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Le gorille

Georges Brassens
Lingua: Francese


Georges Brassens

Lista delle versioni e commenti


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(Georges Brassens)


brasschat
[1952]
Paroles / Testo / Lyrics / Sanat : Georges Brassens
Musique / Musica / Music / Sävel : Eugène Metehen [Georges Brassens]
Album / Albumi: Georges Brassens chante les chansons poétiques (...et souvent gaillardes) de... Georges Brassens [La mauvaise réputation]

gareaubrassens


E dire che il Percorso sulla pena di morte, omicidio del potere, ce lo abbiamo oramai da tempo. Nulla da fare. Questo sito, e i suoi amministratori, sono soggetti periodicamente a tragiche sbadataggini, come avrebbe detto un famoso amico di De André. Così una delle canzoni maggiormente contro la pena di morte che siano state mai scritte, entra a far parte delle CCG/AWS soltanto oggi, 11 dicembre 2007 a un quarto alle una di notte. Meglio tardi che mai. [RV]

È il 6 marzo 1952 quando un giovanotto coi baffi, massiccio, impacciato, sconosciuto e senza un soldo sta nella sala di un caffè-cabaret di Montmartre, in Place du Tertre, la place où mourut Paul Verlaine. È il café chantant di Patachou, una celebre cantante di quell'epoca, che si è accorta da un po' di che razza di canzoni scriva quella specie di muratore meridionale (e figlio di un muratore lo è davvero, peraltro). Ha deciso di cantarne qualcuna. Dice al pubblico: "Vi ho appena cantato Bancs publics. Questa canzone l'ha scritta quel tizio là. Ne scrive altre, di canzoni, ma non sono adatte a me. Ve le canterà lui, adesso. Può darsi che la cosa non gli piaccia per niente, e che non voglia. Comunque si chiama Georges Brassens." Al che scende dal palco, lo tira letteralmente per la giacca e lo spinge a cantare. È morto di paura e suda come una bestia. Tiene in mano la chitarra come ci si terrebbe un aratro, con due braccia come quercioli (curioso che il suo cognome significhi, nell'occitano delle sue parti, "dalle grosse braccia"). Poi attacca i versi di una canzone: C'est à travers de larges grilles que les femelles du canton…vedendolo solo e impacciato, il contrabbassista Pierre Nicolas inforca il suo strumento e va a soccorrerlo sul palco per sottolineare il ritmo e i cambi d'accordo. Alla fine della canzone alcuni spettatori se ne vanno indignati e sbattendo la porta; altri, invece, restano. È l'inizio di un mito della canzone francese, e di tutto il mondo.

Le gorille fu, per un certo periodo, la canzone più censurata di Francia. La storia del gorilla che si fa strumento della terribile vendetta sul giudice, cioè sulla legge, che manda a morte esseri umani con la massima indifferenza e, spesso, con una sentenza un po' originale (un'aggiunta geniale di De André, questa) fu scioccante all'epoca, per di più inserita in un impianto che fino agli ultimi due versi è quello di una chanson paillarde, una canzone sboccata tipica della tradizione francese (e con tutti i suoi bravi riferimenti machisti). Ancora nel 1979, quando a Parigi acquistai la prima stereocassetta con canzoni di Brassens, sulla copertina stavano scritte diciture del tipo Attention! Chansons PAS pour toutes les oreilles!. Così, con due versi in fondo a una canzonaccia da osteria (e lo dichiarerà nella più sconcia di tutte, Mélanie, che "le canzonacce da osteria sono sempre state di suo gusto"…) Brassens aveva scritto un inno contro la pena di morte. Attenta, legge, attenti, suoi somministratori: ci potrebbe essere sempre una vendetta che vi colpirà, magari in forma di gorilla che ve lo ficca nel culo. [RV]


Il y eut aussi le rapprochement Brassens-gorille. Aujourd'hui encore, ce sont les notes de “Gare au gorille” que joue l'orchestre au moment même de l'entrée en scène de son auteur. Chez lui, lorsqu'il entend se faire respecter par les chiens ou les chats, Brassens crie « gare au gorille ! » Pas de mystère. Le gorille justicier qui viole ce juge qui « criait Maman, pleurait beaucoup — comme l'homme auquel le jour même — il avait fait trancher le cou », c'est Brassens. C'est aussi, cette chute de couperet après huit couplets et plus, la subversion dans toute son ampleur. Le refus. La révolte. Cette chanson est bien autre chose qu'une admirable polissonnerie. C'est un “non” à la peine de mort. Et une menace : « gare au gorille ».

René FALLET


maureporig


Una prima versione della canzone (con il titolo di Gorille vendetta) era stata scritta da Georges Brassens probabilmente nel primo dopoguerra; comportava una strofa finale assai esplicita contro giudici e magistrati, che poi lo stesso Brassens eliminò “autocensurandosi” mentre la canzone veniva peraltro censurata da ogni radio dopo la sua pubblicazione (nel testo qui presentato, la strofa è ripristinata tra parentesi quadre). La quale, dopo la prima esibizione di Brassens nel locale di Patachou in Place du Tertre a Montmartre, avvenne nel 33 giri Polydor 530.011 del 1952 recante il chilometrico titolo di Georges Brassens chante les chansons poétiques (...et souvent gaillardes) de... Georges Brassens (“Georges Brassens canta le canzoni poetiche [...e spesso sconce] di... Georges Brassens”), in seguito e per sempre noto come La mauvaise réputation dal titolo della prima canzone dell'album. Nell'album, che in copertina peraltro reca proprio l'allora trentenne Brassens sullo sfondo di un feroce gorilla che esce dalla gabbia, la musica della canzone (al pari di quella de Le mauvais sujet repenti, altra canzone senz'altro gaillarde) è attribuita a Eugène Metehen (o Météhen), compositore sul quale esistono scarsissime notizie (si veda qui; ma è indubbio che la musica fu composta da Georges Brassens stesso e si ignorano tuttora i motivi di tale attribuzione (forse un “aiuto” dato a Brassens da un compositore di professione, date le ancora non eccelse sue cognizioni musicali). Dopo la pubblicazione in album, la canzone deve immediatamente fare i conti con la censura, allora attivissima in Francia (e dovunque): la sua trasmissione viene proibita su tutte le radio francesi e su Radio Luxembourg. Nel 1953 viene creata l'emittente Europe 1, la quale si segnala immediatamente per la sua indipendenza: nel 1954, come è noto, è la prima a trasmettere Le déserteur, scatenando un putiferio, e nel 1955 è ugualmente la prima a diffondere Le gorille per radio, comunque nella sua versione in disco e senza l'ultima strofa “autocensurata”. Georges Brassens fu sempre piuttosto schivo riguardo a questa sua prima e famosissima canzone: dichiarò di “aver voluto raccontare una storia per divertirsi; ma alla fine di questa storia un po' burlesca, è arrivata una specie di morale. In un primo momento non ci avevo pensato”. Il rispetto dovuto a Tonton Georges non esclude senz'altro qualche dubbio al riguardo. Comincia così la sua storia straordinaria.

Storia straordinaria che, direi naturalmente, nel prosieguo degli anni (non va scordato che, al momento attuale, si tratta di una canzone che ha più o meno una settantina d'anni...) ha dovuto fare i conti con la (fortunatamente) mutata sensibilità verso certe tematiche. Le accuse piovute su Georges Brassens per il suo machismo, e non solo per questa canzone (Brassens è comunque figlio di una certa “Francia profonda” con tutti i suoi difetti e pregi), non si contano. In questa canzone, inutile dirlo, si parla a chiare lettere di uno stupro, e perdipiù si prospetta che, se qualcuno fosse obbligato a stuprare una donna anziana o un giudice uomo, naturalmente sceglierebbe la vecchia. E' una cosa di cui tenere conto e da non sottacere; Brassens va preso per quel che era.[RV, 25-05-2019]

INDICE RAPIDO DELLE VERSIONI DISPONIBILI (In 10 lingue finora)
QUICK INDEX OF VERSIONS AVAILABLE (In 10 languages up to now)

Italiano 1Italiano 2 - Italian 3 - MilaneseInglese 1Inglese 2 - Tedesco 1 - Tedesco 2 - GrecoSpagnoloRussoPersianoLatino - Ebraico

Italian 1Italian 2 - Italian 3 - MilaneseEnglish 1English 2 - German 1 - German 2 - GreekSpanishRussianPersian (Fârsi) - Latin - Hebrew
C'est à travers de larges grilles,
Que les femelles du canton,
Contemplaient un puissant gorille,
Sans souci du qu'en-dira-t-on.
Avec impudeur, ces commères
Lorgnaient même un endroit précis
Que, rigoureusement ma mère
M'a défendu de nommer ici...
Gare au gorille !...

Tout à coup la prison bien close
Où vivait le bel animal
S'ouvre, on n'sait pourquoi. Je suppose
Qu'on avait dû la fermer mal.
Le singe, en sortant de sa cage
Dit "C'est aujourd'hui que j'le perds !"
Il parlait de son pucelage,
Vous aviez deviné, j'espère !
Gare au gorille !...

L'patron de la ménagerie
Criait, éperdu : "Nom de nom !
C'est assommant car le gorille
N'a jamais connu de guenon !"
Dès que la féminine engeance
Sut que le singe était puceau,
Au lieu de profiter de la chance,
Elle fit feu des deux fuseaux !
Gare au gorille !...

Celles là même qui, naguère,
Le couvaient d'un œil décidé,
Fuirent, prouvant qu'elles n'avaient guère
De la suite dans les idées ;
D'autant plus vaine était leur crainte,
Que le gorille est un luron
Supérieur à l'homme dans l'étreinte,
Bien des femmes vous le diront !
Gare au gorille !...

