Jesienie rok za rokiem idą,
gwiazdy jak deszcze szyby tną.
Zielone łanie na polanie,
u okien huczy serca bąk.
Nie płacz, kochana, lat złowrogich,
spod twoich rzęs zielony liść,
ptaki i drzewa trysną, drogi,
po których dalej trzeba iść.
Liście opadły. Wrócą liście
i modlitewne łuki gór,
przeminą ludzie w nienawiści,
zostanie trzepot ptasich piór.
Knieje się pienią - tylko pomyśl -
w powietrza falującym tchu
niedźwiedzi pomruk zaczajony,
niebieski jezior duch.
Nie płacz, kochana. Śpij w cierpieniu,
na dłoni mojej drżący ptak,
rzekom i mnie, i wiosen cieniom,
i miłowaniu lat.
Przeminie łoskot burz gwiaździstych,
nie stanie ludzkich burz.
Nam, śpiewającym pieśni czyste,
serce rozetnie czas jak nóż,
Bo już kolebią aniołowie
imię - jak złote imię gwiazd,
próchnieje pod stopami czas,
zostaje wieniec chmur na głowie.
Bo już kolebią aniołowie
na niewidzialnych dłoni śnie
proste jak sosna, czyste dnie
rosnące w ptasim słowie.
gwiazdy jak deszcze szyby tną.
Zielone łanie na polanie,
u okien huczy serca bąk.
Nie płacz, kochana, lat złowrogich,
spod twoich rzęs zielony liść,
ptaki i drzewa trysną, drogi,
po których dalej trzeba iść.
Liście opadły. Wrócą liście
i modlitewne łuki gór,
przeminą ludzie w nienawiści,
zostanie trzepot ptasich piór.
Knieje się pienią - tylko pomyśl -
w powietrza falującym tchu
niedźwiedzi pomruk zaczajony,
niebieski jezior duch.
Nie płacz, kochana. Śpij w cierpieniu,
na dłoni mojej drżący ptak,
rzekom i mnie, i wiosen cieniom,
i miłowaniu lat.
Przeminie łoskot burz gwiaździstych,
nie stanie ludzkich burz.
Nam, śpiewającym pieśni czyste,
serce rozetnie czas jak nóż,
Bo już kolebią aniołowie
imię - jak złote imię gwiazd,
próchnieje pod stopami czas,
zostaje wieniec chmur na głowie.
Bo już kolebią aniołowie
na niewidzialnych dłoni śnie
proste jak sosna, czyste dnie
rosnące w ptasim słowie.
Contributed by Riccardo Venturi (e Paolo Rizzi) - 2024/8/27 - 11:31
Language: Italian
Versione italiana / Italian version / Version italienne / Italiankielinen versio:
Riccardo Venturi, 28-8-2024 18:59
Krzysztof Kamil Baczyński (“Krzyś”) e Barbara Drapczyńska-Baczyńska (“Basia”) sono sepolti insieme nel cimitero militare di Powązki. Caddero a pochi giorni di distanza, Krzyś colpito da un cecchino tedesco il 4 agosto 1944, durante la rivolta di Varsavia, in un’azione nello Stare Miasto, e Basia colpita da una scheggia che le trapassò il cranio, il 1° settembre del medesimo anno. La poesia Z wiatrem, poesie d’amore, di speranza e di pace espressa con il susseguirsi delle stagioni e dei ritmi della natura, è senz’altro tra le più celebri ed amate di Baczyński; e non deve quindi stupire che sia diventata una canzone. Non soltanto in questa recente versione di Szymon Podwin. Ne conosco ad esempio almeno un’altra versione in musica, quella (del 2021) di Rafał Borowski, eseguita per il 100° anniversario della nascita dell'autore:
Non sono invece a conoscenza di traduzioni e/o versioni italiane di poesie di Baczyński. La seguente è un tentativo decisamente “libero” (anche nella struttura), e nel quale le “verdi cerve nella radura” dell’originale sono state prese per un’ipallage (come “il divino del pian silenzio verde” del “Bove” di Carducci, insomma) e conseguentemente sciolte. Insomma, per dire che mi ci sono un po’ sbizzarrito, e magari ho fatto un pastrocchio. Comunque sia. [RV]
Riccardo Venturi, 28-8-2024 18:59
Krzysztof Kamil Baczyński (“Krzyś”) e Barbara Drapczyńska-Baczyńska (“Basia”) sono sepolti insieme nel cimitero militare di Powązki. Caddero a pochi giorni di distanza, Krzyś colpito da un cecchino tedesco il 4 agosto 1944, durante la rivolta di Varsavia, in un’azione nello Stare Miasto, e Basia colpita da una scheggia che le trapassò il cranio, il 1° settembre del medesimo anno. La poesia Z wiatrem, poesie d’amore, di speranza e di pace espressa con il susseguirsi delle stagioni e dei ritmi della natura, è senz’altro tra le più celebri ed amate di Baczyński; e non deve quindi stupire che sia diventata una canzone. Non soltanto in questa recente versione di Szymon Podwin. Ne conosco ad esempio almeno un’altra versione in musica, quella (del 2021) di Rafał Borowski, eseguita per il 100° anniversario della nascita dell'autore:
Non sono invece a conoscenza di traduzioni e/o versioni italiane di poesie di Baczyński. La seguente è un tentativo decisamente “libero” (anche nella struttura), e nel quale le “verdi cerve nella radura” dell’originale sono state prese per un’ipallage (come “il divino del pian silenzio verde” del “Bove” di Carducci, insomma) e conseguentemente sciolte. Insomma, per dire che mi ci sono un po’ sbizzarrito, e magari ho fatto un pastrocchio. Comunque sia. [RV]
Col vento
Anno dopo anno
Arrivano gli autunni,
Come la pioggia
Le stelle battono ai vetri.
