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Geordie, or My Geordie Will Be Hanged In A Golden Chain

Anonymous
Language: English


List of versions


Related Songs

La Pernette
(Anonymous)
Danzacronaca
(Michele Gazich & Federico Sirianni)
Joan Baez: The Lily Of The West
(GLI EXTRA DELLE CCG / AWS EXTRAS / LES EXTRAS DES CCG)


Child #209K
[XVIII secolo / 18th Century / 18ème siècle / 1700-luku]

First Recording in print:
Thomas D'Urfey, Wit & Mirth, or Pills To Purge Melancholy, 1719-1720, Vol. II, p. 49
Prima attestazione a stampa:
Thomas D'Urfey, Wit & Mirth, or Pills To Purge Melancholy, 1719-1720, Vol. II, p. 49
Première attestation imprimée:
Thomas D'Urfey, Wit & Mirth, or Pills To Purge Melancholy, 1719-1720, Vol. II, p. 49
Ensimmäinen painettu todistus:
Thomas D'Urfey, Wit & Mirth, or Pills To Purge Melancholy, 1719-1720, Vol. II, p. 49



Recordings
One of the earliest recorded versions is by Joan Baez, who included a live performance of the song on her first live album in 1962. The Baez version makes it clear that Geordie's crime was poaching the King's deer, for which the penalty was hanging with a silken rope. It has also been recorded by Ewan MacColl, John Jacob Niles, Doc Watson, Sandy Denny, A. L. Lloyd, Julie Felix, and the British folk rock band Trees, The Silly Sisters and Shirley Collins. More recently, Emilie Autumn performed it live. The ballad became very popular in Italy thanks to Fabrizio de André who translated the ballad into Italian, and this version was later reinterpreted by the folk band Mercanti di Liquore, Angelo Branduardi and the DJ Gabry Ponte. Danish band Gasolin recorded an adaptation in 1971 heavily inspired by Baez' rendition. "London Bridge" was translated into "Langebro" - the title of the track. The setting shifts from London to 20th century Copenhagen, though the overall sombre mood of the song remains intact. Anaïs Mitchell and Jefferson Hamer perform this song on Child Ballads, released in 2013. It was also performed by the Russian folk band Sherwood. In 2015 Galley Beggar recorded a version of Geordie for their album Silence & Tears, with the traditional lyrics being set to original music. Roger Mas and Núria Graham perform a duet adapted to Catalan, "Jordi", included in the album Parnàs, [to be] released in March 2018.
- en.wikipedia : Geordie



giordyGeordie
di Riccardo Venturi
Da it.fan.musica.de-andre, 15 dicembre 2001.

La ballata Geordie così come la conosciamo generalmente (sia dalla traduzione di Fabrizio De André che dall'originale inglese) è un mezzo falso. Devo specificare bene, però, che cosa io intenda qui per "mezzo falso"; è la traduzione assai imperfetta di un'espressione inglese, "debased form [of a ballad/of a folksong]" che mal si può rendere in italiano. Di solito, seguendo la tradizione (spesso lunga secoli e secoli!) di una ballata, così viene chiamata una versione talmente "erosa" dal tempo e, soprattutto, dalla cosiddetta "stilizzazione popolare", da mantenere dell'originale e della sua vicenda solo flebilissimi echi.

Un caso tipico è una ballata notissima con il titolo di Scarborough Fair, versioni della quale vennero raccolte ancora negli ultimi anni del XIX secolo nella zona di Newcastle-upon-Tyne (J.Stokoe: Northumbrian Minstrelsy, 1882; Child II, 495). La ballata è incentrata sul rimpianto di un innamorato il quale chiede ad uno che si reca alla fiera di salutargli il perduto amore, che vive giustappunto a Scarborough, e di domandarle quando ella tornera' con lui. La ragazza risponde al "messo" con una serie di questioni impossibili (del tipo: "chiedigli di andarmi a prendere del latte dal petto di una vergine che non ha mai visto un uomo", e roba del genere); solo se il giovane saprà soddisfare queste cose, cioè mai, lei tornerà da lui. Con questo impianto la ballata è ancora nota, anche per la versione cantata qualche anno fa da Simon e Garfunkel.

Ma i filologi sono strani tipi che scavano in passati nebulosi; ed è così che tutta questa specie di filastrocca è stata ricondotta, nella fattispecie analizzando la serie di "questioni impossibili" che sono passate attraverso le decine e decine di versioni raccolte fin dal Cinquecento, ad un'antichissima ballata chiamata The Elfin Knight ("Il Cavaliere Elfo"), una delle più vivaci e divertenti ballate del corpus childiano. Nella versione originale, è proprio il Cavaliere Elfo che propone ad una ragazza una serie di compiti impossibili; lei gli ribatte con un'altra serie, ugualmente impossibile, con cui smaschera il Cavaliere, potenziale fedifrago (le sequele di compiti impossibili sono uno dei "topoi" più usuali delle ballate angloscozzesi; se ne veda un esempio anche in "The Unquiet Grave"). Le ballate basate sui "compiti impossibili", come detto, sono assai diffuse, anche perché si tratta di un elemento che indubbiamente "fa presa" sull’immaginazione collettiva (come si vede anche dalla tradizione inglese delle lying songs). Logico che una ballata come The Elfin Knight abbia dato luogo a moltissime versioni in cui il contrasto viene a trasformarsi in una sorta di litigio fra innamorati, con le relative ripicche; viene eliminata ogni allusione sessuale, e la ballata diviene una deliziosa canzone d’amore. E' cosi' che si arriva a "Scarborough Fair": una "debased form", appunto.

Così è accaduto, precisamente, per Geordie (ed e' da notare che Geordie è l'appellativo tradizionale con il quale vengono chiamati gli abitanti proprio di Newcastle-upon-Tyne; e il tipico Geordie male, cioe' il "maschio standard di Newcastle" fannullone e dedito alla birra, fu rappresentato da Reg Smythe nella figura di Andy Capp). A differenza della "debased form" inglese tradotta da Fabrizio, la vicenda narrata nell'originale scozzese (e northumbriano) sembra avere un preciso fondamento storico ed ha originariamente un lieto fine: la giovane moglie che si reca a corte ad implorare per la vita del suo sposo riesce nel suo intento.

Potrebbe quindi trattarsi della vicenda di George Gordon (da qui, forse, il nome "Geordie"), quarto o sesto conte di Huntly, che, ribellatosi contro il Re di Scozia Giacomo VI nel 1589, fu imprigionato e condannato a morte come traditore, ma in seguito liberato per intercessione della sua famiglia. Dalla ballata appare che i Gordon erano pronti a liberare il loro congiunto con la forza, ma è più probabile che Giacomo VI avesse voluto evitare, con il suo gesto di clemenza, l’inimicizia di una potentissima famiglia che era stata storicamente sempre dalla parte della Corona di Sant’Andrea. Certo è che Geordie doveva godere di grande popolarità, se la somma (veramente enorme) imposta alla moglie per il suo rilascio fu raccolta senz’alcuna difficoltà. Il testo fa parte di quelli forniti da Robert Burns per lo Scots Musical Museum di James Johnson (1787-1803); è verosimile che, come nel caso di Tam Lin, il grande poeta scozzese vi abbia messo le mani.

withpillsGeordie ha avuto grande diffusione nell’intera Gran Bretagna e ha dato luogo a numerosissime varianti. Quelle inglesi, però, pur mantenendo un’affinità di fondo con la vicenda originale (il "nucleo" fisso rimane sempre la giovane sposa -o, spesso, fidanzata, pur con l’incongruenza che essa ha già dei figli dal protagonista- che si reca a corte per cercare di salvare l’amato), fanno di Geordie un bracconiere ed eliminano l’happy end.

È il caso della versione 209k (una delle Pills to Purge Melancholy di Thomas D'Urfey, 1719-1720). Rimandando per ulteriori considerazioni all'antica Robyn And Gandeleyn, diciamo anche qui che nell’Inghilterra tradizionale il bracconaggio era punito in modo veramente draconiano. In particolare, la caccia di frodo nelle tenute e nelle riserve reali era punita in modo ancor più severo, spesso con la pubblica impiccagione; ed a queste severissime leggi non sfuggivano neanche i nobili. Così il giovane Geordie della nostra versione, al quale viene riservato il non gradito privilegio di essere impiccato "con una corda d’oro" per le sue origini aristocratiche (si tratta qui evidentemente di un figlio cadetto privo di ogni diritto ereditario, visto che era stato affidato ad una dama estranea alla famiglia).

Questa "debased form" di Geordie è una delle ballate tradizionali più note, forse seconda solo a Barbara Allen; il lamento della moglie, che tenta disperatamente ed inutilmente di convincere il giudice a risparmiare la vita di Geordie, è al tempo stesso un elemento ricchissimo di pathos e un atto di accusa verso leggi inique ed assurde. La ballata ha circolato per moltissimo tempo in "broadsides" cittadine e, nella sua brevità, è un perfetto "concentrato" di romanticismo, rabbia e malinconia, con la ragion di Stato e gli assurdi privilegi sulla caccia che calpestano ogni più elementare sentimento d’umanità.

In questo senso, e solo in questo, la sua vicenda puo' avere "attinenza" con tutte altre ballate e canzoni popolari che, nel mondo intero, sono incentrate sugli abusi del potere simboleggiati da chi viene "giustiziato", che lo sia con una "corda d'oro" oppure che il suo teschio venga attaccato a un "cannuni" (a proposito: anche all'Isola d'Elba, terra meridionale in tutto e per tutto, le antiche torri di avvistamento dei Saraceni venivano chiamate "cannoni").

La "giustizia" feudale, dalla quale, se ci si pensa bene, quella "evoluta" dei tempi successivi non ha mai differito molto. Verrebbe da dire che sia solo un fatto tecnologico: la sedia elettrica o l'iniezione letale al posto della corda o di altri strumenti di morte (corda che, beninteso, ancora si usa!). Mettiamo "Stato" al posto di "Feudo" e, spesso e volentieri, l'equazione e' quasi perfetta. Oppure ditemi voi come avrebbe dovuto essere definito il signor George Bush Jr., governatore-boia del Texas ed attuale "presidente degli Stati Uniti". Un signorotto feudale che ha, in ultima analisi, potere di vita e di morte sui suoi sudditi. E così sono tutti i governatori degli stati USA.





