Vedremo soltanto una sfera di fuoco
più grande del sole, più vasta del mondo;
nemmeno un grido risuonerà
solo il silenzio come un sudario si stenderà
fra il cielo e la terra
per mille secoli almeno
ma noi non ci saremo.
Poi per un anno la pioggia cadrà giù dal cielo
e i fiumi solcheranno la terra di nuovo,
verso gli oceani scorreranno
e ancora le spiagge risuoneranno delle onde
e in alto nel cielo splenderà l'arcobaleno
ma noi non ci saremo.
E catene di monti coperti di neve
saranno confine a foreste di abeti
mai mano d'uomo le toccherà,
e ancora le spiagge risuoneranno delle onde
e in alto, lontano, ritornerà il sereno
ma noi non ci saremo.
E il vento d'estate che viene dal mare
intonerà un canto fra mille rovine,
fra le macerie delle città,
fra case e palazzi che lento il tempo sgretolerà
fra macchine e strade risorgerà il mondo nuovo
ma noi non ci saremo.
E dai boschi e dal mare ritorna la vita
e ancora la terra sarà popolata,
fra notti e giorni il sole farà le mille stagioni e ancora il mondo percorrerà
gli spazi di sempre per mille secoli almeno
ma noi non ci saremo.
più grande del sole, più vasta del mondo;
nemmeno un grido risuonerà
solo il silenzio come un sudario si stenderà
fra il cielo e la terra
per mille secoli almeno
ma noi non ci saremo.
Poi per un anno la pioggia cadrà giù dal cielo
e i fiumi solcheranno la terra di nuovo,
verso gli oceani scorreranno
e ancora le spiagge risuoneranno delle onde
e in alto nel cielo splenderà l'arcobaleno
ma noi non ci saremo.
E catene di monti coperti di neve
saranno confine a foreste di abeti
mai mano d'uomo le toccherà,
e ancora le spiagge risuoneranno delle onde
e in alto, lontano, ritornerà il sereno
ma noi non ci saremo.
E il vento d'estate che viene dal mare
intonerà un canto fra mille rovine,
fra le macerie delle città,
fra case e palazzi che lento il tempo sgretolerà
fra macchine e strade risorgerà il mondo nuovo
ma noi non ci saremo.
E dai boschi e dal mare ritorna la vita
e ancora la terra sarà popolata,
fra notti e giorni il sole farà le mille stagioni e ancora il mondo percorrerà
gli spazi di sempre per mille secoli almeno
ma noi non ci saremo.
inviata da Piersante Sestini
Lingua: Italiano
Versione cantata dai Nomadi (manca una strofa)
Guccini ha ricantato questa stessa versione insieme ai Nomadi negli storici concerti del novembre 1979 (registrati sull'Album Concerto)
Guccini ha ricantato questa stessa versione insieme ai Nomadi negli storici concerti del novembre 1979 (registrati sull'Album Concerto)
NOI NON CI SAREMO
Vedremo soltanto una sfera di fuoco
Più grande del sole, più vasta del mondo
Nemmeno un grido risuonerà…
E catene di monti coperte di neve
Saranno confine a foreste di abeti
Mai mano d'uomo le toccherà
E solo il silenzio come un sudario si stenderà
Fra il cielo e la terra per mille secoli almeno
Ma noi non ci saremo, noi non ci saremo..
E il vento d'estate che viene dal mare
Intonerà un canto fra mille rovine
Fra le macerie delle città
Fra case e palazzi, che lento il tempo sgretolerà
Fra macchine e strade risorgerà il mondo nuovo,
Ma noi non ci saremo, noi non ci saremo…
E dai boschi e dal mare ritorna la vita
E ancora la terra sarà popolata
Fra notti e giorni il sole farà le mille stagioni
E ancora il mondo percorrerà
Gli spazi di sempre
Per mille secoli almeno,
Ma noi non ci saremo, non ci saremo...
Vedremo soltanto una sfera di fuoco
Più grande del sole, più vasta del mondo
Nemmeno un grido risuonerà…
E catene di monti coperte di neve
Saranno confine a foreste di abeti
Mai mano d'uomo le toccherà
E solo il silenzio come un sudario si stenderà
Fra il cielo e la terra per mille secoli almeno
Ma noi non ci saremo, noi non ci saremo..
