Sono il generale Leone
Se sptacaboom fa il cannone
Soldato tenente e colonnello
Mi rendono poco li mando al macello
Questo per la patria tocca far
Per la gloria e il mio stipendio in banca
Generale fu anche mio padre
E con mia mamma crocerossina
Per insegnarmi la disciplina
Me le davano da sera a mattina
Ora che son grande posso dar
Ai miei soldati la paternità
Non guardate chi comanda
Chi comanda è come Dio
le vostre vite sono armi
e se sparar decido io
non piangete bifolchi
vi regalo in un momento
l’onore di un nome scolpito
per sempre su un monumento
Ma lasciate che vi enarri ora un segreto
Non vendo mai per niente il mio didietro
Ma quello del soldato posso dar
E la brigata per cent’ anni della sua morte si fregerà
Coro:
E la brigata della sua morte si fregerà
Se sptacaboom fa il cannone
Soldato tenente e colonnello
Mi rendono poco li mando al macello
Questo per la patria tocca far
Per la gloria e il mio stipendio in banca
Generale fu anche mio padre
E con mia mamma crocerossina
Per insegnarmi la disciplina
Me le davano da sera a mattina
Ora che son grande posso dar
Ai miei soldati la paternità
Non guardate chi comanda
Chi comanda è come Dio
le vostre vite sono armi
e se sparar decido io
non piangete bifolchi
vi regalo in un momento
l’onore di un nome scolpito
per sempre su un monumento
Ma lasciate che vi enarri ora un segreto
Non vendo mai per niente il mio didietro
Ma quello del soldato posso dar
E la brigata per cent’ anni della sua morte si fregerà
Coro:
E la brigata della sua morte si fregerà
envoyé par adriana - 19/4/2008 - 12:41
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Opera da due soldi
I Figli di Iubal si confrontano questa volta con il pilastro della letteratura sarda “Un anno sull’ altipiano”, dello scrittore, politico e intellettuale Emilio Lussu. Si affidano invece all’“Opera da tre soldi” di Weill e Brecht per trarre ispirazione nella struttura teatrale della loro, questa volta, “Opera da due soldi” . Un confronto che è in realtà un pretesto per parlare del presente, con una critica neanche tanto velata alle guerre contemporanee, attraverso la storia di un ragazzo sardo che, come tanti, per fuggire alla disoccupazione si arruola nell’Esercito e parte a fare una guerra che non gli appartiene. Il giovane, addormentandosi col testo di Lussu tra le mani, scoprirà, in sogno, che quel passato narrato e criticato sotto le righe dallo scrittore Armungiano non differisce poi tanto dal suo presente.