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SmyrnAe [Ayşenur Ezgi Eygi]

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Ayşenur Ezgi Eygi on the day of her death.<br />
Ayşenur Ezgi Eygi il giorno della sua morte.
Ayşenur Ezgi Eygi on the day of her death.
Ayşenur Ezgi Eygi il giorno della sua morte.


Ayşenur Ezgi Eygi , cittadina americana di origine turca, è stata uccisa da un tiratore scelto dell’IDF , esercito israeliano, venerdì 6 Settembre 2024. Era un’educatrice ed attivista per i diritti umani, volontaria dell’ International Solidarity Movement. Entrata in Cisgiordania ai primi di settembre, stava manifestando contro gli insediamenti illegali israeliani a Beita [بيتا] una cittadina a 13 km a sud-est di Nablus. Il gruppo di attivisti di cui Aysenur faceva parte stava sostenendo una campagna a difesa dei contadini palestinesi contro le espropriazioni e la violenza dei coloni. Ayşenur in turco vuol dire “luce di vita”. Nata ad Antalya, Turchia, nel 1998 è cresciuta a Seattle, Usa, dove la famiglia si era trasferita nel 1999.Si era laureata in psicologia all’università di Washington conseguendo anche una specializzazione in lingue e culture del Medioriente.

Honorary funeral for Ayşenur Ezgi Eygi. <br />
Funerale onorario per Ayşenur Ezgi Eygi. Credit: Oren Ziv*
Honorary funeral for Ayşenur Ezgi Eygi.
Funerale onorario per Ayşenur Ezgi Eygi. Credit: Oren Ziv*

*Eminente fotoreporter israeliano.


Nel comunicato del 10 Settembre l’IDF dichiara che Ayşenur Ezgi Eygi è stata colpita involontariamente in quanto il tiro sarebbe stato indirizzato verso l’istigatore dei disordini. Aggiunge che l’incidente è avvenuto nel corso di violenze culminate nell’ incendio di pneumatici e lancio di sassi contro i militari israeliani da parte di dozzine di dimostranti.
La versione istituzionale israeliana si presenta lacunosa e reticente, come si vedrà più avanti.

Antefatti

Per capire il contesto in cui è stato commesso l’omicidio di Ayşenur Ezgi Eygi occorre riferirsi all’affaire Evyatar. E’ il nome dell’avamposto israeliano , coordinate 32°07′10.9″N 35°16′30.4″E , in pratica un’enclave nel Territorio di Beita classificato come Area B negli accordi di Oslo, i cui terreni sono di proprietà dei residenti di Beita. Il nome storico della zona è Jabal Sabih [جبل صبيح] , una montagna con varie sommità, la più alta è a quota 650 m. Proprio in quest’ultima si trova Evyatar. Il nome è stato attribuito di recente nel 2013 dopo la fondazione dell’insediamento da parte del movimento più radicale dei coloni, il Nachala [עזה] ( per farla breve, sono quegli oltranzisti che propugnano l’annessione di Gaza e della Cisgiordania senza riserve). I coloni scelsero il nome Evyatar in ricordo del colono Evyatar Borovsky ucciso in un attacco palestinese nel 2013, allo svincolo di Tapuach, due km a ovest. Per individuare il posto abbiamo approntato una cartina di tipo satellitare , è difficile trovare delle mappe che riportino l’indicazione ( l’unica eccezione è OpenStreet Map ma con dicitura in ebraico, Evyatar é אביתר ).

Il governo israeliano ha fatto abbattere le strutture dell’insediamento a più riprese tra il 2013 e il 2018. I coloni hanno avuto la meglio a partire dal 2021, nonostante Evyatar sia illegale secondo il diritto internazionale, come gli altri insediamenti dei coloni in Cisgiordania. Evyatar in particolare era illegale anche per la legge israeliana, se non che il 27 Giugno 2024 il governo israeliano ha modificato la legge autorizzando i seguenti 5 insediamenti: Evyatar, Givat Assaf, Sde Efraim, Heletz , Adorayim. L’attuale Ministro delle Finanze Bezalel Smotrich, leader del partito sionista religioso di estrema destra, ha “giustificato” il provvedimento come ritorsione:. il numero degli insediamenti, 5, corrisponde al numero degli stati che di recente avevano riconosciuto la Palestina come stato. Testualmente: "The Security Cabinet authorized one outpost for every country that unilaterally recognized Palestine as a state in the last month." Si rammenta in proposito che tra Maggio e Giugno 2024 Spagna, Norvegia, Irlanda, Slovenia e Armenia hanno riconosciuto la Palestina.