Tout le monde se précipite
Hors d'atteinte du singe en rut,
Sauf une vielle décrépite
Et un jeune juge en bois brut;
Voyant que toutes se dérobent,
Le quadrumane accéléra
Son dandinement vers les robes
De la vieille et du magistrat !
Gare au gorille !...

"Bah !", soupirait la centenaire,
"Qu'on puisse encore me désirer,
Ce serait extraordinaire,
Et, pour tout dire, inespéré !" ;
Le juge pensait, impassible,
"Qu'on me prenne pour une guenon,
C'est complètement impossible..."
La suite lui prouva que non !
Gare au gorille !...

Supposez que l'un de vous puisse être,
Comme le singe, obligé de
Violer un juge ou une ancêtre,
Lequel choisirait-il des deux ?
Qu'une alternative pareille,
Un de ces quatres jours, m'échoie,
C'est, j'en suis convaincu, la vieille
Qui sera l'objet de mon choix !
Gare au gorille !...

Mais, par malheur, si le gorille
Aux jeux de l'amour vaut son prix,
On sait qu'en revanche il ne brille
Ni par le goût, ni par l'esprit.
Lors, au lieu d'opter pour la vieille,
Comme l'aurait fait n'importe qui,
Il saisit le juge à l'oreille
Et l'entraîna dans un maquis !
Gare au gorille !...

La suite serait délectable,
Malheureusement, je ne peux
Pas la dire, et c'est regrettable,
Ça nous aurait fait rire un peu ;
Car le juge, au moment suprême,
Criait : "Maman !", pleurait beaucoup,
Comme l'homme auquel, le jour même,
Il avait fait trancher le cou.
Gare au gorille !...

[Nous terminerons cette histoire
Par un conseil aux chats-fourrés
Redoutant l’attaque notoire
Qu’un d’eux subit dans des fourrés :
Quand un singe fauteur d'opprob’e
Hante les rues de leur quartier
Ils n’ont qu’à retirer leur robe
Ou mieux à changer de métier.
Gare au gorille !...] [1]
[1] La strofa "autocensurata" viene ripristinata qui nel testo.

inviata da Riccardo Venturi - 11/12/2007 - 00:16




Lingua: Italiano

Nuova traduzione italiana letterale (compresa la "strofa finale autocensurata")
Nouvelle traduction littérale italienne (y compris la "strophe finale auto-censurée)
New word for word translation into Italian (including the "final self-censured verse")
Uusi italiankielinen kirjaimellinen käännos:
Riccardo Venturi, 25-05-2019 09:19



Una traduzione del tutto letterale della canzone già esiste in italiano: la hanno fatta Mario Mascioli e Nanni Svampa nel loro famoso libro brassensiano del 1991 edito da Franco Muzzio di Padova, non so se mai ristampato. Il fatto che mi sia messo a ritradurre tutto quanto non è un segno di mancanza di rispetto (per altre canzoni di Brassens presenti nel sito mi sono servito a piene mani delle traduzioni presenti nel volume), ma un po' per la “strofa autocensurata” e un po' perché mi andava così, inserisco oggi questa mia traduzione autonoma corredandola di qualche nota per spiegare certi modi di dire che occorrono nel testo.
IL GORILLA

Attraverso larghe griglie,
Le donne della contrada
Contemplavano un possente gorilla
Fregandosene di quel che si dirà in giro.
Con impudicizia, quelle comari
Sbirciavano proprio in un posto preciso
Che mia madre, rigorosamente,
Mi ha proibito qui di nominare.
Attenzione al gorilla...!

Tutto d'un colpo, la gabbia ben chiusa
Dove viveva il bell'animale
Si apre, non so perché. Suppongo
Che dovevano averla chiusa male.
Lo scimmione, uscendo dalla sua gabbia
Disse: “È oggi che la perdo!”
Parlava della sua verginità,
Lo avevate indovinato, spero !
Attenzione al gorilla...!

Il padrone del serraglio
Gridava sconvolto: “In nome di Dio!
È un bel guaio, visto che il gorilla
Non ha mai visto una scimmia femmina! “
Quando la congrega di donne
Seppe che lo scimmione era pulzello,
Invece di approfittare della chance
Se la diede a gambe! [1]
Attenzione al gorilla...!

Proprio quelle stesse che poco prima
Lo covavan con occhi vogliosi,
Scapparono, dimostrando così
Di non avere idee coerenti ;
Ancor più vano era il loro timore,
In quanto il gorilla è ben gagliardo [2]
Superiore all'uomo nell'amplesso,
Diverse donne ve lo diranno !
Attenzione al gorilla...!

Tutti quanti si precipitano
Fuori della portata dello scimmione infoiato,
Tranne una vecchia decrepita
E un giovane giudice tutto d'un pezzo; [3]
Visto che tutte se la stavan squagliando,
Il quadrumane accelerò
Ondeggiando verso le sottane
Della vecchia e del magistrato.
Attenzione al gorilla...!

“Beh!”, sospirava la centenaria,
“Che mi si possa ancora desiderare
Sarebbe straordinario,
E, più che altro, non sperato !”
Il giudice pensava impassibile,
“Che mi si prenda per una femmina di scimmia,
È del tutto impossibile...”
Il seguito gli dimostrò di no.
Attenzione al gorilla...!

Supponete che uno di voi possa,
Come lo scimmione, essere obbligato
A stuprare un giudice o una vegliarda:
Chi dei due sceglierebbe?
Che una simile alternativa
Mi tocchi uno di questi giorni [4]
E, ne sono convinto, sarebbe
La vecchia che sceglierei !
Attenzione al gorilla...!

Ma, purtroppo, se il gorilla
Nel gioco dell'amore merita,
Si sa invece che non brilla
Né per il gusto, né per lo spirito.
E dunque, invece di sceglier la vecchia,
Come avrebbe fatto chiunque,
Acchiappò il giudice per un orecchio
E lo trascinò in una boscaglia !
Attenzione al gorilla...!

Il seguito sarebbe divertentissimo,
Ma purtroppo, non posso
Raccontarlo, ed è un peccato,
Ci avrebbe fatto ridere un bel po'.
Perché il giudice, all'istante supremo,
Gridava “Mamma !”, piangeva tanto,
Come l'uomo a cui, il giorno stesso,
Aveva fatto tagliare il collo.
Attenzione al gorilla...!

[Termineremo questa storia
Con un consiglio ai parrucconi
Spaventati per il famoso attacco
Che uno di loro subì in una boscaglia:
Quando uno scimmione, istigatore d'obbrobrio,
Si aggira per le strade del loro quartiere
Non hanno che a levarsi la toga
O meglio a cambiare mestiere.
Attenzione al gorilla...!]
[1] Il modo di dire francese, alla lettera, significa: “Fece il fuoco dei due razzi”.

[2] Nella loro versione, Mario Mascioli e Nanni Svampa traducono luron con “buontempone”, che è senz'altro uno dei significati della parola. Ma non mi sembra che, qui, ci abbiano azzeccato. L'altro significato comune di “luron” è “gagliardo, vigoroso”, cosa ben compresa da Fabrizio De André nella sua traduzione italiana. Lo stesso Nanni Svampa, nella sua altrettanto celebre versione in milanese, va per tutta un'altra strada.

[3] Nel modo di dire francese, “in legno grezzo”.

[4] Il testo francese ha “uno di questi quattro giorni”, ma è così nel modo di dire.

25/5/2019 - 09:20




Lingua: Italiano

La versione italiana piuttosto celebre di Fabrizio De André
La version italienne, plutôt célébre, de Fabrizio De André
Fabrizio De André's rather renowned Italian version
Fabrizio De Andrén italiankielinen, melko tunnettu versio

Scritta nel 1968, incisa nel Volume III
Écrite en 1968, enregistrée dans "Volume III"
Written 1968, recorded in "Volume III"
Kirjoitettu vuonna 1968, nauhoitettu "Volume III"-ssa.




La traduzione italiana di Fabrizio De André fu giudicata “eccellente” da Georges Brassens stesso, che conosceva a sufficienza l'italiano da poterlo giudicare (non bisogna ricordare che era figlio di una donna di origini italiane, Elvira Dagrosa, nata a Sète ma figlia di due immigrati di Marsico Nuovo, in provincia di Potenza). Ed eccellente lo è sul serio, qua e là con degli autentici colpi di genio (uno per tutti: la “sentenza un po' originale”). Va da sé che De André condivideva in pieno con Brassens l'opposizione viscerale alla pena di morte (e al carcere in generale), nonché l'avversione verso giudici e magistrati (non è un caso che De André, nell'Antologia di Spoon River, scelse proprio il giudice Selah Lively per la sua canzone). Per il resto, come è noto, De André non volle mai incontrare e conoscere Brassens di persona: considerandolo suo maestro e mito, temeva di restarne deluso per il notorio non facile carattere di Brassens (e comunque, nemmeno De André era famoso per il suo buon carattere). [RV, 25-05-2019]
IL GORILLA

Sulla piazza d'una città
La gente guardava con ammirazione
Un gorilla portato là
Dagli zingari di un baraccone.
Con poco senso del pudore
Le comari di quel rione
Contemplavano l'animale [1]
Non dico dove non dico come.
Attenti al gorilla!

D'improvviso la grossa gabbia
Dove viveva l'animale
S'aprì di schianto, non so perché,
Forse l'avevano chiusa male.
La bestia, uscendo fuori di là,
Disse: "Quest'oggi me la levo !"
Parlava della verginità,
Di cui ancora viveva schiavo.
Attenti al gorilla!

Il padrone si mise a urlare:
"Il mio gorilla, fate attenzione!
Non ha veduto mai una scimmia,
Potrebbe fare confusione."
Tutti i presenti, a questo punto
Fuggirono in ogni direzione,
Anche le donne, dimostrando
La differenza fra idea e azione.
Attenti al gorilla!

