después de vivir un siglo
es como descifrar signos
sin ser sabio competente.
Volver a ser de repente
tan frágil como un segundo,
volver a sentir profundo
como un niño frente a Dios.
Eso es lo que siento yo
en este instante fecundo.
como en el muro la hiedra
y va brotando, brotando,
como el musguito en la piedra.
Como el musguito en la piedra ay sí, sí, sí.
Mi paso ha retrocedido
cuando el de ustedes avanza,
el arco de las alianzas
ha penetrado en mi nido
con todo su colorido
se ha paseado por mis venas
y hasta la dura cadena
con que nos ata el destino
es como un diamante fino
que alumbra mi alma serena.
como en el muro la hiedra
y va brotando, brotando,
como el musguito en la piedra.
Como el musguito en la piedra ay sí, sí, sí.
Lo que puede el sentimiento
no lo ha podido el saber
ni el más claro proceder
ni el más ancho pensamiento,
todo lo cambia al momento
cual mago condescendiente,
nos aleja dulcemente
de rencores y violencias
sólo el amor con su ciencia
nos vuelve tan inocentes.
como en el muro la hiedra
y va brotando, brotando,
como el musguito en la piedra.
Como el musguito en la piedra ay sí, sí, sí.
El amor es torbellino
de pureza original
hasta el feroz animal
susurra su dulce trino,
detiene a los peregrinos,
libera a los prisioneros.
El amor con sus esmeros
al viejo lo vuelve niño
y al malo sólo el cariño
lo vuelve puro y sincero.
como en el muro la hiedra
y va brotando, brotando,
como el musguito en la piedra.
Como el musguito en la piedra ay sí, sí, sí.
De par en par la ventana
se abrió como por encanto
entró el amor con su manto
como una tibia mañana;
al son de su bella diana
hizo brotar el jazmín,
volando cual serafín
al cielo le puso aretes
mis años en diecisiete
los convirtió el querubín.
como en el muro la hiedra
y va brotando, brotando,
como el musguito en la piedra.
Como el musguito en la piedra ay sí, sí, sí.
Riccardo Venturi, 9-2-2001
(Dice d'averla fatta il 9 febbraio 2001
Abita (ancora per poco) a venti metri dal capolinea del 17)
Tornare a diciassett'anni
Dopo aver vissuto un secolo
È come decifrar segni
Senza essere un dotto sapiente.
Tornare ad essere, all'improviso,
Fragile come un istante,
Tornare a sentir tutto dentro
Come un bimbo di fronte a Dio.
Questo è quel che io sento
In questo momento fecondo.
Come l'edera alla parete
E germoglia, germoglia
Come il muschio sulla pietra,
Come il muschio sulla pietra, eh, sì.
Il mio passo è andato indietro,
Mentre il vostro sta andando avanti,
L'arca dell'alleanza
E' entrata nel mio nido
Con tutto il suo arcobaleno
Mi ha passeggiato per le vene,
E financo la dura catena
Con cui ci lega il destino
E' come un diamante fino
Che m'illumina l'anima serena.
Come l'edera alla parete
E germoglia, germoglia
Come il muschio sulla pietra,
Come il muschio sulla pietra, eh, sì.
Quel che può il sentimento
Non lo ha potuto il sapere
Né il cammino più illustre,
Né il più vasto pensiero;
Tutto cambia al momento,
Come un mago accondiscendente
Ci allontana dolcemente
Da rancori e violenze,
Solo l'amore con la sua scienza
Ci rende tanto innocenti.
Come l'edera alla parete
E germoglia, germoglia
Come il muschio sulla pietra,
Come il muschio sulla pietra, eh, sì.
L'amore è un turbinìo
Di purezza originale,
Persino un feroce animale
Sussurra il suo dolce trillo,
Trattiene i pellegrini,
Libera i prigionieri.
L'amore con le sue cure
Il vecchio lo fa tornar bimbo,
E il malvagio, solo l'affetto
Lo cambia in puro e sincero.
Come l'edera alla parete
E germoglia, germoglia
Come il muschio sulla pietra,
Come il muschio sulla pietra, eh, sì.
E come per un incanto
La finestra s'è spalancata,
Entra l'amore col suo manto.
Come un tiepido mattino;
Al suono di bella diana
Fece spuntar il gelsomino,
Volando come un serafino
Il cielo lo ha ingioiellato,
E i miei anni, a diciassette
Li ha fatti tornare un cherubino.
Come l'edera alla parete
E germoglia, germoglia
Come il muschio sulla pietra,
Come il muschio sulla pietra, eh, sì.
Riccardo Venturi, 14-12-2007
Tornare a diciassett'anni
Dopo un secolo di vita
È come decifrar segni
Senza essere un sapiente.
Tornare, all'improvviso
Fragile come un momento,
A sentire tutto dentro,
Un bimbo di fronte a Dio.
Questo è quello che io sento
In questo istante fecondo.
Come al muro il rampicante
E poi germoglia, germoglia,
Muschio che copre la pietra,
Come il muschio sulla pietra, sì, sì sì.
Ho i passi che vanno indietro
Mentre i vostri vanno avanti,
Ho l'arca dell'alleanza
Che è entrata dentro al mio nido
Con tutto il suo arcobaleno
Mi passeggia per le vene
E anche le dure catene
Con cui ci lega il destino
E' come un diamante fino,
Luce serena del cuore.
Come al muro il rampicante
E poi germoglia, germoglia,
Muschio che copre la pietra,
Come il muschio sulla pietra, sì, sì sì.
Quel che può il sentimento
Non lo ha potuto il sapere
E né il cammino più insigne,
E né il più vasto pensiero;
Tutto si cambia al momento,
Come concesso da un mago
Ci allontana dolcemente
Da rancori e da violenze,
L'amore con la sua scienza
Solo ci dà l'innocenza.
Come al muro il rampicante
E poi germoglia, germoglia,
Muschio che copre la pietra,
Come il muschio sulla pietra, sì, sì sì.
L'amore è un turbinìo
Di purezza originale,
Anche un feroce animale
Sussurra il suo dolce trillo,
E trattiene il pellegrino,
E libera il prigioniero.
Il vecchio torna bambino
Con le cure dell'amore
E il malvagio, con l'affetto
Diventa puro e sincero.
Come al muro il rampicante
E poi germoglia, germoglia,
Muschio che copre la pietra,
Come il muschio sulla pietra, sì, sì sì.
E come per un incanto
La finestra si spalanca,
Come un tiepido mattino
L'amore entrò col suo manto.
Al suono di bella diana
Con lui spuntò il gelsomino,
Volando da serafino
Il cielo lo ha ingioiellato,
Tornata a diciassett'anni
Con l'ala di un cherubino.
Come al muro il rampicante
E poi germoglia, germoglia,
Muschio che copre la pietra,
Come il muschio sulla pietra, sì, sì sì.
Tornare ai miei 17
Dopo averne vissuti 100
È come decrifrar segno
Senza esser dotto sapiente
Tornare improvvisamente
Sì fragil come un momento
Tornare a un sentir profondo
Come un bimbo di fronte a Dio
È quello che sento io
In questo istante fecondo
Come sul muro l'edera,
E germogliando germogliò
Come fa il musco sulla pietra
Come musco sulla pietra sì sì sì
Il piede è tornato indietro
Quando il vostro piede avanza
E l'arca dell'alleanza
È entrata dentro il mio nido
Con tutto il suo colorito
Mi ha attraversato ogni vena
Financo la dura catena
Che trattiene il mio destino
È come un diamante fino
Che accende la mente serena
Come sul muro l'edera,
E germogliando germogliò
Come fa il musco sulla pietra
Come musco sulla pietra sì sì sì
Quel che ha potuto il sentimento
Non lo ha potuto il sapere
Né il più colto procedere
Né il più vasto pensamento
Tutto lo cambia il momento
Come mago condiscendente
Ci allontana più dolcemente
Dal rancore e dalla violenza
è l'amore con la sua scienza
Che rende tanto innocente
Come sul muro l'edera,
E germogliando germogliò
Come fa il musco sulla pietra
Come musco sulla pietra sì sì sì
L'amor di tumulto è squillo
Di purezza originale
Anche il più feroce animale
Sussurra il suo dolce trillo
Trattiene il pellegrino
E libera il prigioniero
L'amor di gioia foriero
Il vecchio lo fa bambino
Il malvagio torna agnellino
Col suo influsso sincero
Come sul muro l'edera,
E germogliando germogliò
Come fa il musco sulla pietra
Come musco sulla pietra sì sì sì
Larga, ampia la persiana
Si aprì come per incanto
Entrò l'amor col suo manto
Come calda alba argentana
Al suono della sua diana
Sbocciò il bel gelsomino
Volando qual Serafino
Al cielo donò comete
I miei anni furon 17
Per mano del cherubino
Come sul muro l'edera,
E germogliando germogliò
Come fa il musco sulla pietra
Come musco sulla pietra sì sì sì
To be seventeen again
When you have lived a century
Is like deciphering signs
Without being a wise man
To be suddenly
As fragile as a second
To feel as profoundly
As a child in front of God
This is what I feel
In this rich moment
Like ivy on a wall
And they spread
Like moss growing on a rock
Like moss on a rock
My steps go back
As yours move forward
The rainbow of our alliance
Has penetrated my nest
With all its colors
It has passed through my veins
And even the strong chain
With which destiny has tied us
Is like a diamond
That illuminates my serene soul
Like ivy on a wall
And they spread
Like moss growing on a rock
Like moss on a rock
What emotions can do,
Knowledge cannot.
