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A Song For Gaza

Thomas Easaw
Lingua: Inglese


Thomas Easaw

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A Song For Gaza, Thomas Easaw


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You just wont feel like listening to the radio these days
Cause twenty centuries after He lived and left that place
Its strange that people havent learnt that men are all the same
And discrimination is existing today

In West Asia everywhere, in West Asia today
Men are being butchered in its name
Many have died in bombings and most have died in vain
But West Asia has remained just the same.

Many times Ive wondered, well what are we looking for?
When a brother calls for help, is it right to help him or
Should we fear the Mighty Powers to execute the truth
World peace, as what they say is just an excuse.

In West Asia everywhere, in West Asia today
Men are being butchered in its name
Many have died in bombings and most have died in vain
But West Asia has remained just the same.

So I call out to my friends, all around the world,
Let's at least raise our voices against this great injustice
Its not wise to fight those powers for they could wreck this place I know
But it is cowardice not even talking about it.

In West Asia everywhere, in West Asia today
Men are being butchered in its name
If its song let's sing for justice's sake, for we can't fight for it
But West Asia should never remain the same.

inviata da Thomas Easaw - 25/1/2009 - 12:38



Lingua: Italiano

Versione italiana di Kiocciolina
UNA CANZONE PER GAZA

Non vorrete ascoltare la radio in questi giorni
Perché venti secoli dopo che Lui è vissuto ed ha lasciato questo posto
E' strano che le persone non abbiano imparato che gli uomini sono tutti uguali
E la discriminazione oggi esiste

Ovunque in Asia Occidentale, in Asia Occidentale oggi
Uomini vengono massacrati in Suo nome
Molti sono morti nei bombardamenti la maggior parte sono morti invano
Ma l'Asia Occidentale è rimasta uguale.

Molte volte mi sono domandato, beh, cosa stiamo cercando?
Quando un fratello invoca aiuto, è giusto aiutarlo, o
Dovremmo temere i Potenti perché la verità abbia giustizia?
Pace mondiale, quello che dicono è solo una scusa.

Ovunque in Asia Occidentale, in Asia Occidentale oggi
Uomini vengono massacrati in Suo nome
Molti sono morti nei bombardamenti la maggior parte sono morti invano
Ma l'Asia Occidentale è rimasta uguale.

Perciò chiamo i miei amici, in tutto il mondo,
Leviamo almeno le nostre voci contro questa grande ingiustizia
Non è saggio combattere quei poteri perché potrebbero distruggere questo posto, lo so
Ma è codardia non parlarne neanche.

Ovunque in Asia Occidentale, in Asia Occidentale oggi
Uomini vengono massacrati in Suo nome
Molti sono morti nei bombardamenti la maggior parte sono morti invano
Ma l'Asia Occidentale è rimasta uguale.

inviata da Kiocciolina - 28/1/2009 - 10:45


Jewish Voice For Peace blocca per due ore la Borsa di New York
Gianni Sartori

Il 14 ottobre oltre 500 attivisti di Jewish Voice For Peace (Voci ebraiche per la pace) hanno “preso d'assalto” (per lo meno simbolicamente) la Borsa di New-York nei pressi di Wall Street, zona sud di Manhattan. Abbattendo alcune transenne (in Broad Street) e incatenandosi a una cancellata all'entrata dell'edificio. Anche se nessun manifestante è riuscito a entrarvi, per oltre due ore l'ingresso della Borsa è rimasto bloccato. La protesta si è conclusa con l'arresto di 206 manifestanti.

Una atto altamente simbolico per protestare contro le operazioni militari di Israele contro i civili e soprattutto per fermare la fornitura di armamenti.

Tra i maggiori responsabili della vendita di armi a Israele, la protesta aveva individuato soprattutto RTX (Raytheon Technologies Corporation, multinazionale del Massachusetts specializzata in missili, droni, avionica, cybersecurity, motori aeronautici...) e Lockheed Martin (azienda statunitense con sede nel Maryland che opera principalmente nel settore aerospaziale; considerata la maggiore a livello mondiale nel settore della Difesa).

Tra gli slogan lanciati: “Lasciate che Gaza possa vivere”, “Smettetela di finanziare il genocidio”, “Embargo immediato sulle armi”, “Tutto questo mai più, deve valere per tutto il mondo”, “La Palestina sarà libera”.

Oltre al controverso “Dal fiume al mare” (From the river to the sea), di questi tempi generalmente attribuito solo ai palestinesi (sottintendo che vorrebbero eliminare completamente Israele e i suoi cittadini).

Senza voler entrare troppo nel merito, mi sembra che in diverse occasioni sia stato utilizzato anche dagli Israeliani. Vedi la stessa bandiera, ufficialmente ispirata al disegno del tallìt (scialle di preghiera), ma con qualche legittimo dubbio sulle due strisce blu sopra e sotto la Stella di David. Magari non raffigureranno il Nilo e l'Eufrate (come sosteneva qualche diffidente), ma almeno - azzardo - il Giordano e il mar Mediterraneo. Del resto lo ritroviamo nel concetto espresso dal Likud di Eretz Israel (estesa appunto dal fiume Giordano al mar Mediterraneo, Cisgiordania compresa).

Per cui le “brutte intenzioni” sembrano per lo meno reciproche.

Alla manifestazione filo-palestinese si è contrapposta quella (meno numerosa) di alcuni filo-israeliani (e anche fra questi ci sarebbe stato qualche arresto).

Per ora la Borsa sembra non aver commentato, mentre Jewish Voice For Peace ha rivendicato l'azione con questa parole “Centinaia di ebrei e di simpatizzanti hanno bloccato la Borsa di New York esigendo che gli Stati Uniti smettano di armare Israele e di trarre profitto da un genocidio”.

Gianni Sartori

Gianni Sartori - 15/10/2024 - 19:09




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