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Nivione

Bataquaerch
Lingua: Italiano


Bataquaerch


La notizia di partigiani nascosti non troppo lontano da Varzi
fu per la Belva, Fiorentini, l'occasione più giusta,
nella notte tra il 7 e l'8 agosto del '44,
Tripoli, Ombre e Sceriffo sostarono nei paraggi.

Verso l'alba, lungo il Lella, tra Nivione e Castello,
80 camice nere sono pronte ad attacchare.
All'ingresso del paese c'è la chiesa sull'altura,
una raffica tra i mandorli saluta la pattuglia.

Sono in sei i ribelli, nascosti nel bosco,
in attesa dei loro fratelli.
C'è sgomento tra i fascisti di essere accerchiati,
la scrive, commenta, siamo imbottigliati.

Viso bianco e sconvolto, Fiorentini comanda l'ordine.
Fate presto, bruciate il paese, le stalle e i granai.
Primula rossa di corsa è arrivato, seguito da partigiani.
Il nemico viene attaccato e fugge disorientato,

ma il fato è a volte codardo.
Sono fatti prigionieri, due civili,
poi freddati, nemmeno processati.
Centenaro, Serafino, contadino,
Ponte in testa, Alfredo, Vianni, 24, ex Salvino.

Giunti a Varzi, i fascisti gridarono allo scandalo,
scornati e sconfitti.
I ribelli erano tanti,
anche il parroco avrebbe sparato.
I contadini l'hanno aiutato,
non rimaneva che dare una punizione esemplare.

Morte al parroco, distruggiamo il paese.
Il sequestro dei beni, la versione nelle camicie nere.
Nivione è in fiamme, la campana è in silenzio.
Le voci sommesse recitano preghiere.

Da lontano, uccellino, c'imbecca una canzone.
Tra le querce e le acacie, ignaro di quell'aggressione.
Il 9 di agosto, i funerali di Alfredo,
il silenzio è rotto da una raffica.
Si infrange a qualche metro,
la gente salva, l'odio no.

Nivione è in fiamme, la campana è in silenzio.
Le voci sommesse recitano preghiere.
Da lontano, uccellino, c'imbecca una canzone.
Tra le querce e le acacie, ignaro di quell'aggressione.



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