Tutta la gente corre di fretta
Di qua e di là, con grande foga,
Si attardano solo una vecchietta
E un giovane giudice con la toga.
Visto che gli altri avevan squagliato,
Il quadrumane accelerò
E sulla vecchia e sul magistrato
Con quattro salti si portò.
Attenti al gorilla!

"Bah", sospirò pensando la vecchia,
"Ch'io fossi ancora desiderata,
Sarebbe cosa alquanto strana
E più che altro non sperata."
"Che mi si prenda per una scimmia",
Pensava il giudice col fiato corto,
"Non è possibile, questo è sicuro!"
Il seguito prova che aveva torto.
Attenti al gorilla!

Se qualcuno di voi dovesse
Costretto con le spalle al muro,
Violare un giudice od una vecchia,
Della sua scelta sarei sicuro.
Ma si dà il caso che il gorilla,
Considerato un grandioso fusto
Da chi l'ha provato però non brilla
Né per lo spirito, né per il gusto.
Attenti al gorilla!

Infatti lui, sdegnata la vecchia
Si dirige sul magistrato,
Lo acchiappa forte per un'orecchia
E lo trascina in mezzo ad un prato.
Quello che avvenne fra l'erba alta
Non posso dirlo per intero,
Ma lo spettacolo fu avvincente
E la suspence ci fu davvero.
Attenti al gorilla!

Dirò soltanto che sul più bello
Dello spiacevole e cupo dramma,
Piangeva il giudice come un vitello,
Negli intervalli gridava "Mamma!".
Gridava mamma come quel tale
Cui, il giorno prima, come ad un pollo
Con una sentenza un po' originale
aveva fatto tagliare il collo.
Attenti al gorilla!
[1] var. lo scimmione

inviata da CCG/AWS Staff - 11/12/2007 - 00:30




Lingua: Italiano

I' Gorilla 2019
Piccolo adattamento della canzone a certi eventi e personaggi dell'attualità corrente
dell' Anonimo Toscano del XXI Secolo

Dichiara l'Anonimo Toscano del XXI Secolo: "Poiché non bisogna essere 'buonisti' e 'politicamente corretti', propongo qui questo piccolo adattamento della famosa canzone di Brassens (e De André) che non mancherà, spero, di suscitare interesse. Salvti"!

Attenti al gorilla...!
Attenti al gorilla...!
I' GORILLA 2019

Sulla piazza d'una città
La ggènte mirava con preoccupazione
Un gorilla portato là
Dagli zingari d'un baraccone.
Va detto subito che il terrore
Non concerneva lo scimmione,
Bensì gli zingari, que' farabutti
Che ruban bimbi a profusione.
Attenti al gorilla...!

C'era in corso un comizio grosso
Di Salvini e Giorgia Meloni,
Che anche se 'unn'erano alleati
L'eran du' fascisti e du' rompicoglioni.
In mezzo a berci e battimani,
Pacchie finite e porti chiusi,
Slogan di “Prima gli itagliani!”
E “Dagli a' ròmme, que' brutti musi!”
Attenti al gorilla...!

D'improvviso la grossa gabbia
Dove viveva quel bestione
S'aprì di schianto, e lo so perché:
I Rom avevano aperto il portone.
La bestia, uscendo fuori di là,
Disse: “Brutti porci schifosi razzisti,
Oggi si vede come vi va,
Perché vi faccio de' culi mai visti.”
Attenti al gorilla...!

Matteo Salvini si mise a urlare:
“Occhio, è un gorilla comunista...!”
Coraggiosissimi tutti gli astanti
Scapparon lasciando solo il leghista.
Però l'eroica nipotina del Dvce
Volle mostrare al mondo la forza
Della Romana virtù che rilvce
E che ci aveva assai dura la scorza.
Attenti al gorilla...!

Tutta la ggènte corre di fretta
Di qua e di là compresi i bambini,
Rimangon soli nella piazzetta
Giorgia Meloni e Matteo Salvini.
Visto che gli altri avevan squagliato
Il quadrumane accelerò,
E sulla Meloni e sul grasso pallato
Con quattro salti si portò.
Attenti al gorilla...!

“Morrò difendendo dall'orde servàgge
Degli zingari e de' li su' gorilla
L'Itaglia dall'Arpi fino alle spiagge
Con la virtù che brilla e scintilla.”
“Mi vœuri vèss da onn'altra parte”,
Pensava Salvini col fiato corto,
Se l'era fatta già mezza addosso,
Ci aveva un viso che pareva morto.
Attenti al gorilla...!

Se qualcuno di voi dovesse
Costretto con le spalle al muro
Stuprare Salvini o la Meloni
Della sua scelta sarei sicuro.
Difatti il gorilla, vista la Meloni,
Dimostrò un deciso buon gusto
E su Salvini che era già carponi
Balzò berciandogli: “Vien qui, bel fusto!”
Attenti al gorilla...!

Gni strappa i' rosario, lo spoglia tutto,
Via anche la felpa della Polizia,
Prima lo incula grasso come strutto,
Poi se lo porta un po' in periferia.
Io non so dove fra grida strazianti
Il fattaccio fu consumato,
Però secondo il parere di tanti
Fu a Torre Maura o Casal Bruciato.
Attenti al gorilla...!

Dirò soltanto che sul più bello
Di quei fatti finora mai visti
Piangeva Salvini come un vitello,
Pensava anche a Cesare Battisti. [1]
Allo spettacolo di Ciampino,
Alla Sea Watch e non twittava
Mentre il gorilla vendicatore
Gni metteva niccùlo tutta la fava.
Attenti al gorilla...!
[1] Il patriota italiano, naturalmente (Trento, 4 febbraio 1875 - Trento, 12 luglio 1916)

inviata da L'Anonimo Toscano del XXI secolo - 25/5/2019 - 12:05




Lingua: Inglese

La traduzione inglese di Dennis Criteser della versione italiana di Fabrizio De André [2014]
Dennis Criteser's English translation of Fabrizio De André's Italian version [2014]
La traduction anglaise de Dennis Criteser de ka version italienne de Fabrizio De André [2014]
Fabrizio de Andrén italiankielisen version Dennis Criteserin englanninkielinen käännos [2014]


"Il gorilla" is a fairly faithful translation of one of Georges Brassens's most famous songs, "Le gorille" (1952). De André and Brassens shared a dislike of the powers-that-be in general, and the death penalty in particular.

Volume III, released in 1968 just three months after the release of Tutti morimmo a stento, included four new songs along with re-recorded versions of other songs released previously as singles. The new songs weren't originals, however: two translations of Georges Brassens songs, a 13th century Italian sonnet set to music, and a traditional 14th century French song. The lack of originals and the timing of the release points to the fact that De André's label wanted to release something on the heels of the huge success of the Mina cover of "Marinella" that was released at the end of 1967. Volume III had strong sales for two years following its release. - Dennis Criteser
THE GORILLA

On a city plaza
people were looking with admiration
at a gorilla brought there
by the gypsies of an amusement park.
With little sense of shame,
the neighbors of that district
contemplated the animal,
I’m not saying where or how.
Beware the gorilla!

All of a sudden the large cage
where the animal lived
burst open, I know not why,
perhaps they had closed it poorly.
The beast heading out of there
said, “Today I’ll take it off!”
He spoke of virginity,
to which he was still enslaved.
Beware the gorilla!

The owner began to shout
“My gorilla, watch out everyone!”
He’d never seen that an ape
could cause such confusion.
Everyone present at this point
fled in every direction,
even the women, demonstrating
the difference between idea and action.
Beware the gorilla!

All the people ran hurriedly
here and there with great determination.
Only a little old lady lingered behind,
and a young judge with robes.
Seeing that the others had melted away,
the four-handed ape sped up
and on the old lady and the magistrate
he descended with four leaps.
Beware the gorilla!

“Bah,” sighed the lady,
“that I could still be desirable
would be something rather strange
and, more than anything, unexpected.”
“That I am taken for an ape,”
thought the judge with a short breath,
“is impossible, this is certain.”
The following proves that he was wrong.
Beware the gorilla!

If some one of you had to,
forced with your back against the wall,
to violate a judge or a little old lady,
of your choice I would be certain.
But as it happens, the gorilla,
considered a grand hunk
by whosoever tried him, did not shine,
neither for his spirit nor for his taste.
Beware the gorilla!

In fact, scorning the old lady,
he set upon the magistrate.
He seized him firmly by one ear
and dragged him to the middle of a meadow.
That which transpired amidst the tall grass
I can’t tell you in its entirety,
but the spectacle was engrossing
and “suspense” was truly there.
Beware the gorilla!

I will say only that at the climax
of the unpleasant and gloomy drama
the judge wept like a calf,
and in the intervals cried “Mamma,”
cried “Mamma,” like that one who
the day before, as if he were a chicken,
with a sentence a bit unusual
he had ordered "Cut off his neck."
Beware the gorilla!

inviata da Riccardo Venturi - 25/5/2019 - 10:05




Lingua: Italiano (Milanese)

Versione milanese di Nanni Svampa
La version milanaise de Nanni Svampa
The Milanese version by Nanni Svampa
Nanni Svampan milanonkielinen versio

Album / Albumi : "Nanni Svampa canta Brassens Volume I"



A differenza che con De André, Brassens e Nanni Svampa si conobbero bene e -almeno sembra- si piacquero parecchio. Secondo precise testimonianze, Brassens giudicava le versioni in milanese di Nanni Svampa come le migliori mai fatte in qualsiasi lingua; e c'è da dire che il milanese si presta particolarmente bene a rendere canzoni in lingua francese -aggiungendo ovviamente a tutto ciò il genio di Nanni Svampa. Cosa aveva fatto lo Svampa? Semplicemente aveva preso le canzoni di Brassens, “Gorilla” compreso, e le aveva trasportate a Milano. Le versioni brassensiane di Nanni Svampa sono canzoni milanesi in tutto e per tutto, e delle migliori mai scritte. [RV, 25-05-2019]
EL GORILLA

A travers el gabbion del circo
i donnètt de tutt el rion
ghe vardaven adree al gorilla
'dess ve disi anca la reson:
s'eren miss pròppi tucc in fila
davanti a l'esposizion
d'ona ròba che pòdi nò dilla
ona roba de fà impression.
Dàgh al gorilla!

