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Asikhatali

James Arthur Calata
Language: Zulu


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Asikhatali eseguito da una corale estone nel 1992.


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Lyrics by Reverend James Arthur Calata
Testo del rev. James Arthur Calata

Il massacro di Sharpeville, marzo 1960.
Il massacro di Sharpeville, marzo 1960.


James Arthur Calata.
James Arthur Calata.
"Ah Zee Ka Tar Le, o Azekatarle, o Azicatal...? Non so neanche in quale delle lingue africane parlate in Sudafrica sia composto questo brano..."

Così il nostro Alessandro si è trovato a malpartito di fronte ad una pessima e censurabile abitudine di molti, specialmente di lingua inglese: quella di riportare testi in lingue "strane" trascrivendoli secondo un'approssimativa "pronuncia inglese", stile manualetti di conversazione per turisti (quelli per cui "Michelangelo" diventa "may-keh-lan-dje-low"). Così anche, purtroppo, nel venerabile Mudcat Café, e per opera nientemeno che di Leon Rosselson e Roy Bailey.

Il canto, in lingua zulu (16 milioni di parlanti, mica uno scherzetto), si chiama invece Asikhatali (propriamente: "Non ci importa"); il testo corretto è visibile su una nostra vecchia conoscenza, il sito dello Strijdkoor Kontrarie (dove si trova l'attribuzione del testo al rev. James Arthur Calata [1895-1983], uno dei leader dell' ANC sin dagli anni '30). Ma lasciamo continuare Alessandro e il suo commento:

"Quel che certo è che divenne l'inno dell'African National Congress e del movimento anti-apartheid dopo il terribile massacro di Sharpeville, quando, il 21 marzo 1960, la polizia sparò sulla folla durante una manifestazione contro il regime di Hendrik Frensch Verwoerd indetta dall'A.N.C.
69 morti, tra cui 8 donne e 10 bambini, ed oltre 180 feriti..."


Nessun bisogno di ulteriore commento. [CCG/AWS Staff]
Asikhatali noma siya boshwa
Sizimisel' inkululeko

Unzima lomthwalo
Ufuna madoda
Unzima lomthwalo
Ufuna sihlangane

Tina bantwana base Afrika
Sizimisel' inkululeko

Unzima lomthwalo
Unzima lomthwalo
Ufuna madoda
Ufuna madoda

Asikhatali noma siya boshwa
Sizimisel' inkululeko

Unzima lomthwalo
Unzima lomthwalo
Ufuna madoda
Ufuna madoda.

Contributed by Alessandro + CCG/AWS Staff - 2008/11/6 - 14:29




Language: English

English version from The Mudcat Café
Versione inglese dal Mudcat Café
WE DO NOT CARE

We do not care if we go to prison
It is for freedom that we're fighting now

A heavy load, a heavy heavy load
And it will take some real strength

We are the children of Africa
And it's for freedom that we're fighting now.

A heavy load, a heavy heavy load
And it will take some real strength

Contributed by Alessandro + CCG/AWS Staff - 2008/11/6 - 23:58




Language: Zulu

A titolo di curiosità, riportiamo il testo "massacrato" dal (peraltro generalmente ottimo) sito Mudcat Café. È quello originariamente contribuito dall'incolpevole Alessandro (la traduzione inglese, che è però esatta, è omessa). Si noti che anche il riferimento temporale al massacro di Sharpeville è errato (viene situato nel 1958, quando invece accadde due anni dopo).
AZEKATARLE

Ah zee ka tar (le), no maz ya boz (zhwa)
See see mis ay ling koo loo lay ko
Ah zee ka tar (le), no maz ya boz (zhwa)
See see mis ay ling koo loo lay ko

Oon say ma lung twai lo
on say ma lung twai lo
Oon fo na ma to da
on fo na ma to da
Oon say ma lung twai lo
on say ma lung twai lo
Oon fo na ma to da
on fo na ma to da

Te na ban twa na ba zay ah preeka
See see mees ay ling koo loo lay ko
Te na ban twa na ba zay ah preeka
See see mees ay ling koo loo lay ko

Contributed by CCG/AWS Staff - 2008/11/7 - 00:04


Il massacro di Sharpeville accadde non nel '58, non nel '61 ma il 21 marzo 1960...
Ciao!

Alessandro - 2008/11/7 - 00:24


Una curiosità di pronuncia: il cognome del rev. Calata contiene, in posizione iniziale, uno dei famosi "clicks" delle lingue bantu sudafricane (Zulu e Xhosa). In pratica la "c" iniziale si pronuncia appoggiando la lingua ai denti superiori e schioccandola (come quando si vuole "negare" qualcosa senza parlare, facendo un suono simile a "nz-nz-nz", reso in inglese a volte come "tsk tsk"). Ai "Linuxiani" tutti (e, in primis, al nostro webmaster, che del resto lo saprà benissimo) ricordiamo che proprio dalla lingua zulu (o xhosa, dove il termine è identico) proviene una parola a loro cara, Ubuntu (propriamente: "umanità, compassione" ecc.; ma si tratta di un complesso concetto tipico della filosofia africana). Secondo i linuxiani, la distribuzione Ubuntu del sistema operativo "arreca lo spirito di Ubuntu al mondo del software".

Riccardo Venturi - 2008/11/7 - 00:47


da cui la famosa battuta per soli "geek":
Ubuntu: antica parola zulu che significa "non so installare Debian".

Il webmaster - 2008/11/7 - 12:17


Intanto è avvenuta una svolta epocale: il qui presente, su uno dei suoi due pc, è passato a Linux installando (o meglio, facendosi installare) proprio l'Ubuntu. Insomma, come dire, proprio qui volevo arrivare per comunicare la cosa; anche da parte mia, oramai, diverse ccg sono pienamente "linuxiane" sebbene, ohimé, continui anche a utilizzare il Guinzozz Guista sull'altro pc...

(Ok lo so che questa è una canzone che parla del massacro di Sharpeville, ma una pausa di disimpegno andante me la potrò prendere... :-PP)

Riccardo Venturi - 2008/11/8 - 02:36




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