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Holland, 1945

Neutral Milk Hotel
Lingua: Inglese


Neutral Milk Hotel

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Il brano è tratto dal secondo e ultimo lavoro del gruppo prima del suo scioglimento o, meglio, congelamento.
"In the Aeroplane Over the Sea", uscito nel 1998, è un lavoro interamente ispirato dalla lettura de "Il diario di Anna Frank".
Milkhotel


Una recensione da questo blog:

"Nel 1998 esce per la prima volta questo disco dalla copertina bizzarra: un ritratto di un’estate lontana, negli anni ’30 o ’40, dove spicca una donna, in abito stellato, il cui volto è indecifrabile, sostituito da un cerchio chiaro, sfumato di giallo. Una pergamena. La pelle opacizzata di una vecchia percussione. La sagoma della luna, dove vanno a finire tutti i sogni. Dietro il nome di Neutral Milk Hotel si nasconde il cantautore Jeff Mangum dallo stato della Louisiana nel profondo sud americano. Dietro la luna di pergamena c’è probabilmente il volto infantile di Anna Frank, consegnato alla storia e all’immaginario collettivo dalle ceneri della seconda guerra mondiale. In the Aeroplane Over the Sea nasce infatti dall’incontro di Mangum con la vicenda della Frank: rimasto folgorato dalla lettura del diario, inizia ad avere strani sogni riguardo una famiglia ebraica negli anni Quaranta. Il risultato sono le undici tracce di questo piccolo capolavoro della musica indie. Tuttavia Anna Frank non diventa, come si potrebbe pensare, un simbolo delle atrocità della guerra, ma lo spettro dell’infanzia e dell’adolescenza, sia nelle loro incomunicabili angosce che nelle gioie, nel confronto con il mondo iscritto nel proprio corpo e in quello dell’altro. Quando eri ragazzo eri il Re dei Fiori di Carota - l’apertura dell’album indica subito la dimensione in cui ci stiamo immergendo:l’universo normalissimo eppure straordinario, dove regnavamo protagonisti - ogni cosa era una dilatazione del nostro pensiero, una carne mutevole da attraversare. Il diario infatti, al di là della storia in cui è incastonato, ci restituisce il microcosmo degli adulti spiato da dietro una porta; i tormenti e i desideri di Anna, l’attenta osservatrice di dettagli, la ragazza la cui prima preoccupazione non era la guerra, ma la sete di futuro e di coloro in cui meglio si disegna. L’unica ragazza che io ho mai amato, nacque con le rose dentro gli occhi, canta Mangum in Holland, 1945, la canzone più rockettara dell’album e quella più marcatamente dedicata ad Anna e alla sua famiglia. Sono, queste rose, destinate a sfiorire, ma anche a ricomporsi nella trama resistente di quella particolare memoria, quell’anima mundi, in cui esseri umani che non si sono mai conosciuti si mescolano, stanno uno accanto all’altro. Allora la guerra e la morte reali di Anna, rappresentano soprattutto la fine della giovinezza e l’incapacità di comprendere una società adulta dove il marchio distintivo del singolo individuo viene cancellato fino ad una grigia conformità. Nell’ideale viaggio nel tempo di Mangum, si affiancano ad Anna figure di favolosi e inermi diversi. Il Fool, lo sciocco, ma anche il matto-saggio dei tarocchi, dell’omonimo brano strumentale: colui che entra nell’esistenza pieno di incontrollato potenziale. La ragazzina di Communist Daughter, dove all’apparente vena politica del titolo segue la storia della scoperta della propria identità e della sessualità quasi sussurrata in un linguaggio onirico e intimo, che descrive il paesaggio come un corpo pronto ad aprirsi (l’acqua piena di alghe in cui si muove la protagonista, le cime delle montagne macchiate di seme). Il formidabile individuo a due teste di Two-Headed Boy, chiuso in una giara di vetro, con “un ago che canta nel cuore” e mani sconosciute che ne percorrono la spina dorsale nell’oscurità. L’adolescente inquieto, il corpo-mostro lacerato in due, ancora pregno di attese infantili e già avviato nell’era adulta, ripugnante e ostile quanto carica di inimmaginabili promesse. L’immaginario dell’opera non si stacca mai dalla fisicità dei personaggi e delle storie raccontate: noi siamo i nostri corpi, ci viene costantemente suggerito. Anche il Gesù invocato nella seconda traccia si sporca nella malinconia terrena di una voce e viene travolto da un ritmo in crescendo, dall’inarrestabile voglia di essere qui, presenti. Noi siamo i nostri corpi che si danno forma l’uno con l’altro e quando qualcuno si perde, non è mai troppo lontano che va ad abitare, ci sprofonda dentro come acqua, come dita che scandagliano la bocca di un amante per tenerne le parole. Dio stesso è solo un luogo dove abbiamo pace (Two Headed Boy. Pt. Two).e, viene da intuire, un luogo dove siamo già stati: un punto nel corpo, un ricordo che ci riporta tra ciò che amiamo, dove le cose non possono svanire.