Nor can the clearest actions,
Nor the broadest thoughts
Everything changes the moment
The gracious magician
Removes us gently
From animosity and violence
Only love, with its knowledge,
Returns us to our innocence
Like ivy on a wall
And they spread
Like moss growing on a rock
Like moss on a rock
Love is like a whirlwind
Of original purity
Even to the wild animal
It murmurs its sweet trill
It gives the wanderers rest,
Frees the prisoners
Love, with its care,
Turns the old man into a child
And only with love
Do the evil return to goodness and honesty.
Like ivy on a wall
And they spread
Like moss growing on a rock
Like moss on a rock
As if by enchantment
The window flew wide open
In came love with its cloak,
Like a warm morning
And the sound of beautiful Diana [*]
Made the jasmine bloom
A flying Seraphim
Placed jewels in the sky for me
And the Cherubim changed
My years to seventeen
Like ivy on a wall
And they spread
Like moss growing on a rock
Like moss on a rock
envoyé par Marcia - 10/4/2009 - 11:24
To be seventeen again
After living for a hundred years,
It's like uncovering truths
Without having to be wise.
To return all of a sudden
To being as fragile as a moment,
To once again feel things deeply
Like a child before God,
That is what I feel
In this fertile moment.
Like the ivy up the wall,
And it grows and grows
Like the moss on a stone,
Like the moss on a stone, oh yes, yes, yes.
My steps take me back
While yours advance,
The Ark of the Covenant
Has flooded my nest.
With all of its coloring
It has strolled through my veins,
And even the heavy chains
That destiny binds us with.
It's like a fine diamond
Illuminating my serene soul.
Like the ivy up the wall,
And it grows and grows
Like the moss on a stone,
Like the moss on a stone, oh yes, yes, yes.
What feeling can do
Knowledge hasn't know how,
Nor the clearest procedure
Nor the deepest thoughts.
Everything is changed by a moment,
That acquiescent magician,
Softly distances us
From resentment and violence.
Only love and its science
Can make us so innocent.
Like the ivy up the wall,
And it grows and grows
Like the moss on a stone,
Like the moss on a stone, oh yes, yes, yes.
Love is a whirlwind
Made of original pureness,
Even the fierce animal
Will whisper it sweet song.
It can halt the pilgrims,
It frees prisoners,
Love and its care
Will turn the old man into a boy.
And for the sinner only affection
Can make him pure and sincere.
Like the ivy up the wall,
And it grows and grows
Like the moss on a stone,
Like the moss on a stone, oh yes, yes, yes.
The window is wide open,
It opened as if by magic,
Love entered with his blanket
Like a warm morning,
With the sound of its beautiful reveille
It made the jasmine bloom,
That seraphim angel flew
And placed rings in the sky.
And I turned seventeen
Converted by the cherubim.
Like the ivy up the wall,
And it grows and grows
Like the moss on a stone,
Like the moss on a stone, oh yes, yes, yes.
envoyé par Riccardo Venturi - 15/11/2021 - 11:49
Pina Bausch / Ronald Kay
(Per tramite di / Through Cantos Cautivos)
L'ultima versione inglese che proponiamo in questa pagina, ha due autori di eccezione: la celeberrima coreografa tedesca Pina Bausch (1940-2009) e suo marito, il poeta tedesco-cileno Ronald Kay (1941-2017). L'ultima pièce di danza di Pina Bausch reca un titolo ripreso proprio da Volver a los diecisiete: “...Como el musguito en la piedra, ay si si si”. Si rimanda a Pina Bausch Dance Theater di Gabriele Klein per maggiori notizie e motivazioni. La versione, che è stavolta una vera e propria versione d'arte, è ripresa anche in Cantos Cautivos (“Canti Prigionieri”), un importante sito dedicato alla memoria, alle testimonianze e ai canti dei prigionieri politici cileni durante la dittatura di Pinochet; a Volver a los diecisiete è dedicata la testimonianza di Gabriela Durand, una ragazza di 18 anni che, nel 1980, era detenuta presso il Recinto CNI, Cuartel Central Borgoño, nei dintorni di Santiago. La riportiamo integralmente in inglese: in definitiva, è questa testimonianza che ci ha fatto decidere, oggi 16 novembre 2021, di togliere questa canzone dagli “Extra” e di riportarla alla sua storia. [RV]
The guys used to put the radio on, playing popular tunes of the time. For us young people, the songs were a bit corny, but still, we enjoyed them, they were a relief. We always kept absolute silence.
Sometimes a guard would come and turn on the radio, they’d talk, and you could listen to the music. If the news came on, they’d flick to another station.
When they came to see us some of them would turn the volume up high, while other guards would turn it down, it all depended on the particular guard. There was one who specialised in bugging you by turning the volume up high, then down, then up again, and he also sang. It made us laugh, but we also knew it was his way of showing his power over us.
I was sitting down, handcuffed, and at some point, the song 'Volver a los diecisiete' ('To Be Seventeen Again') came on; I don’t know if it was the radio or a record being played. A guard came up to me, pulled me up and said: 'Look, girl, listen to this song, it’s yours, you revolutionaries; let’s see, sing it!' I told him I couldn’t sing and he said 'Yes you can - sing to your comrades, they’re all feeling screwed'.
I didn’t want to sing, I was embarrassed. I’d always been told that I couldn’t sing, that I was out of tune. I was standing up, feeling a mix of fear and shame, but totally intimidated.
I peered under my blindfold and I recognised Carlos, a comrade who had just been brought to the camp. All I could see were his feet, his hands and the end of his jacket's sleeve. That’s when I started to sing. It was as if I just surrendered to the music, feeling, at the same time, rage that they were making me do that. It was humiliating but it was also comforting. That was my take on that situation, and I sang.
I thought of Carlos and the other comrades who were being kept there, whose feet were the only thing I could see. I told myself that was singing it for him, and that I would forget everything that was going on.
With that mixture of fear, of wondering what would happen if you didn’t sing, afraid of being out of tune, of how your voice was going to project, of not knowing if you were going to be told off, and of knowing that in any case, they were laughing at you - the fear of ridicule. It was like torture - an intense form of it.
And while I was singing they’d turn the volume down and then up again, as if playing a game. And when I finished the guard applauded saying 'You sing well, girl'.
I knew it wasn’t true. Then he ordered me to sit down. 'You sing badly, girl', 'No, you sing well', pestering me all the time.
That was one of many humiliations. It was very short but the feelings were strong.
When the memory comes back to the surface after I've forgotten it, I know that at some point I managed to make the song my own, that it came to save me, and a bond was created between the song and me, and what was happening.
I was able to approach it in a different way, since they were making me sing it to humiliate me, to make me feel bad.
And the fact that they should choose precisely that song, 'To Be Seventeen Again', was like going back to the time of the Popular Unity. They did it to traumatise you.
