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Mundiál ‘78
[1982]
Στίχοι και μουσική / Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Vasilis Nikolaïdis / Βασίλης Νικολαΐδης
Album / Albumi / ‘Αλμπουμ: Οδός Σανταρόζα

mundvid


Nel remoto 1978 avevo quindici anni e, a quindici anni, si ha la testa nel pallone -in tutti i sensi-. Inutile girarci tanto attorno: la coppa Davis in Cile? Il “mundial” nell’Argentina della giunta militare? Pazienza. Nell’estate del 1978, che in Argentina era inverno -anche questo in tutti i sensi-, me li sono guardati tutti i mondiali, ai quali l’Italia si comportò peraltro molto bene. Anzi, per guardare le partite alla televisione rimanevo alzato tutta la notte, per via del fuso orario. Me lo ricordo sempre quel gol di Bettega quasi alla fine della partita coi padroni di casa argentini, una cosa veramente fuori dal mondo. E non è, neppure a quindici anni, certe cose “non le sapessi” -tanto più che un bel po’ d’Argentina ce la ho anche in famiglia, dagli zii elbani emigrati fino a mia cognata, che è Argentina di Buenos Aires. E non vorrei scordarmi nemmeno della Lucia, la mia amica e vicina di casa scomparsa lo scorso gennaio, dalla quale ho “ereditato” il gatto -che quindi ha sangue argentino pure lui, specie alla hora del gato loco (che corrisponde, ahimè, quasi sempre alle cinque del mattino).

Il cantautore greco Vasilis Nikolaïdis, sembra, se li guardò pure lui quei Mondiali (nonostante la Grecia, mi sembra, non vi partecipasse). Nato nel 1954 a Atene, nel ‘78 era pur sempre un giovanotto, ma non un ragazzino di 15 anni: ne aveva ventiquattro, studiava giurisprudenza a Salonicco ed è poi diventato, sentite un po’, avvocato. Ed ecco un altro che si aggiunge alla categoria degli avvocati-cantautori, che fa veramente “razza a sé”, da Paolo Conte (che non ha quasi mai esercitato la professione) a Mani Matter, che invece la esercitava eccòme. Insomma, di certe cose che succedevano in Argentina, il futuro avv. (δικήγορος) Nikolaïdis se ne rendeva perfettamente conto. E, del resto, come sarebbe stato possibile altrimenti? Di rapimenti, esecuzioni, desaparecidos e quant’altro si sapeva già benissimo. Il “Mundial” era stato assegnato all’Argentina prima del colpo di stato del 24 marzo 1976 che depose Isabelita Perón (porompompero) insediando la Junta capitanata da Jorge Rafael Videla, che è senz’altro nella “Top Ten” dei dittatori più feroci e sanguinari dei tempi moderni. Ci furono, naturalmente, le consuete ciance se mantenere o meno il Mundial in quell’Argentina lì; ciance risolte senza problemi perché “lo sport non deve mischiarsi con la politica” e, più che altro, perché il business -e un Mondiale è un business di quelli enormi- può tranquillamente passar sopra su qualche migliaio di morti ammazzati.

Dunque, il quindicenne “RV” e l’avv. Nikolaïdis si guardarono belli convinti il Mundial argentino, fecero il tifo (io per l’Italia, l’avvocato non so per chi, ma quando non si sa per chi tifare di solito si tifa per il Brasile, peraltro anch’esso, all’epoca, sotto una dittatura militare mica tanto simpatica), gioirono, smoccolarono e quant’altro. E poi, ai Mondiali, c’era il “gaucho” Menotti, c’era il tabaccaio comunista olandese Jongbloed che, per puro caso, faceva il portiere degli “Oranges”, c’erano i russi (che in Cile non c’erano voluti andare nel ‘73, ma che in Argentina nel ‘78 ci andarono) e c’era l’Italia di Pertini, del rapimento Moro, degli “anni di piombo”, delle stragi di stato e di tutti i più fetidi troiai possibili e immaginabili. Ma, di fronte al dio pallone, c’è poco da fare. Anzi, nulla.