A on bel moment el gabbion de legna
el s'è ròtt e 'sto bel bestion
l'ha sentii l'odor de campagna
l'ha ciappaa e l'ha saltaa i bastion.
El scimmion in del vegnì foeura
“Pòdi nò sta chì saraa sù -
el vosava – mi incoeu sont vergin
ma doman voeuri vèssel puu”.
Dagh al gorilla!

I pajasc e'l padron del circo
hinn staa i primm a sentì l'odor
“Ahi, ghe semm, stà a vedè el gorilla
ch'el gh'ha voeuja de fà l'amor”.
Tucc i dònn quand gh'hann dit la stòria
ch'el scimion l'era adree a cercà
sarà stada anca la paura
s'hinn stremii e hann comincià a scappà.
Dagh al gorilla!

Anca quej che on quart d'ora prima
le vardaven cont duu oeucc inscì
hinn scappaa, l'è la coerenza
che ghe manca a quella gent lì.
Sarà stada anca l'ignoranza
fatto sta s'el saveven guaj
ch'el gorilla a portall in stanza
del marì l'era molto mèj.
Dagh al gorilla!

In la strada intant che i alter
se scondeven per fal passà
se vedeva domà ona vegia
cont on giudes che andava a cà.
El scimion el se varda intorna
poeu el comincia a pontà decis
tucc i dònn eren giamò in stanza
ci duu lì eren anmò vestì.
Dagh al gorilla!

La vegèta la sospirava
“Beh... el pò vèss che ghe piasi mi,
l'è on poo foeura de l'ordinari
ma ai mè temp...” e la resta lì.
Anca el giudes el se moeuv minga
tant el pensa: “Va ben che son brutt
ma 'l pò nò ciappamm per 'na scimmia”,
stagh attent che l'ha sbagliaa tutt.
Dagh al gorilla!

'Dèss fa finta che vun el disa
catta foeura o de chì o de là
ciappa el giudes oppur la vègia
ghe n'è inscì che sann nò se fa.
Mi per mi gh'hoo pensaa anca sora
ciappi la vègia, nanca parlànn
specialment adèss che l'è dura
che anca mi gh'hoo giamò i mè ann.
Dagh al gorilla!

El fatto l'è che anca se'l gorilla
el var el prezzi de fagh l'amor
el sann tucc che in definitiva
el pò minga vess spiritôs.
Inscì inveci de toeuv la vègia
come avressom faa forsi tucc
l'ha ciappaa el giudes per l'oregia
e l'ha portaa insemma a lù in del bosch.
Dagh al gorilla!

Se voo avanti a cuntav la storia
gh'è de rid, a ve'l disi mi
me dispias pòdi minga dilla
beh, in sostanza l'è andada inscì:
al moment pussee bell el giudes
El vosava “Mamma Gesù”
come quell che l'altr'er ai vùndes
l'hann piccaa e poeu l'hann saraa su.
Dagh al gorilla!

inviata da Gianluca Pozzoni - 14/3/2009 - 12:09




Lingua: Italiano (Potentino)

La nuova versione in dialetto potentino di Flavio Travaglini



L'autore di questa versione, Flavio Travaglini, nato e cresciuto a Potenza, è laureato in scienze linguistiche presso Unito (Università degli studi di Torino) con una tesi sull'evoluzione del dialetto galloitalico potentino, per la precisione di origine liguro-piemontese, dalle sue più antiche attestazioni della seconda metà dell'ottocento ad oggi. Il dialetto utilizzato è il potentino più antico, che oggi è mutato sotto la spinta dell'italiano e dei dialetti meridionali.


Alla fine del 2020 pubblicai una mia personale traduzione musicale in dialetto potentino di "Le gorille" di George Brassens. Ho deciso pubblicarne una versione aggiornata per due motivi: 1) Nella versione precedente mancava la traduzione della quarta strofa, omessa, a dire il vero, nella traduzione in italiano di Fabrizio De André, ma che a nelle altre traduzioni è presente, dunque ho deciso di aggiungerla; 2) Vi erano diversi errori di forma, sia a livello di pronuncia che di scrittura.
LA ŠŠIGNA

Mbra la nvërriata dë na caggiuóla
Li ffémmënë d’ógnë ccundana e qquartiérë
Dë na ššigna na còsa sóla
Vuliénnë vëré, nu_gnë së pò ccrére!
Sènẓa brëvògna queddi ccummarë
Uardavënë tuttë, drittë pë ddrittë
Nu còsë dònghë ca…pë ppiašérë!
Më sa ca è mmiéglië ca staggë cittë
Attèndë a la ššigna!

Alla nẓacrésa quédda prëggióna
Addù stašia ssu bbèlle anëmalë
S’arbèzë, nun_ẓaccë la raggióna
Pènẓë ca l’aviénnë chiòsa malë
Tannë la ššigna, aššènnë fuóra
Dëšèzë: “Òšë më l’aggia duwà”
Pëcché iédd’èra vérgënë anguóra
E nnun_ẓavìa cchiù cum’avìa fa
Attèndë a la ššigna!

Lu mastrë dë fèra arruwazë currènnë
Alluccava: “Ohimmé! Marònna mia!
Quést’è nu uaië, ššignë cu li mménnë
L’à ssólë pënzà cu la fandasìa”.
Quannë li ffémmënë lu sëndèrnë
Nu_mmulèrnë cuóglië l’occasiónë
Ed alla mbrèšša së në gèrnë
Ognaruna nda na direzziónë
Attèndë a la ššigna!

Pròpië li stéssë cummarë ca
Pë iéddë tëniénnë lu wulìë
Së në fuggèrnë da qui e da ddà
“Addù è lla cuerènẓa?” v’addummannë ië
E nnun_ẓ’aviénnë manghë appaurà
Pëcché la ššigna è nu marcandònië
Lu sannë ind’a ttutta la città
C’a ffóttë è cchiù mmiéglië dë li banòmë
Attèndë a la ššigna!

Tuttë pënẓarnë a ssalvà la pèdda
Mëttènnësë a ccórrë pë li strarë
Rëstarnë sólë na vëcchiarèdda
E nu giurëšë neonummënarë.
Vistë ca attórnë nu_gn’èra n’anëma
Lu quadrumanë cu qquattë zumbë
Gèzë a sturià la vècchia e llu giurëšë
Ca gnë pariénnë dói palummë
Attèndë a la ššigna!

“Mmè!”, dëšìa, iarènnë, la vècchia
“Si më vuléssënë anguóra pëglià
Mò c’a ccèndë annë só na fëtécchia
Sarrìa da nun_grérë, nu_ll’avrìa sprà”.
Mméšë lu giurëšë nda la mèndë
Pënẓava: “A na ššigna nun assuméglië
Nu_mm’aggia méttë paura dë niéndë”
Dòppë s’à ttruwà nda nu bušiglië
Attèndë a la ššigna!

Mò pënẓarë si avira séglië
Pròpië cum’avìa fà ssu mammónë
Chi tra na vècchia e nu giurëšë è mmiéglië
Pë fà nu šchifë dë violazziónë
Fóssë pë mmi, si më truwassë,
Dói vòtë nu_gnë pënẓërrìa
Aviéttë, sènẓa pèrdë li passë
Ì cu la vècchia më në gërrìa
Attèndë a la ššigna!

Però si è vvèrë ca ss’anëmalë
A ffà lu giuóvë d’amórë è nu mastrë
Së sa ca iéddë, ed è nnurmalë
Pë spirëtë e ggustë nunn_è n_astrë.
Dunga futtènnësënë dë la vècchia
Ca së truwàzë mmanë li mmóschë
Ngappazë lu giurëšë pë na régghia
E ll’arra(g)azë dinda lu bòschë.
Attèndë a la ššigna!

Chi ssuccërèzë dòppë è dduwërtèndë
Mannaggia ca nun_ẓë pò ccundà
È nu pëccarë davaramèndë
Sai quanda rrisë n’aviémma fà.
Lu giurëšë mmènẓë a ttanda mappinë
Strëssava: “Mamma!”, cu dd’uógghië mòddë
Cumë a lu crëstianë ca a mmatutinë
Avìa cunnannà a ppèrdë lu còddë
Attèndë a la ššigna!

inviata da Flavio Travaglini - 19/1/2024 - 13:24




Lingua: Friulano

Versione friulana di Giorgio Ferigo interpretata con la Povolâr Ensemble



Ho passato all'OCR la foto inviatami da Flavio Poltronieri e ricontrollato, ma potrebbe essermi sfuggito qualche errore...
OCJO AL GORILA

‘Ta placuta di una vila
Ducj a cjalavin incocalits
Un quadrumano gorila
Puartât aventi da cui-sa ce sit
Las comâris dal Borc di Là
A smicjavin un pont precis
Quâl, po-gjau, induvinàilu
Che dal sigûr achi jò no lu dis
Ocjo al Gorila!

Poben, di colp, il gabiot
Dulà ch’al era l'anemal
Al si spalanca, no sai parcé
Forsit la cluca a scierava mal
La besteata a scjampa fûr
Cun chest pensir precis tal cjâf:
"Vué i ml deliberi dal polzetagjo
Ch'al è di massa ch’a mi ten sciâf”
Ocjo al Gorila!

Il padron al sbegherava:
"Il gno gorila, sacramentât,
No l'à jodût mai polzeta
Forsit mi resta confusionât”
Las comâris apena savût
Ch’al era vergjn il besteòn
A la tovin di tromba, cença
Aprofitâ da situazion
Ocjo al Gorila!