E il vento d'estate che viene dal mare
Intonerà un canto fra mille rovine
Fra le macerie delle città
Fra case e palazzi, che lento il tempo sgretolerà
Fra macchine e strade risorgerà il mondo nuovo,
Ma noi non ci saremo, noi non ci saremo…
E dai boschi e dal mare ritorna la vita
E ancora la terra sarà popolata
Fra notti e giorni il sole farà le mille stagioni
E ancora il mondo percorrerà
Gli spazi di sempre
Per mille secoli almeno,
Ma noi non ci saremo, non ci saremo...
Lingua: Inglese
Versione inglese di Alice Bellesi
English version by Alice Bellesi
English version by Alice Bellesi
WE WILL NOT BE THERE
We'll just see a fire ball
broader than the sun, wider than the world;
not a scream will resound
just silence as a sudarium will spread
between heaven and earth
for a thousand centuries at least
but we will not be there.
Then for a year the rain will fall down from the sky
and rivers will plough earth again,
toward the oceans they will flow
and still the strands will resound with waves
and high in the sky the rainbow will shine
but we will not be there.
And mountains chains covered with snow
will be the borders of fir trees forests
no human hand will ever touch them,
and still the strands will resound with waves
and high, far away, the sky will clear up
but we will not be there.
And the summer wind that comes from the sea
will tune up a song among thousands of ruins,
among the remains of the cities,
among houses and palaces that time will slowly crumble
among cars and roads the new world will rise
but we will not be there.
And from the woods and from the sea life comes back again
and once more Earth will be populated,
with nights and days the sun will make
one thousand season and earth again will scour
the usual spaces for a thousand centuries at least
but we will not be there.
We'll just see a fire ball
broader than the sun, wider than the world;
not a scream will resound
just silence as a sudarium will spread
between heaven and earth
for a thousand centuries at least
but we will not be there.
Then for a year the rain will fall down from the sky
and rivers will plough earth again,
toward the oceans they will flow
and still the strands will resound with waves
and high in the sky the rainbow will shine
but we will not be there.
And mountains chains covered with snow
will be the borders of fir trees forests
no human hand will ever touch them,
and still the strands will resound with waves
and high, far away, the sky will clear up
but we will not be there.
And the summer wind that comes from the sea
will tune up a song among thousands of ruins,
among the remains of the cities,
among houses and palaces that time will slowly crumble
among cars and roads the new world will rise
but we will not be there.
And from the woods and from the sea life comes back again
and once more Earth will be populated,
with nights and days the sun will make
one thousand season and earth again will scour
the usual spaces for a thousand centuries at least
but we will not be there.
inviata da Alice Bellesi - 20/4/2009 - 17:10
Lingua: Inglese
Quella che segue e' la mia traduzione in inglese del testo cantato dai Nomadi, leggermente diverso da quello cantato dallo stesso Guccini. Poiche' in questo bel sito c'e' una sezione dedicata ai Nomadi, sarebbe giusto forse che questa canzone (con il suo testo italiano e con le eventuali traduzioni) fosse presente anche nella pagina dei Nomadi, oltre che nella pagina di Guccini. No?
WE SHALL NOT BE THERE
We shall see just a fire ball
bigger than the sun, larger than the world
not a single shout will be sounded.
And mountain chains covered with snow
will border fir-tree forests
never a man’s hand will touch them
and just silence like a dead man’s sheet will wrap all things
between the earth and the sky for a thousand centuries at least.
But we shall not be there…
And the summer wind coming from the sea
will sing a song among piles of ruins
among the debris of cities
among houses and palaces that time will slowly bring down
and the new world will rise among cars and streets.
But we shall not be there…
From woods and seas life will come back
and the earth will be populated again.
Nights after nights and days after days the sun will make a thousand seasons
and again the world will fare
along the old distances
for a thousand centuries at least.
But we shall not be there…
We shall see just a fire ball
bigger than the sun, larger than the world
not a single shout will be sounded.
And mountain chains covered with snow
will border fir-tree forests
never a man’s hand will touch them
and just silence like a dead man’s sheet will wrap all things
between the earth and the sky for a thousand centuries at least.
But we shall not be there…
And the summer wind coming from the sea
will sing a song among piles of ruins
among the debris of cities
among houses and palaces that time will slowly bring down
and the new world will rise among cars and streets.
But we shall not be there…
From woods and seas life will come back
and the earth will be populated again.
