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Il soldato Bruna

Pino Masi
Lingua: Italiano


Pino Masi

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(1973)

Tra le prime canzoni di Pino Masi scegliamo questa, che riteniamo uno dei capolavori della canzone antimilitarista italiana. Narra un episodio realmente accaduto in una caserma del pisano.

Pino Masi
Pino Masi
C’era un tale Riccardo Bruna
contadino in gran povertà
che per colmo diciamo (per ora) di sfortuna
militare dovette andar

Arrivato che fu al reggimento (degli alpini)
e trascorsi i mesi del CAR(Centro Addestramento Reclute)
gli fu dato un bel mulo e l’armamento (pensate, un mulo)
per poter sulla patria vegliar

Venne il giorno dell’esercitazione
i generali in elicottero e jeep
ma tu hai voglia di dar pedate al mulo
sembra sordo e non vuole partir

Scusi tanto signor caporale
ma il mio mulo non vuole marciar
è colpa tua che sei un animale
e che non ti sai far rispettar

Eh no lei si sbaglia signor caporale
io se voglio mi faccio rispettar
lei per esempio mi ha chiamato animale
ed allora si prenda questo qua

Con un pugno sulla testa quadrata
il caporale nella merda finì (era la merda del mulo)
favorisca che è fresca di giornata
così almeno avrò poco da pulir

Si sospende l’esercitazione
e il tribunale militare dirà
nove mesi a Riccardo Bruna
che a Gaeta li deve scontar

Quattro mesi per il pugno al caporale (quattro mesi)
cinque mesi perchè il mulo colpì
parve chiaro anche al tribunale militare
quel che vale un superiore oggidì

Il servizio militare è una prigione
e Gaeta una prigione militare
quel che ha sofferto il soldato Bruna
lo possiam facilmente immaginar

Nove mesi di questa sporca vita
che a dire il vero più vita non è
o cara mamma vorrei farla finita
se non lo faccio è perchè penso a te

E tornato che fu da Gaeta
il comandante (degli alpini) lo manda a chiamar
in fanteria ti faccio trasferire
cosi gli alpini non puoi più disonorar

Prima mi mandi quattro giorni a casa
che è quasi un anno che non ci vado più
niente licenze e niente permessi
il disonore nostro sei tu

O comandante lei non mi dà permessi
perchè non sono stato un bravo alpin
ma chi va a casa qui son sempre gli stessi
quelli che hanno il padre coi quattrin

Sei contadino tu cosa vuoi capire
ho già sprecato troppo fiato con te
se ho deciso di farti trasferire
non mi fa cambiare idea neppure il re

Capua Vetere Reparto Punizione:
il nostro fante— (adesso) —contadino è là
e di licenze neppure l’illusione
tanto sa che nessuno gliene dà

Dopo un mese di questa quasi vita
Riccardo Bruna non ce la fa più
se legalmente qui non c’è via d’uscita (dice)
illegalmente me ne torno su

E gettato per terra il fucile
e la divisa ‘che più non servirà
coi vestiti prestati da un civile
sulla strada di casa se ne va

Son passate otto ore o forse meno
della tanto attesa libertà
ma non aveva neanche i soldi per il treno
alla stazione lo hanno arrestà

Questa volta il tribunale è più severo
un ribelle un recidivo eccolo qua
L’altra volta nove mesi non è vero
questa volta così non finirà

Dieci mesi per la diserzione
quattro mesi abbandono del fucil
tre mesi ancora per la munizione
e la divisa che hai lasciato lì

E mentre stiamo qui a cantare tutti insieme
lui diciassette mesi ancora si farà
ce lo portan via con ai polsi le catene
per otto ore (otto ore) di libertà

Riccardo Bruna da Pordenone,
contadino in gran povertà
se la tua vita è tutta una prigione
questa prigione un giorno salterà

Sarà la forza del proletariato
che sta in prigione ogni giorno con te
a smascherare questo sporco stato
che crede ancora nel duce e nel re

Sarà la forza del proletariato
che sta in prigione ogni giorno con te
a smascherare questo sporco stato
che crede ancora nel duce e nel re.

inviata da Riccardo Venturi




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