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Fraternité

Sébastien Faure
Language: French


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[[vers 1900]
[circa 1900]
Paroles / Testo: Sébastien Faure

Sébastien Faure


Dal "Cahier du Soldat Hector Mandrillon" (v.)
Si tratta della prima canzone trascritta. La canzone risale probabilmente agli anni immediatamente precedenti la prima guerra mondiale.

La guerra del 1914 rivela dei profondi disaccordi in seno al movimento anarchico e Faure, che rifiuta l'Union sacrée (il movimento che riuniva i francesi di tutte le tendenze politiche allo scoppio della guerra) è uno dei primi a prendere posizione risolutamente contro la guerra. Non esita a pubblicare un vibrante manifesto, Vers la Paix. Invitato dal ministro dell'interno Louis Malvy a mettere fine alla sua campagna pacifista, riafferma le sue idee quealche mese più tardi nel giornale settimanale Ce qu'il faut dire.

La sua canzone Fraternité, sorta di appello a un mondo nuovo è il distillato di quello per cui si è impegnato e battuto fino alla morte, nel 1942, una società ugualitaria e fraterna.

traduzione parziale del testo di Jean-Pierre Verney nell'introduzione alla canzone nel disco di Dominique Grange Des lendemains qui saignent
Ils ont senti passer sur leur têtes altières
Le souffle précurseur des révolutions,
Et l’œil des dirigeants braqué sur les frontières
Semble déterminer le choc des nations
Ils espèrent, les fous, hébètés d’épouvante,
Détourner la fureur menaçant leurs pouvoirs;
Ils espèrent noyer dans une mer sanglante
Du prolétariat, le vengeur désespoir.

Nous, nous voulons, amis, que sur toute la terre
Règnent avec bonheur, bien-être et liberté
France, Autriche, Russie, Allemagne, Angleterre,
Tous les peuples sont faits pour la fraternité.

A qui peut profiter le gain d’une bataille?
Aux rois, aux dirigeants, aux vils exploiteurs,
à tous les trafiquants d’engins et de mitraille,
Aux détenteurs du sol, aux bourgeois exploiteurs.
Mais honteuse déroute, oh! brillante victoire!
Qu’importe au travailleur, en tous lieux pourchassé;
La guerre ne lui vaut ni fortune, ni gloire,
Qui nourrira les siens, s’il meurt, s’il est blessé?

Nous, nous voulons, amis, que sur toute la terre
Règnent avec bonheur, bien-être et liberté
France, Autriche, Russie, Allemagne, Angleterre,
Tous les peuples sont faits pour la fraternité.

Que de crimes commis au nom de la patrie!
Que de larmes, de sang, d’atrocités, de deuils!
Par qui sera jamais suffisamment flétrie
Cette idole acharnée à tisser des linceuls.
Combattons sans pitié l'esprit de chauvinisme,
Qui jette dans les coeurs des sentiments pervers.
Maudit soit à jamais ce mot: patriotisme
Notre unique patrie à nous, c'est l'Univers.

Nous, nous voulons, amis, que sur toute la terre
Règnent avec bonheur, bien-être et liberté
France, Autriche, Russie, Allemagne, Angleterre,
Tous les peuples sont faits pour la fraternité.

Tandis qu'aux jeunes gens on ensouffle la haine,
Et que les sentiments d'amitié sont bannis,
Cherchons à préparer l'étroite et douce chaîne
Qui formera un jour tous les peuples unis;
Alors tirant partie de son humeur guerrière
Contre les élements, les fléaux, la douleur,
L'homme ayant subjugué savamment la matière
Posera sur le globe un pied triomphateur.

Nous, nous voulons, amis, que sur toute la terre
Règnent avec bonheur, bien-être et liberté
France, Autriche, Russie, Allemagne, Angleterre,
Tous les peuples sont faits pour la fraternité.

Contributed by Riccardo Venturi



Language: Italian

Versione italiana di Riccardo Venturi (2004)
FRATERNITA’

Han sentito passare sulle lor teste altere
Il soffio precursore delle rivoluzioni,
e l’occhio dei dirigenti puntato sulle frontiere
sembra determinare lo scontro delle nazioni.
Sperano, i folli, inebetiti d’orrore
di stonare il furore che minaccia i loro poteri;
Sperano d’annegare in un mare sanguinante
la disperazione vendicatrice del proletariato.

Noi, noi vogliamo, amici, che su tutta la terra
regnino, assieme alla gioia, il benessere e la libertà;
Francia, Austria, Russia, Germania, Inghilterra,
tutti i popoli son fatti per la fraternità.