Cerve nella verde radura,
Ronza il cuore alle finestre.
Non piangere, amore,
Per questi anni sinistri,
Da sotto le tue ciglia
Spunterà una verde foglia,
Spunteranno alberi e uccelli
E strade ancora da percorrere.
Cadute son le foglie.
Torneranno, e le arcate
Dei monti in preghiera.
Periranno nell’odio
Le persone, gli uccelli
Sbatteranno le piume.
Ribolliranno, pensa un po’,
Le foreste in un réfolo
Increspato di vento;
D’un orso appostato
Il ruglio, e l’azzurrato
Spirito dei laghi.
Non piangere, amore,
Dormi soffrendo. Tra le mie mani
Dà un uccello il suo fremito
Ai fiumi e a me, alle ombre
Di primavera, ed a questi
Anni d’amore.
Passerà il ruggito
Delle tempeste stellate;
Non più tempeste umane; a noi,
Che cantiamo canzoni pure,
Come un coltello, il cuore
Taglierà il tempo.
Ché gli angeli già cullano
Un nome, come il nome
D’oro delle stelle; e si corrompe
Il tempo sotto ai tuoi piedi,
E sul tuo capo resta
Una ghirlanda di nuvole.
Ché gli angeli già cullano
Giorni puri nel sonno
Di mani invisibili,
Dritti come un pino,
Che crescono
Nella parola degli uccelli.
Anno dopo anno
Arrivano gli autunni,
Come la pioggia
Le stelle battono ai vetri.
Cerve nella verde radura,
Ronza il cuore alle finestre.
Non piangere, amore,
Per questi anni sinistri,
Da sotto le tue ciglia
Spunterà una verde foglia,
Spunteranno alberi e uccelli
E strade ancora da percorrere.
Cadute son le foglie.
Torneranno, e le arcate
Dei monti in preghiera.
Periranno nell’odio
Le persone, gli uccelli
Sbatteranno le piume.
Ribolliranno, pensa un po’,
Le foreste in un réfolo
Increspato di vento;
D’un orso appostato
Il ruglio, e l’azzurrato
Spirito dei laghi.
Non piangere, amore,
Dormi soffrendo. Tra le mie mani
Dà un uccello il suo fremito
Ai fiumi e a me, alle ombre
Di primavera, ed a questi
Anni d’amore.
Passerà il ruggito
Delle tempeste stellate;
Non più tempeste umane; a noi,
Che cantiamo canzoni pure,
Come un coltello, il cuore
Taglierà il tempo.
Ché gli angeli già cullano
Un nome, come il nome
D’oro delle stelle; e si corrompe
Il tempo sotto ai tuoi piedi,
E sul tuo capo resta
Una ghirlanda di nuvole.
Ché gli angeli già cullano
Giorni puri nel sonno
Di mani invisibili,
Dritti come un pino,
Che crescono
Nella parola degli uccelli.
Grazie Riccardo avevo letto la biografia in inglese che avevate pubblicato al link del suo nome. Commovente la storia di questo giovane poeta combattente e della moglie.
Paolo Rizzi - 2024/8/29 - 14:14
×
Note for non-Italian users: Sorry, though the interface of this website is translated into English, most commentaries and biographies are in Italian and/or in other languages like French, German, Spanish, Russian etc.
