Gli zingari del fiume erano tornati
dopo aver chiuso il Grande Cerchio
là dove abita il vento e il sole va a dormire.
E noi per giorni e giorni andammo
a sud e a sud ancora.
Tutto ormai era lontano:
le torri, il giardino, il fiume e la montagna.
Fino a che solo noi con il deserto dentro
gli occhi e le gole e sete e sabbia
bestemmia e preghiera bruciavano le parole.
Quando cademmo fermi aspettammo la visione
nella valle dell'ultimo sospiro
vennero il coniglio ed il serpente
custodi e testimoni della tentazione.
Noi li seguimmo fino alla Grande Gola
dove il Corsaro di Casarsa ci aspettava
"Venite" disse" giù e ancora in fondo nel Buco del Diavolo,
giù dove si va una volta sola"
E noi per nove giorni andammo
giù e ancora in fondo gradino per gradino
fino alla Porta del Labirinto.
C'erano due gemelli a far la guardia: Amleto ed Arlecchino
Il Poeta di Officina [1] ci disse entrando:
"non vi guardate indietro,
non fermate il passo al pianto e alle grida,
andate sempre avanti fino alla porta d'Oriente
la Porta dell'uscita"
E passammo tra i cortili le mura le stanze ed i cancelli
erano vinti e vincitori ,erano lupi ed agnelli.
Vedemmo le madri partorire una guerra
e i padri annegare quando il fiume era in piena.
Vedemmo i figli divorati dalla scimmia sulla schiena.
Il Diavolo dormiva e sognava la palude
quando noi smarriti e stanchi arrivammo nell'Orto dei Pensieri
sotto il Pesco di Giuda c'erano due uomini seduti
soli, tristi e muti.
Il primo si alzò dicendo che nell'altra vita
si era fatto Dio da solo per un miracolo padano
Aveva usato l'inganno e la rapina
ma con un colpo solo sparato dal terrore
era venuto qui a nascondere per sempre la sconfitta e il disonore.
L'altro con gli occhi a terra e la voce che tremava
disse che nell'altra vita si era fatto da solo
un uomo di sangue ossa e sudore
ma quando il suo tempo non venne più pagato ad ore
la rabbia non trovò la strada per giungere al suo cuore
Un nodo alla gola fu la soluzione
era venuto anche lui a nascondere per sempre
la sconfitta e la delusione.
Più avanti gli altri andavano quando io udii una voce
veniva da un rovo di spini e di rose
"Portami via con te, portami via"
ed io la vidi spezzata in mille specchi e dissi:
"Ora che ti ho trovata verrai con me per sempre anima mia".
E passai da solo il tunnel, il lunapark,
la pista degli scontri fino all'uscita
dove tutti insieme una volta ancora ci trovammo.
Il Martire di Ostia [2] ci salutò
per tre volte le braccia sulle spalle
tre volte tutti lo abbracciammo
Aveva un giglio in mano quando ci disse
con una lingua nata di domenica:
"Voi siete partiti ma solo per tornare
ed ora che le strade sono vuote
una volta per sempre tornate al tempo delle rose
una volta per sempre tornate al tempo delle rose ….
dopo aver chiuso il Grande Cerchio
là dove abita il vento e il sole va a dormire.
E noi per giorni e giorni andammo
a sud e a sud ancora.
Tutto ormai era lontano:
le torri, il giardino, il fiume e la montagna.
Fino a che solo noi con il deserto dentro
gli occhi e le gole e sete e sabbia
bestemmia e preghiera bruciavano le parole.
Quando cademmo fermi aspettammo la visione
nella valle dell'ultimo sospiro
vennero il coniglio ed il serpente
custodi e testimoni della tentazione.
Noi li seguimmo fino alla Grande Gola
dove il Corsaro di Casarsa ci aspettava
"Venite" disse" giù e ancora in fondo nel Buco del Diavolo,
giù dove si va una volta sola"
E noi per nove giorni andammo
giù e ancora in fondo gradino per gradino
fino alla Porta del Labirinto.
C'erano due gemelli a far la guardia: Amleto ed Arlecchino
Il Poeta di Officina [1] ci disse entrando:
"non vi guardate indietro,
non fermate il passo al pianto e alle grida,
andate sempre avanti fino alla porta d'Oriente
la Porta dell'uscita"
E passammo tra i cortili le mura le stanze ed i cancelli
erano vinti e vincitori ,erano lupi ed agnelli.
Vedemmo le madri partorire una guerra
e i padri annegare quando il fiume era in piena.
Vedemmo i figli divorati dalla scimmia sulla schiena.
Il Diavolo dormiva e sognava la palude
quando noi smarriti e stanchi arrivammo nell'Orto dei Pensieri
sotto il Pesco di Giuda c'erano due uomini seduti
soli, tristi e muti.
Il primo si alzò dicendo che nell'altra vita
si era fatto Dio da solo per un miracolo padano
Aveva usato l'inganno e la rapina
ma con un colpo solo sparato dal terrore
era venuto qui a nascondere per sempre la sconfitta e il disonore.
L'altro con gli occhi a terra e la voce che tremava
disse che nell'altra vita si era fatto da solo
un uomo di sangue ossa e sudore
ma quando il suo tempo non venne più pagato ad ore
la rabbia non trovò la strada per giungere al suo cuore
Un nodo alla gola fu la soluzione
era venuto anche lui a nascondere per sempre
la sconfitta e la delusione.
Più avanti gli altri andavano quando io udii una voce
veniva da un rovo di spini e di rose
"Portami via con te, portami via"
ed io la vidi spezzata in mille specchi e dissi:
"Ora che ti ho trovata verrai con me per sempre anima mia".
E passai da solo il tunnel, il lunapark,
la pista degli scontri fino all'uscita
dove tutti insieme una volta ancora ci trovammo.
Il Martire di Ostia [2] ci salutò
per tre volte le braccia sulle spalle
tre volte tutti lo abbracciammo
Aveva un giglio in mano quando ci disse
con una lingua nata di domenica:
"Voi siete partiti ma solo per tornare
ed ora che le strade sono vuote
una volta per sempre tornate al tempo delle rose
una volta per sempre tornate al tempo delle rose ….
Contributed by Riccardo Gullotta - 2024/6/8 - 10:46
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Testo e musica / Lyrics and music / Paroles et musique / Sanat ja sävel:
Gang
Album: Una Volta Per Sempre
A nostro avviso è una delle canzoni più interessanti di Gang. Allegorie e immagini concettuali si rincorrono in un grande affresco e una intensa partecipazione emotiva.
Il Buco del Diavolo, Bugia d’al diaul in dialetto, è una antica cavità adibita ad acquedotto per portare acqua sino ad Ancona. Una leggenda vuole che alla fine del cunicolo si trovi una stanza con un tesoro protetto da una chioccia d’oro a guardia,attorniata da 12 pulcini d’argento. Chiunque riuscisse ad arrivarci e portasse via anche una parte del tesoro non riuscirebbe più a fare ritorno.
I nostri nella canzone riescono a trovare l’uscita dall’abisso. Forse erano ancora capaci di lottare con una speranza di carne in mano, si era nel 1995. Ci chiediamo se nel XXI riuscirebbero ancora a “riveder le stelle” con o senza Pier Paolo, oggi nel “tempo delle rose” di metallo 2.0
[Riccardo Gullotta]