Non è questa la sede per esporre sia le annose questioni giudiziarie sui diritti di proprietà dei Palestinesi, sia la contrapposizione spesso strumentale tra terreni demaniali e privati ( State land / Private land), sia la prassi consolidata delle istituzioni israeliane nell’interpretazione leonina della Mecelle, il codice civile Ottomano formalmente in vigore sino al 1984 (proprio così, sino a 40 anni fa). Un’altra legge spesso applicata è la Absentee Property Law [חוק נכסי נפקדים] particolarmente penalizzante per i palestinesi che reclamano il diritto di proprietà, anche se residenti in Israele.
Anche attraverso le immagini storiche delle osservazioni satellitari passate si nota la presenza di coltivazioni specie verso sud. Non si può correttamente sostenere che il territorio in questione si configuri come una State land. Incidentalmente dall’ultima immagine satellitare disponibile abbiamo potuto rilevare la presenza di 24 prefabbricati di dimensioni di 10 x 6,5 m circa e un’altra decina di larghezza inferiore distribuiti su una superficie di 250 x 150 m. All’insediamento si accede da uno svincolo a 200 m sulla nazionale 505. Di fatto i coloni hanno avuto campo libero dal governo attualmente in carica. Qui non possiamo neanche dare conto dei tanti eventi rilevanti, scontri, tentativi di insediamento, sgomberi e uccisioni , per la maggior parte di palestinesi, ma anche di coloni, registrati negli anni a Beita e dintorni: tali tensioni estreme sono una storia nella Storia.

Ci sembra peraltro di avere citato l’essenziale per comprendere il motivo basilare, quello per cui ogni venerdì da Maggio 2021 residenti ed attivisti di Beita protestano contro un’autentica espropriazione illegale per il diritto internazionale e, sino a pochi mesi fa, anche per la legge israeliana. In sostanza non si tratta di palestinesi esaltati in cerca di provocazioni fini a se stesse ma di una popolazione esasperata perché messa di fronte al dilemma della sopravvivenza .

Un’ultima nota. Si dia un’occhiata al territorio attraverso la seconda mappa approntata per l’occorrenza, quella topografica con il dettaglio delle isoipse. Si noterà la posizione baricentrica di Evyatar rispetto ad alcuni elementi costitutivi del territorio circostante, Non servono particolari nozioni di cartografia né di strategia politico-militare per accorgersi che l’ubicazione di Evyatar risponde almeno a due scopi. Il primo è di spezzare la continuità territoriale dei centri abitati palestinesi nell’ Area B, precisamente Beita , Yatma e Qabalan che contano rispettivamente 12mila, 3mila, 9mila abitanti (dati del 2021). Il secondo è l’utilizzo strategico dell’avamposto situato in prossimità di Tsumah Tapuh, intersezione tra la Route 60 e la 505. Infatti la prima è un’autostrada di 232 km che attraversa da Nord a Sud i Territori Occupati, la Giudea e la Samaria, tagliando in due la Cisgiordania. I suoi terminali, Nazaret e Be’er Sheva, sono in territorio israeliano. Si veda la grafica più avanti. La seconda è un’autostrada, detta Trans-samaritana, che si snoda da Ovest a Est tagliando in senso orizzontale la Cisgiordania. Parte dal raccordo di Shumron , a circa 15 km da Tel Aviv per terminare allo svincolo di Petza'el, nella valle del Giordano, a 4 km dal confine con la Giordania.



Cronaca di un omicidio

Nelle manifestazioni di protesta che i residenti di Beita tengono puntualmente ogni venerdì dal 2021 in un terreno più a nord di Evyatar, i palestinesi locali e gli attivisti , un migliaio di dimostranti, al termine delle preghiere iniziano una marcia verso Evyatar mentre nei dintorni altri palestinesi danno alle fiamme pneumatici. I militari dell’esercito israeliano e della polizia di frontiera cominciano a sparare lacrimogeni e proiettili di gomma. Nelle proteste del 2021 hanno sparato proiettili veri lasciando sul terreno 4 morti e decine di feriti. Le foto che seguono si riferiscono ai disordini del 2021

Sassi e lacrimogeni a Evyatar, 2021. Credit Oren Ziv
Sassi e lacrimogeni a Evyatar, 2021. Credit Oren Ziv


Protesta notturna contro Evyatar, 2021. Credit Oren Ziv
Protesta notturna contro Evyatar, 2021. Credit Oren Ziv


Veniamo al 6 Settembre 2024 . È un venerdì pomeriggio. Ha avuto luogo la solita dimostrazione settimanale di protesta. Anche in questa circostanza i soldati hanno lanciato i lacrimogeni in quantità e proiettili, sembra non solo quelli di gomma. Si è registrata una sassaiola contro i soldati, ma tutto sommato gli scontri sono stati limitati. In poco tempo la situazione si è riportata alla calma. Sin qui sembra lo scenario che si ripete quasi sempre da anni. Se non che dopo un lasso di tempo di almeno 30 minuti dal ripristino della calma si sentono due spari, in un intervallo di vari secondi. Una scheggia causata dal primo colpisce un ragazzo palestinese ferendolo alla gamba, il secondo colpisce alla testa Ayşenur Ezgi Eygi uccidendola.
Si riporta un’immagine satellitare che dà conto delle posizioni chiave.