Encje chês che cun plui tir
A contemplavin il goloseç
Quant ch’a si cjatin tal intif
A refudin il bon rapeç
E sì che il gorila al è domiesti
E plui che un uman al à braura
A inventâ i giûcs da l’amôr
E mena-ju a furnidura
Ocjo al Gorila!

Ducj a fuin di cà e di là
Cença respir, cença padìn
Si fermin nomo gnagna cruspa
E un giudiç suturno cu l'ermelin
Stant che ducj a la vevin tovada
Il quadrumano al cor a varcs
Al da un’ultima acelerada
E al plomba sui doi restants
Ocjo al Gorila!

“Ch’a mi podino volé
- A suspirava la centenaria -
a è una rôba da no crodi
e come dî straordenaria”
"Sumo sù, cuntun scimiot
- Il magjstrat al cjalava di stuart -
Nol è posibbil...” Ce ch’al ven dopo
Al prova che il giudiç al veva tuart
Ocjo al Gorila!

Difati, lui, scartada la viêla
Al ti plomba sul magjstrât
A lu gafa par una vorêla
A lu strissina tal mieç di un prât
Ce ch’al sucêt ta l'ortigûl
Jò no lu conti d’insomp a pit
Che di contâ las purcitarias
Vava jér l'ati a me lu a improibit
Ocjo al Gorila!

Su conti nomo che sul plui biel
E a ogni a-fondo salacor
Al vaiva il giudiç como un vidiel
E al belava “Mari-mê-di-côr”
Al belava: “Mama!”, como chel biât
Che la buinora tanche un poleç
Cuntuna sentenza no pa la quâl
Al veva picjât al malcjaveç
Ocjo al Gorila!

inviata da Lorenzo - grazie a Flavio Poltronieri - 27/1/2024 - 19:20




Lingua: Inglese

La versione inglese di Jake Thackray
"Brother Gorilla" - The English version by Jake Thackray



jakethackray

Only a bunch of songs by Georges Brassens have been translated (or adapted) in English. Among them, Jake Thackray's Brother Gorilla is perhaps the best, and best known one. It is preceded by a short, recited introduction by the author that explains the song to an English-speaking audience pointing out that capital punishment is all but song fiction. [RV 25-05-2019]
BROTHER GORILLA

This week in La Sante Prison in Paris,
two fellers got their 'eads chopped off.
This was official, and it was meant as a punishment.
Here is a translation of a famous French song
about capital pun. It was written some twenty years
ago by Georges Brassens - the best, the very best
of all poet-singers. It is called The Gorilla,
and it is offensive.


Through the bars of a large enclosure
The village ladies intently stared,
Where a gorilla with massive composure
Was impassively combing his hair.
They were shamelessly interested,
Eyeing devoutly a certain spot,
But my mother's especially requested
I refrain from telling you what.
Brother Gorilla!

The door of the circus lock-up,
Where the noble brute had been put,
By an administrational cock-up
Was unwisely left unshut
"I'm going to lose it at last," he cried,
Swinging lissomely out of his cage,
Referring, of course, to his chastity:
He was just at the difficult age
Brother Gorilla!

Those self-same ladies who previously
Had been licking their lips from afar
Did a bunk, which shows how devious
And whimsical women are.
In the path of the lovesick monkey
There were two who wouldn't budge:
A little old lady, all shrunken,
And a petty sessions judge.
Brother Gorilla!

The old girl said "It would be surprising
And unlikely in the extreme
If anyone found me appetising,
And beyond my wildest dreams!"
The judge intoned with tranquillity:
"To take me for a female ape
Would be the height of improbability".
Even judges make mistakes.
Brother Gorilla!

It would be curious and uncanny,
Say, if the choice were up to you
To ravish a judge or a granny
And you didn't know which to do.
If I were in such a position
And the choice had got to be mine,
I'd beg the old lady's permission
But go for grandma every time.
Brother Gorilla!

Though the gorilla is very proficient
In the role of a paramour
His mental equipment's deficient
And his eyesight's awfully poor.
With a Palaeolithic leer
He gave the old lady the miss
And, grabbing the judge by the ear,
Gave him an introductory kiss.
Brother Gorilla!

In time the gorilla's desires
Were more or less gratified.
The judge, being rather biased,
Couldn't see the funny side.
He was kicking and screaming and wailing
When his moment of truth had come,
Like those wretches he orders daily
To be taken away and hung.
Brother Gorilla!

inviata da Riccardo Venturi - 11/12/2007 - 03:15




Lingua: Tedesco

Versione tedesca di Christoph Gerhard
Deutsche Fassung von Christoph Gerhard

Eine nicht wörtliche aber singbare deutsche Version von Ende der 70-er Jahre, die auf der italienischen Version von Fabrizio de André basiert. (Es gibt übrigens auch eine deutsche Version und Interpretation von Franz-Josef Degenhardt von 1986 auf der LP "Junge Paare auf Bänken", auf der er Chansons von Georges Brassens ins Deutsche übertragen hat.)

Una versione tedesca non del tutto letterale ma cantabile dalla fine degli anni 70, basata sulla versione italiana di Fabrizio de André. (Esiste comunque anche una versione e interpretazione di Franz-Josef Degenhardt del 1986, pubblicata sul LP "Junge Paare auf Bänken", che porta solamente delle canzoni di Brassens.)
DER GORILLA

Auf dem Marktplatz einer Stadt,
ausgestellt in einem Käfig,
von einem Zirkus mitgebracht,
begaffen die Leute ihn andächtig.
Ganz ungeniert und ziemlich schamlos,
wie sich die Weiber die Augen wischen,
sie glotzen ihn an von Kopf bis Fuß,
von unten nach oben und auch dazwischen:
den Gori – i – i – i – lla.

Plötzlich öffnet sich der Käfig,
in dem der Affe ruhig gesessen,
mit einem Schlag – und was weiß ich ? –
vielleicht war er schlecht verschlossen.
Mit einem Satz war die Bestie draußen,
rieb sich die Hände und sprach zu sich
„Heute werde ich zum Manne!“,
denn man hielt ihn bisher jungfräulich:
den Gori – i – i – i – lla.

Da fing sein Herrchen an zu schrei’n:
“Mein Gorilla, nehmt euch in Acht,
er ist jung, das wird gefährlich,
er hat’s noch nie mit ’ner Äffin gemacht!“
„Wenn das so ist ... “, dachten die Leute,
„ ... ist’s wohl besser, wir hauen ab.“
Die in Gedanken so geilen Weiber schrecken,
wenn’s Ernst wird, zurück vor der Tat ...
und dem Gori – i – i – i – lla.

Und die Leute rennen davon,
jedoch zwei, die schaffen ’s nicht:
ein altes Mütterchen, das nicht laufen kann,
ein junger Richter unterwegs zum Gericht.
Da die ander’n sich offenbar drückten,
blieb keine Wahl dem Menschenaffen,
mit zwei Sprüngen hat er die beiden,
macht sich genüsslich an ihnen zu schaffen:
der Gori – i – i – i – lla.

“Ne, als ob ich noch begehrenswert wäre ...”,
stöhnte die Alte ganz außer Atem,
dass er sein Spiel mit ihr fortführe,
war von ihrer Warte aus nicht zu erwarten.
Auch der Richter dachte bei sich:
„Das Biest wird schon von mir lassen,
nur ruhig Blut, denn sicherlich
hält der Affe mich nicht für ’nen Affen,
'nen Gori – i – i – i – lla “.

Zum Geschlechtsverkehr gezwungen,
wobei ihr nur die Auswahl hättet
zwischen ’nem Richter und ’ner Alten,
ich wär’ sicher, was ihr wähltet.
Bei ’nem Gorilla verhält es sich nun so,
dass er körperlich zwar fit ist,
doch weiß man nie, was wird er tun,
da er zu wünschen an Geist und Geschmack lässt,
der Gori – i – i – i – lla.

In der Tat, er verachtet die Alte,
dafür macht er sich an den Richter,
zerrt ihn am Öhrchen hinaus auf ein Felde,
was dort geschah, das sah ich nicht mehr
so genau, denn das Gras war hoch
und die Entfernung war beträchtlich,
aber fesselnd war es dennoch,
die Leute amüsierten sich ganz schrecklich,
mit dem Gori – i – i – i – lla.

Denn das Beste bei diesem un-
gewöhnlichen, schaurigen Drama:
der Richter weinte und dann und wann
schrie er erbärmlich nach seiner Mama.
Er schrie nach der Mama, genauso wie jener,
den Tags zuvor er mit eiskalter Miene
abgeurteilt hatte und den er
übergeben der Guillotine.
Lallalla la la la la la.

inviata da Christoph Gerhard - 16/2/2010 - 02:08




Lingua: Tedesco

La versione tedesca di Franz Josef Degenhardt
Die deutsche Fassung von Franz Josef Degenhardt

brassdeg


Come segnalato da Christoph Gerhard, fa parte dell'album Junge Paare auf Bänken (= "Les amoureux des bancs publics"), interamente composto di traduzioni da Brassens effettuate da Degenhardt. Una versione con qualche excursus nell'attualità tedesca ("als die Pershing zwo bei Heilbronn explodierte", ancora più decisamente contro la guerra...[CCG/AWS Staff]
VORSICHT GORILLA

Ein Wanderzirkus ging pleite
in der kleinen schwäbischen Stadt,
wo der Richter unsere Leute
aus Mutlangen verurteilt hat.
Die ließen zurück einen Affen
im Käfig. Der Magistrat,
der ließ ihn im Stadtpark begaffen.
Und da lebt‘ er auf Kosten vom Staat,
dieser Gorilla.

Meist stand er gereckt zwischen seinen
Gestängen, finster und groß.
»Ganz affengeil“, sagten die Kleinen.
Die Großen lächelten bloß
weil sie sahen, sein Ding war kleiner
wie aus Pornofilmen bekannt .
Und so achtete eigentlich keiner
auf das Schild, das am Käfig stand:
Vorsicht Gorilla.

