantiere della guerra
è per un soldo che si dovrebbe ammazzare il proprio fratello,
un soldo al giorno! …
Scioperiamo, scioperiamo!... Scioperiamo per sempre.
[1] I membri dell'Académie Française (istituita nel 1635), quaranta di numero, sono detti Immortels (immortali). Il motto dell'Académie è, del resto: À l'immortalité!.
[2] Un'occasione per conoscere più da vicino l'impasto linguistico di Gaston Couté. Propriamente, il termine louftingue è un derivato di louf “pazzo,folle”, termine che appartiene al cosiddetto louchébem (o loucherbem (di cui si ricorderà chiunque abbia letto l'introduzione che Umberto Eco fece alla sua resa italiana degli Exercices de style di Raymond Queneau). Il louchébem è (od era) il gergo dei macellai parigini e lionesi; consiste(va) nel prendere una parola, sostituire la consonante iniziale con una “L” e riportare detta consonante iniziale alla fine della parola, aggiungendovi un suffisso (molto spesso -em o -ème, oppure -ji, -oc, -ic, -uche, -ès, -(t)ingue. Ad esempio: boucher “macellaio” → l-oucher-b-em; jargon “gergo” → l-argon-ji; fou “pazzo, folle” → l-ou-f ecc. Esercizio di traduzione loucherbem-italiano. Tradurre la seguente frase: j'ai perdu ma loumepique dans le lardinji de ma lantetème.
[3] Nelle metafore popolari, l'italiano e il francese divergono. L'italiano ha una spiccata predilezione per gli organi riproduttivi maschili (film del cazzo, patrioti dei miei coglioni ecc.), mentre il francese ha il suo onnipresente culo (cul, pronunciato cü). Persino i film porno, in francese, sono detti films de cul.
[4] La coloritissima espressione completa sarebbe: filer comme un pet sur une toile cirée “scorrere come una scoreggia su un'incerata”. Significa: “precipitarsi” ecc. Nella traduzione italiana ho, come si vede, sacrificato “devant le feu”; a volte, chi traduce in una lingua che non sia un italiano che puzza di francese (o di qualsiasi altra lingua) lontano un miglio, deve essere pronto a dei sacrifici spietati. Sennò fa come quelli che, nei gialli americani, traducono downtown con “città bassa”. “Davanti al fuoco”, in italiano, suggerisce più una tranquilla serata davanti al caminetto che la guerra.
[5] Cabot “botolo ringhioso” ecc. Nell'argot militare, però, può significare “caporale”.
[6] L'espressione francese popolare (comunissima), fous-moi la paix! è decisamente più “forte”; per renderla al meglio in italiano, bisognerebbe dire: “lèvati dai coglioni”. Ma in una canzone che si chiama “La pace”, occorre lasciare la pace. Quanto agli infiniti usi del verbo foutre in francese, bisognerebbe scriverci un libro intero.
[2] Un'occasione per conoscere più da vicino l'impasto linguistico di Gaston Couté. Propriamente, il termine louftingue è un derivato di louf “pazzo,folle”, termine che appartiene al cosiddetto louchébem (o loucherbem (di cui si ricorderà chiunque abbia letto l'introduzione che Umberto Eco fece alla sua resa italiana degli Exercices de style di Raymond Queneau). Il louchébem è (od era) il gergo dei macellai parigini e lionesi; consiste(va) nel prendere una parola, sostituire la consonante iniziale con una “L” e riportare detta consonante iniziale alla fine della parola, aggiungendovi un suffisso (molto spesso -em o -ème, oppure -ji, -oc, -ic, -uche, -ès, -(t)ingue. Ad esempio: boucher “macellaio” → l-oucher-b-em; jargon “gergo” → l-argon-ji; fou “pazzo, folle” → l-ou-f ecc. Esercizio di traduzione loucherbem-italiano. Tradurre la seguente frase: j'ai perdu ma loumepique dans le lardinji de ma lantetème.
[3] Nelle metafore popolari, l'italiano e il francese divergono. L'italiano ha una spiccata predilezione per gli organi riproduttivi maschili (film del cazzo, patrioti dei miei coglioni ecc.), mentre il francese ha il suo onnipresente culo (cul, pronunciato cü). Persino i film porno, in francese, sono detti films de cul.
[4] La coloritissima espressione completa sarebbe: filer comme un pet sur une toile cirée “scorrere come una scoreggia su un'incerata”. Significa: “precipitarsi” ecc. Nella traduzione italiana ho, come si vede, sacrificato “devant le feu”; a volte, chi traduce in una lingua che non sia un italiano che puzza di francese (o di qualsiasi altra lingua) lontano un miglio, deve essere pronto a dei sacrifici spietati. Sennò fa come quelli che, nei gialli americani, traducono downtown con “città bassa”. “Davanti al fuoco”, in italiano, suggerisce più una tranquilla serata davanti al caminetto che la guerra.
[5] Cabot “botolo ringhioso” ecc. Nell'argot militare, però, può significare “caporale”.
[6] L'espressione francese popolare (comunissima), fous-moi la paix! è decisamente più “forte”; per renderla al meglio in italiano, bisognerebbe dire: “lèvati dai coglioni”. Ma in una canzone che si chiama “La pace”, occorre lasciare la pace. Quanto agli infiniti usi del verbo foutre in francese, bisognerebbe scriverci un libro intero.
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Musica di Léo Daniderff (nome d’arte di Ferdinand Julien Niquet, 1878-1943), compositore
Conosciuta anche con i titoli alternativi de “Chanson pour les conscrits” e “Grève”
(fonte: “L’Intégrale du Vent du Ch’min”, pubblicazione integrale delle opere di Couté.)
Marco Valdo M.I. est bien content d'avoir retrouvé ce frère caché par les écumes médiatiques. Il se propose d'en faire connaître ici les chansons qui ont toute leur place dans Canzoni contro la Guerra.
Pour le reste, il renvoie à l'excellent site qui est consacré à Gaston Couté : http://gastoncoute.free.fr/
Cela dit, voici sa chanson intitulée La Paix - on ne peut plus pacifiste : En grève, en grève ! ... en grève pour toujours.
On ne peut qu'applaudir La chanson du mal tourné, en quelque sorte.