Seguono le incongruenze nel breve comunicato dell’IDF
1) The incident took place during a violent riot . Aysenur Ezgi Eygi è stata uccisa almeno 30 minuti dopo la cessazione degli incidenti, in assenza di situazioni di pericolo per le forze di sicurezza israeliane.

2) IDF fire which was not aimed at her, but aimed at the key instigator of the riot. Il colpo non sarebbe stato diretto verso Aysenur ma contro l’istigatore della protesta. C’erano soltanto due persone accanto a lei: il ragazzo colpito prima e un attivista. Nessuno dei due poteva essere di fatto l’istigatore da eliminare

3) Palestinian suspects burned tires and hurled rocks toward security forces at the Beita Junction. Il luogo dove Aysenur Ezgi Eygi è stata uccisa non è la Beita Junction ma si trova a 1.940 m a SE dalla Beita Junction [ndR].

4) Il luogo in cui l’attivista è stata uccisa è a quota 555 m. Il tetto dell’abitazione da cui il cecchino l’ha raggiunta è a 220m di distanza, a quota circa 590 m [ndR]. Anche prescindendo dall’assenza accertata di dimostranti pericolosi sul posto, appare molto improbabile, per non dire impossibile, una sassaiola da quella distanza e per di più diretta dal basso verso l’alto.

Il comunicato viene qualificato come una “Initial inquiry”. Qualcuno potrebbe benevolmente osservare che le imprecisioni e i salti spazio-temporali si spiegano con la fretta, come se fosse stato emesso a caldo. In realtà è stato emesso 4 giorni dopo l’accaduto quando nei media circolavano già testimonianze e obiezioni di fondo.
Valga una fonte autorevole su tutte, l’articolo del Washington Post Witnesses challenge Israel’s account of U.S. activist’s killing. Tra le numerose testimonianze segnaliamo quella dall’attivista israeliano Jonathan Pollack
[Riccardo Gullotta]

Dedicata a Ayşenur Ezgi Eygi

Sessiz Gemi

Artık demir almak günü gelmişse zamandan
Meçhule giden bir gemi kalkar bu limandan.

Hiç yolcusu yokmuş gibi sessizce alır yol;
Sallanmaz o kalkışta ne mendil, ne de bir kol.

Rıhtımda kalanlar bu seyahatten elemli,
Günlerce siyah ufka bakar gözleri nemli,

Biçare gönüller! Ne giden son gemidir bu!
Hicranlı hayatın ne de son matemidir bu.

Dünyada sevilmiş ve seven nafile bekler;
Bilmez ki giden sevgililer dönmeyecekler.

Birçok gidenin her biri memnun ki yerinden,
Birçok seneler geçti; dönen yok seferinden


Nave silenziosa

Se finalmente è arrivato il giorno di levare l'ancora dal tempo
Una nave parte da questo porto verso un clima sconosciuto

Come se non avesse passeggeri, procede in silenzio
Non si agita nessuna mano, nessun fazzoletto mentre salpa

Il viaggio è angoscia per coloro che sono rimasti dietro sulla banchina
I loro occhi di lacrime scrutano l'orizzonte nero giorno dopo giorno

Cuori disperati: questa non sarà l'ultima nave in partenza
Né il lutto finale di una vita di dolore

In questo mondo, l'amato e l'amante aspettano invano
Non sapendo che gli amati non torneranno mai più

Quelli che sono salpati via sono sicuramente felici del loro soggiorno
Sono passati anni da quel viaggio, eppure non farà ritorno nessuna anima.

[Yahya Kemal Beyatlı]


Ayşenur , che la terra ti sia lieve.

inviata da Riccardo Gullotta - 20/9/2024 - 15:29


Caro Riccardo grazie per la toccante ricostruzione dell'assassinio di Aysenur. Avevo sentito le parole della madre di Rachel Corrie a cui questa ennesima uccisione di una attivista per la pace aveva rinnovato il dolore mai consolato.Allego questo link di peacelink che ci ricorda di Rachel e degli altri attivisti colpiti.
La musica del gruppo greco OP3 è molto bella, è quella che avevi usato per recensire Canto per Europa il bel libro di Paolo Rumiz.
Credo accompagni bene entrambe le recensioni.
Bella anche la poesia necrologio.
Un abbraccio

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Aysenur Ezgi Eygi uccisa con un colpo alla testa da un cecchino israeliano

Palestina - Le Nazioni Unite hanno chiesto "un'inchiesta approfondita" - Partecipava a una protesta in difesa di agricoltori palestinesi in Cisgiordania. L'uccisione dell'attivista turco-americana ha provocato l'indignazione anche dell'ONU il cui portavoce ha dichiarato che i civili "devono essere protetti in ogni momento".

Paolo Rizzi - 22/9/2024 - 09:18




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