Performed by Giordano Dell'Armellina.
As I walked out over London Bridge
one misty morning early,
I overheard a fair pretty maid,
was lamenting for her Geordie.

Ah, my Geordie will be hanged in a golden chain,
'tis not the chain of many.
He was born of king's royal breed
and lost to a virtuous lady.

Go bridle me my milk white steed,
go bridle me my pony,
I will ride to London's court
to plead for the life of Geordie.

Ah my Geordie never stole nor cow, nor calf,
he never hurted any,
stole sixteen of the king's royal deer,
and he sold them in Bohenny.

Two pretty babies have I born,
the third lies in my body,
I'd freely part with them every one
if you'd spare the life of Geordie.

The judge looked over his left shoulder,
he said: Fair maid, I am sorry,
he said: Fair maid, you must be gone
for I cannot pardon Geordie.

Ah my Geordie will be hanged in a golden chain,
'tis not the chain of many,
stole sixteen of the king's royal deer,
and he sold them in Bohenny.

Contributed by Riccardo Venturi - 2007/11/27 - 22:49




Language: English

La versione eseguita da Martin Carthy in English Folk Music
A version performed by Martin Carthy in English Folk Music
La version interprétée par Martin Carthy dans English Folk Music
Versio, jonka lauloi Martin Carthy albumissa English Folk Music




Martin Carthy sang Geordie in 1974 in a John Peel BBC Radio session. This recording was included in “The Carthy Chronicles”. He then recorded Geordie for his 1976 album “Crown of Horn”. Martin Carthy commented in the “Crown of Horn” sleeve notes:
“It is often said that the English version of Geordie is a later copy of the Scottish song about George Gordon, Earl of Huntly, who was imprisoned and threatened with death in 1554 for ‘failing to execute a commission against a Highland robber.’ The motive was obviously political and in the end a fine was exacted and he was freed. A later song called The Life and Death of George of Oxford, while being superficially a copy of the Scots one, at least in part, also seems to me to be an attempt to tart up and bring up to date something else. The ‘something else’ being the English version of an idea with, maybe, two distinct strains. It is a gritty, passionate little song with the sting of rage in its tail, and one is tempted to suggest that English versions which have survived—some are still current—could be that ‘something else’ possibly used as the model for George of Oxford.. Learned from John Pearse many years ago, I really determined to sing it on hearing a recording of Mrs Louisa Hooper made by Dr Maud Karpeles in about 1941 and deposited in the BBC Sound Archives.”
GEORDIE

Now as I rode out over London Bridge
On a misty morning early,
I overheard a fair pretty maid
A-cry for the life of her Geordie

“Go bridle to me a milk white steed,
Bridle me a pony,
I'll ride down to London town
And I'll plead for the life of my Geordie”

“For he never stole ox, he never stole ass
He never murdered any,
He stole sixteen of the King's wild deer,
He sold them in Bohenny.”

But when she rode down and in the king's hall
There were lords and ladies plenty,
Down on her bended knee she fell
And she begged for the life of her Geordie

Cries, “Six pretty babes I had by him,
Another one lies in my body,
Freely I'd part with each one of them
If you'll give me the life of my Geordie.”

“For he never stole ox, he never stole ass
He never murdered any
He stole sixteen of the King's wild deer
He sold them in Bohenny.”

But the judge looked over his left shoulder,
He cries, “I'm sorry for thee,
Me pretty fair maid you come too late
For he's been condemned already.”

“Oh my Geordie shall hang in a chain of gold,
Such chains as never was any,
Because he came of the royal blood
And he courted a fine young lady.”

“Oh he never stole ox, he never stole ass
He never murdered any,
He stole sixteen of the King's wild deer
He sold them in Bohenny.”

“Oh I wish I had you in yonder grove
Where times I have been many,
With my broadsword and a pistol too,
I'd fight you for the life of me Geordie.”

“For he never stole ox, he never stole ass
He never murdered any,
He stole sixteen of the King's wild deer
He sold them in Bohenny.”

Contributed by Alessandro - 2010/4/29 - 11:27




Language: Italian

Traduzione italiana letterale della versione standard
Italian literal translation of standard version
Traduction littérale en italien de la version standard
Vakioversion kirjaimellinen italiankielinen käännös
:
Riccardo Venturi, --> it.fan.musica.de-andre, 12-5-1999

GEORDIE
IL MIO GEORDIE SARA' IMPICCATO CON UNA CORDA D'ORO

Mentre attraversavo il Ponte di Londra
Una nebbiosa mattina, presto
Sentii per caso una bella fanciulla
Che si lamentava per il suo Geordie.

Impiccheranno Geordie con una corda d’oro
Non è una catena per molti;
È nato da stirpe reale
E fu affidato a una dama virtuosa.

Mettete le redini al mio bianco cavallo,
Mettete le redini al mio pony;
Cavalcherò fino alla Corte di Londra
A implorare per la vita di Geordie. .

Geordie mai rubò una mucca o un agnello,
Non ha mai fatto del male a nessuno;
Ha rubato sedici cervi del Re
E li ha venduti a Bohenny.*

Ho partorito due bei bambini,
Il terzo lo porto in grembo;
Darei volentieri tutti e tre
Se salvaste la vita di Geordie.

Il giudice si guardò la spalla sinistra,
Disse, "Mi dispiace, bella fanciulla;
Bella fanciulla, te ne devi andare
Perché non posso perdonare Geordie.

Impiccheranno Geordie con una corda d’oro
Non è una catena per molti;
Ha rubato sedici cervi del Re
E li ha venduti a Bohenny.*
NOTA alla traduzione

* Bohenny: Nessuna città o paese con tale nome è mai stato reperito in Gran Bretagna; una versione inglese ha però Newcastle, il che potrebbe far supporre qualche collegamento con la vicenda dell'impiccagione del bracconiere George Stools, avvenuta nella città scozzese nel 1610. Esiste però, in Scozia, una Bohenie vicino a Pitlochrie. (Ma Si veda qui sulla questione)

2007/11/27 - 23:31




Language: Italian

Versione italiana / Italian version / Version italienne / Italiankielinen versio: Gianni Barnini

È una cover metrica che si distacca da quella di Fabrizio De André per essere più vicina al testo di Joan Baez. "Il testo è mio ed ho cercato si essere il più vicino possibile alla versione di Joan Baez. La voce, l'esecuzione e l'arrangiamento sono dell'amico Doc Pippus." [GBAR]

GEORDIE

Mentre passeggiavo sul London Bridge
Una mattina nebbiosa
Sentii piangere una bella fanciulla
Era il pianto di una sposa

Impiccheranno Geordie con una corda d'oro
Per il suo alto lignaggio
E’ nato da una stirpe reale
Ed è stato uno splendido paggio

Sellate il mio cavallo dalla bianca criniera
E’ un suo magnifico dono
Raggiungerò la Corte di Londra
E implorerò il loro perdono

Geordie non ha mai fatto del male a nessuno
Mai tradimenti o inganni
Ha rubato sei cervi del Re
E li ha venduti poi a Bohenny

Ho partorito due bei bambini
In me ho il terzo tesoro
Per salvare il mio amato Geordie
Potrei separarmi da loro

Il giudice dall’alto mi guardò e disse
Te ne puoi pure andare
La sentenza che è stata emessa
Per niente potrà cambiare

Impiccheranno Geordie con una corda d'oro
Ha solamente vent’anni
Ha rubato sei cervi del Re
E li ha venduti poi a Bohenny

Contributed by Gianni Barnini - 2021/1/16 - 17:33




Language: Italian

La versione italiana di Fabrizio De André [1966].
Interpretata da Fabrizio De André e Maureen Rix
Fabrizio De André's Italian version [1966]
Performed by Fabrizio De André and Maureen Rix
La version italienne de Fabrizio De André [1966]
Interprétée par Fabrizio De André et Maureen Rix
Fabrizio De Andrén italiankielinen versio [1966]
Laulavat Fabrizio De André ja Maureen Rix


fabriziogeordie


Incisa su singolo Karim KN 215; la voce femminile originaria è quella di Maureen Rix, che fu insegnante di inglese di Fabrizio De André. Nel corso dell'ultima tournée di Fabrizio De André (1998), la voce femminile era affidata alla figlia Luisa Vittoria (Luvi).

Originally single recording: Karim KN 215, 1966. The original female singing voice is by Maureen Rix, who was at that time Fabrizio De André's English teacher. On Fabrizio De André's last live tour (1998), the female voice was by his daughter Luisa Vittoria (Luvi).



«Quando cantai “Geordie” senza neanche una prova»
Il Secolo XIX, 24 luglio 2017, di Claudio Cabona

Maureen Rix.


Genova - «Ero una semplice insegnante di inglese che aveva imparato a cantare in chiesa. Incisi il ritornello di “Geordie” senza aver mai fatto prove e dopo una notte insonne passata in autostrada. Fabrizio credeva in me e in quel brano che, ancora oggi, è poesia». Maureen Rix oggi ha 76 anni e vive ad Arpino, in provincia di Frosinone, ma negli anni Sessanta è stata una delle muse di Faber: con la sua voce calda e avvolgente ha contribuito a rendere speciale il lato B del 45 giri “Amore che vieni, amore che vai”. Un adattamento di una canzone in inglese, lingua peraltro ignorata da De André, un duetto quasi improvvisato e inciso dopo un lungo viaggio, quasi fosse la trama di un film, un’amicizia destinata a far nascere una delle canzoni più amate di Faber, soprattutto dai bambini.

