Korkunç ellerinle bastırıp yaranı
dudaklarını kanatarak
dayanılmakta ağrıya.
Şimdi çıplak ve merhametsiz
bir çığlık oldu ümid...
Ve zafer
artık hiçbir şeyi affetmeyecek kadar
tırnakla sökülüp koparılacaktır...
Günler ağır.
Günler ölüm haberleriyle geliyor.
Düşman haşin
zalim
ve kurnaz.
Ölüyor çarpışarak insanlarımız
— halbuki nasıl hakketmişlerdi yaşamayı —
ölüyor insanlarımız
— ne kadar çok —
sanki şarkılar ve bayraklarla
bir bayram günü nümayişe çıktılar
öyle genç
ve fütursuz...
Günler ağır.
Günler ölüm haberleriyle geliyor.
En güzel dünyaları
yaktık ellerimizle
ve gözümüzde kaybettik ağlamayı :
bizi bir parça hazin ve dimdik bırakıp
gözyaşlarımız gittiler
ve bundan dolayı
biz unuttuk bağışlamayı...
Varılacak yere
kan içinde varılacaktır.
Ve zafer
artık hiçbir şeyi affetmeyecek kadar
tırnakla sökülüp
koparılacaktır...
dudaklarını kanatarak
dayanılmakta ağrıya.
Şimdi çıplak ve merhametsiz
bir çığlık oldu ümid...
Ve zafer
artık hiçbir şeyi affetmeyecek kadar
tırnakla sökülüp koparılacaktır...
Günler ağır.
Günler ölüm haberleriyle geliyor.
Düşman haşin
zalim
ve kurnaz.
Ölüyor çarpışarak insanlarımız
— halbuki nasıl hakketmişlerdi yaşamayı —
ölüyor insanlarımız
— ne kadar çok —
sanki şarkılar ve bayraklarla
bir bayram günü nümayişe çıktılar
öyle genç
ve fütursuz...
Günler ağır.
Günler ölüm haberleriyle geliyor.
En güzel dünyaları
yaktık ellerimizle
ve gözümüzde kaybettik ağlamayı :
bizi bir parça hazin ve dimdik bırakıp
gözyaşlarımız gittiler
ve bundan dolayı
biz unuttuk bağışlamayı...
Varılacak yere
kan içinde varılacaktır.
Ve zafer
artık hiçbir şeyi affetmeyecek kadar
tırnakla sökülüp
koparılacaktır...
inviata da Riccardo Gullotta - 17/3/2025 - 10:00
Lingua: Inglese
English translation / Ingilizce çeviri / الترجمة الانكليزية / English translation / Traduzione inglese / ענגליש איבערזעצונג :
Rukiye Uçar Görücü
Rukiye Uçar Görücü
ON VICTORY
By pressing on the wounds with your ruined hands Now hope has become
And victory
Days are heavy.
Days arrive with death news.
The enemy is relentless
— yet how they deserved to live —
they are dying, our people
Days are heavy.
Days arrive with death news.
We have burnt the most beautiful worlds
leaving us a bit sad and upright and that is why
The destination will be reached
By pressing on the wounds with your ruined hands
biting your lips till they bleed
one can only endure the pain.
one can only endure the pain.
a naked and merciless cry...
at the point where nothing will be forgiven anymore
will be ripped out tooth and nail...[1]
Days are heavy.
Days arrive with death news.
The enemy is relentless
cruel
They are fighting to their death, our people and cunning.
— yet how they deserved to live —
they are dying, our people
— so many of them —.
as if, with songs and flags they are marching on a national holiday
so young
and reckless...
Days are heavy.
Days arrive with death news.
We have burnt the most beautiful worlds
with our hands
And we have lost the tears in our eyes :leaving us a bit sad and upright
our tears are gone
we forgot to forgive...
The destination will be reached
Covered in blood.
And victory at the point where nothing will be forgiven anymore
will be ripped out tooth
and nail.
[1] "tooth" is an enhancement . In the original text tırnakla is just for nails [RG]
inviata da Riccardo Gullotta - 17/3/2025 - 10:05
Lingua: Italiano
Traduzione italiana / İtalyanca çeviri / الترجمة الإيطالية / Italian translation / תרגום לאיטלקית
Riccardo Gullotta
Riccardo Gullotta
SULLA VITTORIA
Premendo sulle ferite con le mani malconce Ora la speranza è diventata
E la vittoria
I giorni pesano.
I giorni arrivano con notizie di morte.
Il nemico è implacabile
— -eppure quanto meritavano di vivere- !—
stanno morendo, la nostra gente
I giorni pesano..
I giorni arrivano con notizie di morte...
