Se le strade cambiassero di nome
Un bel giorno, tutt'a un tratto
Ci sarebbe in caso la ragione
Di girare soddisfatto
Se per esempio Corso Umberto si chiamasse
Karl Marx Strasse!
E una strada che più grande non ce n'è
Lenin Allee!
Un bel giorno, tutt'a un tratto
Ci sarebbe in caso la ragione
Di girare soddisfatto
Se per esempio Corso Umberto si chiamasse
Karl Marx Strasse!
E una strada che più grande non ce n'è
Lenin Allee!
Vorrei trovar la làllera
Quest'erba prodigiosa
Qualunque cosa incontri
La fa meravigliosa
Vorrei trovar la Lallera, ma non solo per me
E avendola trovata, piantarla nel bidet
Ci fosse un po' di làllera
Quest'erba delicata
Tutti vedrebber chiaro
Mangiandola insalata
E avendo l'accortezza
Di mangiarla con l'uovo
Niente più confusione
Avresti l'uomo nuovo
Se le strade cambiassero di nome
Un bel giorno, tutt'a un tratto
Ci sarebbe in caso la ragione
Di girare soddisfatto
Se per esempio Corso Umberto si chiamasse
Karl Marx Strasse!
E una strada che più grande non ce n'è
Lenin Allee!
Un bel giorno, tutt'a un tratto
Ci sarebbe in caso la ragione
Di girare soddisfatto
Se per esempio Corso Umberto si chiamasse
Karl Marx Strasse!
E una strada che più grande non ce n'è
Lenin Allee!
Non sarebbero davvero sufficienti
Due picconi e uno scalpello
Ci vorrebbe un'altra sorta di strumenti
Che so io, falce e martello!
Ed allora in tutta quanta la città
Crescerà la Lallera!
Ed allora in tutta quanta la città
Crescerà la Lallera!
Se le strade cambiassero di nome
Un bel giorno, tutt'a un tratto
Ci sarebbe in un caso la ragione
Di girare soddisfatto
Se per esempio Corso Umberto si chiamasse
Karl Marx Strasse!
E una strada che più grande non ce n'è
Lenin Allee!
Un bel giorno, tutt'a un tratto
Ci sarebbe in un caso la ragione
Di girare soddisfatto
Se per esempio Corso Umberto si chiamasse
Karl Marx Strasse!
E una strada che più grande non ce n'è
Lenin Allee!
inviata da L'Anonimo Toscano del XXI Secolo - 1/7/2024 - 05:25
Lorenzo - 1/7/2024 - 09:32
Tempo fa, avevo anch'io presentato una proposta ufficiale (?!?!) al Comune di Firenze: quella di mantenere pressoché inalterata la dicitura del famoso Largo alla fine del viale Milton, ma con una semplice inversione di due lettere: da "Largo Martiri delle Foibe" a "Largo Martiri delle Fobie". Xenofobie, omofobie, islamofobie, ebreofobie ecc. ecc. -tutte cose che hanno fatto ben più martiri delle cavità carsiche. Purtroppo tale proposta è stata respinta. Nel frattempo, però, la targa stradale delle Foibe è stata presa, e ripetutamente, a mazzate.
L'Anonimo Toscano del XXI Secolo - 1/7/2024 - 09:49
In appendice: la fedelissima città di Latina (ex Littoria) ha pensato opportunamente di dedicare una sua via al celebre scienziato Galilei Galileo, nelle vicinanze di via Colombo Cristoforo:
L'Anonimo Toscano del XXI Secolo - 1/7/2024 - 10:45
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Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel: Paolo Pietrangeli
Canzonetta cinquantennale (1974) di Paolo Pietrangeli, scherzosa e di stile e andamento popolare, ma dedicata ad un argomento scottante allora come ora: la toponomastica (o meglio, l’odonomastica) delle nostre città. A dire il vero, una “via Carlo Marx” esiste (e resiste) tuttora in alcune nostre città, come Bologna e Prato; una “via Lenin” esiste tuttora nientepopodimeno che a Roma (ed anche a San Giuliano Terme, provincia di Pisa). Paolo Pietrangeli sarebbe forse rimasto sorpreso, ed entusiasta, del fatto che in una pressoché sperduta frazione montana vicina a Vallombrosa (Firenze), vale a dire Pian di Melosa -che di “piano” non ha un bel niente!- esista tuttora una stradina, che si perde nel nulla, chiamata “via Amadeo Bordiga”, forse un caso unico. A Firenze, per limitarsi alla città che meglio conosco, di vie Carlo Marx o Lenin non ce ne sono mai state; però resiste tuttora (quartiere di Gavinana) una “via Unione Sovietica”. In compenso, nell’attuale paese di Melonia, tornano a imperversare le cosiddette “memorie condivise”; ed ecco, a parte gli oramai consueti “martiri delle Foibe”, comparire le giovani fasciste a Sorgane, Almirante e quant’altro. Fatto abbastanza curioso: la lunghissima e importante via Reginaldo Giuliani, dedicata a un prete e cappellano militare delle Camicie Nere che trovò la morte durante la guerra coloniale abissina, è rimasta là, terminando proprio in quella piazza Dalmazia (altro nome, peraltro, d’italica reminiscenza irredentista e fascista) che ha visto, alcuni anni fa, le “eroiche” gesta dell’assassino nazista Casseri di Casapound. La via fu un tempo oggetto della proposta e della petizione promossa da Lorenzo “Mao” Bargellini per cambiarle nome in “Via Carlo Giuliani” -il che avrebbe permesso ai fiorentini di continuarla a chiamare “via Giuliani” come fanno da sempre. Non se n’è fatto, purtroppo, per ora di nulla; ma speriamo che la neosindaca di Firenze, Sara Funaro, voglia prendere in considerazione la cosa visto che del “Mao” è persino la cugina. Ma il discorso è molto lungo, e sto -naturalmente- divagando. Tornando al nostro Carlo Marx e all’altrettanto nostro Lenin, e all’ “uomo nuovo” che, invece, rimane ostinatamente vecchio e, anzi, sta tornando in tutta Europa ai gloriosi e maschi anni ‘30, che cosa ci dovremo aspettare, a parte le “vie Giorgio Almirante” e a tutto il resto? In Francia stiamo per rivedere le “rue Brasillach” e le “avenues du Maréchal Pétain” al posto di Jean Jaurès e di Jean Moulin…? In Belgio ci sarà una bella “place Léon Degrelle”? E in Germania? Non mi ci fate pensare. Intanto ci riascoltiamo la pietrangeliana e toponomastica canzonetta della làllera, ripensando magari al fatto che, a Prato, “corso Umberto” non c’è. Però c’è via Gaetano Bresci. E non soltanto a Prato, dice. [AT-XXI]