Nights after nights and days after days the sun will make a thousand seasons
and again the world will fare
along the old distances
for a thousand centuries at least.
But we shall not be there…
inviata da Paolo Di Mizio - 19/1/2010 - 04:40
Lingua: Francese
Version française de Marco Valdo M.I.
Dans tous les cas, nous n'y serons plus dans quelques temps... jusqu'à présent, c'était un destin individuel ou de groupe, parfois de peuples entiers.
Mais si on n'arrête pas la folie consommatrice... ce sera LE GENOCIDE, L'AUTOGENOCIDE... au milieu des voitures.
Comme disait Francis Jeanson - il y a longtemps, dans Le Canard enchaîné : Au secours, les cons nous cernent !
Nous, nous n'y serons plus.
Einstein ajoutait : il y a deux choses en expansion infinie : l'univers et la connerie.
Enfin, pour l'univers, je ne suis pas trop sûr...
Chanson italienne – Noi Non Ci Saremo – Francesco Guccini – 1967
Version française – Nous, nous n'y serons plus – Marco Valdo M.I. - 2008
Mais si on n'arrête pas la folie consommatrice... ce sera LE GENOCIDE, L'AUTOGENOCIDE... au milieu des voitures.
Comme disait Francis Jeanson - il y a longtemps, dans Le Canard enchaîné : Au secours, les cons nous cernent !
Nous, nous n'y serons plus.
Einstein ajoutait : il y a deux choses en expansion infinie : l'univers et la connerie.
Enfin, pour l'univers, je ne suis pas trop sûr...
Chanson italienne – Noi Non Ci Saremo – Francesco Guccini – 1967
Version française – Nous, nous n'y serons plus – Marco Valdo M.I. - 2008
NOUS N'Y SERONS PLUS
Nous verrons seulement une grande boule de feu
plus grande que le soleil, plus vaste que le monde.
Il n'y aura même pas un cri et seul le silence s'étendra comme un suaire.
Entre ciel et terre pour mille siècles au moins,
Mais nous, nous n'y serons pas, mais nous n'y serons plus.
Ensuite, pendant un an, la pluie tombera du ciel
et les fleuves parcourront la terre à nouveau,
il s'en iront vers les océans et encore une fois, les plages résonneront de vagues
et haut dans le ciel resplendira l'arc-en-ciel
Mais nous, nous n'y serons pas, mais nous n'y serons plus.
Et les chaînes de montagne couvertes de neige
seront bordées de forêts de sapins.
Jamais la main de l'homme ne les touchera, et les plages résonneront encore de vagues.
Et en haut, loin, reviendra la sérénité
Mais nous, nous n'y serons pas, mais nous n'y serons plus.
Et le vent d'été qui vient de la mer
entonnera un chant au milieu de mille ruines,
au milieu des débris des villes, au milieu des maisons et des immeubles que lentement le temps décomposera.
Parmi les voitures et les rues resurgira le monde nouveau,
Mais nous, nous n'y serons pas, mais nous n'y serons plus.
Et des bois et de la mer reviendra la vie,
et la terre sera à nouveau peuplée;
Entre nuit et jour, le soleil fera mille saisons et note monde parcourra encore
les espaces de toujours pour mille siècles au moins,
Mais nous, nous n'y serons pas, mais nous n'y serons plus,
Mais nous, nous n'y serons pas...
Nous verrons seulement une grande boule de feu
plus grande que le soleil, plus vaste que le monde.
Il n'y aura même pas un cri et seul le silence s'étendra comme un suaire.
Entre ciel et terre pour mille siècles au moins,
Mais nous, nous n'y serons pas, mais nous n'y serons plus.
Ensuite, pendant un an, la pluie tombera du ciel
et les fleuves parcourront la terre à nouveau,
il s'en iront vers les océans et encore une fois, les plages résonneront de vagues
et haut dans le ciel resplendira l'arc-en-ciel
Mais nous, nous n'y serons pas, mais nous n'y serons plus.
Et les chaînes de montagne couvertes de neige
seront bordées de forêts de sapins.
Jamais la main de l'homme ne les touchera, et les plages résonneront encore de vagues.
Et en haut, loin, reviendra la sérénité
Mais nous, nous n'y serons pas, mais nous n'y serons plus.
Et le vent d'été qui vient de la mer
entonnera un chant au milieu de mille ruines,
au milieu des débris des villes, au milieu des maisons et des immeubles que lentement le temps décomposera.