«Ho conosciuto Fabrizio nei primi anni ’60, eravamo tutti e due poco più che ventenni, sono nata in Inghilterra, ma mi sono trasferita in Italia per amore» ricorda Maureen «Mi fu offerto un lavoro come insegnante d’inglese alla scuola parastatale Pareto di Sampierdarena. Il proprietario dell’istituto era Giuseppe De André che impiegò come amministratore suo figlio, Fabrizio».

E poi il primo incontro: «Fabrizio uscì dalla biblioteca e si presentò dicendomi: “Mi sa che noi due abbiamo qualcosa in comune, abbiamo tutt’e due fatto matrimoni riparatori”». Ma che cosa legava l’insegnante di inglese a Faber? «L’amore per la musica e per la poesia» sottolinea Maureen «Mi prestava i suoi dischi, commentavamo gli artisti di quel periodo e lui sin da subito aveva dimostrato un’attenzione particolare alla musica folcloristica inglese. Era meraviglioso dialogare con lui».

Maureen Rix - 1962.
Maureen Rix - 1962.
Un’amicizia che si stringe sempre di più fino ad arrivare a una promessa. «Una sera lo invitai a cena a casa mia e di mio marito, lui aveva accettato l’invito premettendo: “Non canterò mai”» racconta con il sorriso Maureen «Dopo alcuni bicchieri di vino rosso, si sciolse, prese una chitarra e cantò davanti agli ospiti “La guerra di Piero”, “Carlo Martello” e altre canzoni. Fu una serata speciale».
Poi il viaggio in Inghilterra. «In seguito decisi di tornare a casa per un certo periodo, Fabrizio mi fece promettere di portargli una cassetta di musica folcloristica inglese» spiega Maureen «Mantenni il patto, ma tornata a Genova il nastro di canzoni si era rotto in valigia. Per non disattendere l’impegno, decisi di vedermi con Fabrizio e di cantargliele personalmente. Fra questi brani c’era anche l’antica ballata “Geordie” di cui poi mi chiese di curare una traduzione». Le strade dei due a un certo punto si separano: Maureen si trasferisce a lavorare a Rapallo, per un po’ rimangono comunque in contatto, ma il turbine della vita di tutti i giorni li porta a non frequentarsi più.

Poi una telefonata. Quella che avrebbe cambiato per sempre la vita dell’insegnante, ma anche quella di Faber. «Mi disse: “Andiamo a Roma, devo registrare delle canzoni e devi esserci anche tu”. Accettai» racconta «l’ex moglie di Fabrizio, Puny, guidò tutta la notte da Genova a Roma. Fabrizio era seduto dietro e quando gli chiesi perché lui non guidasse mi rispose con una delle sue solite battute sarcastiche: “Mi hanno ritirato la patente perché ho investito due carabinieri a cavallo”». Arrivati nella Capitale, in uno studio di registrazione, stanchi e senza aver fatto alcuna prova, il cantautore genovese è perentorio: “Iniziamo a registrare”. «Ero agitatissima, non ero una cantante professionista ed ero piuttosto provata per il viaggio notturno, ma si creò qualche cosa di magico», racconta l’ex insegnante.

Dopo quelle emozioni i due si separano nuovamente. Maureen torna in Inghilterra, per molti anni non si saprà mai chi aveva inciso “Geordie”, intanto diventata famosissima, insieme a De André. Nessuno conosceva l’identità di quella straordinaria cantante. Poi Maureen si risposa, torna a vivere in Italia e grazie al libro di Walter Pistarini “Fabrizio De André. Canzoni nascoste, storie segrete” il mistero viene svelato. «Oggi sono una pittrice» conclude Maureen «ripensare a quegli anni mi emoziona, quando sento qualcuno fischiettare o cantare “Geordie” mi accorgo che Fabrizio è ancora qui con noi».
GEORDIE

Mentre attraversavo London Bridge
un giorno senza sole,
vidi una donna pianger d'amore,
piangeva per il suo Geordie.

Impiccheranno Geordie con una corda d'oro,
è un privilegio raro,
rubò sei cervi nel parco del re
vendendoli per denaro.

Sellate il suo cavallo dalla bianca criniera,
sellatele il suo pony,
cavalcherà fino a Londra stasera
ad implorare per Geordie.

Geordie non rubò mai neppure per me
un frutto o un fiore raro,
rubò sei cervi nel parco del re
vendendoli per denaro.

Salvate le sue labbra, salvate il suo sorriso,
non ha vent'anni ancora
cadrà l'inverno anche sopra il suo viso,
potrete impiccarlo allora.

Né il cuore degli inglesi né lo scettro del re
Geordie potran salvare,
anche se piangeranno con te
la legge non può cambiare.

Così lo impiccheranno con una corda d'oro,
è un privilegio raro,
Rubò sei cervi nel parco del re
vendendoli per denaro.

Rubò sei cervi nel parco del re
vendendoli per denaro.

Contributed by Riccardo Venturi - 2007/11/28 - 00:03




Language: Italian

Traduzione italiana della versione interpretata da Martin Carthy
Italian translation of Martin Carthy's version
Traduction italienne de la version interprétée par Martin Carthy
Martin Carthyn version italiankielinen käännös
:
Riccardo Venturi, 9-11-2020 11:44

"Di certo sarete abituati a conoscerla cantata da Fabrizio De André, assieme alla sua prima insegnante d'inglese (che si chiamava Maureen Rix); negli ultimi tempi, la voce femminile era quella della figlia Luisa Vittoria, detta Luvi, ma tutti credevano che fosse Dori Ghezzi. La aveva ripresa dal "Ballad Book" di Joan Baez, in cui era cantata una versione tardosettecentesca di una ballata scozzese "di frontiera" ("border ballad") ben più antica che narrava le complicate vicende di George Gordon, conte di Huntly, al quale il re minacciò di tagliare il collino perché non ce l'aveva fatta a eliminare un pericoloso bandito di strada. I fatti si erano svolti nel 1554: un paio di secoli erano bastati per trasformare delle vicende storiche in una ballata dove un ragazzo veniva impiccato per bracconaggio e la sua fidanzata (che già gli aveva fatto un par di figli -in alcune versioni addirittura sei!- e ne aspettava un altro) cercava invano di salvarlo: la tradizione popolare, quando esisteva, era un tritatutto. A proposito, sentite un po' come la cantano per davvero in Inghilterra, con un testo un po' diverso e un po' più lungo. Lo so che non si dice "a me mi", però a me mi garba parecchio di più, così."
RV, Ekbloggethi Seauton etc., 27-3-2015
GEORDIE

Ora, mentre attraversavo a cavallo il Ponte di Londra [1]
Di buon'ora, una mattina nebbiosa,
Mi capitò di sentire una graziosa fanciulla
Che piangeva per la vita del suo Geordie.

“Andatemi a sellare un candido destriero, [2]
Sellatemi un pony,
Cavalcherò fino alla città di Londra
E impetrerò per la vita del mio Geordie.”

“Perché non ha mai rubato un bove e nemmeno un somaro,
Non ha mai ammazzato nessuno,
Ha rubato sedici daini [3] del Re,
Li ha venduti a Bohenny.”

Ma quando scese da cavallo e entrò nella sala del re
C'era una gran quantità di lords e gran signore,
Lei si mise in ginocchio
E implorò per la vita del suo Geordie.

Grida piangendo, “Ho avuto da lui sei bei bambini,
Un altro ne ho nel mio corpo,
Mi separerei volentieri da ognuno di loro
Se mi deste la vita del mio Geordie.”

“Perché non ha mai rubato un bove e nemmeno un somaro,
Non ha mai ammazzato nessuno,
Ha rubato sedici daini del Re,
Li ha venduti a Bohenny.”

Ma il giudice si guardò la spalla sinistra,
Grida piangendo: “Mi dispiace per te,
Mia graziosa fanciulla, sei arrivata troppo tardi
Perché è stato già condannato.”

“Oh, il mio Geordie penderà da una catena d'oro,
Di catene del genere non ce ne sono mai state
Perché lui era di sangue reale
E corteggiò un'elegante ragazza.”

“Oh, lui non ha mai rubato un bove e nemmeno un somaro,
Non ha mai ammazzato nessuno,
Ha rubato sedici daini del Re,
Li ha venduti a Bohenny.”

“Oh, vorrei averti avuto in quel boschetto
Dove di volte ce ne son stata parecchie,
Con la mia schiavona [4] e anche una pistola
Mi batterei con voi per la vita del mio Geordie.”

“Perché non ha mai rubato un bove e nemmeno un somaro,
Non ha mai ammazzato nessuno,
Ha rubato sedici daini del Re,
Li ha venduti a Bohenny.”
[1] Il senso del rode out del testo originale dà l'idea che il narratore sta uscendo dalla città, anzi dalla City. Si ricordi che, nella Londra antecedente al grande incendio del settembre 1666, che cancellò dalla faccia della terra l'antica città medievale, il Ponte di Londra menava dalla città propriamente detta al sobborgo di Southwark, che non era considerato farne parte.

[2] Nell'universo dei ballad commonplaces, un cavallo è sempre un “destriero” (steed), il quale è sempre assolutamente candido, o meglio “bianco come il latte” (milk-white). Per essere assolutamente precisi, però, l'usuale traduzione italiana col “destriero” è a sua volta un luogo comune medievaleggiante per rendere l'idea in un linguaggio consimilare (il traduttore di ballate tradizionali è obbligato a forgiarsi tutto un suo repertorio di piattezze invariabili). Propriamente, uno steed è uno “stallone”, un “cavallo da monta”: prova ne sia che il termine è imparentato con stud “cavallo d'allevamento” e, per traslato, “giovane robusto, stallone [in senso sessuale]”. Termine arcaico, che qualcuno adopera ancora scherzosamente per indicare la “bicicletta”.

[3] In inglese, i cèrvidi sono stati intesi come gli animali per eccellenza, vale a dire i quadrupedi più nobili: i corrispondenti germanici e indoeuropei del termine deer significano infatti invariabilmente e semplicemente “animale, bestia, fiera” (tedesco Tier, svedese dyr, greco antico θήρ ecc.). Qui si hanno dei wild deer, che propriamente non sono dei “cervi”, bensì dei daini.