Tanto più che si sapeva benissimo fin dal primo giorno chi li avrebbe vinti, quei Mondiali. Oddìo, non che l’Argentina non fosse una squadra fortissima, persino senza un diciassettenne che non era stato convocato perché “troppo giovane”, tale Diego Armando Maradona. Ciononostante, l’Argentina doveva comunque vincerli, quei Mondiali. Poiché “il calcio non c’entra con la politica”, la giunta del baffuto assassino Videla non mancò, come dire, di prendere la palla al balzo (del resto lo aveva già fatto Hitler con le Olimpiadi di Berlino nel ‘36…). Cosicché, nonostante la sua forza già enorme (Fillol, Kempes, Ardiles…) l’Argentina ricevette, diciamo, qualche piccolo aiutino arbitrale, senza contare il generoso premio pagato ai Peruviani per perdere 6-0. Ogni sera, Buenos Aires era scossa da cortei di un milione di persone, organizzati perfettamente dalla Giunta, che urlavano “Vamos a ganar!”. E la ganarono quella Coppa, la ganarono contro l’Olanda che perse la sua seconda finale in quattro anni con la squadra più forte della storia, probabilmente. A tutte le partite, il generale Videla assisteva ed esultava.

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Avrebbe esultato un po’ meno, fortunatamente, negli anni a venire. Accanto a lui, nella foto, esultava un altro generale, Galtieri, che quattro anni dopo avrebbe perso la finale con Margaret Thatcher, giocatasi alle isole Malvine o Falkland. Quanto a noialtri, gli scrupoli ci vennero dopo, che si fosse ragazzini o che si avesse qualche anno in più. Infatti, la canzone di Vasilis Nikolaïdis è del 1982, quand’era già un giovane avvocato praticante. Altro anno di Mundial, dove l’Argentina fu buttata fuori proprio dall’Italia (e Maradona, stavolta, c’era), Italia che quei mondiali li avrebbe vinti. [RV]
Δεν είναι φάρσα, δεν είναι μπακατέλλα,
στην προσμονή του ζούσαμε καιρό,
είναι το μουντιάλ του στρατηγού Βιντέλα
φτύστε τα μούτρα σας και τον πολιτισμό.

Εκεί θα είναι η Αμερική,
Περού, Αργεντινή και Βραζιλία,
τι κι αν πεθαίνουν στην ασφάλεια μερικοί,
άλλο ποδόσφαιρο κι άλλο πολιτική.

Θα είναι εκπρόσωποι της γηραιάς Ευρώπης,
θα είναι οι Ρώσοι κι ο Πλατινί
κι από συλλήψεις αν θα γίνεται της πόρνης,
οι διαιτητές θα `ναι συμβατικοί.

Κι αφού ο κόσμος έχει αποφασίσει
να δώσει χέρι στον φασισμό
κι εγώ μ’ εμένανε τα έχω κανονίσει,
θα δω το κύπελλο χωρίς ενδοιασμό.

Μα άμα δω ψηλά στον ουρανό
ελικόπτερο να φτερουγίζει,
της Κόκα - Κόλα δε θα `ν’ διαφημιστικό,
πετάει πτώματα στη ζούγκλα κι από `δώ
περνάει και στη βάση του γυρίζει,
περνάει και στη βάση του γυρίζει.

envoyé par Riccardo Venturi - Ελληνικό Τμήμα των ΑΠΤ "Gian Piero Testa" - 16/9/2024 - 09:53



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Riccardo Venturi, 16-9-2024 10:06

argentina78
Mundial ‘78

Non è uno scherzo, non è una bagatella,
abbiam vissuto a lungo nell’attesa:
è il Mundial del generale Videla,
da sputarvi in faccia a voi e alla vostra cultura.

Ci sarà l’America,
Il Perù, l’Argentina e il Brasile,
e anche se tanti moriranno in galera,
una cosa è il calcio, e un’altra la politica.

Ci saran rappresentanti della vecchia Europa,
ci saranno i russi e Platini,
e anche se ci sarà un gran bordello con gli arresti,
beh, gli arbitri son già sotto contratto.

E dopo che la gente avrà deciso
di dare una mano al fascismo,
anch’io l’ho deciso tra me e me:
vedrò la Coppa senza esitazione.

Ma quando vedo nell’alto dei cieli
un elicottero che svolazza,
non fa pubblicità alla Coca Cola,
anche da qui getta cadaveri nella giungla,
passa, e ritorna alla sua base,
passa, e ritorna alla sua base.

16/9/2024 - 10:07




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