Siam la porta blindata della Nazione
Il fucile puntato sul dittatore
Il preservativo sull’ uccello del peccatore
Noi siam l’ armata della giustizia e del signore
Eroici e sempre belli
Siam cugini dei manganelli
Il sale della vita
E poi in divisa attiriamo la fica!
Andiamo al giuramento
Siam la banda del reggimento
Ajo! Embè?
Ajo! Seguite a me
Siam la serranda del bel paese
Il passaggio a livello chiuso al binario del terrore
Siamo il tagliando della macchina dell’ amicizia
Siamo la spazzola che alliscia il pelo della giustizia.
I muscoli di Titanio
Respiriamo anche l’ uranio
Però non ripuliamo
Tutto quello che sporchiamo
Siam la porta blindata della Nazione
Il fucile puntato sul dittatore
Il preservativo sull’ uccello del peccatore
Noi siam l’ armata della giustizia e del signore
Si!!!!
Il fucile puntato sul dittatore
Il preservativo sull’ uccello del peccatore
Noi siam l’ armata della giustizia e del signore
Eroici e sempre belli
Siam cugini dei manganelli
Il sale della vita
E poi in divisa attiriamo la fica!
Andiamo al giuramento
Siam la banda del reggimento
Ajo! Embè?
Ajo! Seguite a me
Siam la serranda del bel paese
Il passaggio a livello chiuso al binario del terrore
Siamo il tagliando della macchina dell’ amicizia
Siamo la spazzola che alliscia il pelo della giustizia.
I muscoli di Titanio
Respiriamo anche l’ uranio
Però non ripuliamo
Tutto quello che sporchiamo
Siam la porta blindata della Nazione
Il fucile puntato sul dittatore
Il preservativo sull’ uccello del peccatore
Noi siam l’ armata della giustizia e del signore
Si!!!!
envoyé par adriana - 19/4/2008 - 13:47
×
Opera da due soldi
I Figli di Iubal si confrontano questa volta con il pilastro della letteratura sarda “Un anno sull’ altipiano”, dello scrittore, politico e intellettuale Emilio Lussu. Si affidano invece all’“Opera da tre soldi” di Weill e Brecht per trarre ispirazione nella struttura teatrale della loro, questa volta, “Opera da due soldi” . Un confronto che è in realtà un pretesto per parlare del presente, con una critica neanche tanto velata alle guerre contemporanee, attraverso la storia di un ragazzo sardo che, come tanti, per fuggire alla disoccupazione si arruola nell’Esercito e parte a fare una guerra che non gli appartiene. Il giovane, addormentandosi col testo di Lussu tra le mani, scoprirà, in sogno, che quel passato narrato e criticato sotto le righe dallo scrittore Armungiano non differisce poi tanto dal suo presente.
Testo e musica: Carlo Doneddu