Ascoltando In The Aeroplane Over The Sea ho pensato che Jeff Mangum è un po’ come Billy Pilgrim, il personaggio principale di Mattatoio N°5, il capolavoro di Kurt Vonnegut, che tenta di raccontare un altro degli orrori della seconda guerra mondiale: il bombardamento di Dresda. Alla realtà storica si affianca la fantascienza: Billy Pilgrim, soldato involontario, incapace di usare una qualsiasi arma, scopre di poter viaggiare nel tempo e viene in seguito rapito dagli abitanti del pianeta di Tralfamadore, che hanno una teoria alquanto interessante riguardo allo spazio temporale. Per i tralfamadoriani la morte non esiste, le vite non scorrono linearmente verso una fine, ma sono costellate di attimi, dove le persone vivono per sempre. La tragedia e il dolore non si possono evitare, esattamente come non si evita la gioia – fanno parte della memoria (non del tempo) e la loro presenza ci aiuta a scegliere dove e a chi meglio apparteniamo. Come Billy da Tralfamadore, Mangum dal suo fantastico aereo guarda il destino su cui stiamo a galla, trova la forza o la spensieratezza o entrambe per dirsi che la morte è solo uno dei tanti giorni di una vita dove possiamo ancora contare ogni cosa bella da vedere, l’amore a venire tra le braccia di chi ci teniamo accanto. Allora tornando a guardare il volto misterioso della donna in copertina, metà carta di pergamena, metà luna dei sogni meravigliosi, mi accorgo che tutto è chiaro. Non è in realtà l’astro notturno in cui trovare rifugio, per non subire il mondo e il futuro, ma il cerchio del sole, la cui luce si divide e riflette sopra di noi."


Da Wikipedia:

"The band's second LP, In the Aeroplane Over the Sea, released in 1998, is notable as a critically acclaimed work and a widely popular recording. It is a spiritually motivated work conceptually based on the beauty to be found in the horrific fate of Anne Frank. During live performances, including the one released under the title Live at Jittery Joe's, Mangum has described some of the songs off this album as based on urgent, recurring dreams he had of a Jewish family during World War II.
The only girl I've ever loved
Was born with roses in her eyes
But then they buried her alive
One evening 1945
With just her sister at her side
And only weeks before the guns
All came and rained on everyone
Now she's a little boy in Spain
Playing pianos filled with flames
On empty rings around the sun
All sing to say my dream has come

But now we must pick up every piece
Of the life we used to love
Just to keep ourselves
At least enough to carry on

And now we ride the circus wheel
With your dark brother wrapped in white
Says it was good to be alive
But now he rides a comet's flame
And won't be coming back again
The Earth looks better from a star
That's right above from where you are
He didn't mean to make you cry
With sparks that ring and bullets fly
On empty rings around your heart
The world just screams and falls apart

But now we must pick up every piece
Of the life we used to love
Just to keep ourselves
At least enough to carry on

And here's where your mother sleeps
And here is the room where your brothers were born
Indentions in the sheets
Where their bodies once moved but don't move anymore
And it's so sad to see the world agree
That they'd rather see their faces fill with flies
All when I'd want to keep white roses in their eyes

inviata da Alessandro - 30/1/2008 - 17:08




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