La memoria è come un sasso
Te lo scagliano addosso
Buca la pelle si annida dentro
Non lo scioglierai da solo
Ventinove ottobre quarantanove
Melissa lancio del sasso
La memoria picchia giù dal cielo
Cerca i braccianti ne trova la pelle
Corre Angelina agita la bandiera
Intona la voce un canto d’amore
Arburu picciriddu ti chiantai*
Cantano tutti dietro a lei
La memoria quando ti colpisce
Non puoi trattenerla
Con gli altri tu devi dividerla
Se vuoi usarne la forza
La memoria è un sasso lanciato addosso
Colpisce Angelina
Taglia in due la voce
Ora è un lamento e dura poco
La memoria è un sasso lanciato a caso
Che avrà fatto Giovanni?
Gli sembrava una festa ed è una guerra
Un solo giorno è durata
La memoria è un sasso travolge i destini
Sbaraglia Francesco
Non è morto in Russia
È tornato qui da noi a farsi morire
La memoria quando ti colpisce
Non puoi più trattenerla
Con gli altri tu devi dividerla
Se vuoi usarne la forza
La memoria siamo noi in questa stanza
Ce la portiamo dentro
Ogni giorno a rovistarci
Non dovremmo mai farlo da soli
Ventinove ottobre quarantanove
È il tempo delle fave
Zappano i contadini a Fragalà
Cercano la vita di spostare più in là
Corre Angelina agita la bandiera
Intona la voce un canto d’amore
Arburu picciriddu ti chiantai
Cantano tutti dietro a lei
Te lo scagliano addosso
Buca la pelle si annida dentro
Non lo scioglierai da solo
Ventinove ottobre quarantanove
Melissa lancio del sasso
La memoria picchia giù dal cielo
Cerca i braccianti ne trova la pelle
Corre Angelina agita la bandiera
Intona la voce un canto d’amore
Arburu picciriddu ti chiantai*
Cantano tutti dietro a lei
La memoria quando ti colpisce
Non puoi trattenerla
Con gli altri tu devi dividerla
Se vuoi usarne la forza
La memoria è un sasso lanciato addosso
Colpisce Angelina
Taglia in due la voce
Ora è un lamento e dura poco
La memoria è un sasso lanciato a caso
Che avrà fatto Giovanni?
Gli sembrava una festa ed è una guerra
Un solo giorno è durata
La memoria è un sasso travolge i destini
Sbaraglia Francesco
Non è morto in Russia
È tornato qui da noi a farsi morire
La memoria quando ti colpisce
Non puoi più trattenerla
Con gli altri tu devi dividerla
Se vuoi usarne la forza
La memoria siamo noi in questa stanza
Ce la portiamo dentro
Ogni giorno a rovistarci
Non dovremmo mai farlo da soli
Ventinove ottobre quarantanove
È il tempo delle fave
Zappano i contadini a Fragalà
Cercano la vita di spostare più in là
Corre Angelina agita la bandiera
Intona la voce un canto d’amore
Arburu picciriddu ti chiantai
Cantano tutti dietro a lei
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L’albero del bracciante umiliato
Arburu picciriddhu ti chiantai
cu la speranza mi cogghiu lu fruttu
cu na zappuddha d’oru ti zappai
sempri t’imbivarai cu chiantu ‘rruttu.
Poi passau unu, non ti vitti mai
stendiu la manu e si cogghiu tuttu.
E jeu l’amariceddhu mia restai
la ucca amara cu lu denti asciuttu.
ne viene preso in prestito soltanto il primo verso per farli diventare un canto d’amore intonato da Angelina, Angelina Mauro, una ragazza di 24 anni, una delle tre vittime di quel giorno.