[4] Propriamente si tratta della cosiddetta “spada con elsa a cesto”, comunissima in epoca rinascimentale e di uso specificamente militare. In italiano è detta comunemente schiavona, in quanto introdotta dai soldati istriani e dalmatici (cioè croati: “schiavona” vale “slavonica, slava”, come per la “Riva degli Schiavoni”) che prestavano servizio nelle armate veneziane.

2020/11/9 - 11:46




Language: English

La retroversione inglese di Dennis Criteser [2014] della canzone di Fabrizio De André e Maureen Rix
Dennis Criteser's English backversion [2014] of Fabrizio De André and Maureen Rix's song
Rétraduction anglaise de Dennis Criteser [2014] de la chanson de Fabrizio De André et Maureen Rix
Dennis Criteserin, Fabrizio De Andrén ja Maureen Rixin laulun uusi englanninkielinen käännös [2014]

--> Fabrizio De André in English

"Geordie" was the last of the Karim singles, released in 1966. The song is a translation of a broadside ballad dating back to 17th century England and 16th century Scotland, popularized by Joan Baez in the early 1960's. During the first years of Baez's career, she regularly performed six Child Ballads, of which "Geordie" was one. De Andrè's version met with some modest success, and became a regular part of his live shows in his later career, sung with his daughter Luvi. On the record, the female singer is Maureen Rix, an English teacher from one of the scholastic institutes of De Andrè's father. - Dennis Criteser
GEORDIE

While I was crossing London Bridge
one sunless day,
I saw a woman weeping for love.
She was lamenting for her Geordie.

They will hang Geordie with a golden cord -
it's a rare privilege.
He stole six deer in the King's park,
selling them for some cash.

Saddle up her white-maned horse,
saddle up her pony,
she'll ride on down to London tonight
to plead for Geordie.

Geordie never stole anything for me,
a fruit or a rare flower.
He stole six deer from the King's park,
selling them for some cash.

Save his lips, save his smile,
he's not yet 20 years old.
Winter will fall over his face, too,
you can hang him then.

Neither the heart of the English nor the King's scepter
can save Geordie.
Even if they might cry with you,
the law cannot change.

Thus they will hang him with a golden cord -
it's a rare privilege.
He stole six deer in the King's park,
selling them for some cash.

He stole six deer in the King's park,
selling them for some cash.

Contributed by Riccardo Venturi - 2016/3/8 - 14:55




Language: French

Versione francese 1 / Version française 1 / French version 1 / Ranskankielinen versio 1 [Fabrizio De André]:
Riccardo Venturi, 28-11-2007


Fabrizio De André et sa fille Luvi (Luisa Vittoria De André)
GEORDIE

Juste en passant sur le pont de Londres
un jour sans soleil,
j'aperçus une femme pleurer d'amour
elle pleurait pour son Geordie

Mon Geordie va être pendu à une corde d'or,
et c'est bien rare pour pendre!
Il vola six cerfs dans le jardin du roi
et alla sitôt les vendre.

Sellez-lui son cheval à la blanche crinière
sellez-lui son poney
elle chevauche jusqu'à Londres ce soir
à implorer pour son Geordie

Geordie n'a jamais volé, même pour moi,
un fruit rare à défendre,
Il vola six cerfs dans le jardin du roi
et alla sitôt les vendre.

Sauvez ses lèvres, sauvez son sourire,
qui ira donc me les rendre?
Quand l'hiver va tomber dans ses yeux
alors vous pourrez le pendre.

Ni le cœur des anglais, ni le sceptre du roi
ne le pourront sauver,
même s'ils vont pleurer avec toi
la loi ne peut pas changer.

Il donc va être pendu à une corde d'or,
et c'est bien rare pour pendre!
Il vola six cerfs dans le jardin du roi
et alla sitôt les vendre.

2007/11/28 - 16:14




Language: French

Traduzione francese 2 / Traduction française 2 / French translation 2 / Ranskankielinen käännös 2 [Fabrizio De André]: Maryse (L. Trans.)
Geordie

Alors que je traversais London Bridge
une journée sans soleil
je vis une femme pleurer d'amour
elle pleurait pour son Geordie

Ils pendront Geordie avec une corde en or
c'est un privilège rare
il a volé six cerfs dans le parc du roi
les a vendus pour de l'argent

Sellez son cheval à la crinière blanche
sellez-lui son poney
elle chevauchera jusqu'à Londres ce soir
ira implorer pour Geordie

Geordie n'a jamais volé même pour moi
un fruit ou une fleur rare
il a volé six cerfs dans le parc du roi
les a vendus pour de l'argent

Sauvez ses lèvres, sauvez son sourire
il n'a même pas vingt ans
l'hiver tombera aussi un jour sur son visage
vous pourrez alors le pendre

Ni le cœur des anglais, ni le spectre du roi
ne pourront sauver Geordie
et même s'ils vont pleurer avec toi
la loi ne saurait changer

Ainsi ils le pendront avec une corde en or
c'est un privilège rare
il a volé six cerfs dans le parc du roi
les a vendus pour de l'argent

Contributed by Riccardo Venturi in isolamento - 2020/11/10 - 08:55




Language: French

Geordie: la versione francese di Claude François (1965)
Geordie: Claude François's French version (1965)
Geordie: La version française de Claude François (1965)
Geordie: Claude François'n ranskankielinen versio (1965)


In Italia siamo forse abituati a pensare che esistano soltanto l' “originale” inglese di Joan Baez e la versione italiana di De André, del 1966. Un anno prima, però, “Geordie” c'era già in francese, con la versione intrerpretata da un mostro sacro della canzone francese, quel Claude François che è l'autore di Comme d'habitude (ovvero My Way). La Geordie di Claude François è contenuta nell'album Même si tu revenais. Verrebbe quasi la voglia di ipotizzare che Fabrizio De André, senz'altro parecchio addentro alla canzone francese, ne abbia preso ispirazione...senonché la versione italiana di De André è assai più vicina all' “originale” inglese che non quella di Claude François, un autentico stravolgimento. Infatti in quest'ultima versione (scritta dalla celebre paroliera Vline-Buggy, vale a dire Liliane Konyn, che aveva mantenuto la denominazione del “duo” formato assieme alla sorella Évelyne Yvonne Konyn, deceduta trentacinquenne nel 1962; il loro padre era un altro celeberrimo paroliere, Géo Koger), la vicenda, che si svolge “al tempo dei re”, non vede protagonista la moglie/fidanzata/amante di Geordie, bensì sua madre; Geordie, inoltre, non viene impiccato per aver rubato al re cervi, cavalli, paperi o altri animali, bensì per avere osato "amare la figlia del re". Sul Ponte di Londra si trova quindi una povera vecchia che c'è andata a piedi, camminando "per notti, per giorni, a lungo", e viene eliminato quindi anche il bianco cavallo; per farla breve, resta soltanto il patibolo che attende il disgraziato giovinetto. [RV]

Geordie

Il y longtemps au temps des rois
C'était à Londres par un froid matin
Sur un vieux pont, une vieille femme pleurait
Sur le sort de son fils Geordie

Ô mon Geordie sera pendu demain à l'aube
Sera pendu par une chaîne en or
Il va mourir pour avoir aimé
Aimé la fille du roi

Des nuits, des jours, longtemps j'ai marché
Combien de jours, je ne m'en souviens plus
Pour arriver à la cour de Londres
Plaider la cause de mon Geordie

Ô mon Geordie n'a jamais volé ou tué
Il est si jeune, c'est un enfant
Prenez ma vie, je suis une vieille femme
Mais épargnez celle de mon Geordie

Le juge regarda par dessus son épaule
Il dit : Brave dame, je regrette
Il dit : Brave dame, vous devriez partir
Car je ne peux rien pour votre Geordie

Ô mon Geordie sera pendu demain à l'aube
Sera pendu par une chaîne en or
Il va mourir pour avoir aimé
Aimé la fille du roi.

Contributed by Riccardo Venturi - 2021/2/2 - 23:57




Language: German

Traduzione tedesca 1 / Deutsche Übersetzung 1 / German translation 1 / Traduction allemande 1 / Saksankielinen käännös 1 [Fabrizio De André]:
Skombi (L. Trans.)
Geordie

Als ich die London Bridge überquerte
an einem Tag ohne Sonne
sah ich eine Frau die aus Liebe weinte
sie weinte um ihren Geordie

Sie werden Geordie mit einem goldenen Strick aufhängen
es ist ein seltenes Privileg
er stahl sechs Hirsche aus dem Garten des Königs
und verkaufte sie für Geld

Sattelt ihr Pferd mit der weißen Mähne
sattelt ihr ihr Pony
sie wird heute Abend bis nach London reiten
um für ihren Geordie zu flehen

Geordie hat nie gestohlen, nicht einmal für mich
eine Frucht oder eine seltene Blume
er stahl sechs Hirsche aus dem Garten des Königs
und verkaufte sie für Geld

Bewahrt seine Lippen, bewahrt sein Lächeln
er ist noch keine zwanzig Jahre alt
der Winter wird auch über sein Gesicht fallen
ihr könnt ihn dann aufhängen

Weder das Herz der Engländer noch das Zepter des Königs
werden Geordie retten können
auch wenn sie mit dir weinen werden
das Gesetz kann sich nicht ändern

So werden sie Geordie mit einem goldenen Strick aufhängen
es ist ein seltenes Privileg
er stahl sechs Hirsche aus dem Garten des Königs
und verkaufte sie für Geld

Contributed by Riccardo Venturi in isolamento - 2020/11/10 - 09:14




Language: German

Traduzione tedesca 2 / Deutsche Übersetzung 2 / German translation 2 / Traduction allemande 2 / Saksankielinen käännös 2 [Joan Baez]:
Vera Jahnke (L. Trans.)
Geordie

Als ich über die Brücke von London lief,
An einem frühen, nebeligen Morgen,
Hörte ich zufällig eine wunderschönes Maid,
Die um ihren Geordie klagte.