Parmi les voitures et les rues resurgira le monde nouveau,
Mais nous, nous n'y serons pas, mais nous n'y serons plus.
Et des bois et de la mer reviendra la vie,
et la terre sera à nouveau peuplée;
Entre nuit et jour, le soleil fera mille saisons et note monde parcourra encore
les espaces de toujours pour mille siècles au moins,
Mais nous, nous n'y serons pas, mais nous n'y serons plus,
Mais nous, nous n'y serons pas...
inviata da Marco Valdo M.I. - 31/7/2008 - 09:52
Lingua: Italiano (Lombardo Brianzolo)
Versione nel dialetto brianzolo di Casatenovo (LC) di Lele de Casanöv
NÖMM GHE SARÈMM MIA
Vedarèmm dumè una bàla de fögh
püsee grànda del sû, püsee grósa del mûnd;
pö gna’ una brügìda se sentatrà
dumè ul selènzi cumè un südàri el se destendarà
intremèzz al cêl e la tèra
per mìla sécul almènu
ma nömm ghe sarèmm mia.
Poe per un ann l’aqua la vegnarà gió del cêl
e i fiömm e pasarànn amò sö la tèra,
in vèrs ul màr e curarànn
e amò in spiàgia se sentarànn i ùndi
e avólt in cêl el lüsisarà l’archincêl
ma nömm ghe sarèmm mia.
E caènn de muntàgn quataa via de la néf
sarànn ul cunfén de furèst de pén
mai man d’un òm je tucarà,
e amò in spiàgia se sentarànn i ùndi
e sö avólt, luntàn, el riturnarà ‘l serèn
ma nömm ghe sarèmm mia.
E ul vènt de l’estaa che ‘l rüva del màr
l’intunarà una canzóm in tra mìla rutàm,
in tra i macéri di citaa,
in tra cà e palazzéri che adàsi ul tèmp el desfarà
in tra màchin e stràd el rinvegnarà ul mûnd nöf
ma nömm ghe sarèmm mia.
E di bósch e del màr la tùrna amò la vìta
e amò la tèra la sarà pupulàda
in tra nòcc e dé ul sû el farà i mìla stagióm
e ul mûnd el farà pasà
i spazi de sèmper per mìla sécul almènu
ma nömm ghe sarèmm mia
Vedarèmm dumè una bàla de fögh
püsee grànda del sû, püsee grósa del mûnd;
pö gna’ una brügìda se sentatrà
dumè ul selènzi cumè un südàri el se destendarà
intremèzz al cêl e la tèra
per mìla sécul almènu
ma nömm ghe sarèmm mia.
Poe per un ann l’aqua la vegnarà gió del cêl
e i fiömm e pasarànn amò sö la tèra,
in vèrs ul màr e curarànn
e amò in spiàgia se sentarànn i ùndi
e avólt in cêl el lüsisarà l’archincêl
ma nömm ghe sarèmm mia.
E caènn de muntàgn quataa via de la néf
sarànn ul cunfén de furèst de pén
mai man d’un òm je tucarà,
e amò in spiàgia se sentarànn i ùndi
e sö avólt, luntàn, el riturnarà ‘l serèn
ma nömm ghe sarèmm mia.
E ul vènt de l’estaa che ‘l rüva del màr
l’intunarà una canzóm in tra mìla rutàm,
in tra i macéri di citaa,
in tra cà e palazzéri che adàsi ul tèmp el desfarà
in tra màchin e stràd el rinvegnarà ul mûnd nöf
ma nömm ghe sarèmm mia.
E di bósch e del màr la tùrna amò la vìta
e amò la tèra la sarà pupulàda
in tra nòcc e dé ul sû el farà i mìla stagióm
e ul mûnd el farà pasà
i spazi de sèmper per mìla sécul almènu
ma nömm ghe sarèmm mia
inviata da Lele de Casanöf in Brianza (Lècch) / Lele di Casatenovo - 29/3/2006 - 20:57
Lingua: Polacco
Traduzione polacca di Agnieszka da Lyrics Translate
NAS TU NIE BĘDZIE
Zobaczymy tylko kulę ognia
większą od słońca, szerszą od świata.
Nie rozlegnie się najmniejszy krzyk,
tylko cisza rozciągnie się niczym całun
pomiędzy niebem i ziemią
na co najmniej tysiąc wieków,
lecz nas tu nie będzie.