But they didn't succeed that much, because when I sang I felt that tremor, that humiliation, but I also thought about him, Carlos, and suddenly I even managed to forget that I was singing because I had been ordered to; I even felt inspired for a moment."
Gabriela Durand
To be seventeen again
after a century of living
Is like deciphering signs
without wisdom or competence
to be all of a sudden
as fragile as a second
to once again feel so deeply
like a child facing God
that is what I feel
in this fecund instant.
tangling like the ivy on the wall
and so it sprouts up, sprouts up
like tiny moss on the stone
like tiny moss on the stone
oh yes, yes, yes.
My steps going backwards
while yours go forward
the arch of alliances
has got inside my nest
with all of its wide palette
it has ambled through my veins
and even the hard chains
with which destiny binds us
are like a blessed day
that brightens my calmed soul.
tangling like the ivy on the wall
and so it sprouts up, sprouts up
like tiny moss on the stone
like tiny moss on the stone
oh yes, yes, yes.
What feelings can grasp
knowledge cannot understand
not even the clearest behaviour
not even the broadest thought
the brimming, condescending moment
changes everything
sweetly removes us
away from rancour and from violence
only love with its science
makes us so innocent.
tangling like the ivy on the wall
and so it sprouts up, sprouts up
like tiny moss on the stone
like tiny moss on the stone
oh yes, yes, yes.
Love is a whirlwind
of primeval purity
even the fierce animal
whispers its sweet trill
it stops pilgrims
it liberates prisoners
love with its solicitude
turns the elderly into a child
as to the bad person
only affection makes him
pure and sincere.
tangling like the ivy on the wall
and so it sprouts up, sprouts up
like tiny moss on the stone
like tiny moss on the stone
oh yes, yes, yes.
The window opened wide
as if under a spell
love entered with its blanket
like a warm morning
and to the sound of its beautiful reveille
prompted the jasmine to flower
flying like a seraph
put earrings on the sky
and the cherub turned
my years into seventeen.
tangling like the ivy on the wall
and so it sprouts up, sprouts up
like tiny moss on the stone
like tiny moss on the stone
oh yes, yes, yes.
envoyé par Riccardo Venturi - 16/11/2021 - 00:08
purplelunacy (Lisa) (L.Trans.)
Zélia Duncan
Retrouver ses dix-sept ans
Après avoir vécu un siècle
C'est comme déchiffrer des signes
Sans être un savant compétent,
Être soudain de nouveau
Aussi fragile qu'une seconde,
Sentir à nouveau profondément
Comme un enfant face à Dieu,
C'est ce que moi je sens
En cet instant fécond.
Comme le lierre sur le mur,
Et il pousse et pousse,
Comme la mousse sur la pierre.
Ay oui, oui
Ma marche à reculons
Quand vous avancez,
L'arche des alliances
A pénétré mon nid,
Avec tout son coloris
Il s'est promené dans mes veines
Et jusqu'aux chaînes rigides
Avec lesquelles nous attache le destin
C'est comme un fin diamant
Qui illumine mon âme sereine.
Comme le lierre sur le mur,
Et il pousse et pousse,
Comme la mousse sur la pierre.
Ay oui, oui
Ce que peut le sentiment
Le savoir ne l'a pas pu,
Ni le comportement le plus clair
Ni la pensée la plus large,
Le moment change tout
Comme magicien complaisant
Nous éloigne doucement
Des rancœurs et des violences,
Seul l'amour et sa science
Nous rend si innocents à nouveau.
Comme le lierre sur le mur,
Et il pousse et pousse,
Comme la mousse sur la pierre.
Ay oui, oui
L'amour est tourbillon
De pureté originelle,
Même l'animal féroce
Susurre sa douce trille,
Arrête les pèlerins,
Libère les prisonniers,
L'amour et ses soins
Rend le vieillard enfant
Et seule la tendresse rend le mal
Pure et sincère.
Comme le lierre sur le mur,
Et il pousse et pousse,
Comme la mousse sur la pierre.
Ay oui, oui
La fenêtre s'est ouverte en grand
Comme par enchantement,
L'amour est entré avec son manteau
Comme une tiède matinée
Au son de sa belle diane
Il a fait pousser le jasmin,
Volant comme une séraphin
A mis des boucles d'oreille au ciel
Et le chérubin
Ma redonné mes dix-sept ans.
Comme le lierre sur le mur,
Et il pousse et pousse,
Comme la mousse sur la pierre.
Ay oui, oui
envoyé par Riccardo Venturi - 14/11/2021 - 19:31
juliane (L. Trans.)
Wieder siebzehn sein
Wieder siebzehn sein
Nachdem man ein Jahrhundert lang gelebt hat
Ist so, wie Zeichen zu dechiffrieren
Ohne die Kompetenz dazu zu besitzen
Wieder auf einmal
So zerbrechlich zu sein wie eine Sekunde
Wieder so tief zu fühlen
Wie ein Kind vor Gott
Das ist, was ich fühle
In diesem fruchtbaren Augenblick
Wie der Efeu auf der Mauer
Und es vermehrt sich immer weiter
Wie das Moos auf dem Stein
Oh, ja ja
Mein Schritt geht zurück
Wenn Der Ihre vorwärts geht
Der Bogen der Allianzen
Hat mein Nest durchstoßen
In seiner ganzen Buntheit
Ist er durch meine Venen gegangen
Und bis zu den harten Ketten
Mit denen uns das Schicksal quält
Es ist wie ein feiner Diamant
Der meine finstere Seele beleuchtet
Wie der Efeu auf der Mauer
Und es vermehrt sich immer weiter
Wie das Moos auf dem Stein
Oh, ja ja
Das, was das Gefühl kann
Konnte das Wissen nicht
Nichtmal den einfachsten aller Fortschritte
Nichtmal den weitesten Gedanken
Alles ändert der Moment
Was für ein herablassender Zauberer
Er entfernt uns sanft von
Reue und Gewalt
Nur die Liebe mit ihrer Wissenschaft
Macht uns wieder so unschuldig
Wie der Efeu auf der Mauer
Und es vermehrt sich immer weiter
Wie das Moos auf dem Stein
Oh, ja ja
Die Liebe ist ein Wirbelwind
Von ureigener Reinheit
Bis hin zum wilden Tier
Säuselt ihr süßer Dreiklang
Verhaftet die Pilgerer
Befreit die Gefangenen
Die Liebe mit ihrer Sorgfalt
Macht aus dem Alten wieder ein Kind
Und den Schlechten macht nur die Zärtlichkeit
Wieder rein und schlicht
Wie der Efeu auf der Mauer
Und es vermehrt sich immer weiter
Wie das Moos auf dem Stein
Oh, ja ja
Paarweise öffneten sich die Fenster
Nur so zum Spaß
Die Liebe kam verborgen herein
Wie ein leichter Morgen
Zur Melodie ihres schönen Zieles
Ließ sie den Jazmin sich vermehren
Jeder Seraphim flog auf
Der Himmel wurde verankert
Und mein Alter auf siebzehn
Verminderte der Cherubim
Wie der Efeu auf der Mauer
Und es vermehrt sich immer weiter
Wie das Moos auf dem Stein
Oh, ja ja
envoyé par Riccardo Venturi - 15/11/2021 - 12:21
Stéphane Poirson (L. Trans.)
Voltar aos 17
depois de viver um século
É como decifrar sinais
sem ser sábio competente
Voltar a ser de repente
tão fragil como um segundo
Voltar a sentir profundo
como um menino diante de Deus
Isso é o que sinto
neste instante fecundo
Como no muro a hera
E vai brotando, brotando
Como o musgo na pedra
ai sim, sim, sim.
eu passo retrocede
quando o de vocês avança
O arco das alianças
penetrou em meu ninho
Com todo seu colorido
passeou por minhas veias
E até a dura corrente
com a qual nos prende o destino
É como um diamante fino
que ilumina minha alma serena
Como no muro a hera
E vai brotando, brotando
Como o musgo na pedra
ai sim, sim, sim.
O que pode o sentimento
não o pode o saber
Nem o mais claro proceder,
nem o maior dos pensamentos
Tudo o muda num momento
qual mago condescendente
Nos afasta docemente
de rancores e violências
Só o amor com sua ciência
nos torna tão inocentes
Como no muro a hera
E vai brotando, brotando
Como o musgo na pedra
ai sim, sim, sim.
