Tutti parlano di Michele
di Michele l'emigrato
che ha lasciato moglie e figli
e in Germania se n'è andato
Tutti i giorni al lavatoio
con i cinque figlioli aggrappati
e al ritorno la speranza
che non li abbia dimenticati
Hanno fatto le ricerche
le richerche al consolato
è arrivata la risposta
che Michele non s'è trovato
Tutti parlano di Santina
che di nero s'è vestita
ha lasciato il suo paese
e a Palermo se n'è andata
Ora fa la portinaia
con i cinque figlioli aggrappati
maledetta 'sta miseria
tutti quanti ci ha rovinati.
di Michele l'emigrato
che ha lasciato moglie e figli
e in Germania se n'è andato
Tutti i giorni al lavatoio
con i cinque figlioli aggrappati
e al ritorno la speranza
che non li abbia dimenticati
Hanno fatto le ricerche
le richerche al consolato
è arrivata la risposta
che Michele non s'è trovato
Tutti parlano di Santina
che di nero s'è vestita
ha lasciato il suo paese
e a Palermo se n'è andata
Ora fa la portinaia
con i cinque figlioli aggrappati
maledetta 'sta miseria
tutti quanti ci ha rovinati.
inviata da Riccardo Venturi - 18/4/2008 - 12:34
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(ca. 1971)
"L'emigrazione era sotto i nostri occhi, naturalmente, e a me fu la tragedia delle cosiddette 'vedove bianche' che finì per ispirarmi, e cioè la storia di quelle donne che non sapevano più niente del marito emigrato. In molti casi, ci dicevano, l'uomo aveva conosciuto una donna, magari una svizzera, o una tedesca, per di più benestante, ed aveva finito per restare a convivere con lei, non tornando più in Sicilia. La canzone che ne venne fuori era marcata da un ritmo di treno scandito su una tammorra tenuta sulle ginocchia."
Leoncarlo Settimelli, Il '68 cantato (e altre stagioni), edizioni Zona, 2008, p. 56. Il testo è stato ricopiato direttamente dal libro.