Potem przez rok z nieba będzie lał się deszcz,
a rzeki znów popłyną przez Ziemię,
wpadając do oceanów;
i znów na plażach będzie słychać szum fal,
a wysoko na niebie rozbłyśnie tęcza,
lecz nas tu nie będzie.
A pokryte śniegiem górskie łańcuchy
będą granicą jodłowych lasów,
których nie dotknie ludzka ręka;
i znów na plażach będzie słychać szum fal,
a wysoko, w oddali, powróci spokój,
lecz nas tu nie będzie.
A letni wiatr wiejący znad morza
zaintonuje pieśń wśród tysiąca zgliszczy,
wśród ruin miast,
wśród domów i pałaców, które czas powoli unicestwi;
wśród samochodów i dróg narodzi się nowy świat,
lecz nas tu nie będzie.
A z lasów i znad morza powraca życie
i ziemia znów się zaludni;
z nocy i dni słońce utworzy tysiąc pór roku,
a świat znów będzie przemierzał
odwieczne przestrzenie przez co najmniej tysiąc wieków,
lecz nas tu nie będzie.
Zobaczymy tylko kulę ognia
większą od słońca, szerszą od świata.
Nie rozlegnie się najmniejszy krzyk,
tylko cisza rozciągnie się niczym całun
pomiędzy niebem i ziemią
na co najmniej tysiąc wieków,
lecz nas tu nie będzie.
Potem przez rok z nieba będzie lał się deszcz,
a rzeki znów popłyną przez Ziemię,
wpadając do oceanów;
i znów na plażach będzie słychać szum fal,
a wysoko na niebie rozbłyśnie tęcza,
lecz nas tu nie będzie.
A pokryte śniegiem górskie łańcuchy
będą granicą jodłowych lasów,
których nie dotknie ludzka ręka;
i znów na plażach będzie słychać szum fal,
a wysoko, w oddali, powróci spokój,
lecz nas tu nie będzie.
A letni wiatr wiejący znad morza
zaintonuje pieśń wśród tysiąca zgliszczy,
wśród ruin miast,
wśród domów i pałaców, które czas powoli unicestwi;
wśród samochodów i dróg narodzi się nowy świat,
lecz nas tu nie będzie.
A z lasów i znad morza powraca życie
i ziemia znów się zaludni;
z nocy i dni słońce utworzy tysiąc pór roku,
a świat znów będzie przemierzał
odwieczne przestrzenie przez co najmniej tysiąc wieków,
lecz nas tu nie będzie.
Lingua: Italiano
PER QUANDO NOI NON CI SAREMO
di Carletti, Guccini e Tagliazucchi
Un recitato che apriva il primo album dei Nomadi intitolato appunto Per quando noi non ci saremo dei Nomadi (1967). Il legame con la canzone "Noi non ci saremo" è evidente.
di Carletti, Guccini e Tagliazucchi
Un recitato che apriva il primo album dei Nomadi intitolato appunto Per quando noi non ci saremo dei Nomadi (1967). Il legame con la canzone "Noi non ci saremo" è evidente.
[...] il disco inizia con la title track, recitata (si fa per dire) su un delicato sottofondo di clavicembalo e - quasi impercettibile - organo (harmonium?) non da Augusto, come sembra, ma dal doppiatore milanese Luigi Paoletti (lo segnala un documentatissimo nomadologo come Pietro Casarini, amico di Daolio): "Per quando i nastri di pietra finiranno nel sogno", firmato Carletti, Guccini e Tagliazucchi.
Si ringrazia Daniela "k.d." del newsgroup it.fan.musica.guccini per la preziosa notizia.
Si ringrazia Daniela "k.d." del newsgroup it.fan.musica.guccini per la preziosa notizia.
PER QUANDO NOI NON CI SAREMO
Per quando i nastri di pietra finiranno nel sogno
e i secoli davanti e dopo saranno nel momento,
in cui le cose sono.
Per quando il tempo si alzerà sui conestabili
viola velluto, e i clavicordi mori spezzeranno
i ritmi e i nodi della vita.
Per quando voci di vuoto saranno solo echi, lungo
le estati urlate sulle chitarre ritmiche,
e questa età di suoni scivolerà nello spazio
e semineremo ricordi di cattedrali, per le genti che non
conoscono il nostro nome.