O amor é um turbilhão
de pureza original
Até o feroz aminal
sussura seu doce som
Detém os pergrinos,
liberta os prisioneiros
O amor com seus esforços
ao velho o torna criança
E ao mal só o carinho
o torna puro e sincero
Como no muro a hera
E vai brotando, brotando
Como o musgo na pedra
ai sim, sim, sim.
De par em par a janela
se abriu como por encanto
Entrou o amor com seu manto
como uma fraca manhã
Ao som de sua bela Diana
fez brotar o jasmim
Voando qual serafim
ao céu lhe pôs brincos
Meus anos em dezessete
os converteu o querubim
Como no muro a hera
E vai brotando, brotando
Como o musgo na pedra
ai sim, sim, sim.
envoyé par Riccardo Venturi - 15/11/2021 - 12:14
Brita Ahman - Arja Saijonmaa / Inti-Illimani
Album / Albumi: Jag vill tacka livet - 13 sänger av Violeta Parra – 1979
Att åter bli sjutton år gammal
när man har levt ett helt sekel
det är som att tyda tecken
utan att vara helt säker,
det är som att plötsligt få bli
så spröd som en enda sekund
att åter få känna så djupt
som barnet inför vår gud.
Precis så känner jag
i denna fruktbara stund.
lindas vi in,
som en äng sveps in i blom,
såsom en knopp växer på träd,
såsom en våg slår emot en strand,
som en våg mot strand, ay sí sí sí.
Jag tar ett steg tillbaka
när dina steg går framåt
och barnets klara regnbåge
här i mitt bo jag hyser,
men olika färger som lyser
och flyter i mina ådror
även den hårdaste kedja
som oss vid ödet här binder
är finslipad som en sten
och skimrar stilla i själen.
lindas vi in,
som en äng sveps in i blom,
såsom en knopp växer på träd,
såsom en våg slår emot en strand,
som en våg mot strand, ay sí sí sí.
Vad känslan så har mäktat
har inte visdomen kunnat,
ej heller den klokaste handling,
ej ens den vildaste tanke.
En enda kort liten sekund
förändrar allt som förtrollat
och avlägsnar oss så mjukt
från våldet och från hatet.
Blott kärleken med sitt förstånd
kan göra oss hjärterena.
lindas vi in,
som en äng sveps in i blom,
såsom en knopp växer på träd,
såsom en våg slår emot en strand,
som en våg mot strand, ay sí sí sí.
Som av en ren förtrollning
slås fönstrena upp på vid gavel
och kärleken med sin mantel
far in som en ljuvlig morgon.
Vid tonerna av dess revelj
jasminen börjar att blomma,
en flygande kerubin
har smyckat himlen med pärlor
och förvandlat min levnadstid
till sjutton år igen.
lindas vi in,
som en äng sveps in i blom,
såsom en knopp växer på träd,
såsom en våg slår emot en strand,
som en våg mot strand, ay sí sí sí.
envoyé par Marcia - 14/12/2007 - 16:30
a remastered version of the song originally performed by Liisa Tavi on her 1979 album Liisa Tavi
Liisa Tavi (born in 1956) is a Finnish singer-songwriter known for her great interpretations of Jäähyväiset aseille(Farewell to Arms), Violeta Parra's Gracias a la vida (Elämälle kiitos) and Chico Buarque's Funeral de um lavrador (Kuinka paljon ihminen tarvitsee maata).
Here's a little story about how ignorant one can be: Kun palaan nuoruuteeni (Returning to My Youth) by Liisa Tavi with its lyrics full of beautiful metaphors has been one of my greatest favorites ever since it was released 40 years ago. I have always known that the original song is by Violeta Parra, but I've never been aware of the original title, i.e. until yesterday evening when I finally took my time to listen to the audio sample provided in the Antiwarsongs news from Violeta's anniversary a month ago. And there it was! So thanks a lot for putting an end to my forty years of ignorance.
Kun palaan taas nuoruuteen
olen vuosisadan vanha
ja salaista kirjoitusta
minä joudun tavaamaan.
Ja minusta tulee hauras
kuin ohitse kiitävä hetki,
ja mykistyn niin kuin lapsi,
kun se katsoo jumalaan.
Niin liikutun kokonaan,
kun jälleen näen sen kaiken.
Nyt kuljenkin taaksepäin,
vaikka eteenpäin te käytte.
Ikivanha liiton arkki
sisimpääni tunkeutui,
ja välkkyen väreissänsä
se purjehti sydämeeni
ja näytti ne kahleet, joilla
meidät kohtaloon sidotaan.
Kuin timantti valollaan
se kirkasti mieleni tyynen.
kuin köynnös seinämän pintaan
ja huomaamatta se versoo
kuin sammal lohkareen rintaan,
kuin sammal lohkareen rintaan.
Vain tunteella näkee silloin,
kun tieto on voimaton,
kun riitä ei kirkas järki
tai ajatus kahleeton.
Ja hetkessä kaikki muuttuu
tuo tietäjä auttavainen
kun karkottaa lempeästi
pois meistä vihan ja kaunan.
Vain rakkaus taidollaan
tuo takaisin viattomuuden.
On puhtainta alkuvoimaa
rakkaus luonnoltaan,
ja pedoista julmimmatkin
sen säveltä hyräilee.
Se vangitsee pyhät miehet,
se kahlitut vapauttaa,
se taivuttaa lempeästi
taas lapseksi vanhuksen,
ja pois meistä pahuuden
se hellyydellänsä pyyhkii.
kuin köynnös seinämän pintaan
ja huomaamatta se versoo
kuin sammal lohkareen rintaan,
kuin sammal lohkareen rintaan.
Ja ikkuna lumottuna
näin aukeaa kokonaan,
ja viitassa aamukasteen
rakkaus sisään astuu.
Soi helinä sarastuksen,
ja avautuu uljas mieli,
ja taivaan valoa täyteen,
kun heittää tuo serafi.
Niin vuoteni nuoruuden
ne enkelilapsiksi muuttuu.
kuin köynnös seinämän pintaan
ja huomaamatta se versoo
kuin sammal lohkareen rintaan,
kuin sammal lohkareen rintaan.
envoyé par Juha Rämö - 4/3/2019 - 16:04
Pentti Saaritsa
Kuin olisin seitsemäntoista
sadan eletyn vuoden jälkeen,
taas tulkiten vaivalloista
ja outoa merkkikieltä,
näin muuttua tuokiossa
kuin sekunnin hauraudeksi
ja tuntea niin syvä tunne
kuin lapsena rukoillessa.
Nyt tunnen juuri niin
sen heilimöivän hetken.
jo tunnen sen syleilevän.
Ympäröiden ja versoen
kiven se saa kukoistamaan,
kivenkin saa se kukkimaan.
Minun askeleeni jää jälkeen,
kun muiden rientää tietään,
ja nuoruuden kirkas kaari
luo välkkyvän väriloiston
niin hiljaiseen kammioon
ja tunkeutuu suonistooni,
ja kohtalon kovat kahleet,
ne, jotka meitä painaa,
nyt timantin loiston saa,
ne köykäiset on kantaa.
Ei pysty tieto siihen,
minkä sai tunne aikaan,
ei selkeinkään kylmä järki
tai viisauden kaikki laajuus.
Me taivumme vain kuin taikaan
pois unohtain vanhat haavat,
ja arvet ja turhat kaunat
ne unhoksiin jäädä saavat.
Vain rakkauden tieto voi
taas antaa viattomuuden.
jo tunnen sen syleilevän.
Ympäröiden ja versoen
kiven se saa kukoistamaan,
kivenkin saa se kukkimaan.
Kuin taivainen taikaisku
lyö ikkunat aivan auki,
ja rakkauden viitta liehuu
kuin nousevan aamun koitto,
ja jasmiinit taikoo kukkaan
sen suloinen huomensoitto,
ja kerubit kirjoo taivaan
kimaltavin pilvilinnoin,
niin seitsemäntoista taas
saan olla täysin rinnoin.
envoyé par Juha Rämö - 15/11/2021 - 12:26
Anzhelitochka (Angela) (L. Trans.)