Poesia di / A poem by / Poème de Krzysztof Kamil Baczyński
Krzysztof Kamil Baczyńskin runo
Musica / Music / Musique / Sävel: Szymon Podwin [2024]
La “canzone di Szymon Podwin datata 15 agosto” segnalata da Paolo Rizzi nella pagina su Armia Putina è, in realtà, una delle più celebri poesie di Krzysztof Kamil Baczyński. Giovanissimo membro dell’Armia Krajowa, l’esercito resistenziale polacco (era nato il 22 gennaio 1921 a Varsavia), di sentimenti politici socialisti e di salute assai cagionevole (soffriva di asma e di problemi cardiaci), era figlio di un’insegnante, Stefania Zieleńczyk, che, pur essendo una fervente cattolica, proveniva da una famiglia con radici ebraiche. Questo valse a Baczyński di essere trattato come un ebreo dai nazisti.
Studente presso il liceo “Stefan Batory”, Baczyński pubblicò le sue prime poesie ancora sedicenne sulla rivista Strzała (“La freccia”), edita dall’organizzazione giovanile socialista Spartakus (di cui era membro). Dopo il diploma di maturità, Baczyński aveva intenzione di iscriversi all’Accademia delle Belle Arti di Varsavia; un progetto interrotto dallo scoppio della guerra. Durante l’occupazione nazi-stalinista della Polonia, fino al 1941, Baczyński continuò a collaborare con la stampa clandestina polacca di sinistra (specialmente con le riviste Płomienie (“Fiamme”) e Droga (“La strada”). Contemporaneamente, seguiva studi di lingua e letteratura polacca presso l’Università clandestina di Varsavia e presso la scuola “Agricola” dell’Armia Krajowa. Facendo numerosi lavoretti per vivere, nel 1943 si unì al battaglione “Zośka” dell’AK e s’impegnò a fondo come partigiano. Nel suo appartamento nascondeva mitragliette e granate.
Il 6 luglio 1942 sposò una compagna di università, Barbara Drapczyńska; ne scaturì una serie di poesie d’amore che sono tra le più notevoli in lingua polacca. Poesie che sarebbero andate perdute se Baczyński non ne avesse consegnato una copia ad un amico, che le nascose a Żoliborz. Solo così sopravvissero alla guerra.
Di queste fa parte Z wiatrem, la poesia di questa pagina. Le poesie d’amore di Baczyński rivolte alla moglie sono, inutile persino dirlo, poesie d’un amore vissuto interamente nelle terribili condizioni di quegli anni, e da tale periodo non possono essere separate. Ciononostante, con il costante riferimento alla natura che continua il suo corso non curandosi delle “tempeste umane”, sembrano relegare la guerra quasi ad un insignificante avvenimento che passerà, ed esprimono speranza incrollabile. L’amore e la natura vinceranno su tutto.
In quelle “tempeste umane”, l’attività del giovane poeta era, comunque, tutt’altro che contemplativa e speranzosa di tempi migliori accanto alla donna amata. Baczyński era membro delle Squadre di Ricognizione e Assalto dell’AK, squadre dedicate in particolare alle azioni di sabotaggio durante tutta l’occupazione tedesca; a numerose di tali azioni Baczyński prese parte attiva, in particolare al deragliamento di un treno militare tedesco nell’agosto del 1944, che risultò nell’interruzione per ventisei ore della linea ferroviaria strategica tra Varsavia e Białystok.
Dopo lo scoppio della rivolta di Varsavia, Baczyński entrò nel battaglione “Parasol” dell’AK, e le “tempeste umane” lo reclamarono senza che potesse vedere la loro fine. Il 4 agosto 1944, circa alle 4 del pomeriggio, fu ucciso in azione da un cecchino tedesco appostato nel Pałac Blanka, nella Città Vecchia di Varsavia. Aveva poco più di ventitré anni. La moglie Barbara (nata nel novembre del 1922), che era incinta, fu uccisa pochi giorni dopo, il 1° settembre 1944, esattamente nel quinto anniversario dell’invasione tedesca del 1° settembre 1939 che diede avvio alla II guerra mondiale.
Nelle sue poesie (e nei suoi racconti), Krzysztof Kamil Baczyński sembra iscriversi a pieno titolo nelle tradizioni romantiche del suo paese; tradizioni che quasi sempre hanno a che fare con la brutalità della guerra e con l’oppressione. Baczyński ci dice una cosa semplicissima e difficilissima allo stesso tempo: l’amore è l’unica forza che può efficacemente difendere un essere umano contro il male. [RV]