Ach, mein Geordie wird mit einer goldenen Kette gehängt,
Das ist keine Kette für jedermann.
Er entstammte königlichem Geblüts
Und war einer tugendhaften Dame verfallen.

Geh, sattle mir mein milchweißes Ross,
Geh, sattle mir mein Pony!
Ich werde zum Londoner Gericht reiten,
Um für Geordies Leben zu bitten.

Ach, mein Geordie stahl nie eine Kuh oder ein Kalb,
Nie hat er jemanden verletzt.
Er stahl sechzehn königliche Rehe,
Und verkaufte sie in Bohenny.

Zwei hübsche Babys habe ich ihm geboren,
Das dritte liegt in meinem Bauch.
Ich würde mich gern von jedem einzelnen trennen,
Wenn ihr das Leben von Geordie verschont.

Der Richter blickte über die linke Schulter
Und sagte: "Schöne Maid, ich bedaure,"
Er sagte: "Schöne Maid, du musst gehen,
Da ich Geordie nicht begnadigen kann."

Ach, mein Geordie wird mit einer goldenen Kette gehängt,
Das ist keine Kette für jedermann.
Er stahl sechzehn königliche Rehe,
Und verkaufte sie in Bohenny.

Contributed by Riccardo Venturi - 2021/1/24 - 09:34




Language: Spanish

Traduzione spagnola / Traducción al español / Spanish translation / Traduction espagnole / Espanjankielinen käännös [Fabrizio De André]: Santiago Melgar
GEORDIE

Mientras atravesaba London Bridge
un día sin sol
vi una mujer llorando de amor,
lloraba por su Geordie.

Colgarán a Geordie con una cuerda de oro,
es un privilegio extraño.
Robó seis ciervos del parque del rey
vendiéndolos por dinero.

Ensillen su caballo de las blancas crines
ensíllenle su pony
cabalgará hasta Londres esta noche
para implorar por Geordie.

Geordie no robó nunca siquiera para mi
un fruto o una flor rara.
Robó seis ciervos del parque del rey
vendiéndolos por dinero.

Salven sus labios, salven su sonrisa,
no tiene aún veinte años
caerá el inverno también en su rostro,
podrán colgarlo entonces.

Ni el corazón de los ingleses ni el cetro del rey
a Geordie podrán salvar,
aunque ellos lloraran contigo
la ley no puede cambiar.

Así que lo colgarán con una cuerda de oro,
es un privilegio extraño.
Robó seis ciervos del parque del rey
vendiéndolos por dinero.

Contributed by Santiago - 2016/9/6 - 20:07




Language: Portuguese

Traduzione portoghese / Tradução portuguesa / Portuguese translation / Traduction portugaise / Portugalinkielinen käännös [Fabrizio De André]:
letras.mus.br
Georgie

Enquanto cruzava a Ponte de Londres
Um dia sem sol
Vi uma mulher chorar de amor
Chorava pelo seu Georgie

Enforcarão Geordie com uma corda de ouro
É um privilégio raro
Roubou seis veados no parque do Rei
Vendendo-os por dinheiro

Celou o seu cavalo da branca crina
Celou o seu pônei
Cavalgará para Londres esta noite
Para implorar por Georgie

Georgie não roubou nunca nem para mim
Uma fruta ou uma flor rara
Roubou seis veados no parque do Rei
Vendendo-os por dinheiro

Salve os seus lábios, salve o seu sorriso
Ainda não tem vinte anos
Cairá o inverno também sobre o seu rosto
Podereis enforcá-lo então

Nem o coração do inglês, nem o cetro do rei
Podem Georgie salvar
Também chorarão com você
A lei não pode mudar

Assim o enforcarão com uma corda de ouro
É um privilégio raro
Roubou seis veados no parque do Rei
Vendendo-os por dinheiro

Contributed by Riccardo Venturi - 2021/2/3 - 07:47




Language: Catalan

Versione catalana / Versió al català / Catalan version / Version catalane / Kataloniankielinen versio [Fabrizio De André]:
Roger Mas amb Núria Graham (2018)



Bella questo adattamento che riprende le due voci dalla versione di De André. Fra l'altro Sant Jordi è il patrono della Catalogna e il 23 aprile è una festa - non solo religiosa - molto sentita.

Una historia dura. ¿Incluyó la voz de Núria Graham para suavizarla?
En la primera versión que escuché, la de Fabrizio de André, este la cantaba con su hija Luvi, y siempre pensé que el día que la grabara lo haría con una chica. Núria, con ese acento de Vic que tiene, transmite una autenticidad y una inocencia que eran ideales.

La canción cuestiona la justicia y encima se titula ‘Jordi’. ¿Es casual?
Este disco hace dos años que está pensado y que trabajamos en él. Las canciones estaban decididas desde el primer momento.

Roger Mas: "Con tus canciones quieres que te quieran"
JORDI

Mentre caminava en la boira d’hivern,
de bon matí als camps d’ordi,
vaig sentir d’una dona el lament,
es planyia pel seu Jordi.

Penjaran en Jordi amb una corda d’or,
que a pocs és reservada;
caçà sis cérvols al bosc del rei
i els vengué per la contrada.

Per valls i muntanyes, sense repòs,
cavalca nit i dia
per arribar a temps a la cort
a implorar per la seva vida.

En Jordi no ha robat mai, ni tan sols per mi,
un fruit o una flor rara;
caçà sis cérvols al bosc del rei
i els vengué per la contrada.

Salveu els seus llavis, salveu el seu somriure,
no té vint anys encara;
és innocent com el cant d’un ocell
una matinada clara.

El jutge li digué: «Bona dona, em sap greu,
no hi haurà pas clemència.
I ara marxeu, res no hi podeu fer:
la llei ha dictat sentència».

I així penjaran Jordi amb una corda d’or,
que a pocs és reservada;
caçà sis cérvols al bosc del rei
i els vengué per la contrada.

Caçà sis cérvols al bosc del rei
i els vengué per la contrada.

2020/11/8 - 15:47




Language: Italian

Traduzione italiana della versione catalana di Roger Mas: Agnieszka (Azalia) (L. Trans.)
Italian translation of Roger Mas' Catalan version: Agnieszka (Azalia)
Traduction italienne de la version catalane de Roger Mas: Agnieszka (Azalia)
Roger Masin kataloniankielisen version italiankielinen käännös: Agnieszka (Azalia)
JORDI

Mentre camminavo nella nebbia d’inverno
di buon mattino nei campi d’orzo,
sentii un lamento di una donna:
piangeva per il suo Jordi.

Impiccheranno Jordi con una corda d’oro,
ciò che è riservato a pochi.
Cacciò sei cervi nel bosco del Re
e li vendette nella contrada.

Per le valli e montagne, senza riposo,
lei cavalca notte e giorno
per arrivare in tempo alla corte
ad implorare per la sua vita.

Jordi non rubò mai, neppure per me,
un frutto o un fiore raro.
Cacciò sei cervi nel bosco del Re
e li vendette nella contrada.

Salvate le sue labbra, salvate il suo sorriso,
non ha vent’anni ancora.
È innocente come un canto di un uccello
in un chiaro mattino.

Il giudice le disse: "Signora, mi dispiace,
non ci sarà clemenza.
E adesso se ne vada, Lei non può farci niente:
la legge dettò la sentenza".

E così impiccheranno Jordi con una corda d’oro,
ciò che è riservato a pochi.
Cacciò sei cervi nel bosco del Re
e li vendette nella contrada.

Cacciò sei cervi nel bosco del Re,
e li vendette nella contrada.

2020/11/8 - 16:21




Language: Swedish

Svensk version / Versione svedese / Swedish version / Version suédoise / Ruotsinkielinen käännös [Fabrizio De André och Joan Baez]:
Riccardo Venturi, 23-1-2021 09:03

Anmärkning. Följande versionen är ett slags blandning mellan Fabrizio De Andrés och Joan Baezs versioner, dvs. med verser av båda. [RV]
Geordie ska hängas i en guldkedja

Medan jag passerade London Bridge
En dag utan sol,
Såg jag en kvinna gråta av kärlek,
Hon grät för sin Geordie.

“Min Geordie ska hängas i en guldkedja,
Det är ej mångas kedja.
Han stal sexton av kungens rådjur
Och sålde dem i Bohenny.

Gå och sadla min mjölkvita häst,
Gå och sadla min fåle,
Jag ska rida till Londons domstol
Att vädja för min Geordies liv.

Min Geordie stal aldrig ko eller kalv,
Aldrig skadade han någon,
Stal sexton av kungen rådjur
Och sålde dem i Bohenny.

Två söta barn har jag fött,
Den tredje bär jag i mitt sköte,
Jag skulle gärna ge bort alla tre
Om ni sparade min Geordies liv.”

Domaren ryckade på axlarna,
Han sa: “Skön piga, jag är ledsen.
Skön piga, gå din väg nu
Ty jag kan ej benåda Geordie.”

Så min Geordie ska hängas i en guldkedja,
Det är ej mångas kedja.
Han stal sexton av kungens rådjur
Och sålde dem i Bohenny.

2021/1/23 - 09:04




Language: Icelandic

Þýtt hefur / Traduzione islandese / Icelandic translation / Traduction islandaise / Islanninkielinen käännös [Joan Baez]:
Rikarður V. Albertsson, 27-1-2021 09:40
Geordie

Var ég að ganga yfir Lundúnabrú
Einn þokukenndan morgun snemma,
Heyrði ég fallega stelpu,
Hún grét eftir Geordie sínum.

Verður Geordie minn hengdur í gullna kedju,
Þetta er ekki keðja margra.
Fæddist hann af konungsætt,
Dyggð aðalskona ól hann upp.

Beislaðu mér mjólkurhvítan hest,
Beislaðu mér folald,
Nú fer ég til Lundúna dómstóls
Að biðja fyrir lífi hans Geordie.

Geordie minn stal aldrei kú eða kálf,
Hann meiddi aldrei neinn,
Stal sextán af konungshjörtunum
Og seldi þá í Bohenny.