Per quando verrà il tempo della sera lungo i
grani d'incenso delle visioni,
e rintocchi di rame corroso rantoleranno per noi.
Trote variegate e fumo e acqua e terra e vento,
e tutto ciò che il mare rigetta a terra di notte.
Per quando solo la vibrazione d'acciaio resterà
ed i fruscii di pensieri consacreranno città minerali
e il fanciullo sul delfino nuoterà con noi,
come solo si nuota quando si è stanchi o si parte,
ed il fiore di quiete della rosa fiorirà
sulla terra...
Lasciamo un suono.
Per quando i nastri di pietra finiranno nel sogno
e i secoli davanti e dopo saranno nel momento,
in cui le cose sono.
Per quando il tempo si alzerà sui conestabili
viola velluto, e i clavicordi mori spezzeranno
i ritmi e i nodi della vita.
Per quando voci di vuoto saranno solo echi, lungo
le estati urlate sulle chitarre ritmiche,
e questa età di suoni scivolerà nello spazio
e semineremo ricordi di cattedrali, per le genti che non
conoscono il nostro nome.
Per quando verrà il tempo della sera lungo i
grani d'incenso delle visioni,
e rintocchi di rame corroso rantoleranno per noi.
Trote variegate e fumo e acqua e terra e vento,
e tutto ciò che il mare rigetta a terra di notte.
Per quando solo la vibrazione d'acciaio resterà
ed i fruscii di pensieri consacreranno città minerali
e il fanciullo sul delfino nuoterà con noi,
come solo si nuota quando si è stanchi o si parte,
ed il fiore di quiete della rosa fiorirà
sulla terra...
Lasciamo un suono.
La stessa canzone è stata cantata anche dai CSI, cantante Giovanni Lindo Ferretti.
Per DonQuijote che propone di inserire questa ed altre canzoni nel percorso "Contro il nucleare": credo che questo percorso debba comprendere le canzoni contro il nucleare per uso civile (per quanto i due aspetti siano naturalmente legati). Le canzoni che parlano di armi nucleari e di catastrofi ad esse legate non fanno parte di questo nuovo percorso.
CCG/AWS Staff - 16/3/2011 - 17:01
Ma sia Noi non ci saremo, l'Atomica cinese e Il vecchio e il bambino non parlano specificamente di guerra nucleare, ma solo delle consegueneze di una nube nucleare (di qualsiasi natura)
DonQuijote82 - 17/3/2011 - 12:11
Non saprei... è senz'altro vero per l'Atomica Cinese che infatti ho inserito nel percorso, per le altre può darsi che tu abbia ragione... vedremo.
Lorenzo - 17/3/2011 - 12:16
Versione strumentale di Giorgio Cordini
DISARMATI
musiche da canzoni d’autore contro la guerra
Diversi anni fa Giorgio Cordini comincia ad arrangiare per sola chitarra alcune tra le canzoni d’autore più note. Nasce l’idea di produrre un album con una raccolta che testimoni questo lavoro di approfondimento, giocato principalmente sulle corde della chitarra. Esce così nel novembre del 2000 "Chitarre d’Autore", un album che raccoglie, tra le altre, "La canzone di Marinella", "Vecchio frack", "Mio fratello che guardi il mondo": il lavoro ottiene, insieme al concerto teatrale che segue, un buon successo di critica e pubblico.
A distanza di poco più di un anno, all’inizio del 2002, Giorgio decide di ripetere l’esperienza, scegliendo ancora tra le canzoni d’autore melodie da arrangiare; ma ora il filo conduttore del nuovo disco non può più essere solamente il fatto che i brani scelti arrivino tutti dalla produzione cantautorale italiana. Siamo in clima di guerra. Giorgio vuole che il suo messaggio per la pace, il suo invito a riflettere sull’ingiustizia dei soprusi e delle guerre, arrivino insieme alla sua musica.
Ecco così nascere un album che, sin dal titolo Disarmati ("Disàrmati" o "Disarmàti", l’accento è volutamente lasciato libero) lascia intravedere la forte idea che lo anima. E’ un album principalmente strumentale, tranne per due tracce che portano una le voci di un coro di bimbi che cantano il "Girotondo" di Fabrizio De André e l’altra la voce di un soldato che recita da un sonetto del "Coriolano" di Shakespeare il suo rifiuto di accettare onori e premi per aver "abbattuto qualche debole nemico". Quest’ultimo brano, su musica composta da Giorgio Cordini, dà il titolo all’album e fa da sottofondo anche ad una traccia video presente sul CD, che mostra una sequenza di fotografie della seconda guerra mondiale. La voce recitante è di Luca Quaia, che ha anche curato la realizzazione del video.