Vratiti se sedamnaestoj godini
Vratiti se sedamnaestoj godini
Nakon što proživiš čitavo stoljeće
Je poput dekodiranja znakova
a da nisi za to nadležan.
Iznenada opet postaješ
krhak poput jedne sekunde,
Opet duboko osjećaš
poput djeteta pred Bogom,
To je ono što osjećam ja
U ovom darežljivom trenutku.
kao bršljan oko zida
I niče, niče
kao mahovina na kamenu
ay, da, da, da
Idem korak unatrag
dok vi idete naprijed;
Luk saveza
je prodro u moje gnijezdo
sa svim svojim bojama
je prošao kroz moje vene
I čak su i teški lanci
koji nas vežu za sudbinu
postali poput finog dijamanta
koji osvjetljavaju moju spokojnu dušu
kao bršljan oko zida
I niče, niče
kao mahovina na kamenu
ay, da, da, da
Ono što može osjećaj
nije moglo znanje
Ni najjasniji postupak
Ni najdublja misao.
Sve se mijenja u trenutku
kad nas strpljiv čarobnjak,
nježno udalji
od mržnje i nasilja:
Samo nas ljubav sa svojom znanošću
Čini tako nevinima.
kao bršljan oko zida
I niče, niče
kao mahovina na kamenu
ay, da, da, da
Ljubav je vrtlog
originalne čistoće;
Čak i najokrutnija zvijer
nježno zacvrkuće,
zaustavlja hodočasnike,
oslobađa zatvorenike;
Ljubav sa svojom pažnjom
starce vraća u djetinjstvo
a zločinca samo ljubav
opet čini čistim i iskrenim.
kao bršljan oko zida
I niče, niče
kao mahovina na kamenu
ay, da, da, da
Kao da je čarolija
širom otvorila prozor
ušla je ljubav u svom plaštu
kao toplo jutro
Zvuk njenog nježnog buđenja
potakao je jasmin da nikne
da poleti poneki serafin
Nebo joj je stavilo naušnice
I moje je godine u sedamnaestu
pretvorio kerubin
kao bršljan oko zida
I niče, niče
kao mahovina na kamenu
ay, da, da, da
envoyé par Riccardo Venturi - 15/11/2021 - 12:26
Esperantigis pli-malpli deksepjarulo Nicola Ruggiero, administranto de tiu ĉi retejo
24 dicembre 2007
Reiĝi deksepjara
post jarcent-travivado
estas kiel deĉifri signojn
sen esti klerulo scioplena.
Reiĝi, subite,
fragila kiel momento,
resenti ĉion ene
kiel infano antaŭ Dio.
Tio estas kion mi sentas
en tiu ĉi fruktodona momento.
kiel la hedero al la muro
kaj burĝonas, burĝonas
kiel la musko sur la ŝtono,
kiel la musko sur la ŝtono, nu, jes.
Mia paŝo iris malantaŭen,
dum la via iras antaŭen,
la kesto de la interligo
eniris mian neston
kun tuta sia ĉielarko
ĝi promenis laŭ miaj vejnoj,
kaj eĉ la dura kateno
kun kiu nin ligas la destino
estas kiel diamanto fajna
kiu lumigas al mi la animon serenan.
kiel la hedero al la muro
kaj burĝonas, burĝonas
kiel la musko sur la ŝtono,
kiel la musko sur la ŝtono, nu, jes.
Tio, kio povis la sentimento,
ne povis la scio,
nek la promeno plej eminenta,
nek la plej vasta penso;
ĉio ŝanĝiĝas je la momento,
kiel magiisto konsentema
nin malproksimigas dolĉe
de rankoroj kaj perfortoj,
nur la amo kun sia scienco
nin igas tiom senkulpaj.
kiel la hedero al la muro
kaj burĝonas, burĝonas
kiel la musko sur la ŝtono,
kiel la musko sur la ŝtono, nu, jes.
La amo estas kirliĝo
el pureco originala,
eĉ feroca besto
susuras sian dolĉan trilon,
retenas la pilgrimantojn,
liberigas la prizonulojn.
La amo kun siaj zorgoj
maljunulon igas infano,
kaj la malbonulon, nur la amemo
tiun igas pura kaj sincera.
kiel la hedero al la muro
kaj burĝonas, burĝonas
kiel la musko sur la ŝtono,
kiel la musko sur la ŝtono, nu, jes.
Kaj kiel pro sorĉaĵo
la fenestro dismalfermiĝis,
eniris la amo kun sia mantelo.
Kiel varmeta mateno;
je la sono de bela veksignalo
ĝi aperigas la jasmeno,
fluganta kiel serafo
la ĉielo ĝin juveligis,
kaj miajn jarojn
reigis dek sep kerubo.
kiel la hedero al la muro
kaj burĝonas, burĝonas
kiel la musko sur la ŝtono,
kiel la musko sur la ŝtono, nu, jes.
envoyé par CCG/AWS Staff - 24/12/2007 - 21:51
Ārgīstāi la dekinseb nyŭt
ekpret gvīstāi eno syatē
sī tāko ekcivrestāi hardŭd
ăn betūm nă ciag ya late.
Ārgīstāi nă părnādarkad
krissetig tāko eno hnāus,
innelyestāi ŏllăn innead,
tāk' nānyet inhĭ na Dyăus.
Nāmā sī to syelyem
in nām hnāus bērendig.
kāko to ciud ad to tōik
yanes eksemăn, eksemăn,
viereg syedieg to lōit,
kāko viereg āp to lōit, yen, yen.
Mān hadnāi adnaddangīyă
tŭn vān hadnāi părhangīyă,
to arăg na to aleyānce
hē ingegī inde in mān gnezăd
săm ŏll sān hŭmbroneuzāco
părplemăb păr mān aidrāi
ya nokos to lancāi rait
syetrāv nān elĕlyo săn,
sī tāko dyemanăt fīen,
leuk ansenig nă to kārd.
kāko to ciud ad to tōik
yanes eksemăn, eksemăn,
viereg syedieg to lōit,
kāko viereg āp to lōit, yen, yen.
To syenavīd to lyeo
hē năgenavīd to vien
ya nē to gīve incigyos
ya nē to kūhed zyalgyos;
ŏll emharsiv natohnāus
tāk syeberra gedād păr dŭed
nās eklainăl tŭllevestig
ek rongunāi, ek gvialdāi,
to kēir săn săn latebliv
nām dā to năviektŭr neinig.
kāko to ciud ad to tōik
yanes eksemăn, eksemăn,
viereg syedieg to lōit,
kāko viereg āp to lōit, yen, yen.
To kēir sī eno virlyosār
nă rhessendŭr fetlosāl,
nokos eno dŭrh mestier
vivīdin săn trŭlup svēd
ya părhiala to neuvesiad
ya ekfranăk to cetlyibās.
To griēso ārgī nānyetăn
săn hermanāi na to kēir
ya to truig săn to vonhē
ārgī rhessentrigaligĭnăn.
kāko to ciud ad to tōik
yanes eksemăn, eksemăn,
viereg syedieg to lōit,
kāko viereg āp to lōit, yen, yen.
Ya kāk in dŭedgrabēris
to pernestăr emgigor,
tāk' eno prōyto lŭrhvam
to kēir inveā săn to kāp.
La hlanāg nă curbe dāell
spantvā săn īn to yazmīn,
leittŭrus kāk seravīm
to vuārno īn hē adgebŏnd
ya'm ārgegī la dekinseb nyŭt
săn aies nă keruvīm.
kāko to ciud ad to tōik
yanes eksemăn, eksemăn,
viereg syedieg to lōit,
kāko viereg āp to lōit, yen, yen.
On n'est pas sérieux quand on a dix-sept ans
Têtes de Bois e Daniele Silvestri, Non si può essere seri a 17 anni. Musica di Léo Ferré
I
On n'est pas sérieux, quand on a dix-sept ans.
- Un beau soir, foin des bocks et de la limonade,
Des cafés tapageurs aux lustres éclatants !
- On va sous les tilleuls verts de la promenade.
Les tilleuls sentent bon dans les bons soirs de juin !
L'air est parfois si doux, qu'on ferme la paupière ;
Le vent chargé de bruits - la ville n'est pas loin -
A des parfums de vigne et des parfums de bière....