Dann ist es einer gewesen,
womöglich ein Friedensfreund;
oder er konnte nicht lesen;
oder ‘n Penner, der nachts herumstreunt.
Vielleicht war auch einer besoffen
und gab dem Riegel ein‘ Stoß.
Der Käfig stand jedenfalls offen,
also der Affe war los.
Vorsicht Gorilla.

Gorillas sind Menschenaffen,
vor allem gerade auch der
war so wie ein Mensch beschaffen
und liebte die Menschen sehr.
Besonders im Frühjahr geriet er
in Liebe zu ihnen, und dann
gierte er immer wieder
nach solchen mit Röcken an.
Vorsicht Gorilla.

Nun höre ich ein paar schreien:
»Das ist eine Perversion.
Ein Affe soll Affen freien.“
Aber bitte, was heißt das schon?
Der hatte sein erstes Erlebnis
mit der Witwe von seinem Dompteur,
allerdings ohne Ergebnis,
und so war es auch kein Malheur
für den Gorilla.

Er zockelte aus dem Gehege,
aufrecht, mit wackelndem Gang,
und suchte, ob er am Wege
nicht so ein Menschenweib fand.
In der Fußgängerzone da liefen
nur wenige vor ihm weg.
Die meisten lachten und riefen:
Mal wieder ein Werbe-Gag,
dieser Gorilla

Ob er die grellbunten Kleider
nicht mochte, das wissen wir nicht.
Er zockelte jedenfalls weiter
und kam so bis vors Gericht.
Da schritt, wie immer ganz munter,
im flatternden Talar
unser Richter die Treppe hinunter,
und das fand ganz wunderbar
unser Gorilla.

Er stieg die paar Stufen zum Richter,
packte liebevoll dessen Talar,
und der begriff wieder mal nicht, der,
die wirkliche Gefahr. Sagt:
Was Sie da tun, ist sträflich,
eine unerlaubte Handlung,
im rechtlichen Sinne verwerflich,
und zwar eine Nötigung,
böser Gorilla.“

Der Gorilla grunzte und holte
den Richter, zerriß den Talar
und tat, was er tun wollte,
und als es dann so weit war,
da schrie der ziemlich verwirrte
Richter — so wie der G.I.,
als die Pershing zwo bei Heilbronn explodierte,
Mama“ — und dann war es vorbei.
Vorsicht Gorilla

inviata da CCG/AWS Staff - 17/2/2010 - 01:26





La (divertentissima) versione greca di Christos Thivaios. Ricordiamo che Christos Thivaios ha tradotto e cantato in greco anche Disamistade di Fabrizio De André.

Στίχοι: Χρήστος Θηβαίος
Μουσική: Georges Brassens
Πρώτη εκτέλεση: Χρήστος Θηβαίος

Christos Thivaios.
Christos Thivaios.
Ο ΓΟΡΊΛΑΣ

Στην πλατεία μιας επαρχίας
το πλήθος κοίταγε ενθουσιασμένο
ένα γορίλα που κάτι τσιγγάνοι
τον είχαν φέρει φυλακισμένο
δίχως αισχύνη και σεβασμό
οι γεροντοκόρες του χωριού
παίζαν αναίσθητα με το ζώο
δε λέω πώς δε λέω πού
Προσοχή στο γορίλα!

Ξαφνικά το μεγάλο κλουβί
που έγκλειστη ζούσε η κακόμοιρη φύση
απότομα ανοίγει δεν ξέρω γιατί
ίσως να το 'χαν άσχημα κλείσει
το τέρας βγαίνοντας έξω από εκεί
σκέφτηκε σήμερα θα τ' αναλάβω
μιλούσε για την παρθενιά του
που χρόνια τώρα τον είχε σκλάβο
Προσοχή στο γορίλα!

Ο αφέντης ούρλιαξε προσοχή του
γορίλα του 'χει σαλέψει
δεν έχει δει ποτέ του μαϊμού
γι' αυτό μπορεί να τα μπερδέψει
απ' τους παρόντες τότε ο καθείς
σπεύδει τα νότα του να προφυλάξει
οι γεροντοκόρες απέδειξαν πως
άλλο οι ιδέες και άλλο η πράξη
Προσοχή στο γορίλα!

Ο όχλος ομοθυμαδόν
ξεχύνεται έντρομος στο δρόμο
μα ένας ψύχραιμος δικαστής
και μια γιαγιά δεν είχαν λόγο
και αφού οι υπόλοιποι την είχανε
κάνει το θηρίο πάτησε γκάζι
τη γριούλα και το δικαστή
με τέσσερις πήδους του αρπάζει
Προσοχή στο γορίλα!

Αχ αναστέναξε η γιαγιά
να πάρει εμένα είναι απίθανο μάλλον
θα 'ταν τελείως παράξενο και δε
θα το ευχόμουν εκτός των άλλων
να με μπερδέψει με μια μαϊμού
είπε ο δικαστής ενοχλημένος
είναι αδύνατο εντελώς
στο τέλος βγήκε γελασμένος
Προσοχή στο γορίλα!

Απαξιώντας λοιπόν τη γιαγιά
το δικαστή σφίγγει με πάθος
και προς τους θάμνους τον τραβά
ενώ αυτός του φώναζε κάνεις λάθος
τι ακριβώς συνέβη εκεί πίσω
αδυνατώ να αναφέρω εκτενώς
Τα με είχε το θέαμα συνεπάρει
τι σφρίγος τι ένταση τι ρυθμός
Προσοχή στο γορίλα!

Θα πω μονάχα πως το κορύφωμα
που 'χε το αλλόκοτο τούτο δράμα
στρίγγλιζε κλαίγοντας ο δικαστής
στα διαλείμματα φώναζε μάνα
φώναζε μάνα σαν το φουκαρά
που χθες καταδίκασε για ληστεία
και για κοινό παραδειγματισμό
τον αποκεφάλισε στην πλατεία
Προσοχή στο γορίλα!

inviata da Riccardo Venturi - 11/12/2007 - 03:34




Lingua: Spagnolo

Adattamento spagnolo di Joaquín Carbonell e Joaquín Sabina

joaquinsabinagor


OJO AL GORILA

A través de las anchas rejas
de la jaula de un bello zoo
Contemplaba un grupo de viejas
un gorila muy juguetón;
sin ningún pudor las comadres
Señalaban cierto lugar
Que como es natural mi madre
Me ha prohibido aquí citar.
Ojo al gorila

De repente se abre la puerta
de la jaula del animal
¿Cómo es posible que esté abierta?
alguien debió cerrarla mal;
El mono al verse sin grilletes
En vez de ¡Viva la libertad!
Dijo tocándose el paquete
"Hoy pierdo la virginidad".
Ojo al gorila

El guardián con gesto afligido
pensó para si "¡Santo Dios!
Es un gorila reprimido
y la culpa la tengo yo";
y todas las viejas curiosas
de que al principio les hablé
pusieron pies en polvorosa
a pesar suyo, yo lo sé.
Ojo al gorila

Incluso aquellas que miraban
al gorila como a un don Juan
fingieron estar asustadas
por aquello del qué dirán;
el fornicio les daba miedo
pero ustedes y un servidor
sabemos que el quiero y no puedo
es un suplicio mucho peor.
Ojo al gorila

Todo el mundo alocadamente
huye lejos del animal
salvo una vieja indiferente
y un joven juez sin moral;
El mono al ver el fracaso
Y que todos huyen de él
empezó a acelerar el paso
hacia la vieja y hacia el juez.
Ojo al gorila

"¡Bah!" decía la solterona
"¿cómo un mono me va a querer?
Si al menos fuese yo una mona
pero soy toda una mujer"
Y el juez pensaba insobornable
"Que el elegido sea yo
es completamente improbable"
Ya veremos luego que no
Ojo al gorila

Supongamos por un instante
que igual que el mono debe usted
elegir como dulce amante
bien a una vieja, bien a un juez;
pienso que si esta alternativa
la debiera decidir yo
la vieja, aun sin ser atractiva
sería el objeto de mi elección.
Ojo al gorila

Pero aunque el bueno del gorila
sea Tarzán haciendo el amor
por el contrario cuando cavila
da más gatillazos que yo;
con que en vez de optar por la vieja
como haríamos usted o yo
agarrando al juez de una oreja
bajo a un árbol se lo llevó.
Ojo al gorila

lo que viene después es algo
que hubiera querido contar
pero me estimo en lo que valgo
y no quiero degenerar;
basta decir que el juez gemía
y que luego empezó a gritar
como el hombre que el mismo día
él había mandado ahorcar.
Ojo al gorila.

11/12/2007 - 09:49




Lingua: Catalano

Versione catalana di Miquel Pujadó dal suo disco “Brassens, Llum i Ombra” del 2013‎
Testo trovato su Cancioneros.com

Brassens, Llum i Ombra
EL GORIL•LA

Les femelles d’aquella vila,
en un zoo ni petit ni gran,
contemplaven un bon goril•la,
enfotent-se del què diran.
Amb luxúria, cada comare
tenia els ulls fixats al lloc
que, rigorosament, la mare
no em deixa dir ni molt ni poc..
Guaita el goril.la!

De sobte, la presó ben closa
on vivia aquell animal
s’obrí no sé com. Se suposa
que va ser un fet accidental.
El simi, en fugir, comentava
‎“Avui la perdo, què carat!”
Com haureu suposat, parlava
de la seva virginitat.
Guaita el goril.la!

El director del zoo cridava:
‎“No us quedeu, senyores, aquí,
que el goril.la té una gran fava
p’rò no l’ha feta mai servir!”
Quan les dones s’assabentaren
que aquell goril.la era fadrí,
ves per on, no ho aprofitaren
i a tota merda van fugir!
Guaita el goril.la!