Abbiamo arso i mondi più belli
lasciandoci un po' tristi e dritti perciò
Il traguardo sarà raggiunto
Premendo sulle ferite con le mani malconce
mordendoti le labbra a sangue
si può solo sopportare il dolore..
si può solo sopportare il dolore..
un urlo nudo e spietato...
sino al momento in cui nulla sarà più perdonato
sarà strappata via con le unghie...
I giorni pesano.
I giorni arrivano con notizie di morte.
Il nemico è implacabile
crudele
Stanno combattendo fino alla morte, la nostra gente e astuto.
— -eppure quanto meritavano di vivere- !—
stanno morendo, la nostra gente
— proprio tanti —.
sembra quasi che con canti e bandiere, stiano marciando ad una festa nazionale
tanto giovani
e temerari...
I giorni pesano..
I giorni arrivano con notizie di morte...
Abbiamo arso i mondi più belli
con le nostre mani
e abbiamo smarrito le lacrime nei nostri occhi:lasciandoci un po' tristi e dritti
le nostre lacrime sono finite
abbiamo dimenticato di perdonare…...
Il traguardo sarà raggiunto
coperto di sangue.
E la vittoria sino al momento in cui nulla sarà più perdonato
sarà strappata via con le unghie
and nail.
inviata da Riccardo Gullotta - 17/3/2025 - 10:12
Io ricordo che avevo tradotto: "E la vittoria, visto che non perdonerò più niente, verrà strappata via con un'unghia"
Il tempo non passa quando si tratta di guerre, possono cambiare luoghi o tipi di arma ma 1941 o 2025 è lo stesso. Hikmet viaggiava molto nonostante lo abbiano fatto stare ignobilmente in galera così a lungo e quando andava in giro si nutriva di tutto quel che vedeva, come un giornalista. Parlava con tutti senza distinzioni di sorta, senza tirarsela e ogni cosa diventava versificazione poetica, perfino una centrale atomica. Per lui la poesia era strumento per togliere inutili scorie dalla propria intelligenza.
Il tempo non passa quando si tratta di guerre, possono cambiare luoghi o tipi di arma ma 1941 o 2025 è lo stesso. Hikmet viaggiava molto nonostante lo abbiano fatto stare ignobilmente in galera così a lungo e quando andava in giro si nutriva di tutto quel che vedeva, come un giornalista. Parlava con tutti senza distinzioni di sorta, senza tirarsela e ogni cosa diventava versificazione poetica, perfino una centrale atomica. Per lui la poesia era strumento per togliere inutili scorie dalla propria intelligenza.
Flavio Poltronieri - 19/3/2025 - 17:57
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Şiir / قصيدة/ A Poem by / Poesia / שִׁיר :
Nâzım Hikmet
Müzik / موسيقى / Music / Musica / מוזיק :
The hour of the East
Stamatis Spanoudakis
Su Rukiye Uçar Görücü, una fine traduttrice di letteratura turca in inglese, siamo riusciti ad attingere poche notizie, con qualche sforzo. A meno di una nostra svista, pare che insegni inglese a Erzurum, Turchia nord-orientale. Il suo blog dà conto della latitudine dell'impegno di un'intellettuale di rilievo. Perché il nostro interesse per lei? Primo, per la sua attenzione verso la poesia turca del Novecento che offre non pochi spunti per le tematiche di CCG; secondo, per la simpatia istintiva che proviamo per i personaggi defilati.
Ci sentiamo sollecitati dalla poesia “Sulla vittoria” di Hikmet e dalla traduzione che Rukiye Uçar ha dedicato alla Palestina. Ci è sembrato di cogliere tre opportunità in una sola occasione. In primo luogo la Palestina, che in troppi vorrebbero vedere in estinzione dopo millenni, alterando e sopprimendo la cultura e la nazionalità palestinesi. Poi la poesia di Hikmet, tra le sue più significative. Fu composta nel 1941; sembra scritta espressamente per i nostri giorni, d’altronde un’opera d’arte vive in tutti tempi e luoghi. Il lettore noterà l’assenza di riferimenti confessionali, in linea con l’orientamento laico dell’autore. Emerge un contrasto evidente con le tendenze di conferire una parvenza di giustificazione ideologica, mostruosa, al consumo della violenza e della ragione del più forte e quindi del “giusto” con copertura eteronoma. Infine la traduzione notevole, anch’essa mossa dall’empatia per i perdenti, per quelli che nella disperazione estrema resistono allo strapotere per affermare la dignità senza se e senza ma.
Loro, i senzatetto, falcidiati dalle bombe, dalla fame, dalla sete, dalle malattie, dagli assedi, ridotti a larve in sembianze umane. Loro che, nella povertà e violenza disumana senza limiti, sono il segno più evidente delle contraddizioni della nostra civiltà. Loro, i nuovi straccioni di Valmy, protagonisti per un momento nel terzo millennio. [Riccardo Gullotta]