Tvö yndisleg börn fæddi ég,
Í kviði hefi ég annað,
Gæfi ég frjálslega gefa þau öll burt
Ef þú vildir spara Geordie.

Dómarinn leit um vinstri öxl,
Sagði, Fallega minn, fyrirgefðu,
Sagði, Fallega minn, farðu nú,
Ég get ekki náðað Geordie.

Verður Geordie minn hengdur í gullna kedju,
Þetta er ekki keðja margra,
Stal sextán af konungshjörtunum
Og seldi þá í Bohenny.

2021/1/27 - 09:41




Language: Russian

Traduzione russa 1 / Russian translation 1 / Traduction russe 1/ Venäjänkielinen käännös 1 [Fabrizio De André]:
Marina Pignatta (Марина Пиньата)

В развитие темы песен против смертной казни - пусть будет "средневековая", робингудовская баллада "Geordie" Фабрицио де Андре... Песня написана по мотивам британской баллады "God be wi' thee, Geordie", датируемой XVI-ым веком и сохранившейся во множестве вариантов. Тогда действительно казнили "лесных браконьеров", охотившихся в королевских угодьях.

Джорди же, судя по всему, имел аристократическое происхождение, коли ему в виде привилегии дали шанс быть повешенным на позолоченной веревке. По предположениям историков, этот сюжет, запечатлевшийся в народной памяти, связан с реальным фактом - биографией Джорджа Гордона (Sir George Gordon of Gight - 1512-1562 - граф из Huntly), которых был приговорен к смерти через повешение как организатор восстания против шотландского короля Якоба VI (и предположительно - внебрачный сын Якоба IV).
Джорди

Когда переходил через Лондон Бридж
Пасмурным днем,
Увидел женщину, что плакала из-за любви,
Она оплакивала своего Джорди.

Повесят Джорди на золотой веревке –
Это редкая привилегия.
Он украл шесть оленей из королевского парка
И продал их за деньги.

Седлайте ее белогривого коня,
Седлайте ее пони.
Сегодня ночью она поскачет до самого Лондона,
Чтобы умолять за своего Джорди.

Джорди никогда не крал даже ради меня
Плод или редкий цветок.
Он украл шесть оленей из королевского парка
И продал их за деньги.

Спасите его губы, спасите его улыбку –
Ему нет еще и двадцати.
И на его лицо упадет зима,
Тогда и повесите его.

Но ни сердце англичан, ни скипетр короля
Не смогут спасти Джорди.
И даже если они заплачут вместе с тобой,
Закон нельзя изменить.

И повесят его на золотой веревке –
Это редкая привилегия.
Он украл шесть оленей из королевского парка
И продал их за деньги.

Contributed by Riccardo Venturi - 2021/2/2 - 23:06




Language: Russian

Traduzione Russa 2 / Russian translation 2 / Traduction russe 2 / Venäjänkielinen käännös 2 [Claude François]:
Claude François's Russian Fan Club (Фан-клуб Клода Франсуа)
Жорди

Давным-давно, во времена царей,
Одним холодным утром в Лондоне
На старом мосту плакала старая женщина
О судьбе своего сына Жорди.

О, мой Жорди будет повешен завтра на рассвете,
Будет висеть на золотой цепи
Он умрет за любовь,
За любовь к дочери короля.

Много дней и ночей я шла,
Сколько дней, я не помню,
Чтобы добраться до лондонского суда,
Где судили моего Жорди.

О, мой Жорди никогда не крал и не убивал,
Он так молод, он еще совсем ребенок,
Возьмите мою жизнь, я старая женщина,
Но не отнимайте ее у моего Жорди.

Судья посмотрел через плечо,
Он сказал: "Храбрая леди, я сожалею."
Он сказал: "Храбрая леди, вы должны уйти,
Ибо я не могу помочь вашему Жорди."

О, мой Жорди будет повешен завтра на рассвете,
Будет висеть на золотой цепи
Он умрет за любовь,
За любовь к дочери короля.

Contributed by Riccardo Venturi - 2021/2/3 - 00:18




Language: Polish

Traduzione polacca / Polskie tłumaczenie / Polish translation / Traduction polonaise / Puolankielinen käännös [Fabrizio De André]:
Agnieszka (Azalia) (L. Trans.)
Geordie

Gdy przechodziłem przez London Bridge
pewnego pochmurnego dnia [1],
ujrzałem kobietę płaczącą z miłości;
płakała przez swego Geordie.

Powieszą Geordie na złotym sznurze;
to rzadki przywilej.
Ukradł sześć jeleni w królewskim parku,
by sprzedać je za pieniądze.

Osiodłajcie jej konia o białej grzywie,
osiodłajcie jej kuca;
dziś wieczorem pogalopuje do Londynu
prosić o łaskę dla Geordie.

Geordie nigdy nie ukradł nawet dla mnie
żadnego owocu ani rzadkiego kwiatu...
Ukradł sześć jeleni w królewskim parku,
by sprzedać je za pieniądze.

Ratujcie jego usta, ratujcie jego uśmiech,
on nie ma jeszcze dwudziestu lat!
Gdy zima otuli jego twarz,
wtedy możecie go powiesić.

Ani serca Anglików, ani królewskie berło
nie mogą uratować Geordie.
Choćby płakali razem z tobą,
prawa nie można zmienić.

A więc powieszą go na złotym sznurze;
to rzadki przywilej.
Ukradł sześć jeleni w królewskim parku,
by sprzedać je za pieniądze.
[1] dosł. "pewnego dnia bez słońca"

Contributed by Riccardo Venturi - 2021/1/24 - 10:25




Language: Croatian

Hrvatski prijevod / Traduzione croata / Croatian translation / Traduction croate / Kroatiankielinen käännös [Fabrizio De André]:
MajorCampos (L. Trans.)
Geordie

Prelazeći London Bridge
Jednog oblačnog dana
Vidjeh ženu kako plače zbog ljubavi
Plače zbog svoga Geordija

Objesit će Geordija o zlatno uže
Rijetka povlastica to je
Ukrao je šest jelena iz kraljevog parka
I prodao ih za novac

Osedlala je svoga konja bijele grive
Osedlala svoga ponija
Odjahat će do Londona večeras
Da se založi za Geordija

"Geordie nikad nije ukrao, čak ni za mene
Voća ili rijetka cvijeća
Ukrao je šest jelena iz kraljevog parka
I prodao ih za novac"

"Sačuvajte njegove usne, njegov osmijeh
Nema još ni dvadeset
Past će još i zima na njegovo lice
Tada ga objesite"

Ni srca Engleza ni kraljevo žezlo
Geordija spasiti ne mogu
Čak i ako zaplaču s tobom
Zakon je nepromjenjiv

I tako će ga objesiti o zlatno uže
Rijetka povlastica to je
Ukrao je šest jelena iz kraljevog parka
I prodao ih za novac.

Contributed by Riccardo Venturi - 2021/1/23 - 09:09




Language: Greek (Modern)

Μετέφρασε στα ελληνικά / Traduzione greca / Greek translation / Traduction grecque / Kreikankielinen käännös [Fabrizio De André]:
Luigi 190 (L. Trans.)
Τζόρντι

Καθώς διέσχιζα τη γέφυρα του Λονδίνου
μια ανήλιαγη μέρα
είδα μια γυναίκα να κλαίει από αγάπη
έκλαιγε για τον Τζόρντι της

Θα κρεμάσουν τον Τζόρντι με ένα χρυσό σκοινί
το οποίο είναι ένα σπάνιο προνόμιο
διότι έκλεψε έξι ελάφια από το πάρκο του βασιλιά
και τα πούλησε

Ανέβηκε στο άλογο της με την άσπρη χαίτη
ανέβηκε στο πόνυ της
και απόψε θα ιππεύσει ως το Λονδίνο
για να παρακαλέσει για τη ζωή του Τζόρντι

"Ο Τζόρντι δεν έκλεψε ποτέ, ούτε καν για μένα
ούτε ένα φρούτο, ούτε ένα σπάνιο λουλούδι,
έκλεψε όμως έξι ελάφια από το πάρκο του βασιλιά
και τα πούλησε"

"Σώστε τα χείλη του, σώστε το χαμόγελο του
δεν είναι ακόμα ούτε είκοσι χρονών
σαν έρθει ο χειμώνας θα σκεπάσει και το πρόσωπό του
μπορείτε να τον κρεμάσετε τότε"

Μα ούτε η καρδιά των Άγγλων, ούτε το σκήπτρο του βασιλιά
μπορούν να σώσουν τον Τζόρντι
ακόμα και αν κλαίνε μαζί σου
ο νόμος δεν αλλάζει

'Ετσι θα τον κρεμάσουν με ένα χρυσό σκοινί
το οποίο είναι ένα σπάνιο προνόμιο
διότι έκλεψε έξι ελάφια από το πάρκο του βασιλιά
και τα πούλησε.

Contributed by Riccardo Venturi - 2021/1/23 - 09:13




Language: Hungarian

Traduzione ungherese / Fordította / Hungarian translation / Traduction hongroise / Unkarinkielinen käännös [Fabrizio De André]:
Adolfo Salomone
GEORDIE

Miközben átmentem London Bridgen
egy sötét napon
megláttam egy nőt aki sírt szerelmében,
sírt az ő Geordie-jáért.

Geordie-t fel fogják akasztani aranykötéllel,
ritka kiváltság.
Hat szarvast lopott a királyi parkban
és pénzért eladta őket.

Nyergeljétek fel a fehér sörényű lovát
nyergeljétek fel a póniját
ma este ellovagol Londonig
hogy esedezzen Geordie-ért.

Geordie soha nem lopott még nekem sem
egy gyümölcsöt vagy egy ritka virágot.
Hat szarvast lopott a királyi parkban
és pénzért eladta őket.

Mentsétek meg az ajkát, mentsétek meg a mosolyát
még nincs húsz éves
a tél az ő arcát is be fogja lepni
majd akkor felakaszthatjátok.

