La fontana del dubbio delle stelle incendiate
La fontana dei sassi delle parole buttate
La fontana di guardia con gli occhi socchiusi
La fontana dei sogni stanchi e delusi
La fontana che grida ma non può sanguinare
La fontana che chiede al tempo di indagare
La fontana che sa conosce la verità
La fontana il testimone che non si gira di là
La fontana di lacrime dei rami spezzati
del cuore che batte tra i destini violati
La fontana che piazza così senza voce
La fontana che brucia come noi sulla croce
La fontana degli ultimi, degli abbandonati
La fontana dei traditi dei dimenticati
La fontana che ha sete di quiete e giustizia
regala acqua pulita in mezzo all'immondizia
La fontana che trema ogni 12 dicembre
sprigiona la luce che inchioda le ombre
La fontana che domanda vuole solo certezze
da un fascio di bugie un germoglio di carezze
un germoglio di carezze
La fontana che trema ogni 12 dicembre
sprigiona la luce che inchioda le ombre
La fontana che domanda vuole solo certezze
da un fascio di bugie spunta un germoglio di carezze
un germoglio di carezze
La fontana dei sassi delle parole buttate
La fontana di guardia con gli occhi socchiusi
La fontana dei sogni stanchi e delusi
La fontana che grida ma non può sanguinare
La fontana che chiede al tempo di indagare
La fontana che sa conosce la verità
La fontana il testimone che non si gira di là
La fontana di lacrime dei rami spezzati
del cuore che batte tra i destini violati
La fontana che piazza così senza voce
La fontana che brucia come noi sulla croce
La fontana degli ultimi, degli abbandonati
La fontana dei traditi dei dimenticati
La fontana che ha sete di quiete e giustizia
regala acqua pulita in mezzo all'immondizia
La fontana che trema ogni 12 dicembre
sprigiona la luce che inchioda le ombre
La fontana che domanda vuole solo certezze
da un fascio di bugie un germoglio di carezze
un germoglio di carezze
La fontana che trema ogni 12 dicembre
sprigiona la luce che inchioda le ombre
La fontana che domanda vuole solo certezze
da un fascio di bugie spunta un germoglio di carezze
un germoglio di carezze
Contributed by Dq82 - 2024/3/22 - 11:39
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2023
17 fili rossi + 1. Ricordando Piazza Fontana
L’album si compone di 16 tracce, undici brani musicali e cinque interventi attoriali. Delle canzoni che raccontano la strage nella Banca dell’Agricoltura, la title track, come si è detto, è stata scritta da Renato Franchi partendo da un testo di Fulvio Mario Beretta. Come sovente accade nelle composizioni del cantautore legnanese, un evento tragico come quello dell’esplosione della bomba è raccontato con delicatezza: la canzone si apre infatti rievocando una Milano invernale, avvolta in una fitta nebbia e illuminata dalle luci di Natale, e seguono alcuni “quadretti” che descrivono la quotidianità dei protagonisti, inconsapevoli del proprio crudele destino. In conclusione, vengono ricordati i nomi delle 18 vittime, “17 cuori in cielo con Pino Pinelli”. Dal punto di vista musicale, i timbri di chitarra, pianoforte, violino e percussioni dialogano con la fisarmonica di Roberto Nassini, a cui è affidata la toccante introduzione del pezzo.
Sempre dedicate a Piazza Fontana sono l’omonimo brano scritto da Claudio Bernieri nel 1975, noto anche come Luna rossa ed originariamente interpretato dal gruppo Yu Kung, qui nella rilettura di Come le Foglie, e la versione strumentale del medesimo pezzo da parte della Banda degli Ottoni a Scoppio.
Un’altra canzone d’epoca è Fontana del dolor, conosciuta anche come L’infame strage di Piazza Fontana, composta dal cantastorie meneghino Angelo Cavallini, molto attivo negli anni Settanta come artista di strada. Il pezzo è stato riscoperto dallo stesso Bernieri, che ha anche girato un documentario sull’argomento; nel concept è stato invece affidato all’ensemble piacentino Emily Collettivo Musicale, che ne ha realizzato una versione coinvolgente e trascinante. Altre due canzoni rievocano la strage: La fontana degli Yo Yo Mundi, in cui gli assoli di chitarra nella conclusione del brano sottolineano i versi finali “da un fascio di bugie spunta un germoglio di carezze”, e Oggi no, del cantautore milanese Andreacarlo, che racconta l’inquietudine di un passante dei giorni nostri che, sotto Natale, si ritrova a passare per il centro della città e non può fare a meno di ripensare ai drammatici eventi di mezzo secolo fa.
Dedicate a Giuseppe Pinelli sono La ballata di Pinelli, il tradizionale brano composto sull’aria della canzone popolare Il feroce monarchico Bava, interpretato da Alessio Lega; Quasi soltanto mia, che tratteggia con delicatezza il vissuto di Licia Pinelli, firmata da Filippo Andreani e già contenuta nel suo album “Scritti con Pablo” del 2011, e l’inedita Un ferroviere del cantautore lecchese Daniele Ridolfi, in cui viene data voce allo stesso Pino. Due brani “storici” per due formazioni altrettanto storiche dipingono poi l’oscuro affresco della strategia della tensione (Via Italia, Gang) e la volontà di riscatto dalle ingiustizie (Popolo Unito, Casa del Vento).
I cinque interventi attoriali raccontano invece, da diversi punti di vista, non solo l’accaduto del 12 dicembre, ma anche le sue cause, riconducibili al complesso e torbido disegno della già citata “strategia della tensione” che affonda le sue radici già nell’immediato dopoguerra. Daniele Biacchessi, ne Il Paese della vergogna, descrive la festosa atmosfera natalizia, devastata dallo scoppio dell’ordigno, le vite distrutte delle vittime e i silenzi che si trasformano in urla, le stesse urla che purtroppo torneranno a straziare altri luoghi del nostro Paese. Il rumore del silenzio di Renato Sarti ricorda invece i funerali in piazza Duomo, gremita da oltre 300000 persone, la cui massiccia presenza rappresenta un atto “politico”. Scritta da Claudio Ravasi e interpretata da Paolo Raimondi, A Milano vado poco esprime i sentimenti di una persona che, in gioventù, ha vissuto gli eventi dell’epoca stragista in maniera inconsapevole e che a distanza di molti anni ne percepisce il peso e l’importanza. La prima strage di Stato di Silvano Piccardi e Non è finita di Moni Ovadia, infine, risalgono alle origini dell’eversione nera, riconducibili al 1945, e ai rigurgiti fascisti mai sopiti.
marynowhere.com