II
-Voilà qu'on aperçoit un tout petit chiffon
D'azur sombre, encadré d'une petite branche,
Piqué d'une mauvaise étoile, qui se fond
Avec de doux frissons, petite et toute blanche...
Nuit de juin ! Dix-sept ans ! - On se laisse griser.
La sève est du champagne et vous monte à la tête...
On divague ; on se sent aux lèvres un baiser
Qui palpite là, comme une petite bête....
III
Le coeur fou Robinsonne à travers les romans,
Lorsque, dans la clarté d'un pâle réverbère,
Passe une demoiselle aux petits airs charmants,
Sous l'ombre du faux col effrayant de son père...
Et, comme elle vous trouve immensément naïf,
Tout en faisant trotter ses petites bottines,
Elle se tourne, alerte et d'un mouvement vif....
- Sur vos lèvres alors meurent les cavatines...
IV
Vous êtes amoureux. Loué jusqu'au mois d'août.
Vous êtes amoureux. - Vos sonnets La font rire.
Tous vos amis s'en vont, vous êtes mauvais goût.
- Puis l'adorée, un soir, a daigné vous écrire...!
- Ce soir-là,... - vous rentrez aux cafés éclatants,
Vous demandez des bocks ou de la limonade..
- On n'est pas sérieux, quand on a dix-sept ans
Et qu'on a des tilleuls verts sur la promenade.
Arthur Rimbaud, 29 septembre 1870.
Omar lo Scugnizzo (figlio di Ahmed il Lavavetri) - 13/12/2007 - 22:38
Webmaster e amministratori
- Lorenzo "Torvalds" Masetti, Ginevra, 17 anni.
- Riccardo "Babel" Venturi, Firenze, 17 anni e mezzo.
- Adriana "Marmotta" G., Arona (NO), 17 anni e un quarto.
- Daniela "k.d.", Piacenza, 17 anni e 1 mese.
- Nicola "Zamenhof" Ruggiero, Mola di Bari (BA), 17 anni poco più.
- Marcia "Trovatutto" R., Campobasso/Argentina, 17 anni più una streghetta e un maghetto.
Collaboratori fissi
- Alessandro N., Torino, 17 anni e mp3 mesi.
- Daniel Bellucci, Nizza, 17 anni e 4 mesi.
- Jacky Fluttaz, Aiguebelle, Francia, Dix-sept ans.
- Kiocciolin@, boh, 17 anni da compiere.
- Moni(j)a Verardi, Ginevra, 17 anni meno due giorni.
- Silva S., Firenze, 17 anni, quasi 18.
- Maria Cristina Costantini, Siena, 17 anni più quattro giorni.
- Susana, riboh, 17 anni e mezza luna.
- Renato Stecca, triboh, 17 anni e una stecca.
- Matteo 88, tetraboh, 17 anni poco fa.
- Gwénaëlle Rempart, Le Conquet, Bretagna, 17 vloaz da viken.
- Emil Schavut, Coira, Svizzera, 17 anni per sempre.
- Haralambos Nikolaidis, Salonicco, 17 anni ellenici.
CCG/AWS Staff - 13/12/2007 - 23:36
Cari amici,
vi devo proprio raccontare cosa mi è successo ieri sera, perché per me è una data storica; sono finalmente riuscito a vedere il mio primo film VIETATO AI MINORI DI 18 ANNI!
In realtà ho ancora 17 anni, ma, forse perché sembro più grande della mia età, o forse perché la cassiera aveva già visto il film, sta di fatto che mi ha fatto il biglietto senza chiedermi un documento. Sono rimasto un po’ deluso, perché speravo di vedere “qualcosa” e invece c’era solo una scena di sodomia tra uomini! Il film si intitola “Un tranquillo week-end di paura” e in realtà non è brutto: bei paesaggi, bella musica, bel ritmo, bella storia; insomma, ve lo consiglio. Quello che non capisco è perché sia vietato; perché non può essere per la scena di sodomia, dato che non si vede neanche un pisello e, in più, la scena mi sembra vistosamente tagliata di qualche fotogramma. Immagino che sia per una certa violenza che pervade tutto il film, ma allora mi viene da chiedermi una cosa: per quale motivo qualche bigotto della censura si ritiene in dovere di vietare ai minori un film così e non dice niente sulla violenza vera (per esempio quella della guerra in Vietnam)? Non vi sembra tutto ciò una grande ipocrisia?
Pensate che nel liceo classico che frequento un prof di italiano è stato denunciato dal padre di una sua allieva, per aver assegnato un tema in classe che, partendo da una poesia di Brecht, invitava a una riflessione sui militari e sulle atrocità della guerra; il padre dell’allieva in questione è un militare di carriera, naturalmente, oltre che un emerito coglione. In verità la nostra epoca fa proprio schifo, se un insegnante non può nemmeno assegnare un tema sulla guerra, quando qualunque persona di buon senso sa che è una cosa rivoltante; e nello stesso tempo la censura se la prende con un film, solo per un po’ di violenza. E’ come (che ne so) se un attore venisse censurato, per aver messo su uno spettacolo in cui dice che immagina di pisciare addosso a quel tal famoso giornalista che è favorevole alla guerra nel Vietnam. Incredibile! Io, ai giornalisti favorevoli alla guerra non solo gli piscierei addosso, ma gli farei pure qualcos’altro.
Cari saluti e andate a vedere “Un tranquillo week-end di paura”, anche se non avete 18 anni.
Renato Stecca
Renato Stecca - 15/12/2007 - 07:19
Riccardo Venturi - 25/7/2008 - 17:33
Vorrei ricordare che tornato a Parigi dpo tre mesi trascorsi in Cile a fine gennaio di quest'anno, Ángel Parra non ha potuto purtroppo portare a termine personalmente questa riedizione del disco omaggio a sua madre Violeta, nell'anno che celebrava i cento anni dalla sua nascita. Angel l'ha raggiunta l'11 marzo 2017.
Queste sono le canzoni contenute:
1 Corazon maldito
2 Rin del angelito
3 Paloma ausente
4 Mazurquita modernica
5 Santiago, penando esa
6 Que dira el Santo Padre
7 Arriba quemando el sol
8 Se Juntan dos palomitos
9 La pericona se ha muerto
10 Run Run se fue pa’l Norte
11 Parabienes al revés
12 Volver a los diecisiete
13 La barca de amores
14 Por que los pobres no tienen
15 Gracias a la vida
Il 4 Ottobre del 2015 in centro a Santiago del Cile è stato inaugurato il Museo Violeta Parra, dove sono finalmente ospitate le sue opere di tappezzeria, pittura a olio, scultura e cartapesta oltre ad alcuni dei suoi strumenti musicali.
Inserisco qui questo mio commento dedicandolo al diciassettenne Riccardo, che certo avrà avuto alla nascità le stesse pretese di Pablo Neruda.
Flavio Poltronieri - 24/6/2017 - 09:54
I found Liisa Tavi's Finnish version of the song really poignant, among the best one I've ever listened to in any language. I believed the song had been sung in Finnish by Arja Saijonmaa, but it was my invention, or self-impression. This must also be a rather special case: Liisa Tavi performed the song in 1979, so when she was only 23 years old (and she looks even younger in the pic you included). Violeta Parra wrote the song when she was 51, after falling in love with a much younger man (the Swiss-born musician and folklore researcher Gilbert Favre), and the song has been always performed, in Spanish and other languages, by much older women and men, due to its own nature and feelings expressed in it.
Riccardo Venturi - 4/3/2019 - 20:41
I would like to take the opportunity to introduce one more precious pearl by Liisa Tavi, another 1979 song titled Lasta ei saa tukuttaa (You Mustn't Pigeonhole A Child) ...
... and a 2017 picture of Liisa Tavi playing her kantele
Juha Rämö - 5/3/2019 - 00:20
Juha Rämö - 8/3/2019 - 23:30
[1962]
Letra y Música de Violeta Parra Sandoval
Testo e musica di Violeta Parra Sandoval
Paroles et musique de Violeta Parra Sandoval
Sanat ja sävel: Violeta Parra Sandoval
Album / Albumi: Las últimas composiciones [1966]
Canción-sirilla
it.fan.musica.guccini, 28 gennaio 2000.
