27 gennaio 2023
Li han caricati sui carri bestiame
le urla, i fischi, i latrati dei cani
li hanno spediti dalla stazione
verso ignota destinazione.
Erano leggi, erano nomi
erano divieti, eran milioni
eran bambini, uomini e donne
false promesse, castighi, menzogne.
Al di là del filo spinato
nei campi senza futuro
li hanno sentiti passare
ma non si è affacciato nessuno
Li hanno visti sparire
verso un inferno lontano
lasciarsi dietro le spalle
l’indifferenza dell’uomo.
Li hanno rinchiusi nei carri bestiame
con la paura, il freddo, la fame
li hanno spediti oltre quel muro
dov’era scritto “Libertà è lavoro”.
Eran triangoli, erano stelle
numeri impressi sulla nuda pelle
eran montagne di scarpe spaiate
eran capelli, casacche sdrucite.
Al di là del filo spinato
nei campi senza futuro
li hanno sentiti chiamare
ma non ha risposto nessuno
Li hanno visti cadere
in silenzio ad uno ad uno
a mani nude scavare
nell’indifferenza dell’uomo.
Hanno marciato fino allo stremo
senza fermarsi nel fango e nel gelo
accomunati dalla stessa sorte
hanno marciato fino alla morte.
Erano pelle, erano ossa
era il disprezzo urlato in faccia
erano cavie, erano “pezzi”
eran cadaveri con gli occhi aperti.
Al di là del filo spinato
nei campi senza futuro
li hanno visti bruciare
e non li ha salvati nessuno
Li hanno visti sparire
nel grigio del cielo e nel fumo
trasportati dal vento
nell’indifferenza dell’uomo
Quello che è accaduto non si cancellerà
e la sua Memoria per sempre resterà
Quello che è accaduto non si ripeterà
se la sua Memoria nel buio ci guiderà.
Quello che è accaduto non si cancellerà
e la sua Memoria per sempre resterà
Quello che è accaduto non si ripeterà
se la sua Memoria nel buio ci guiderà.
Quello che è accaduto non si cancellerà
e la sua Memoria per sempre resterà
resterà
resterà
resterà
resterà
le urla, i fischi, i latrati dei cani
li hanno spediti dalla stazione
verso ignota destinazione.
Erano leggi, erano nomi
erano divieti, eran milioni
eran bambini, uomini e donne
false promesse, castighi, menzogne.
Al di là del filo spinato
nei campi senza futuro
li hanno sentiti passare
ma non si è affacciato nessuno
Li hanno visti sparire
verso un inferno lontano
lasciarsi dietro le spalle
l’indifferenza dell’uomo.
Li hanno rinchiusi nei carri bestiame
con la paura, il freddo, la fame
li hanno spediti oltre quel muro
dov’era scritto “Libertà è lavoro”.
Eran triangoli, erano stelle
numeri impressi sulla nuda pelle
eran montagne di scarpe spaiate
eran capelli, casacche sdrucite.
Al di là del filo spinato
nei campi senza futuro
li hanno sentiti chiamare
ma non ha risposto nessuno
Li hanno visti cadere
in silenzio ad uno ad uno
a mani nude scavare
nell’indifferenza dell’uomo.
Hanno marciato fino allo stremo
senza fermarsi nel fango e nel gelo
accomunati dalla stessa sorte
hanno marciato fino alla morte.
Erano pelle, erano ossa
era il disprezzo urlato in faccia
erano cavie, erano “pezzi”
eran cadaveri con gli occhi aperti.
Al di là del filo spinato
nei campi senza futuro
li hanno visti bruciare
e non li ha salvati nessuno
Li hanno visti sparire
nel grigio del cielo e nel fumo
trasportati dal vento
nell’indifferenza dell’uomo
Quello che è accaduto non si cancellerà
e la sua Memoria per sempre resterà
Quello che è accaduto non si ripeterà
se la sua Memoria nel buio ci guiderà.
Quello che è accaduto non si cancellerà
e la sua Memoria per sempre resterà
Quello che è accaduto non si ripeterà
se la sua Memoria nel buio ci guiderà.
Quello che è accaduto non si cancellerà
e la sua Memoria per sempre resterà
resterà
resterà
resterà
resterà
Contributed by Dq82 - 2024/8/12 - 11:36
Language: French
Version française – AU-DELÀ DU FIL BARBELÉ – Marco Valdo M.I. – 2024
Chanson italienne – Al di là del filo spinato – Claudio Sala - 2023
Chanson italienne – Al di là del filo spinato – Claudio Sala - 2023
AU-DELÀ DU FIL BARBELÉ
Dans des wagons à bestiaux chargés
Cris, sifflets, abois des chiens
De la gare, expédiés
Vers un insondable destin.
