Κυρα-Γιώργαινα, ο Γιώργος σου πού πάει;
Για πού το ’βαλε και πού το ξενυχτάει;
Έβαλε το σκούρο του,
άναψε το πούρο του,
μπήκε στο αμάξι του
και εντάξει του.
Κυρα-Γιώργαινα, σ’ το λέω υπευθύνως:
ο Γιωργάκης σου είν’ ένας θεατρίνος!
Για δουλειά σού μίλησε,
πονηρά σε φίλησε,
η αυγούλα μύρισε
και δε γύρισε.
Για πού το ’βαλε και πού το ξενυχτάει;
Έβαλε το σκούρο του,
άναψε το πούρο του,
μπήκε στο αμάξι του
και εντάξει του.
Ο Γιώργος είναι πονηρός
κι αυτά που λέει μην τα τρως!
κι από τις έντεκα και μπρος
κυκλοφοράει για γαμπρός.
Ο Γιώργος είναι πονηρός
κι αυτά που λέει μην τα τρως!
κι από τις έντεκα και μπρος
κυκλοφοράει για γαμπρός.
κι αυτά που λέει μην τα τρως!
κι από τις έντεκα και μπρος
κυκλοφοράει για γαμπρός.
Ο Γιώργος είναι πονηρός
κι αυτά που λέει μην τα τρως!
κι από τις έντεκα και μπρος
κυκλοφοράει για γαμπρός.
Κυρα-Γιώργαινα, σ’ το λέω υπευθύνως:
ο Γιωργάκης σου είν’ ένας θεατρίνος!
Για δουλειά σού μίλησε,
πονηρά σε φίλησε,
η αυγούλα μύρισε
και δε γύρισε.
Ο Γιώργος είναι πονηρός
κι αυτά που λέει μην τα τρως!
κι από τις έντεκα και μπρος
κυκλοφοράει για γαμπρός.
Ο Γιώργος είναι πονηρός
κι αυτά που λέει μην τα τρως!
κι από τις έντεκα και μπρος
κυκλοφοράει για γαμπρός.
κι αυτά που λέει μην τα τρως!
κι από τις έντεκα και μπρος
κυκλοφοράει για γαμπρός.
Ο Γιώργος είναι πονηρός
κι αυτά που λέει μην τα τρως!
κι από τις έντεκα και μπρος
κυκλοφοράει για γαμπρός.
inviata da Riccardo Gullotta - 27/9/2024 - 10:12
Lingua: Italiano
Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi, 29-9-2024 06:53
In Grecia, l’uso popolare di attribuire alla donna sposata il nome del marito col suffisso -αίνα è antico. Ma è diffuso un po’ ovunque, pur senza arrivare agli estremi dell’Ungheria, dove, tradizionalmente, la donna sposata assumeva il nome intero del marito, munito del suffisso -né (“moglie”, variante di nő “donna”). Così, una ragazza che, poniamo, si chiamava Molnár Ildikó (in ungherese, come in giapponese e in cinese, il cognome precede sempre il nome), sposando il sig. Rákosi Mátyás diventava Rákosi Mátyasné. Il tutto in una lingua che, come tutti gli idiomi ugrofinnici e uralici, non possiede la categoria del genere grammaticale. [RV]
Riccardo Venturi, 29-9-2024 06:53
In Grecia, l’uso popolare di attribuire alla donna sposata il nome del marito col suffisso -αίνα è antico. Ma è diffuso un po’ ovunque, pur senza arrivare agli estremi dell’Ungheria, dove, tradizionalmente, la donna sposata assumeva il nome intero del marito, munito del suffisso -né (“moglie”, variante di nő “donna”). Così, una ragazza che, poniamo, si chiamava Molnár Ildikó (in ungherese, come in giapponese e in cinese, il cognome precede sempre il nome), sposando il sig. Rákosi Mátyás diventava Rákosi Mátyasné. Il tutto in una lingua che, come tutti gli idiomi ugrofinnici e uralici, non possiede la categoria del genere grammaticale. [RV]
Sora Giorgessa
Sora Giorgessa, ‘andò va il tu’ Giorgio?