Riccardo Venturi
Buonasera, ciao a tutti, sono nuovo di questo NG!
Adoro Francesco Guccini e vorrei presentarmi. Mi chiamo Riccardo Venturi, sono di Livorno e ho diciassette anni; frequento con profitto altalenante (ottimo nelle materie letterarie, pessimo in quelle scientifiche) la II liceo classico e ascolto Guccini fin da quando avevo dieci anni. Purtroppo non ne so moltissimo, ancora, e quindi spero di venire a sapere tante cose sul GRANDE di Pavana.
Alla mia ragazza piaceva Guccini fino all'anno scorso; purtroppo, ora s'è fissata con altri tipi di musica e dice che Francesco non le piace più. L'altro giorno mi ha fatto persino incazzare quando ha detto che è una "lagna", e a me questo non sembra affatto vero anche se una volta ho ascoltato "Stanze di vita quotidiana" e, a parte la Canzone delle Osterie di Fuori Porta, non ce l'ho fatta proprio a finirlo. Magari lo capirò meglio quando sarò più grande, o forse voi mi aiuterete a farlo, come spero.
È qualche giorno che seguo il NG (si dice "lurcare", vero?) e vedo che spesso viene nominata la sigla "OT" quando non si parla di cose che hanno strettamente a che fare con Guccini. Che cosa vuol dire? Comunque sono molto interessato di politica, anche se ho le idee un po' confuse in materia. Da una parte, infatti, vorrei fare tante cose, mi considero di sinistra estrema ma non so come definirlo bene. Parlando con i miei compagni di classe non ci cavo un gran che, pensano tutti al calcio o alle ragazze; beh, certo, ci penso anche io però mi piacerebbe capire meglio, perché avrei voglia di fare.
Vabbé, magari per i primi tempi parlerò solo di Guccini, non mi sento all'altezza ancora per parlare di certi argomenti.
Dunque, per il resto, oltre a Guccini ascolto quasi tutti i cantautori, non mi piace Jovanotti però ho una strana passione per le ballate scozzesi, anche se nei testi non ci capisco un'acca. Poi mi piace il rock degli anni settanta, quello che mi fa ascoltare mio fratello più grande. Quando io e la mia ragazza andiamo qualche volta in cantina per stare un po' insieme però mettiamo spesso i Pink Floyd.
Mi piace leggere e un po' anche scrivere, sono ultratifoso della FIORENTINA e mi piace molto nuotare. Spero di trovare dei ragazzi della mia età a cui piace Guccini...ma comunque mi va bene anche parlare con persone più grandi, sperando che mi perdonino se dico qualche cazzata.
Ah, dimenticavo: non so come dirlo, ma sogno sempre. A occhi aperti, a occhi chiusi, a occhi mezzi chiusi e mezzi aperti, a occhi socchiusi; insomma, sempre. Non ci posso fare niente, e non so se sia un bene un male. L'altro giorno sognavo di quando avrò 38 anni (ma chissà perché proprio trentotto, poi...), e mi venivano un sacco di idee strane. Che cosa farò? Dove sarò? Sarò tanto cambiato?
Ma avrò tempo per pensarci, un po' meglio di quest'oggi che se ne sta andando. Certo, è probabile che avrò sempre il mio peso, i miei passi. Spero di avere la forza di non cancellare dalla mia mente l'ombra che mi avvolge, e che mi prende adesso per portarmi da solo, come sempre, nel mio mare.
Saluti e W GUCCINI!
Francesco Senia
Caro Riccardo,
noto con piacere che, su questo NG, i minorenni abbondano.
Per qualche strana coincidenza, o scherzo del destino, l'età media sembra essersi attestata sui diciassette anni.
E' stato sufficiente che tu, finalmente, prendessi il coraggio a due mani e rivelassi la tua età! Ed ecco che, in una sorta di catarsi, tutti si sono affannati, chi più chi meno, a strapparsi quella maschera che ce li presentava sotto varie e mentite spoglie.
Idendità fittizie, faticosamente costruite e supportate con sforzi immani; sempre attenti a non distrarsi, a non tradire l'immagine che si erano fabbricati a tavolino per impressionarci: professionisti, avvocati, medici, traduttori (ma guarda tu che razza di mestieri ti vanno ad inventare!), impiegati statali, operai, insegnanti (questo era facile: bastava spiare attentamente i nostri insegnanti) e chi più ne ha più ne metta.
L'età avevano truccato!
Chi trentenne, chi quarantenne, qualcuno, perfino, cinquantenne!
Ecco. E' bastato un niente e tutto questo si è sgretolato come il cemento di certe costruzioni, i cui costruttori hanno eccessivamente "risparmiato" sui materiali di costruzione.
Credimi, ci hai tolto un bel peso di dosso!
Finalmente ciascuno di noi ha potuto abbandonare, con ben pochi
rimpianti, questo anno dvemila e se ne è tornato, tirando un sospiro di sollievo, all'epoca dei suoi propri diciassette anni.
Per fortuna, sono stato attento a dipanare una prolunga telefonica che mi permettesse di rimanere "collegato".
Ed ora, eccomi qua.
Diciassette anni anch'io, fra poco. Ultimo anno di liceo scientifico. Guccini lo seguo attraverso le rare incisioni che, dei suoi pezzi, fanno "complessi" (si chiamano così) come i Nomadi e l'Equipe 84!
Ma devo ammettere, in tutta sincerità, che mi coinvolge molto di più la voce profonda di quel cantautore genovese, fabrizio de andré. Ho comprato tutti i suoi dischi e ne ho già consumato i solchi, a furia di ascoltarli e riascoltarli.
Questi ultimi due anni sono stati piuttosto movimentati, anche qui. Però ho deciso. Dopo la maturità, a settembre, vado a studiare a firenze.
A dire il vero, volevo iscrivermi a sociologia a trento. Me ne aveva parlato un mio amico, universitario, che studia medicina a parma. Mi aveva detto che la casa dello studente di trento (ribattezzata "Carlo Marx") è una sorta di terra promessa. Ma quando ho cercato di entrare in possesso dei moduli di iscrizione, è venuta fuori la storia che sospenderanno le immatricolazioni, per il prossimo anno accademico.
Così, informandomi qui e là, è venuta fuori la facoltà di scienze
politiche di firenze, che ha anche un corso di laurea ad indirizzo sociologico.
Francamente, del futuro me ne infischio. Sono troppo preso dal presente.
Dalla velocità con cui le cose accadono. Dall'eccitazione che insorge a fronte di quello che mi si prospetta.
Non riesco a guardare troppo lontano.
Se penso che nel duemila avrò 47 anni, mi vedo vecchio, consunto, finito.
E mi scappa da ridere all'idea di condurre una vita "normale".
No. So quello che farò. L'ho deciso da un paio d'anni:
non cambierò!
un saluto a tutti
Francesco Senia.
Angy "Buba"
Ciao a tutti io sono Angela (Angy) e ho 17 anni; sono di Bari e faccio la II liceo classico; la scuola va bene, anche se sto sempre a scazzarmi con i professori...la mia preside dice sempre: a scuola si viene per studiare, non per fare la rivoluzione...
Io invece la rivoluzione la voglio fare, e non solo durante le annuali occupazioni di novembre, che servono tutt'al più a farsi qualche canna in santa pace, vedo molte cose che non mi piacciono, sia a scuola sia fuori, e per questo fin dal primo anno di ginnasio ho iniziato (mò la sparo grossa) a interessarmi di politica, e soprattutto a definirmi "COMUNISTA", con annessa tragedia in una famiglia di tiepidi DC!
Durante l'ultima occupazione, mentre stavo alla stazione con due amici, una busta di taralli e una bottiglia di vino, uno di loro mi ha dato una cassetta piuttosto malridotta: sentila, mi ha detto, ti piacerà sicuramente.
Lato A: le vecchissime canzoni di Pino Daniele
lato B: Autogrill, La Bambina Portoghese, Samantha, e altre perle del Guccio.
Io l'ho sentita a casa, Guccini mi ha letteralmente impressionato, e così da qualche sera una copia della cassetta viaggia allegramente nell'autoradio dei miei amici di sempre.
