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L'anguilla in estinzione

Paolo Rizzi
Langue: italien


Paolo Rizzi

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I miei genitori sono originari del Polesine ed il delta del Po è stato il luogo delle mie estati piu belle per anni.
Ho accompagnato mio padre qualche notte a pescare anguille e mi ricordo solo che io mi facevo delle gran dormite mentre lui provava a pescare.
Ora leggo che anche loro sono una specie in estinzione e sono state introdotte leggi per proteggerle e favorirne la riproduzione. Sfortunatamente questo meraviglioso animale ha scelto di riprodursi in un unico luogo distante migliaia di KM, il mare dei Sargassi
L'uomo non è stato capace di riprodurle come fa per altre specie, ma è riuscito solo a pescarle a tonnellate e ad allevarle dopo averle catturate piccole. Contestualmente ha creato barriere ai loro viaggi, ha inquinato i mari ed i fiumi. Antropocene.
Per il video ho trovato delle suggestive immagini di un documentario dell'allevamento a Comacchio negli anni 50 .

Oggi sul sito avete pubblicato il brano Il Calamaro gigante di Selton e così ho pensato di mandarvi il mio.

L'articolo di Ferdinando Cotugno che mi ispirato la storia

Giornalista. Napoletano, come talvolta capita, vive a Milano, per ora. Si occupa di clima, ambiente, ecologia, foreste. Per Domani cura la newsletter Areale, ha un podcast sui boschi italiani, Ecotoni, sullo stesso argomento ha pubblicato il libro Italian Wood (Mondadori, 2020). È inoltre autore di Primavera ambientale. L’ultima rivoluzione per salvare la vita umana sulla Terra (Il Margine, 2022).

Scrive per il quotidiano Il domani nella rubrica Areale


Ci sono animali che ci raccontano storie più grandi dei loro corpi o dei loro areali, ci sono animali che ci raccontano un mondo intero. Uno di questi è l'anguilla, una sorta di mistero biologico per l'umanità fin dai tempi di Aristotele, che si interrogava su come fosse possibile la sua intera esistenza, o Rachel Carson, che sulla migrazione delle anguille dal Mar dei Sargassi verso le coste atlantiche degli Stati Uniti aveva scritto alcune tra le sue pagine più belle.

Ora siamo di fronte alla possibilità che per la prima volta da 60 milioni di anni il mondo diventi un posto senza anguille. La specie è da tempo nella lista di quelle in grave pericolo, secondo l'Unione per la conservazione della natura. Una posizione in lista che è una sorta di ultimo richiamo prima dell'estinzione. In questo articolo la si paragona già al piccione migratore, il cui ultimo esemplare, Martha, è morto un secolo fa, e si parla dell'unica possibile rimasta per salvare le anguille europee: un bando totale, anche se temporaneo, alla loro pesca.

Non è una strada facile: perché il consumo di anguille è culturalmente molto connotato e centrale. Perché bandi parziali in passato hanno creato un fiorente mercato clandestino e illegale. Perché la pesca intensiva è parte dei problemi che stanno spingendo le anguille verso l'estinzione, ma non è l'unica causa e il disegno sembra più complesso e anche misterioso, come sempre quando si parla di questo animale. C'entrano i virus, le dighe, le centrali idroelettriche, la distruzione generale dei loro habitat. Le anguille sono sensibili a tutto, perché sono una delle più spettacolari specie migratorie al mondo. Gli animali che migrano per vivere hanno bisogno di un mondo che funzioni come un orologio. Non il mondo in cui vivono oggi, ecco.

Le anguille europee nascono tutte nel Mar del Sargassi, un corpo d'acqua circondato dalle correnti nell'Atlantico occidentale. Qui sono delle piccole larve trasparenti, vengono trasportate dalle correnti oceaniche verso le nostre coste, di metamorfosi in metamorfosi risalgono i nostri fiumi, dove si stabiliscono per anni, prima di iniziare il loro viaggio al contrario di migliaia di chilometri, di nuovo verso il Mar dei Sargassi, dove si riproducono e muoiono. Una delle più bizzarre manifestazioni della natura, così assurda da sfidare la scienza e la tecnica. A oggi nessuno è stato in grado di far riprodurre le anguille in cattività: non per motivi genetici, ma perché finora è stato impossibile capire come si nutrono e come crescono quando sono delle larve. Siamo anche tecnicamente in grado di farle nascere, ma non siamo in grado di riprodurre le condizioni per farle vivere. Non ci sono sostituti per le anguille selvatiche, probabilmente non ci saranno mai.

Dopo l'inserimento nella lista delle specie in grave pericolo, l'Unione Europea ha scritto una delle regolamentazioni più complesse del continente per la protezione di un singolo animale selvatico, per tenere gli stock in numeri stabili, mettendo dei limiti alla pesca stagionale e alle esportazioni fuori dai suoi confini, ma niente finora ha funzionato. Ogni anno gli arrivi dal Mar dei Sargassi continuano a calare, un declino annuo del 15 per cento. I primi ad accorgersene sono i pescatori. Qui Elena Venco dava il senso delle proporzioni: nel Delta del Po, uno degli epicentri di questa attività, siamo passati da un pescato annuo di oltre 1 milione di chili a 54mila chili. La fine di un mondo. «Tra pochi anni non ne troveremo più», le dice un pescatore e dipendente del parco.

Nel suo report 2024 l'Ices - International Council for the Exploration of the Sea - l'organismo che fa da consulenza all'Ue per i suoi regolamenti sulle anguille, ha scritto chiaramente che oggi c'è una sola strada per intervenire: «Zero catture, in tutti gli habitat». Almeno temporaneamente. Se non vogliamo interrompere la storia delle anguille su questo pianeta.
L'anguilla è maschio femmina il capitone
Una specie a rischio in via d'estinzione
L'anguilla è maschio femmina il capitone
Una specie a rischio in via d'estinzione

Sfocia il Po in un grande delta
L'uomo lo modellò col suo lavoro
L'anguilla vi arrivò per propria scelta
E l'equilibrio nutrì noi e loro

Fu mistero e dono di abbondanza
Fu poi la scienza che cercò ragione
Volle capirne la provenienza
Il sesso, la muta e la migrazione

L' Anguilla è maschio femmina il capitone
Una specie a rischio in via d'estinzione

Nel mar dei Sargassi si svelò l'ignoto
In quei fondali dov'erano nate
Ritornano tutte un viaggio a nuoto
Per deporre uova poi fecondate

Han viaggiato larve nella corrente del golfo
Dall'oceano salato ai mari baltici
Trasparenti poi gialle come lo zolfo
Per diventare argento nelle acque dolci

L' Anguilla è maschio femmina il capitone
Una specie a rischio in via d'estinzione

Cinquemila chilometri il viaggio è lungo
Vent'anni nomadi nelle acque è dura
Ci sono dighe e chiuse acqua e fango
C'è l’inquinamento e c'è la cattura

L' uomo le mangia per tradizione
Alla fine dell'anno per fare la festa
Si taglia la testa del capitone
Non si è riprodotto e nulla ne resta

L' Anguilla è maschio femmina il capitone
Una specie a rischio in via d'estinzione

envoyé par Paolo Rizzi - 23/5/2024 - 11:54




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