Il CD comprende 11 tracce, di cui quattro originali.
1. Girotondo (Fabrizio De Andrè)
2. Noi non ci saremo (Francesco Guccini)
3. The Ballad of Nick & Bart [Here's To You] (Ennio Morricone)
4. Karima (Giorgio Cordini)
5. Piazza Tienanmen (Giorgio Cordini)
6. Invincibili (Massimo Bubola - Cristiano De Andrè)
7. Bella Ciao (tradiz. arrangiamento di Giorgio Cordini)
8. Ieri ho incontrato mia madre (Gino Paoli)
9. La ballata dell'eroe (Fabrizio De Andrè)
10. Disarmati (Giorgio Cordini)
11. Speranza (Giorgio Cordini)
Nei brani strumentali il messaggio arriva attraverso titoli come "Noi non ci saremo", "La ballata dell’eroe", "Bella ciao", "Piazza Tienanmen", "Speranza". Per gli arrangiamenti Giorgio ha utilizzato diversi strumenti, oltre alla sua chitarra acustica ed al bouzouki. Firmano assolo e ritmiche diversi amici nonché ottimi musicisti tra cui Mauro Pagani, Massimo Carrano, Riccardo Tesi, Fabio Treves, Vittorio Sonsini, Franco Testa, Michele Gazich, Paolo Jannacci, Mauro Di Domenico, Joe Damiani, il Quartetto Zelig, Eros Cristiani, Enrico Mantovani.
dal sito ufficiale di Giorgio Cordini.
DISARMATI
musiche da canzoni d’autore contro la guerra
Diversi anni fa Giorgio Cordini comincia ad arrangiare per sola chitarra alcune tra le canzoni d’autore più note. Nasce l’idea di produrre un album con una raccolta che testimoni questo lavoro di approfondimento, giocato principalmente sulle corde della chitarra. Esce così nel novembre del 2000 "Chitarre d’Autore", un album che raccoglie, tra le altre, "La canzone di Marinella", "Vecchio frack", "Mio fratello che guardi il mondo": il lavoro ottiene, insieme al concerto teatrale che segue, un buon successo di critica e pubblico.
A distanza di poco più di un anno, all’inizio del 2002, Giorgio decide di ripetere l’esperienza, scegliendo ancora tra le canzoni d’autore melodie da arrangiare; ma ora il filo conduttore del nuovo disco non può più essere solamente il fatto che i brani scelti arrivino tutti dalla produzione cantautorale italiana. Siamo in clima di guerra. Giorgio vuole che il suo messaggio per la pace, il suo invito a riflettere sull’ingiustizia dei soprusi e delle guerre, arrivino insieme alla sua musica.
Ecco così nascere un album che, sin dal titolo Disarmati ("Disàrmati" o "Disarmàti", l’accento è volutamente lasciato libero) lascia intravedere la forte idea che lo anima. E’ un album principalmente strumentale, tranne per due tracce che portano una le voci di un coro di bimbi che cantano il "Girotondo" di Fabrizio De André e l’altra la voce di un soldato che recita da un sonetto del "Coriolano" di Shakespeare il suo rifiuto di accettare onori e premi per aver "abbattuto qualche debole nemico". Quest’ultimo brano, su musica composta da Giorgio Cordini, dà il titolo all’album e fa da sottofondo anche ad una traccia video presente sul CD, che mostra una sequenza di fotografie della seconda guerra mondiale. La voce recitante è di Luca Quaia, che ha anche curato la realizzazione del video.
Il CD comprende 11 tracce, di cui quattro originali.
