Homens deixai abrir a alma ao que vier,
Deixai entrar a paz do tempo que ela quer.
De par em par aberta com sol até ao fundo,
Gastai a alma toda na harmonia do mundo.
Homens deixai abrir a alma ao que vier,
Deixai entrar a paz do tempo que ela quer.
Homens que vagueais pela berma da vida,
Tereis enfim sinais da glória prometida.
Homens deixai abrir a alma ao que vier,
Deixai entrar a paz do tempo que ela quer.
Na voz do Dia Novo a dar bom dia aos astros,
Quando a tristeza for só pó dos vossos rastros,
Homens deixai abrir a alma ao que vier,
Deixai entrar a paz do tempo que ela quer.
Deixai entrar a paz do tempo que ela quer.
De par em par aberta com sol até ao fundo,
Gastai a alma toda na harmonia do mundo.
Homens deixai abrir a alma ao que vier,
Deixai entrar a paz do tempo que ela quer.
Homens que vagueais pela berma da vida,
Tereis enfim sinais da glória prometida.
Homens deixai abrir a alma ao que vier,
Deixai entrar a paz do tempo que ela quer.
Na voz do Dia Novo a dar bom dia aos astros,
Quando a tristeza for só pó dos vossos rastros,
Homens deixai abrir a alma ao que vier,
Deixai entrar a paz do tempo que ela quer.
Language: Italian
Versione italiana da "La musica dell'Altritalia".
CANTO DI PACE
Uomini, aprite il vostro animo a ciò che verrà,
lasciate entrare la pace del tempo ch'esso anela.
Sempre aperta, col sole fino in fondo,
date l'anima tutta all'armonia del mondo.
Uomini, aprite il vostro animo a ciò che verrà,
lasciate entrare la pace del tempo ch'esso anela.
Uomini che vagate ai margini della vita,
avrete infine i segni della gloria promessa.
Uomini, aprite il vostro animo a ciò che verrà,
lasciate entrare la pace del tempo ch'esso anela.
Con la voce del Giorno nuovo per salutare gli astri,
quando la tristezza sia solo polvere dei nostri passi.
Uomini, aprite il vostro animo a ciò che verrà,
lasciate entrare la pace del tempo ch'esso anela.
Uomini, aprite il vostro animo a ciò che verrà,
lasciate entrare la pace del tempo ch'esso anela.
Sempre aperta, col sole fino in fondo,
date l'anima tutta all'armonia del mondo.
Uomini, aprite il vostro animo a ciò che verrà,
lasciate entrare la pace del tempo ch'esso anela.
Uomini che vagate ai margini della vita,
avrete infine i segni della gloria promessa.
Uomini, aprite il vostro animo a ciò che verrà,
lasciate entrare la pace del tempo ch'esso anela.
Con la voce del Giorno nuovo per salutare gli astri,
quando la tristezza sia solo polvere dei nostri passi.
Uomini, aprite il vostro animo a ciò che verrà,
lasciate entrare la pace del tempo ch'esso anela.
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Musica di Fernando Lopes-Graça
Dall’album “Canções Heróicas/ /Canções Regionais Portuguesas” [1946/1960/1974] originariamente interpretato dal Coro da Academia de Amadores de Música, con Olga Prats al pianoforte.
Per il reato di aver scritto sui muri la parola "pace", nel 1956 un giovane operaio, Nino Duarte, venne arrestato e condannato ad alcuni anni di carcere. Nel 1953, la scrittrice Maria Lamas, di ritorno da un congresso internazionale per la pace, venne arrestata all'aeroporto e condotta nella fortezza di Caxias.
Gli uomini che vagano "ai margini della vita" sono le migliaia di patrioti rinchiusi per anni dal regime nelle prigioni di Caxias e di Peniche (quest'ultimo organizzato come un vero e proprio campo di concentramento di tipo nazista), nei penitenziari di Santa Cruz do Bispo e Paços de Ferreira nei dintorni di Porto, nel campo di Tarrafal e nella fortezza di Angra do Heroísmo (Isole Azzorre), nel campo di Bié in Angola, condannati spesso senza processo per "misura di sicurezza".
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Fernando Lopes-Graça fu arrestato per la prima volta dalla polizia della dittatura militare nel 1931, poco prima della salita al potere di Salazar, mentre usciva dal Conservatorio dove si era appena laureato a pieni voti. Da quel momento per il maestro Lopes-Graça fu un continuo entrare ed uscire dalle prigioni salazariste e, nei rari momenti di libertà, componeva opere di protesta - come questa raccolta di “Canções Heróicas” basata sui versi dei più grandi poeti portoghesi del tempo – regolarmente censurate e che gli valevano sempre nuove condanne e nuove incarcerazioni.
Le “Canzoni Eroiche” – la cui prima composizione risale al 1946 e che videro la stesura definitiva nei primi anni 70 – sono poesie messe in musica per celebrare la libertà e sostenere coloro che lottavano contro il regime.