Chi ti ha mandato, soldato,
col fucile alla mano?
chi ti ha mandato, ragazzo,
a sparare lontano?
Tu vieni con la rabbia nella voce,
vieni con l’odio in faccia:
è tuo dovere d’essere feroce,
sangue lasci per traccia.
Non senti ribellarsi nelle vene
il grido della gente,
non sai più cosa sono il male e il bene
quando gridi "presente!".
Chi ti ha mandato, soldato,
col fucile alla mano?
chi ti ha mandato, ragazzo,
a ferire lontano?
La terra che ti brucia sotto i piedi
ci costa tanti morti:
fermati e pensa a tutto ciò che vedi,
al grido degl’insorti.
Dal tuo paese un giorno, dalla Francia,
venne una luce immensa:
dicevano "uguaglianza, fratellanza"
ora fermati e pensa:
Chi ti ha mandato, soldato,
col fucile alla mano?
chi ti ha mandato,
ragazzo, a morire lontano?
Ritorna a casa, racconta,
tutto quello che vedi:
offesa, invasa, sconvolta,
la terra d’Algeria rimane in piedi!
col fucile alla mano?
chi ti ha mandato, ragazzo,
a sparare lontano?
Tu vieni con la rabbia nella voce,
vieni con l’odio in faccia:
è tuo dovere d’essere feroce,
sangue lasci per traccia.
Non senti ribellarsi nelle vene
il grido della gente,
non sai più cosa sono il male e il bene
quando gridi "presente!".
Chi ti ha mandato, soldato,
col fucile alla mano?
chi ti ha mandato, ragazzo,
a ferire lontano?
La terra che ti brucia sotto i piedi
ci costa tanti morti:
fermati e pensa a tutto ciò che vedi,
al grido degl’insorti.
Dal tuo paese un giorno, dalla Francia,
venne una luce immensa:
dicevano "uguaglianza, fratellanza"
ora fermati e pensa:
Chi ti ha mandato, soldato,
col fucile alla mano?
chi ti ha mandato,
ragazzo, a morire lontano?
Ritorna a casa, racconta,
tutto quello che vedi:
offesa, invasa, sconvolta,
la terra d’Algeria rimane in piedi!
inviata da Riccardo Venturi
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Musica di Fausto Amodei
Per la mia generazione, la guerra d’Algeria ha avuto il valore che ebbe per i nostri padri la guerra di Spagna, e per i più giovani quella del Vietnam: ci fece scoprire l’oppressione e la tortura, ci diede la certezza morale e l’entusiasmo di essere dalla parte giusta, ci aiutò a capire la dinamica della storia, fu quella che si dice una "presa di coscienza" che ci aiutò a diventare adulti.
L’elemento del testo, che per me ebbe più importanza, e che tesaurizzai anche per le mie successive performances da cantautore, fu il fatto che, anziché risolversi in un’invettiva contro il colonialismo e contro le sue guerre di oppressione, riusciva a sviluppare delle riflessioni e dei giudizi meditati, allorché ad esempio rivolgendosi con aria dolente al soldato francese, mandato lontano a far la guerra, gli ricorda: «Dal tuo paese un giorno, dalla Francia/ venne una luce immensa: / dicevano "Uguaglianza, Fratellanza…"/ Ora fermati e pensa!». Con una canzone cioè era possibile svolgere un discorso anche complesso, non solo elementare e visceralmente sentimentale, un discorso che, a naso avrebbe dovuto essere affidato di norma solo ad un saggio critico o ad un articolo di fondo. Fu un esempio che mi aiutò moltissimo a definire e sviluppare i caratteri e le possibilità della "canzone militante" della "canzone d’intervento", con la quale per un bel po’ di anni a venire mi sarei cimentato. La musica di questa canzone si componeva di due distinte melodie, che si alternavano: la prima, dolente e da cantare sottovoce, accompagnava la domanda reiterata: «Chi ti ha mandato/ soldato,/ col fucile alla mano?/ Chi ti ha mandato/ ragazzo,/ a sparare (ferire, morire) lontano?» La seconda invece più concitata ed impetuosa, accompagnava le strofe in cui si chiedeva al ragazzo di rendersi conto della gravità di ciò che era obbligato a compiere, lo si invitava a ribellarsi in nome, appunto, delle nobili tradizioni del suo paese.»
(Fausto Amodei, da Gli argomenti umani)