A chi può profittare vincere una battaglia?
Ai re, ai dirigenti, ai vili sfruttatori,
A tutti i trafficanti d’ordigni e mitraglie,
Ai latifondisti, ai borghesi sfruttatori.
Ma, oh! Di vergognosa sconfitta o di brillante vittoria
Cosa importa al lavoratore ovunque perseguitato?
La guerra non gli apporta né fortuna né gloria,
E chi nutrirà i suoi, se muore o se è ferito?

Noi, noi vogliamo, amici, che su tutta la terra
regnino, assieme alla gioia, il benessere e la libertà;
Francia, Austria, Russia, Germania, Inghilterra,
tutti i popoli son fatti per la fraternità.

Quanti crimini commessi in nome della patria!
Quante lacrime, sangue, atrocità e lutti!
E da chi sarà mai abbastanza svilito
Quest’idolo accanito a tesser sudari.
Combattiamo spietatamente lo sciovinismo
Che getta nei cuori sentimenti perversi.

Maledetta sia per sempre la parola patriottismo,
La sola patria che abbiamo è l’Universo.

Noi, noi vogliamo, amici, che su tutta la terra
regnino, assieme alla gioia, il benessere e la libertà;
Francia, Austria, Russia, Germania, Inghilterra,
tutti i popoli son fatti per la fraternità.

Mentre nei giovani s’infonde l’odio
ed i sentimenti d’amicizia son banditi,
cerchiamo di preparare la stretta e dolce catena
che un dì formeranno tutti i popoli uniti;
Allora, approfittando del suo spirto guerriero
contro gli elementi, i flagelli e il dolore
l’uomo che che soggiogato sapientemente la materia
poserà sul globo un piede trionfatore.

Noi, noi vogliamo, amici, che su tutta la terra
regnino, assieme alla gioia, il benessere e la libertà;
Francia, Austria, Russia, Germania, Inghilterra,
tutti i popoli son fatti per la fraternità

P.G. della provincia di Agrigento, anni 20, calzolaio, soldato del 140° fanteria: condannato a 5 anni di reclusione militare;
M.G. della provincia di Reggio Emilia, anni 21, contadino, caporale nel 140° fanteria: condannato a 20 anni di reclusione militare;
R.G. della provincia di Marsala, anni 36, contadino, soldato nel 140° fanteria: condannato a 5 anni di reclusione militare;
V.C. della provincia di Caltanisetta, anni 37, contadino, soldato nel 140° fanteria: condannato a 5 anni di reclusione militare.

Durante le giornate del 23 e 24 giugno 1917 militari del 3° battaglione del 140° fanteria si erano messi in contatto con militari nemici, scambiando con essi parole e oggetti (pane, limoni, tabacco), e trattenendosi in cortesi conversazioni.
Venute a conoscenza del fatto le superiori autorità, il comando del reggimento emanava ordini severissimi per impedire in modo assoluto ogni ulteriore contatto col nemico.
Il 25 giugno successivo verso le ore 14 montava di guardia quale capoposto nella linea di osservazione, nel tratto occupato dalla 11ma compagnia, il caporale M.G. con le vedette in linea soldati R.G. e V.C., avendo per consegna il primo di espletare una vigilanza assidua e costante sulle vedette, e queste di impedire che alcuno dei nostri si allontanasse dalla linea, o in qualsiasi modo avesse contatto o intelligenza col nemico.
Verso le ore 10 mentre il sottotenente G.B. stava ispezionando la linea, vide, alla distanza di circa 40 metri, due militari i quali, venendo dalla direzione delle linee nemiche, rientravano nella nostra linea. Raggiunto subito il posto dove i due militari erano rientrati, trovò i soldati P.G. e L.R.G. (quest’ultimo morto in seguito per ferite riportate in combattimento), i quali confessarono che si erano recati verso le linee nemiche chiamati da un soldato austriaco, ed a poca distanza da queste avevano depositato una pagnotta ritirando in compenso un involto con delle sigarette che detto militare nemico aveva lasciato, senza che le vedette soldati R.G. e V.C., pur vedendo ogni cosa, eseguissero la consegna ricevuta (sparare), ed il caporale M.G. ottemperasse alla propria consegna di vigilanza per impedire che lo sconcio si verificasse.”

Da "Sentenze dei tribunali militari italiani durante la prima guerra mondiale". Documenti dell'archivio centrale dello Stato. Testo a cura di Gioacchino Maviglia. Luciano Manzuoli Editore, Firenze (1972/1973). Collana della Biblioteca del Lavoro, a cura de gruppo sperimentale coordinato da Mario Lodi. (Lire 1.250)

Alessandro - 2009/2/5 - 13:56




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