1. Girotondo (Fabrizio De Andrè)
2. Noi non ci saremo (Francesco Guccini)
3. The Ballad of Nick & Bart [Here's To You] (Ennio Morricone)
4. Karima (Giorgio Cordini)
5. Piazza Tienanmen (Giorgio Cordini)
6. Invincibili (Massimo Bubola - Cristiano De Andrè)
7. Bella Ciao (tradiz. arrangiamento di Giorgio Cordini)
8. Ieri ho incontrato mia madre (Gino Paoli)
9. La ballata dell'eroe (Fabrizio De Andrè)
10. Disarmati (Giorgio Cordini)
11. Speranza (Giorgio Cordini)
Nei brani strumentali il messaggio arriva attraverso titoli come "Noi non ci saremo", "La ballata dell’eroe", "Bella ciao", "Piazza Tienanmen", "Speranza". Per gli arrangiamenti Giorgio ha utilizzato diversi strumenti, oltre alla sua chitarra acustica ed al bouzouki. Firmano assolo e ritmiche diversi amici nonché ottimi musicisti tra cui Mauro Pagani, Massimo Carrano, Riccardo Tesi, Fabio Treves, Vittorio Sonsini, Franco Testa, Michele Gazich, Paolo Jannacci, Mauro Di Domenico, Joe Damiani, il Quartetto Zelig, Eros Cristiani, Enrico Mantovani.
dal sito ufficiale di Giorgio Cordini.
Dq82 - 4/5/2019 - 16:44
2019
Note di Viaggio
Margherita Vicario interpreta Noi non ci saremo
Uno degli obiettivi di questo progetto era far conoscere Guccini a un pubblico più giovane, e in quest’ottica mi è venuto naturale proporre Noi Non Ci Saremo a Margherita Vicario. È uno dei primi pezzi che ha scritto Guccini, un testo molto legato agli anni ‘60, alla cultura beat e, soprattutto, alla paura del disastro nucleare, tipica di quegli anni. Margherita l’ha interpretato con la sua voce limpida, l’innocenza, la solarità e l’energia che molti giovani come lei hanno. Ho voluto usare un mix di strumenti acustici ed elettronici, batterie picchiate e accenni di neofolk, usare, insomma, un linguaggio che potesse risultare famigliare a un coetaneo di Margherita.”
newsic.it
Note di Viaggio
Margherita Vicario interpreta Noi non ci saremo
Uno degli obiettivi di questo progetto era far conoscere Guccini a un pubblico più giovane, e in quest’ottica mi è venuto naturale proporre Noi Non Ci Saremo a Margherita Vicario. È uno dei primi pezzi che ha scritto Guccini, un testo molto legato agli anni ‘60, alla cultura beat e, soprattutto, alla paura del disastro nucleare, tipica di quegli anni. Margherita l’ha interpretato con la sua voce limpida, l’innocenza, la solarità e l’energia che molti giovani come lei hanno. Ho voluto usare un mix di strumenti acustici ed elettronici, batterie picchiate e accenni di neofolk, usare, insomma, un linguaggio che potesse risultare famigliare a un coetaneo di Margherita.”
newsic.it
Dq82 - 16/11/2019 - 15:32
Margherita Vicario mi è molto simpatica ed ha una bella voce, però mi sembra che nell'interpretare questa canzone ci abbia messo un po' troppa gioia e leggerezza, rispetto allo scenario apocalittico descritto dal testo, non vi sembra?
Lorenzo - 16/11/2019 - 15:56
Lorenzo, e come si fa a contraddirti?! Il contrasto è stridente!
Interpretazioni decisamente migliori sotto tutti i punti di vista sono state, per esempio, quelle dei concerti del Guccini International 2016 pubblicate nel cd del Centro Culturale Teatro Camuno di Breno (Brescia).
Interpretazioni decisamente migliori sotto tutti i punti di vista sono state, per esempio, quelle dei concerti del Guccini International 2016 pubblicate nel cd del Centro Culturale Teatro Camuno di Breno (Brescia).
Flavio Poltronieri - 16/11/2019 - 16:59
Dq82 - 15/3/2021 - 18:48
Molto meglio questa versione con Vasco Brondi di quella della sola Margherita Vicario in Note di Viaggio. Bravi.
Lorenzo - 15/3/2021 - 22:17
×
Portata al successo dai Nomadi negli anni '60. Si riferisce al mondo disabitato dopo una guerra nucleare, un tema questo comune ad altre canzoni di Guccini del primo periodo (L'atomica cinese e Il vecchio e il bambino).
Presentiamo prima la versione cantata da Guccini nel suo primo album "Folk beat n.1" [1967]
Altri interpreti: C.S.I., Margherita Vicario (in Note Di Viaggio - Capitolo 1: Venite Avanti...)