Sem az angolok szíve sem a király hatalma
nem fogja tudni megmenteni Geordie-t,
akkor se ha veled együtt sírnak
a törvény változhatatlan.

Így hát felakasztják aranykötéllel,
ritka kiváltság.
Hat szarvast lopott a királyi parkban
és pénzért eladta őket.

Contributed by Riccardo Venturi - 2007/12/5 - 03:21




Language: Japanese

Traduzione giapponese / Japanese translation / Traduction japonaise / Japaninkielinen käännös [Fabrizio De André]:
Deacon (L. Trans.)
ジョーディ [1]

ロンドン橋を渡っている私は
曇った日に
愛のためで泣いている女の人をみた
恋人のジョーディのためで泣いていた

ジョーディを絞首刑になるため、金の絞縄が使われる
珍しい特権だ
彼は王様の公園に鹿を六匹盗んだ
それを売るために [2]

彼女の白いたてがみの馬に鞍をつけよう
彼女のポニーに鞍をつけよう
ロンドンまで馬に乗って
ジョーディのためにこいねがっていって走る

ジョーディは私のためにも
果物とか珍しい花盗んだこともない
彼は王様の公園に鹿を六匹盗んだ
それを売るために

彼の唇、彼の微笑みを救え
まだ二十歳ではない
彼の顔にも冬が来るから
その時に絞首刑になってもいい

イギリス人の心も、王様の王笏も
ジョーディを救えない
あなたと一緒に泣いても
法律が変わらない [3]

そして、絞首刑になるため、金の絞縄が使われる
珍しい特権だ
彼は王様の公園に鹿を六匹盗んだ
それを売るために
[1] Jōdi

Rondonhashi o watatte iru watashi wa
Kumotta hi ni
Ai no tame de naite iru on'anohito o mita
Koibito no Jōdi no tame de naiteita

Jōdi o kōshukei ni naru tame, kin no shibo nawa ga tsukawareru
Mezurashī tokkenda
Kare wa ōsama no kōen ni shika o roku-biki nusunda
Sore o uru tame ni

Kanojo no shiroi tategami no uma ni kura o tsukeyou
Kanojo no ponī ni kura o tsukeyou
Rondon made uma ni notte
Jōdi no tame ni koinegatte itte hashiru

Jōdi wa watashi no tame ni mo
Kudamono toka mezurashī hana nusunda koto mo nai
Kare wa ōsama no kōen ni shika o roku-biki nusunda
Sore o uru tame ni

Kare no kuchibiru, kare no hohoemi o sukue
Mada hatachide wanai
Kare no kao ni mo fuyugakuru kara
Sonotoki ni kōshukei ni natte mo ī

Igirisuhito no kokoro mo, ōsama no ō kotsu mo
Jōdi o sukuenai
Anata to issho ni naitemo
Hōritsu ga kawaranai

Soshite, kōshukei ni naru tame, kin no shibo nawa ga tsukawareru
Kumotta hi ni
Ai no tame de naite iru on'anohito o mita
Koibito no Jōdi no tame de naiteita


[2] すなわち、貧乏で、お金がないから。

[3] この歌は中世時代のイギリスの歌なのに、De André歌手はこういうテーマが好きで、よく自分の歌にもでる。De Andréは賛成わけではなくて、キリスト教徒のに容赦ができない社会の難色をよく表す。

Contributed by Riccardo Venturi - 2021/1/24 - 10:30




Language: Esperanto

Versione in esperanto / Esperanto version / Version en espéranto / Esperantonkielinen versio:
William Auld - Margaret Hill
langligis William AULD kaj Margaret HILL, unue eldonita en Floroj sen kompar’, 1973
Lilandejo

William Auld.
William Auld.
ĜORĜO

Rajdbeston mian bridu nun,
Poneo mia pretu,
Ke mi forrajdu ĝis London’,
Ke mi pro Ĝorĝo pledu.

Kaj kiam halen venis ŝi,
Ne mankis la gelordoj:
Ŝi tie pledis sur genu’
Per pardonpetaj vortoj.

Kaj tiam Ĝorĝo turnis sin
Kaj sian karan vidis.
Li diris: “Tro malfrue, ve;
La sorto jam decidis.”

Lin alparolis la juĝist’,
Dirante: “Tristas tio;
Konfeso propra damnis vin,
Do vin kompatu Dio.”

Ne ŝtelis for bovinojn Ĝorĝ’,
Nek murde li ofendis,
Sed dek ĉevalojn de la Reĝ’
Li ŝtelis kaj forvendis.

En oraj ĉenoj pendu Ĝorĝ’,
Ĉar li ne malbonfamis:
Nobela estis la deven’,
Kaj li virtulinon amis.

Contributed by Nicola & Riccardo - 2007/11/28 - 01:11




Language: Danish

LANGEBRO: La cover danese dei Gasolin' [1971]
LANGEBRO: Gasolin's Danish cover [1971]
LANGEBRO: Le cover danois de Gasolin' [1971]
LANGEBRO: Gasolin'in tanskankielinen versio


gasolin


Si è preferito non inserire Langebro, la versione o “cover” danese dei Gasolin' (dall'album eponimo del 1971, il primo in studio della rock band di Copenaghen e con la copertina disegnata da Hergé, il disegnatore di Tintin), nella normale successione delle versioni della ballata inglese, in quanto si tratta di un testo autonomo, con ambientazione contemporanea e totalmente slegato dall'originale, che usa la melodia della ballata e solo alcuni echi del testo originale (non ultimo lo stesso Langebro del titolo, che è un ponte di Copenaghen, “Ponte Lungo”, ma che presenta una certa assonanza con il London Bridge). Il testo danese fu scritto da Kim Larsen, Wili Jønsson e Franz Beckerlee. [RV]

It was decided not to include Langebro, Gasolin's Danish version or cover (from the 1971 album bearing the same name, the 1st studio album of the Copenhagen rock band with album cover drawn by Hergé, Tintin's creator), in the normal sequence of versions and translations of the English ballad. Gasolin's version is a fully independent song, with contemporary location and disconnected from the original story lyrics. The tune is the same as the ballad's, and there are some echoes of the original like “Langebro”, a real bridge in Copenhagen (“Long Bridge”) showing assonance with London Bridge. The authors of the Danish lyrics are Kim Larsen, Wili Jønsson and Franz Beckerlee. [RV]

Da jeg gik ud over Langebro
En tidlig mandag morgen
Der så jeg en, der stod og græd
Hvis du tør, så kom med mig

Jeg gik forbi dæmonernes port
Ud for Kofoed Skole
Der stod en flok og drak sig ihjel
Hvis du tør, så kom med mig

Jeg mødte en, der gik rundt med "Vågn Op"
Hun var Jehovas vidne
Hun råbte: "Jorden går under i dag"
Hvis du tør, ja-ja, så kom med mig
Ja, kom med mig, oh yeah

Jeg så en kvinde, der løb efter sin mand
Hun havde så skønne øjne
Hun råbte: "Hey, du har stjålet mit liv", yeah
Hvis du tør, så kom med mig
Hvis du tør, så kom med mig
Hvis du tør, så kom med mig

Contributed by Riccardo Venturi - 2021/1/23 - 16:23


GEORDIE (Child #209)


Geordie (Child 209A) performed by the Silly Sisters (Maddy Prior and June Tabor)

2021/1/23 - 09:38


Il seguente piccolo studio integra, ma non sostituisce del tutto, l'introduzione generale alla canzone, redatta originariamente nel 2001. In buona parte non è opera mia, in quanto “ruba” parecchio dalle Terre Celtiche di Cattia Salto (con la speranza che tali frequenti furti che faccio non mi portino, prima o poi, ad essere impiccato come il Geordie del “filone inglese” (q.v.).

LA SAGA DEI GEORDIE
di Riccardo Venturi, 23-1-2020


In generale, Geordie è una ballata, o meglio una serie di ballate angloscozzesi di varie epoche accomunate da un fatto centrale: il protagonista eponimo deve subire un processo, e la sua amante (moglie, fidanzata) cerca di salvarlo implorando per la sua vita. Nel canone Childiano è la ballata n° 209; è invece la n° 90 nel Roud Folk Song Index.

Si tratta di una ballata cantata tradizionalmente in tutto il dominio di lingua inglese, e particolarmente in Inghilterra, Scozia e Nordamerica. Le melodie sulle quali è cantata, come accade regolarmente nel caso di un filone che ha dato origine a molteplici versioni e varianti nel tempo, sono svariate. In tempi recenti, vale a dire da una sessantina d'anni a questa parte, la ballata ha conosciuto un grosso ritorno di popolarità; si tratta naturalmente di una popolarità moderna, folkloristica o d'autore, del tutto differente dalla trasmissione tradizionale delle ballate popolari. Certamente, il “ritorno” di Geordie si deve all'interpretazione che Joan Baez fece nel 1962 di una versione settecentesca della ballata proveniente originariamente dal Somerset, in Inghilterra, nella quale una ragazza si reca (inutilmente) a Londra ad implorare per la vita del suo amante accusato di bracconaggio (comunque un tratto arcaico: il bracconaggio come reato passibile di pena di morte riporta ad epoche ben anteriori al XVIII secolo, sicuramente medievali). Da allora, la ballata (o meglio, la versione della ballata) ha ispirato numerosi artisti e gruppi di vari paesi, che hanno eseguito la versione originale in inglese oppure delle traduzioni in varie lingue.


Joan Baez, Geordie, 1962


darfiAll'interno delle varianti della ballata, si possono distinguere però due filoni principali di varianti: uno più antico, derivato da broadsides (fogli volanti) inglesi seicenteschi e cantato da interpreti tradizionali (cantastorie, musicisti girovaghi) in Inghilterra, Irlanda e Nordamerica; ed uno più recente, da raccolte a stampa prevalentemente settecentesche (ma alcune anche ottocentesche) basate su interpretazioni di cantastorie scozzesi e nordamericani. Si ricorda che la versione settecentesca del Somerset che ha dato luogo alla moderna popolarità di Geordie (la versione 209K del Child, che forma l'oggetto principale di questa pagina) proviene originariamente da una celebre raccolta di ballate, Wit and Mirth, or Pills to Purge Melancholy, a cura di Thomas D'Urfey (1653-1723) e stampata in quattro volumi tra il 1719 e il 1720 a Londra da W. Pearson, for J. Tonson, at Shakespear's [sic] Head, over against Catherine Street in the Strand.

