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Pescatore

Three Bigul
Langue: italien



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Pescatore

[2024]
Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel:
Three Bigul



Brigata Garibaldina "Coduri"

In Liguria operò anche la brigata Garibaldina "Coduri".
Dopo gli scontri di Carro (agosto 1944) contro gli alpini della Monterosa, durante i quali muore Giuseppe Coduri (Scioa), la formazione di partigiani nata come “Ribelli del Capenardo”,decide di assumerne il nome, divenendo il 20 settembre 1944 brigata Garibaldi Coduri.
Il 30 dicembre la Coduri subì gravi perdite contro la Monterosa nel combattimento della Gattea.
Riorganizzatasi, ai primi di marzo la Coduri contò su circa 1200 uomini, suddivisi in tre formazioni: la Longhi comandata da “Saetta”, la Dall’Orco, comandata da Dino Massucco “Tigre”, la Zelasco, comandata da Aldo Vallerio “Riccio”.
La brigata Zelasco, contrariamente alle altre due, era una brigata di manovra, aveva il compito di muoversi velocemente per colpire il nemico. Il nome fu dato alla brigata in memoria di Rodolfo Zelasco, studente universitario di Bergamo che, arruolato nella Monterosa, si mise in contatto con i partigiani, nome di combattimento “Barba”. Durante un’azione con la sua squadra cadde in un’imboscata; ferito alle gambe decise di salvare i compagni, difese e protesse la loro ritirata. Quando si accorse che stava esaurendo le munizioni si sparò al viso.

I fatti

Nella notte dell’11 dicembre 1944 Riccio decise di attaccare un convoglio di tre bettoline della Marina tedesca in navigazione sotto costa nei paraggi di Lavagna. L’azione venne eseguita dalla brigata Zelasco, soprannominata “Squadra matta”, a bordo di un gozzo con il supporto di una squadra a terra. L’equipaggio dei partigiani era così organizzato: Bruno Pellizzetti “Scoglio” e Luigi Latiro “Bios” addetti alla navigazione; “Tito” e “Riccio” alla manovra delle armi, due bazooka artigianali. Appostati sulla collina antistante altri partigiani intervennero muniti di una mitragliatrice pesante Breda 37 e qualche mitragliatrice leggera. Una motozattera tedesca venne colpita senza scampo, affondata dopo poche ore, un’altra subì seri danni, la terza si allontanò.
Fu l’unica azione effettuata dalla Resistenza sul mare. Ad essa è dedicata la canzone.
[Riccardo Gullotta]
Canterò del pescatore qui la vera storia
Che vien con la marea da un paese giù in Liguria
Vita un po’ anonima per la verità
Poco pesce nella rete, lunghi giorni in mezzo al mar

Giornate passati con le reti in secca
Col sole in faccia, o dentro la tempesta
Mentre il pensiero vola alla sua amata
Vestita da sposa ma la guerra poi è arrivata
La schiena da spaccar
La vita in mezzo al mar

Sèmper chì sü la mé barcå
Sa bàlå mèj che a stà ‘n balérå
Da luntãa vergü ‘l ma guàrdå
La svastica sü la bandérå

Ricordo il mondo come era
Mi manca la sua libertà

Finisce il sogno muore anche la speranza
Con la divisa del tedesco in lontananza
Gli faro' sentire quanto è duro il mio bastone
Forse sarò morto ma non schiavo d’un padrone
E adesso il militar
Lo trovi in fondo al mar

L’odio e l’amore
Di un partigiano pescatore
Il corpo in mare ed il cuore per terra
Respira pace e rigurgita guerra

Resistenza su questa barca alla deriva
Resistenza da qui e per tutta la vita
Resistenza, la barca adesso è partita
Resistenza, la guerra adesso è finita

Sèmper chì sü la mé bàrcå
Sa bàlå mèj che a stàa ‘n balérå
Senså pü nisü che ‘l guàrdå
Sènså pü svàsticå e bandérå
Sèmper chì sü la mé bàrcå
Cul màar ‘ntùrnu che ‘l suspìrå
Sènså pü nisü che ‘l guàrdå
Che àriå frèscå sa respìrå

A me si cara vieni o sera
Ti cantero’ la libertà

envoyé par Riccardo Gullotta - 4/8/2024 - 23:57




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