Maddalena ha gli occhi puri
E i capelli sconvolti dal vento
Un profumo che avvolge
Una casa di cemento
Maddalena e’ una sirena
Sempre sul punto d’ urlare
Ha un tumore maligno
E si lava col sale
Maddalena ha sposato
Cento pescatori
E fatto la puttana
Per i marinai
sottovoce racconta
Che è stata violata
“ma almeno ho i suoi soldi…”
E finge una risata
Maddalena vorrebbe spogliarsi ancora
E nuotare nel mare come faceva da bambina
Come bimba cantare
Una nenia e ancora
Filastrocche bislacche
Per genti distratte
La luna ti guarda
La terra ti culla
Stelle bianche sulle bandiere
C’ è un generale che urla
Ed ombre che si confondono
Nell’ azzurro sotto i pontili
Dove brillano d’ argento i pesci
E si nascondono i sottomarini
E i capelli sconvolti dal vento
Un profumo che avvolge
Una casa di cemento
Maddalena e’ una sirena
Sempre sul punto d’ urlare
Ha un tumore maligno
E si lava col sale
Maddalena ha sposato
Cento pescatori
E fatto la puttana
Per i marinai
sottovoce racconta
Che è stata violata
“ma almeno ho i suoi soldi…”
E finge una risata
Maddalena vorrebbe spogliarsi ancora
E nuotare nel mare come faceva da bambina
Come bimba cantare
Una nenia e ancora
Filastrocche bislacche
Per genti distratte
La luna ti guarda
La terra ti culla
Stelle bianche sulle bandiere
C’ è un generale che urla
Ed ombre che si confondono
Nell’ azzurro sotto i pontili
Dove brillano d’ argento i pesci
E si nascondono i sottomarini
envoyé par adriana - 19/4/2008 - 13:58
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Opera da due soldi
I Figli di Iubal si confrontano questa volta con il pilastro della letteratura sarda “Un anno sull’ altipiano”, dello scrittore, politico e intellettuale Emilio Lussu. Si affidano invece all’“Opera da tre soldi” di Weill e Brecht per trarre ispirazione nella struttura teatrale della loro, questa volta, “Opera da due soldi” . Un confronto che è in realtà un pretesto per parlare del presente, con una critica neanche tanto velata alle guerre contemporanee, attraverso la storia di un ragazzo sardo che, come tanti, per fuggire alla disoccupazione si arruola nell’Esercito e parte a fare una guerra che non gli appartiene. Il giovane, addormentandosi col testo di Lussu tra le mani, scoprirà, in sogno, che quel passato narrato e criticato sotto le righe dallo scrittore Armungiano non differisce poi tanto dal suo presente.
Testo e musica: Carlo Doneddu