A volte anch'io penso a quando sarò grande, all'Università, al lavoro che farò, mi chiedo se gli amori durano per sempre o sono belli proprio perchè finiscono. In questo momento non so bene chi sarò tra 10 o 20 anni, ma una cosa la posso dire con certezza: la rivoluzione non voglio smettere di farla!!! Non sarò mai un'adulta disillusa, allineata, comodina, le mazzate in testa vengano pure, servono solo a rendere più dura la capoccia.
Sergio Gayol
Ciao a tutti voi
Non so come ma sono finito in mezzo a questo messaggio, magari perche' intitolato in spagnolo, anche se scritto in un NG italiano...
Non so come sto scrivendo in questo linguaggio strano, magari cosi' mi si capisce in Italia, ma e' un'intuizione soltanto. Infatti, il mio italiano e', a giorno di oggi, pratticamente nulo. Sono stato in Italia quindici giorni un paio di anni fa, e ho imparato soltanto a dire "Buona sera.", "Mi da la chiave della stanza 301, per favore?" "Grazie","Io vorrei caffe', per colazione, grazie" e qualche altra frase simile, per diffendermi all'albergo. Tanto gli impiegati sono molto gentili e ci capiamo lo stesso, ma proprio per essere gentile con loro mi piace di cercare di parlare loro nella loro lingua. Intuisco che fra qualche anno imparerò a parlare l'italiano abbastanza bene per farmi capire in seguito.
Anch'io ho diciassette anni, curioso, vero? Questo Guccini, invece, proprio non lo conosco. Qui in Asturias nessuno sa chi sia questo. Di cantanti italiani, qui, si conosce Al Bano, la Cinquetti, Sandro Giacobbe, Raffaella Carra' e poco piu'. Ma sono sicuro che c'e' tanta gente interessante dall'altro lato degli Alpi da conoscere.
Studio il liceo scientifico a Lugones, un paese poco lontano della mia citta', Oviedo, perche' li' arrivo prendendo l'autobus proprio sotto casa mia, mentre per andare a qualsiasi liceo di Oviedo devo fare una lunga camminata, e andarci al mattino e al pomeriggio, mentre a Lugones, frequentato soprattutto da ragazzi e ragazze di paesini rurali, si va a lezione soltanto al mattino, tutto in seguito da 8,00 a 15,00. Credo che studiero' dall'anno prossimo ingegneria mineraria, mio nonno, vecchi minero, e' molto contento con l'idea, anche se non vuole che scenda mai alle pericolose mine asturiane, ma qui la regione e' un po' abbastanza nelle mani degli ingegneri minerari, anche nei posti tecnici che non sono legati alla miniera... magari fra dieci anni le miniere peseranno molto di meno nell'economia della regione, tanto la CEE non vuole che continiuiamo a perdere migliardi annuali nelle poco convenienti miniere di carbone di Asturias, e dicono che si va a una maggiore unione della Comunita', si sente dire che Felipe, Miterrand, Kohl, Craxi e gli altri leader della Comunita' hanno l'idea di unire di piu' l'Europa, magari facendo un'Unione Europea da questa attuale Communita' Economica, anche se Margaret Thatcher non sembra molto favorevole all'idea.
La mia ragazza, una giovane basca la cui famiglia ha delle grandi greenhouse per la coltivazione di pomodori in un piccolo paese a dieci kilometri da Oviedo studiera' ingegneria mineraria, anche... e' brava al liceo, molto piu' brava di me, ancora. Io ho ottime votazioni, ma quelle di lei sono migliori ancora... io riesco ad avere votazioni ottime quasi senza aprire i libri... lei lo farebbe lo stesso, ma, sottile differenza, anche essendo cosi' lei studia un sacco tutti i giorni... Puo' darsi che questo sara' una differenza tra noi un giorno...
Magari dovrei conoscerlo, questo tale... come avete detto che si chiama Gucc... che? Intanto, continuo a sentire sempre i Beatles. Credo che frequentero' questo NG... a parte Guccini, si dicono molte cose belle, qua!
BTW, questo ragazzo che ha iniziato il Thread, Ricardo, credo che si chiamava, o si dice Riccardo, in Italia? Perche' hai scritto "Volver a los diecisiete" in spagnolo? Se non fosse stato cosi' non avrei visto mai questo gruppo, e chissa che cose avrei perso...
A presto, ci vediamo negli anni che verranno, che presto saranno i 90!
Sergio.
Nel 1960, Violeta Parra, che di anni ne ha quarantatré (era nata a San Carlos, nella provincia di Chillán, il 4 ottobre 1917), incontra Gilbert Favre, un musicista e antropologo originario di Ginevra. Lui, all'epoca, di anni ne ha ventiquattro. Il resto è raccontato qui e non occorre ripeterlo. La canzone del 1962, dove la Violeta torna a diciassett'anni, non fu pubblicata però che quattro anni dopo, nel 1966, nell'album Las últimas composiciones, dove è la seconda traccia del lato B. Il 1966 è anche l'anno che segna la fine del tumultuoso amore tra Violeta Parra e Gilbert Favre; il 5 febbraio 1967, Violeta si toglierà la vita. Volver a los diecisiete è una canzone d'amore; è la canzone dell'amore che si manifesta tutt'altro che a diciassette anni, ma che ti ci fa tornare, volver. O meglio ancora: è la canzone che ti fa tornare a come, in età ben più avanzata, si tende a ricordare il modo in cui s'intendeva l'amore a diciassett'anni, in cui esso è filtrato dal ricordo quasi sempre d'un sogno, e quasi mai della realtà. La canzone, del resto, rivendica precisamente il “valore del sentimento che prevale sulla ragione”; la stessa Violeta Parra, che viveva quell'amore tardivo con un giovane, parlò degli “effetti depurativi e ardenti dell'amore corrisposto”. Quando quell'amore finì, Violeta non gli sopravvisse, non gli volle sopravvivere; e la canzone, una volta pubblicata sul suo ultimo album, quelle “Ultime Composizioni” che non sono “postume” come non di rado si legge qua e là, essendo uscite nel novembre del 1966, diventò una specie di simbolo di ogni cosa. E, soprattutto, di chi la aveva scritta; lei, l'atea solforosa di Ayúdame Valentina, che tornando a diciassett'anni si sentiva come un “bambino di fronte a Dio”, e con tanto di cherubini e serafini. Così, del resto, siamo un po' tutte e tutti, “dopo aver vissuto un secolo”; bisogna capirlo. Quel che poco si capisce, invece, è come mai questa canzone, una volta andatosene Run-Run al nord, una volta fissatasi la Violeta per sempre a diciassett'anni (ma di quei diciassett'anni che diventano terribili, tristi, mortali), a partire dall'11 settembre 1973 sia diventata vietata, proibita, proibitissima da fare paura al pari di Gracias a la vida. Diventa, così, una canzone di resistenza, con quello strano destino che, a volte, hanno le canzoni. Una canzone di resistenza, e persino di tortura: in quale modo ce lo spiega e racconta Gabriela Durand, una ragazza non di 17, ma di 18 anni che nel 1980 era stata imprigionata in Cile e torturata dai suoi aguzzini. Una canzone di amore, di sentimento, di purezza che, però, riportava direttamente agli anni della Unidad Popular. Così mi sono finalmente chiesto che cosa ci facesse questa canzone negli “Extra”, e che cosa veramente rappresentasse e convogliasse. Mi ha chiarito anche meglio perché Joan Manuel Serrat la abbia voluta interpretare durante il memorabile concerto di Santiago del 1990, subito dopo la fine della dittatura militare in Cile, ed anche perché la folla la avesse così accolta. La canzone viene così riportata alla sua storia, e la storia di una canzone è fatta di mille e mille cose: di vita, di amore, di morte, di speranze, di torture, di speranze. E' fatta persino, nel suo piccolo, del “delirio diciassettenne” che forma la prima introduzione a questa pagina, e che ho comunque voluto mantenere. Un “delirio” di più di vent'anni fa, dell'anno 2000 per la precisione, con alcuni strani personaggi -tra i quali il sottoscritto- che per un giorno o due si sentivano, appunto, tornati a 17 anni. Ma questa pagina “diciassettenne” deve anche tornare alla sua realtà, o ad alcune sue realtà. Così è stato fatto. [RV 15/16-11-2021]