Aquelles qui amb concupiscència
hi clavaven l’esguard golut,
no van demostrar coherència,
amb la seva estranya actitud
‎-que, així com dos i dos fan quatre,
el goril.la pot ser un amant
superior a l’home en el catre,
moltes dones us ho diran!
Guaita el goril.la!

Tothom amb faldilla o sotana
fuig d’aquell goril.la trempat,
menys una decrèpita anciana
i un jove jutge uniformat.
En veure que tothom s’escapa,
el quadrumà anà accelerat
i directe a posar la grapa
damunt la vella o el magistrat.
Guaita el goril.la!

‎"Bah, es deia la centenària
que el meu cos sigui desitjat
fóra una cosa extraordinària,
i un fenomen inesperat";
El jutge pensava, impassible,
‎"Que algú em prengui per una mo-
na és completament impossible."
Aviat comprovà que no.
Guaita el goril.la!

Suposem que d’aquí a una estona,
com al simi, et calgui triar
entre un jutge i una iaiona...
Quin dels dos voldries violar?
Si jo em trobés de forma abrupta,
entre aquestes dues opcions,
fóra la vella, sens cap dubte,
amb qui buidaria els collons!
Guaita el goril.la!

P’rò si el simi no té cap taca
com a amant potent i robust,
en canvi el pobre no destaca
per les neurones ni el bon gust.
I, en lloc d’optar per la vella
com farien savis i folls,
va agafar el jutge per l’orella
per endur-se’l cap a uns matolls.
Guaita el goril.la!

El que ara ve és molt delectable.
Per desgràcia, no m’han deixat
explicar-ho, i és lamentable,
hauríem rigut de bon grat;
perquè el jutge, enmig de l’orgia ,
deia “Mama!” i vinga plorar,
com l’home a qui el mateix dia
havia fet decapitar.
Guaita el goril.la!‎

inviata da Bernart - 15/5/2013 - 14:32




Lingua: Corso

Versione corsa dei Tavagna, nell’album intitolato “L'Ortu di e nostre muse”
Paroles et musique: Georges Brassens
Adattazione: Leo Donati, Ghj. Maria Casanova

L'Ortu di e nostre muse

Hà viaghjatu a scimia di Brassens, sin’à iss’ortu di scherzu è di spiritu cusì corsi...

A SCIMIA

L’anu chjosu ind’una gabbia
Mi dumandu sempre perchè
U dicenu periculosu,
Purtatu nant’à u piacè
Nantu a so porta hè scrittu SCIMIA
Ma eiu guardendu lu bè
Li trovu ancu una sumiglia
Incù u ben’di Carlu Ghjisè
Attenti à a scimia!

Davant’à a gabbia, imbadate
Margherita, Santa è Ninnì
Guardavanu maravigliate
Una cosa ch’ùn possu dì
Per ùn dispiace troppu à mamma
Eiu parleraghju cusì
Quell’essere avia una stanga
Chì si ne vede poche quì
Attenti à a scimia!

Ma a gabbia chjudia male
È à l’ispensata s’aprì
È ne surtì quell’animale
Dicendu: «Avà basta cusì!
Di e seghe n’aghju una techja
È di ghjucà mi cù issu ballò
Appruntate e patanechje
V’aghju da fà vede quale eo sò!»
Attenti à a scimia!

Amparendu ch’ellu era pussellu
Margherita, Santa è Ninnì
Attipponu per u chjusellu
Dicendu: «ùn ci vole à stà quì!»
Santa dicia: «N’aghju vistu
Ma di ssu calibru custì,
Mancu quellu parasciuttistu
Ch’eiu cunnobbi à Djibouti!»
Attenti à a scimia!

Tandu nacque a cunfusione
È tutta la ghjente scappò
Fora di un ghjudice di struzzione
È d’una vechja in caraccò
A vechja disse: «Anima santa,
Dipoi ch’ellu hè mortu Antò
Ùn n’aghju paspatu tantu,
Ùn diceria minca di innò!»
Attenti à a scimia!

Quellu ghjudice spenseratu
Pensava: «chì mi pò fà?»
Da una scimia à un magistratu
Ci hè qualchì differenza ma
L’animale pocu garbatu
Di a vechja ùn si primurò
Trascinò u disgraziatu
Ind’è a chjostra di Petru Antò
Attenti à a scimia!

Ciò chì si passò à lu bughju
Ùn vi la possu mancu cuntà
Di lu magistratu lu mughju
Si sentia da fiume in dà
Sgucciulava, stringhjia i denti
Pienghjulava è chjamava: «O Mà!»
Cum’è tanti è tanti nucenti
Ch’ellu avia fattu scapà
Attenti à a scimia!

inviata da Bernart Bartleby - 1/6/2014 - 18:00




Lingua: Russo

La versione russa di Aleksandr Avanesov
Автор перевода: Александр Аванесов.
Russian version by Aleksandr Avanesov
Aleksandr Avanesovin venäjänkielinen versio
ГОРИЛЛА

Гость горилла в деревне редкий
И все тётки, что есть у нас
Уцепившись за прутья клетки
Не сводили с красавца глаз
Без стыда устремляли дамы
Свои взоры в одну деталь
Ту, что, помня наказы мамы,
Назову я при всех едва ль
Бойся гориллы!

Как случилось? Вполне возможно,
Что не плотно закрыли дверь,
Но из клетки на вид надежной
Вырывается крупный зверь.
Радостно лапы потирая,
Кричит: "Кому-то на беду
Сейчас её я потеряю",
Имея девственность в виду
Бойся гориллы!

"Боже! - владелец балагана
Воскликнул к дамам обратясь -
Мой горилла, хоть обезьяна,
Самок не видел отродясь"
Дамы доселе от примата
Не отводившие свой взор
Вдруг заорали благим матом
И понеслись во весь опор
Бойся гориллы!

То, что от клетки поначалу
Было никак не оттеснить,
Теперь визжало и кричало
И удирало во всю прыть
При том, что шанс один из тыщи
У каждой был наверняка
Ведь на селе у нас сыщешь
Подстать горилле мужика
Бойся гориллы!

Все, кто был в платье, мчались пулей
Роняя брошки по пути
За исключением бабули
И в длинной мантии судьи
Судья совсем еще зелёный
Старушка дряхлая в конец
К ним и запрыгал распалённый
Любовным пламенем самец
Бойся гориллы!

Ой, - волновалася бабуся
Не предавалась баловству
Я уж полвека, признаюся
Только б не сглазить, тьфу-тьфу-тьфу
Спутать с какой-то там мартышкой
Меня, естественно, нельзя
Думал судья спокойный слишком
Как потом оказалось зря
Бойся гориллы!

Случись, что вам, как обезьяне
Вдруг загорелось взять силком
Судью иль бабку, то вы сами
Остановились бы на ком?
Встань предо мной, скажу вам прямо
Эта дилемма, я б тогда
Без колебаний выбрал даму
Не посмотрел бы на года
Бойся гориллы!

Но при больших довольно плюсах
И преимуществах горилл
Увы, ни разумом, ни вкусом
Всевышний их не одарил
Вместо того, чтоб со старухой
Вкусить запретные плоды
Примат схватил судью за ухо
И поволок его в кусты
Бойся гориллы!

Всё вам описывать детально
Мне бы никто не разрешил
Жаль: эпизод как раз финальный
Вас бы особо рассмешил
Ибо гориллою колеблем
Судья звал маму и ревел
Как человек, кому намедни
Отсечь он голову велел
Бойся гориллы!

inviata da Riccardo Venturi - 13/12/2007 - 14:11




Lingua: Persiano

La versione persiana da saayeh.blogfa.com
Persian (Fârsi) version from saayeh.blogfa.com
saayeh
گوریل

از بین میله‌های بلند قفسی
ضعیفه‌های منطقه
گوریل غولی را تماشا می‌کردند،
بی‌آنکه نگران مردم‌چی‌می‌گن باشند.
این زنک‌ها، با بی‌حیایی
فقط قسمت مشخصی را هم دید می‌زدند،
که مادر من اکیدا
قدغن کرده که من اینجا اسمش را ببرم...
مواظب گوریل باشید!...

یک‌روز، این قفس محکمی که
حیوان درش زندگی می‌کرد
ناگهان باز شد، کسی نفهمید چطور، به نظر من که
درش را بد بسته بودند.
میمون از قفسش بیرون پرید
و با خودش گفت : «امروز دیگر برش می‌دارم!»
منظورش بکارتش بود،
امیدوارم حدس زده باشید!
مواظب گوریل باشید!...

رئیس باغ‌وحش
که دست‌وپاش را گم کرده بود، فریاد می‌زد : «ای داد بیداد!
خانه خراب شدیم؛ این گوریل
تا حالا ماچه به خودش ندیده!»
به محض اینکه جماعت زنان
فهمید که میمون هنوز پسر است،
به جای اینکه از فرصت استفاده کند،
فلنگ را بست و فرار را برقرار ترجیح داد!
مواظب گوریل باشید!...

حتی همان زن‌هایی که قبلا
با چشمی خریدار به حیوان نگاه می‌کردند،
میدان را خالی کردند و ثابت کردند
که تصمیم‌شان اعتباری نداشته؛
اما ترسشان بیخود بود،
چون که گوریل‌ها عیاشان کاربلدی هستند
و در عشق‌بازی از آدمیزاد سرند،
خیلی از زن‌‌ها، اگر بپرسید، همین را می‌گویند!
مواظب گوریل باشید!...

خلاصه همه خودشان را گم و گور كردند،
از دست این میمون که فصل جفت‌گیریش بود،
همه به غیر از پیرزنی فرتوت
و یک قاضی جوانِ عصا‌قورت‌داده؛
وقتی جانور چاردست دید
که هر کسی به سوراخی رفته،
راه رفتن گوریلی‌اش را سرعت بخشید
و رفت به سمت پیرزن و جناب قاضی!
مواظب گوریل باشید!...