Noms, lois, règlements,
Interdictions, millions
De femmes, d’hommes, d’enfants,
Mensonges, fausses promesses, punitions.
Au-delà du fil barbelé,
Dans les camps sans avenir,
On les a entendus gémir,
Mais personne ne s'est montré.
On les a vus disparaître
Vers un enfer lointain,
Laissant loin derrière
Eux, l'indifférence des humains.
Dans des wagons à bestiaux enfermés,
Terrifiés, gelés, affamés, poussés
Vers ce mur détesté
Où on lisait « Le travail, c’est la liberté »
Triangles, étoiles, chiffres
Tatoués sur la peau déjà bistre,
Montagnes de chaussures dépareillées,
Cheveux, chemises effilochées.
Au-delà du fil barbelé, face au pire,
Dans les camps sans avenir,
Ils ont appelé, on les a entendus ,
Mais personne n’a répondu.
Ils les ont regardés tombant
un par un, avec peine,
À mains nues creusant
L'indifférence humaine.
Jusqu'à l'extrême, ils ont marché
Dans la boue et le gel sans s'arrêter,
Unis par le même destin encore,
Ils ont marché jusqu’à la mort.
Plus qu’os et peaux,
Face au mépris pervers ;
Cobayes, morceaux,
Cadavres aux yeux ouverts.
Au-delà du fil barbelé, face au pire,
Dans les camps sans avenir,
Ils ont regarder cuire,
Et personne n’est venu
Ils ont disparu, nuée,
Dans le ciel gris et la fumée ,
Que le vent entraîne
Dans l'indifférence humaine.
Ce qui s'est passé ne disparaîtra pas
Et la mémoire à jamais restera ;
Ce qui s'est passé ne se répétera pas
Tant que dans le noir, la mémoire nous guidera.
Ce qui s'est passé ne disparaîtra pas
Et la mémoire à jamais restera ;
Ce qui s'est passé ne se répétera pas
Tant que dans le noir, la mémoire nous guidera.
Le passé ne sera pas
Effacé et sa mémoire restera
À jamais restera,
À jamais restera,
Restera,
Restera...
Dans des wagons à bestiaux chargés
Cris, sifflets, abois des chiens
De la gare, expédiés
Vers un insondable destin.
Noms, lois, règlements,
Interdictions, millions
De femmes, d’hommes, d’enfants,
Mensonges, fausses promesses, punitions.
Au-delà du fil barbelé,
Dans les camps sans avenir,
On les a entendus gémir,
Mais personne ne s'est montré.
On les a vus disparaître
Vers un enfer lointain,
Laissant loin derrière
Eux, l'indifférence des humains.
Dans des wagons à bestiaux enfermés,
Terrifiés, gelés, affamés, poussés
Vers ce mur détesté
Où on lisait « Le travail, c’est la liberté »
Triangles, étoiles, chiffres
Tatoués sur la peau déjà bistre,
Montagnes de chaussures dépareillées,
Cheveux, chemises effilochées.
Au-delà du fil barbelé, face au pire,
Dans les camps sans avenir,
Ils ont appelé, on les a entendus ,
Mais personne n’a répondu.
Ils les ont regardés tombant
un par un, avec peine,
À mains nues creusant
L'indifférence humaine.
Jusqu'à l'extrême, ils ont marché
Dans la boue et le gel sans s'arrêter,
Unis par le même destin encore,
Ils ont marché jusqu’à la mort.
Plus qu’os et peaux,
Face au mépris pervers ;
Cobayes, morceaux,
Cadavres aux yeux ouverts.
Au-delà du fil barbelé, face au pire,
Dans les camps sans avenir,
Ils ont regarder cuire,
Et personne n’est venu
Ils ont disparu, nuée,
Dans le ciel gris et la fumée ,
Que le vent entraîne
Dans l'indifférence humaine.
Ce qui s'est passé ne disparaîtra pas
Et la mémoire à jamais restera ;
Ce qui s'est passé ne se répétera pas
Tant que dans le noir, la mémoire nous guidera.
Ce qui s'est passé ne disparaîtra pas
Et la mémoire à jamais restera ;
Ce qui s'est passé ne se répétera pas
Tant que dans le noir, la mémoire nous guidera.
Le passé ne sera pas
Effacé et sa mémoire restera
À jamais restera,
À jamais restera,
Restera,
Restera...
Contributed by Marco Valdo M.I. - 2024/8/20 - 17:20
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