Dov’è che va e passa la notte?
S’è messo l’abito scuro,
S’è acceso il sigaro,
E’ salito in macchina
E tutto occhèi.
Sora Giorgessa, te lo dico a ragion veduta:
Il tuo Giorgetto è un bugiardello!
“E’ per lavoro”, ti ha detto,
Ti ha dato un bacetto finto,
Già s’era fatta alba coi suoi profumi [2]
E lui non era tornato a casa.
Sora Giorgessa, ‘andò va il tu’ Giorgio?
Dov’è che va e passa la notte?
S’è messo l’abito scuro,
S’è acceso il sigaro,
E’ salito in macchina
E tutto occhèi.
Giorgio è astuto
E non ti bere quel che dice! [1]
Dalle undici in poi
Va in giro a fare il fidanzatino.
Giorgio è astuto
E non ti bere quel che dice!
Dalle undici in poi
Va in giro a fare il fidanzatino.
E non ti bere quel che dice! [1]
Dalle undici in poi
Va in giro a fare il fidanzatino.
Giorgio è astuto
E non ti bere quel che dice!
Dalle undici in poi
Va in giro a fare il fidanzatino.
Sora Giorgessa, te lo dico a ragion veduta:
Il tuo Giorgetto è un bugiardello!
“E’ per lavoro”, ti ha detto,
Ti ha dato un bacetto finto,
Già s’era fatta alba coi suoi profumi [2]
E lui non era tornato a casa.
Giorgio è astuto
E non ti bere quel che dice!
Dalle undici in poi
Va in giro a fare il fidanzatino.
Giorgio è astuto
E non ti bere quel che dice!
Dalle undici in poi
Va in giro a fare il fidanzatino.
E non ti bere quel che dice!
Dalle undici in poi
Va in giro a fare il fidanzatino.
Giorgio è astuto
E non ti bere quel che dice!
Dalle undici in poi
Va in giro a fare il fidanzatino.
[1] Si noti che, in italiano, quando si crede a qualcosa lo si “beve” (dare a bere qualcosa), mentre in greco lo si “mangia” (τρως).
[2] Nel tono volutamente “cip cip” della canzone, da fidanzatini di Peynet, il testo è infarcito dei più tipici (e intraducibili) diminutivi della lingua greca. Qui, η αυγούλα μύρισε significa, ad un’improbabile lettera: “l’albetta (αυγή) ha (già) profumato, emesso i suoi profumi”.
[2] Nel tono volutamente “cip cip” della canzone, da fidanzatini di Peynet, il testo è infarcito dei più tipici (e intraducibili) diminutivi della lingua greca. Qui, η αυγούλα μύρισε significa, ad un’improbabile lettera: “l’albetta (αυγή) ha (già) profumato, emesso i suoi profumi”.
La traduzione di questa canzone offre lo spunto per osservare che le traduzioni di Riccardo Venturi sono espressioni di rara mediazione culturale. I suoi elaborati vanno oltre la conversione linguistica spicciola , fanno informazione, aiutano ad accorciare le distanze con le altre culture. Gliene siamo grati.
Mi piace pensare che Salvatore Battaglia e Filippo Pontani l’avrebbero accolto volentieri tra i loro allievi più stimati.
Mi piace pensare che Salvatore Battaglia e Filippo Pontani l’avrebbero accolto volentieri tra i loro allievi più stimati.