پیرزن صد ساله آه‌کشان : «به!
یعنی ممکن است کسی دوباره میل‌اش به ما بکشد،
از عجایب است،
واقعا نمی‌شود انتظار داشت!»
از آن طرف، آقای قاضی، خونسرد، با خودش فکر می‌کرد :
«من را با یک ماچه‌میمون عوضی بگیرند،
این اصلن امکان ندارد...»
ادامه‌ی ماجرا ثابت کرد که دارد!
مواظب گوریل باشید!...

فرض کنید یکی از شما در وضعی قرار بگیرد،
مثل این میمون، که مجبور باشد
به یک قاضی یا ننه‌بزرگ پیری تجاوز کند؛
این نفر کدام‌یکی را انتخاب می‌کند ؟
اگر قسمت، چهار روز دیگر
سر همچنین دو راهی‌ای مرا قرار دهد،
من مطمئنم که پیرزن
انتخاب من خواهد بود !
مواظب گوریل باشید!...

ولی بدبختانه چون گوریل
از عشق‌بازی انتظاراتی داشت،
معلوم است که دیگر
سلیقه ملیقه سرش نمی‌شد.
خوب پس، به جای انتخاب پیرزن،
کاری که هر کس دیگری می‌کرد،
گوریل گوش قاضی را گرفت،
و به گوشه‌ی دنجی بردش!
مواظب گوریل باشید!...

بقیه‌ی قصه شیرین است،
ولی بدبختانه من نمی‌توانم
تعریفش کنم، و این جای تأسف دارد،
اگر می‌شد، کمی می‌خندیدیم؛
چون که آقای قاضی، همان در لحظه‌ی اصلی آخر کار
دادش به هوا رفت : «مامان !» و اساسی اشکش در آمد،
درست مثل مردی که همان روز
حکم داده بود گردنش را زده بودند.
مواظب گوریل باشید!...

inviata da CCG/AWS Staff - 27/5/2009 - 23:28




Lingua: Latino

La versione latina di Rhumak da Yle - Colloquia Latina (forum)

Proximi secli phaenomenon princeps nullo neganti dictatura est: prima eius parte Russi communistarum, Germani de Hitler, nos de Mussolini dictaturam passi sumus; media parte dictaturam terroris, bello frigido mundum bipertienti, pluribus uno bellis nuclearibus inter Americam et Russiam oriri periclitatis minimi nulliusve momenti rationibus; ultima parte dictaturam quae dicitur mercati passi sumus et usque patimur. Fascistae Communistaeque se populo libertatem tributuros autumabant; bellum frigidum libertati defendendae instructum dicebatur; dictatura mercati, quae unius causa petrolei sanos populos mactare non dubitat, sese recta libertatem ipsam esse nuncupat. Libertas lemur dealbatum pro dolor usque saepius est rebu veris et vivis, sed cruentis, tegundis usque aptius; et vera libertatis requisitio, quaest quam solummodo populi requirunt et propugnant, a somnio candido in illud ipsum lemur cruentum semper vertitur, et illa ipsa pugna refugium dictatoribu praestat. Ne autem nimio maerore afficiamur, ut vero citra lacrimas, ut populum decet, potentibus irridere discamus, et more populi, seu lusu iocoque, carmen cantoris gallici Brassens huc fero saturniis versibus, ut thema iucundum vocemque carminis lepidam decet, cantatum.
SIMIAM CAVETE!

Vrbis forum frequentans cum admiratione
ingentem conspicit plebs simiam theatri;
paro pudoris usae concursae matronae
belvam spectant non dico quo modo locoque.
Cavete simiam hanc, o simiam cavete!

Ex improviso ferrum belva liberatur
repente fractum hiando perperam seratum.
Exit fera atque dicit: "Isto liberabor!"
statusque virginalis illi cogitatust.
Cavete simiam hanc, o simiam cavete!

Feram qui possidebat currit obstrepitque:
"Cave: parem suam ista numquam enim cognovit:
confundet ideo forsan belvas atque civis!!"
Praesentes ecce quoquo cursitare versum
secernunt et matronae somnium atque factum.
Cavete simiam hanc, o simiam cavete!

Plebs huc et huc recurrit festinatione
solique anus morantur ac iudex togatus:
cum ceteri procul essent bestia properavit
ac saltibus quaternis venit ad moratos.
Cavete simiam hanc, o simiam cavete!

"Vah", suspirat matrona, "diligi me nunc iam
est admodum res mira nec sperata vero!"
"Vt simiis confundar" flatu tento iudex
"mehercle! - cogitavit - haud fiet profecto!":
quae rem secuta sunt em se falsum probabunt.
Cavete simiam hanc, o simiam cavete!

Si quis vestrum deberet ad murum constrictus
anum aut magistratum elegisse, quem stupraret,
scio bene utrum mallet, sed, quamvis se belle
fututione gestat, bestia ista noenum
urbanitate, mente gustibusque excellet.
Cavete simiam hanc, o simiam cavete!

Ano nam a se remota, vergit ad togatum,
emque in magnum provolvit, aure capta, pratum:
quod herba in alta factumst dixe, proh, non possum,
narratio atqui risum concitasset spissum...
Cavete simiam hanc, o simiam cavete!

Vnum hoc for: dramate isto sordido usque putrem
ad verticem voluto, concitasse fletum
magistratum vituli instar, dein vocasse matrem:
vocasse matrem ut ille, cui, ut solent in pullum,
sententia speciosa, iussit caedi collum.
Cavete simiam hanc, o simiam cavete!

inviata da CCG/AWS Staff - 5/7/2009 - 16:56




Lingua: Ebraico

La versione ebraica di Dan Almagor
תרגום: דן אלמגור
Hebrew version by Dan Almagor
La version hébraïque de Dan Almagor
Dan Almagorin hepreankielinen versio
הגורילה

עמד הגורילה בכלא,
גורילה צעיר וחזק,
וכל הנשים שבפלך
חמדו את גופו המוצק.
ברטט הביטו הן פנימה
ישר באותו הדבר
שלפי מצוותיה של אמא
את שמו לא אוכל כאן לומר...
זהירות, הגורילה!

ופעם בדרך של פלא,
מצאו את הסורג מחוץ.
וככה, מאופל הכלא,
עמד הגורילה בחוץ.
אולי בעצמו הוא הבקיע.
אולי גם עזרו לו? אולי?
אך ככה לפתע הודיע:
עלי לאבד את בתולי!
זהירות, הגורילה!

שמע מאמן הגורילה,
מיד במקומו הוא קפא:
אסון עוד יקרה פה, חלילה.
הקוף לא ידע עוד קופה.
וכל הנשים שבגבר
הציצו אתמול בלי בושה
עתה נמלטו לכל עבר.
כן, אין עקביות באישה.
זהירות, הגורילה!

כולם נמלטו אז בצוותא
הרחק מהקוף המיוחם.
נותרו מאחור רק סבתא
ושופט בגלימה כפחם.
הסבתא נפלה מתמוטטת,
שכבה מבוהלת, קופאת.
קרבה הגורילה רוטטת
אליה ואל השופט...
זהירות, הגורילה!

שכבה הסבתא ללא נוע
חשבה: לפחד? אין ממה!
כי אם כבר יעז בי לנגוע -
זו סתם הפתעה נעימה!
הרהר השופט: מסוכן הוא,
אך אין כל מקום לדאגה.
אני כקופה? מגוחך - נו,
מיד ייווכח ששגה...
זהירות, הגורילה!

חשוב מה קרה לו מהרת
במקום הגורילה כעת:
מי מן השניים בחרת -
זקנה בת מאה, או שופט?
אני, אני את עצמי אני יודע:
הייתי נוהג בתבונה.
הגיל, רבותיי, לא קובע.
הייתי בוחר בזקנה!
זהירות, הגורילה!

אולם הגורילה בזעם
הוכיחה לכל בבירור
שלא בכל פעם טוב טעם
בכוח הגברא קשור.
וכך, למרבה כל הצער
דווקא בשופט הוא בחר.
וככה, לעובי היער
באוזן אותו הוא גרר...
זהירות, הגורילה!

הסוף די עליז באמת. אך
פתאום קולקלה הבדיחה.
כי דווקא ברגע המתח
פרץ השופט בצווחה.
"אמא" - לפתע צרח
בקול מפוחד ואיום.
ממש כמו האיש ששלח
אותו בוקר ישר לגרדום.

inviata da Riccardo Venturi - 25/5/2019 - 13:31


complimenti davvero per il sito! è stupendo, trovare poi le varie traduzioni, o meglio, versioni delle canzoni credo che sia una cosa più unica che rara. è un lavoro straordinariamente ben fatto!

natasha - 29/9/2010 - 21:41


Merci infiniment. Je connaissais la version de Fabrizio de André en italien et celle de Nanni Svampa en milanais.

Tous deux, ainsi que Beppe Chierici, ont transmis, plus que traduit, les chansons de Brassens et c'est toujours un régal d'écouter leurs versions très réussies ainsi, grâce à vous, qu'un excellent moyen de s'initier à de nouvelles langues...

Philippe Blondeau - 5/12/2017 - 00:10


Aggiungete la versione di Giorgio Ferigo e i Povolar Ensemble in lingua carnica. Grazie.

Ugo Franco - 26/1/2024 - 18:35


Per Ugo: eccola ma non riusciamo a trovare il testo. Puoi aiutarci?

CCG Staff - 27/1/2024 - 11:48


Lorenzo, ce l'ho io il testo, posso fotografartelo via Whatsapp

Flavio Poltronieri - 27/1/2024 - 13:11


Flavio, grazie se me lo fotografi poi lo inserisco

Lorenzo - 27/1/2024 - 14:34




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