Li han caricati sui carri bestiame
le urla, i fischi, i latrati dei cani
li hanno spediti dalla stazione
verso ignota destinazione.
Erano leggi, erano nomi
erano divieti, eran milioni
eran bambini, uomini e donne
false promesse, castighi, menzogne.
Al di là del filo spinato
nei campi senza futuro
li hanno sentiti passare
ma non si è affacciato nessuno
Li hanno visti sparire
verso un inferno lontano
lasciarsi dietro le spalle
l’indifferenza dell’uomo.
Li hanno rinchiusi nei carri bestiame
con la paura, il freddo, la fame
li hanno spediti oltre quel muro
dov’era scritto “Libertà è lavoro”.
Eran triangoli, erano stelle
numeri impressi sulla nuda pelle
eran montagne di scarpe spaiate
eran capelli, casacche sdrucite.
Al di là del filo spinato
nei campi senza futuro
li hanno sentiti chiamare
ma non ha risposto nessuno
Li hanno visti cadere
in silenzio ad uno ad uno
a mani nude scavare
nell’indifferenza dell’uomo.
Hanno marciato fino allo stremo
senza fermarsi nel fango e nel gelo
accomunati dalla stessa sorte
hanno marciato fino alla morte.
Erano pelle, erano ossa
era il disprezzo urlato in faccia
erano cavie, erano “pezzi”
eran cadaveri con gli occhi aperti.
Al di là del filo spinato
nei campi senza futuro
li hanno visti bruciare
e non li ha salvati nessuno
Li hanno visti sparire
nel grigio del cielo e nel fumo
trasportati dal vento
nell’indifferenza dell’uomo
Quello che è accaduto non si cancellerà
e la sua Memoria per sempre resterà
Quello che è accaduto non si ripeterà
se la sua Memoria nel buio ci guiderà.
Quello che è accaduto non si cancellerà
e la sua Memoria per sempre resterà
Quello che è accaduto non si ripeterà
se la sua Memoria nel buio ci guiderà.
Quello che è accaduto non si cancellerà
e la sua Memoria per sempre resterà
resterà
resterà
resterà
resterà
le urla, i fischi, i latrati dei cani
li hanno spediti dalla stazione
verso ignota destinazione.
Erano leggi, erano nomi
erano divieti, eran milioni
eran bambini, uomini e donne
false promesse, castighi, menzogne.
Al di là del filo spinato
nei campi senza futuro
li hanno sentiti passare
ma non si è affacciato nessuno
Li hanno visti sparire
verso un inferno lontano
lasciarsi dietro le spalle
l’indifferenza dell’uomo.
Li hanno rinchiusi nei carri bestiame
con la paura, il freddo, la fame
li hanno spediti oltre quel muro
dov’era scritto “Libertà è lavoro”.
Eran triangoli, erano stelle
numeri impressi sulla nuda pelle
eran montagne di scarpe spaiate
eran capelli, casacche sdrucite.
Al di là del filo spinato
nei campi senza futuro
li hanno sentiti chiamare
ma non ha risposto nessuno
Li hanno visti cadere
in silenzio ad uno ad uno
a mani nude scavare
nell’indifferenza dell’uomo.
Hanno marciato fino allo stremo
senza fermarsi nel fango e nel gelo
accomunati dalla stessa sorte
hanno marciato fino alla morte.
Erano pelle, erano ossa
era il disprezzo urlato in faccia
erano cavie, erano “pezzi”
eran cadaveri con gli occhi aperti.
Al di là del filo spinato
nei campi senza futuro
li hanno visti bruciare
e non li ha salvati nessuno
Li hanno visti sparire
nel grigio del cielo e nel fumo
trasportati dal vento
nell’indifferenza dell’uomo
Quello che è accaduto non si cancellerà
e la sua Memoria per sempre resterà
Quello che è accaduto non si ripeterà
se la sua Memoria nel buio ci guiderà.
Quello che è accaduto non si cancellerà
e la sua Memoria per sempre resterà
Quello che è accaduto non si ripeterà
se la sua Memoria nel buio ci guiderà.
Quello che è accaduto non si cancellerà
e la sua Memoria per sempre resterà
resterà
resterà
resterà
resterà
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