Riccardo Gullotta - 29/9/2024 - 09:53
In un certo senso, di Filippo Maria Pontani sono stato un allievo. Indiretto, ovviamente: è stato sulla sua Grammatica del greco moderno in due volumi, acquistata alla fine del 1977, che ho cominciato a studiare e imparare la lingua neoellenica. E la faceva studiare sul serio: tra gli esercizi di traduzione c’erano brani di Kazantzakis, di Kavafis, di Seferis e di Palamàs -tra gli altri. Mi fa piacere, Riccardo, che tu lo abbia nominato. Filippo Maria Pontani era sì un Filologo di prim’ordine, ma nelle sue traduzioni (specie quelle da Kavafis) mostrava anche un senso poetico non indifferente. Ne ho un carissimo ricordo, pur non avendolo mai conosciuto. E' morto nel 1983 in un incidente stradale.
Riccardo Venturi - 29/9/2024 - 17:50
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[1970]
Στίχοι / Testo / Lyrics / Paroles / Sanat:
Pythagoras
Μουσική / Musica / Music / Musique / Sävel:
Giorgos Katsaros
Ερμηνεία / Interpreti / Performed by / Interprétée par / Laulavat:
Giannis Kalatzis [Γιάννης Καλατζής]
Album / 'Αλμπουμ: Κυρά-Γιώργαινα
* 1^ fila da sx: Dimitra Nicolaidou (moglie di Pattakos), Stylianos Pattakos, Despina Papadopoulos (moglie di Papadopoulos), Georgios Papadopoulos, Nikolaos Makarezos
Sino al 1983 le mogli in Grecia erano obbligate ad assumere il cognome del marito. La Grecia non era l’unico paese in cui le donne erano soggette a una tale legge. Era diffusa in Grecia anche un’usanza, l’attribuzione alla moglie del nome del marito al femminile con il suffisso –aina. Ad esempio la moglie di Giorgos la si indicava con Giorgena.
Il paroliere Pitagora, al secolo Pythagoras Papastamatiou, volle prendere in giro l’amico e collaboratore Giorgos Katsaros con dei versi rivolti alla moglie di questi, Mirella. Insinuava dubbi sulla condotta di Giorgos come fosse un play boy dedito alla dolce vita dato che stava parecchie notti fuori casa. In effetti Katsaros per la sua attività trascorreva quasi tutte le notti nei ritrovi notturni. Tra questi figurava un night club molto famoso in quegli anni, il Neraida a Kalamaki, frequentato anche da Aristotele Onassis. Lì si esibivano anche Bithikotsis, Dimitra Galani, Viki Moskoliou. Giorgos Katsaros fu piacevolmente sorpreso dell’iniziativa dell’amico e la musicò.
La canzone ebbe un enorme successo, non certo per le presunte scappatelle del compositore e probabili reazioni della moglie ma per il fatto che, in quegli anni di stretta censura sotto il regime della Giunta, il Giorgos preso di mira dalla canzone fu individuato nel Giorgos di cui non si poteva parlare, tanto meno contrastare sul piano politico, lui il colonnello per eccellenza, Georgios Papadopoulos.
E’ opportuna qualche altra informazione sulla protagonista della canzone quanto basta, senza indugiare nel buco della serratura. Si chiamava Despina Gaspari , ufficiale topografo dell’esercito, coniugata. Anche Papadopoulos era sposato ma separato dalla moglie Niki Vasileiadis . La società greca era molto refrattaria al divorzio. Secondo la legge in vigore non si poteva ottenere il divorzio senza il consenso della moglie. Nel 1970 decretò come Primo Ministro una legga su misura, con una clausola di decadenza ampia abbastanza per consentirgli di divorziare. Sposò quindi Despina lo stesso anno.
La canzone fu molto in volga in Grecia nel 1971 e nell’anno seguente. Imperversava letteralmente attraverso i jukebox e la radio. Chi scrive queste righe potè ascoltarla molte volte nell’estate del ’72 nella Grecia continentale e insulare, quasi un tormentone. Nella campagna della Tessaglia una contadina durante l’ascolto, certa che fossi straniero, storse le labbra con le dita per significare che la censura del regime era insopportabile.
[Riccardo Gullotta]