I due filoni

Steve Roud e Julia Bishop (“New Penguin Book of English Folk Songs”) stabiliscono -a parte le differenze stesse della vicenda narrata- una “tendenza” che differenzia i due filoni: nelle versioni scozzesi (compresa quella più antica) Geordie ha salva la vita e viene rilasciato, mentre in quelle inglesi (più tarde) la ragazza arriva “troppo tardi” e Geordie viene impiccato.

Il filone Scozzese

Un uomo viene ucciso in battaglia, e Geordie è condannato a morte. Quando la sua amante (moglie, fidanzata) lo viene a sapere, si fa approntare dei cavalli per andare con tutta la sua famiglia alla corte di Edimburgo. In diverse versioni passa per Queensferry, ed in alcune altre il suo bianco cavallo deve nuotare attraverso il Firth of Forth. Talvolta distribuisce oro e denaro alla povera gente durante il percorso. Quando arriva in città, vede suo marito (fidanzato, amante) mentre viene portato al ceppo del carnefice (la condanna non deve avvenire per impiccagione, ma per decapitazione con la scure); implora quindi il Re di salvare la vita di Geordie, offrendogli in cambio terreni e i suoi figli, ma il Re ordina al boia di fare alla svelta. Qualche volta c'è anche una discussione tra i Lord a proposito del destino di Geordie; altre volte, i membri del clan dei Gordon si dichiarano pronti a combattere. Un vecchio suggerisce però al Re di accettare del denaro per il rilascio di Geordie, e viene raccolta una somma considerevole tra gli astanti all'esecuzione. Geordie viene rilasciato e la coppia si profonde in ringraziamenti.

Il filone Inglese

Il Ponte di Londra (London Bridge) nel 1616, praticamente immutato dall'epoca medievale (litografia di Claes van Visscher). Andò completamente distrutto nel grande incendio di Londra del settembre 1666; l'attuale London Bridge si trova poche decine di metri più a monte.
Il Ponte di Londra (London Bridge) nel 1616, praticamente immutato dall'epoca medievale (litografia di Claes van Visscher). Andò completamente distrutto nel grande incendio di Londra del settembre 1666; l'attuale London Bridge si trova poche decine di metri più a monte.


Il narratore sta usualmente attraversando il Ponte di Londra (ma, talvolta, l'azione inizia altrove), quando sente i lamenti di una giovane donna per il suo Geordie. La ragazza sta dicendo che Geordie avrà un'esecuzione di riguardo, e che sarà impiccato a una “catena d'oro” (la “corda d'oro” della versione italiana di Fabrizio De André è evidentemente un'incongruente licenza poetica) perché è di sangue Reale ed è l'amante (marito, fidanzato) di una ragazza nobile. La ragazza chiede che le siano sellati dei cavalli (uno o più, usualmente candidi destrieri) per andare alla Corte di Londra; arrivata al tribunale, scongiura il giudice di risparmiare la vita di Geordie perché il suo è un crimine di poco conto, ha soltanto rubato alcuni cervi del Re (un reato che comunque, in altri tempi, poteva portare all'immediata uccisione senza processo del bracconiere da parte dei guardacaccia) e li ha venduti (a "Bohenny", per il quale si veda qui, ma in altre versioni a Kilkenny, a Davy, e così via). La ragazza arriva a offrire in cambio i suoi figli, in numero variabile (da due più il terzo che ha in grembo, fino addirittura a sei). In alcune versione si assiste ad una vera e propria “fase processuale”, con una discussione tra gli avvocati. Il giudice dice talvolta che è “troppo tardi”, e in ogni caso che non può graziare Geordie. Talvolta Geordie ha il tempo di salutare i suoi amici e sua moglie; in certe versioni, o la ragazza o Geordie stesso dicono di voler essere su “quella collina” (yonder hill) ben armati per “combattere per la vita di Geordie”. Molte versioni si chiudono ribadendo che Geordie avrà un'esecuzione di molto riguardo.

Versioni, varianti e base storica

Robert Burns (1759-1796)
Robert Burns (1759-1796)
Francis James Child, nel suo canone, inserì 14 versioni della ballata. La prima (209A, There was a battle in the north) è scozzese, redatta in lingua scozzese e conserva la vicenda del “filone scozzese” nella sua forma più antica. La versione fu comunicata da Robert Burns nel 1792 per lo Scottish Musical Museum (SMM) di James Johnson; si basa però (probabilmente con qualche intervento del Burns stesso, una pratica assai frequente e non solo da parte sua, si pensi solo alle ballate “paciugate” da sir Walter Scott) sulla più antica testimonianza scritta di una variante della ballata, che è inglese, e che presenta già i caratteri di versioni più tarde: un broadside in caratteri gotici intitolato The Life and Death of George of Oxford, stampato a Londra e risalente ad un periodo che va dal 1672 al 1696; un broadside anteriore, datato secondo EBBA a circa il 1630 e recante il chilometrico titolo di A lamentable new ditty, made vpon the death of a worthy gentleman, named George Stoole: dwelling sometime on Gate-side Moore, and sometime at Newcastle in Northumberland: with his penitent end. To a delicate Scottish tune. riporti ad una struttura ritmica e poetica chiaramente collegata a Geordie, compresi alcuni versi identici (I never stole no oxe nor cow / Nor never murdered any). Da notare anche la costante presenza del nome George, collegato a vari protagonisti (George di Oxford, George Stoole -in realtà George Stools, o Stowell, un bracconiere giustiziato a Newcastle nel 1610): Geordie (che andrebbe pronunciato qualcosa come “giòrgi”, perlomeno nella pronuncia tra la Northumbria e la Scozia), è un diminutivo di “George” e significa quindi, propriamente, “Giorgino, Gino” (alcune versioni, tra le altre cose, recano il titolo di Georgie). Il broadside con la versione inglese di George of Oxford fu continuato ad essere pubblicato a Londra fino a buona parte del XIX secolo.

In definitiva, chi può essere stato Geordie, se esiste una effettiva base storica della ballata? Le vicende storiche dello Scottish Border nel XVII secolo sono notoriamente complicatissime, e molto difficili da dirimere e da seguire. In quel periodo, la terra di confine tra l'Inghilterra e la Scozia era una vera e propria “terra di nessuno”, senza legge che non fosse quella delle armi; ciò rese quelle plaghe una autentica fucina di ballate e canzoni popolari, che narravano episodi, scaramucce, atti eroici, vicende di nobili clan e semplici fuorilegge: una situazione, come si vede, simile a quella del Far West di secoli dopo. Il Geordie “primitivo” può benissimo essere stato il George Gordon, VI Conte di Huntly, che nel 1589 si ribellò al re di Scozia Giacomo VI e che fu imprigionato e condannato a morte come traditore, ma che fu poi liberato per intercessione della famiglia e, naturalmente, dietro versamento di un enorme riscatto in denaro e oro (v. introduzione generale; l'ammontare tradizionale è "5000 sterline", un autentico sproposito che fa sospettare una tipica iperbole da ballata). La vicenda narrata nella versione 209A, o “versione di Burns”, sembra basarsi quasi fedelmente su questi avvenimenti. Ma sicuramente, se la ballata aveva già versioni inglesi risalenti alla prima parte del XVII secolo e con protagonisti tipo “George of Oxford” o “George Stoole” (in altre versioni inglesi anche “George Oxbury”), la vicenda era stata già rapidamente adattata a dei fuorilegge di varie zone. Si può quindi capire la facilità estrema con cui sia passata ad una specie di ingenuo ancorché fiero bracconiere che si fa impiccare per aver rubato qualche cavallo o cervo: tale passaggio riflette tutta un'antica tradizione di ballate e figure legate al bracconaggio e alle durissime punizioni riservate, nell'Inghilterra medievale, a chi veniva sorpreso a cacciare di frodo e a rubare.

Un'interpretazione ragionevole porterebbe quindi alle seguenti conclusioni: su una vicenda storica locale con protagonista un "George" si sono innestate, nella tradizione orale, altre vicende con vari George (un altro conte di Huntly, bracconieri, banditi) a cavallo tra lo Scottish Border l'Inghilterra settentrionale (Northumbria). E' un procedimento del resto frequente nelle ballate popolari: l'innesto di varie vicende e figure su una base storica, seppure scarna e vaga.

Raccolte sul campo, registrazioni e incisioni

Joseph Taylor (1833-1910)
Joseph Taylor (1833-1910)


La prima raccolta sul campo di una versione cantata della ballata (o meglio, di una ballata del filone di Geordie) risale al 1907. E' cantata da Joseph Taylor (1833-1910), un cantore popolare dilettante originario di Binbrook, presso Saxby-All-Saints, nel Lincolnshire; Taylor (che di mestiere faceva il fattore in una tenuta, e che cantava esclusivamente per passione e talento) aveva stabilito un forte legame con il compositore e musicologo australiano Percy Grainger (1882-1961), che aveva inciso dei cilindri di cera su un fonografo Edison-Bell. Il risultato della collaborazione tra Joseph Taylor e Percy Grainger fu la Percy Grainger's Collection of English Folk-Songs sung by Genuine Peasant Performers.Tra questi cilindri, che peraltro furono le prime registrazioni fonografiche sfruttate commercialmente, uno conteneva Geordie ; se ne è conservato un frammento, reso accessibile soltanto nel 2018 mediante digitalizzazione da parte della British Library. Come si può notare dal frammento, sia il testo che la melodia sono vicine a quelle delle versioni modernamente popolarizzate:


Joseph Taylor, Geordie (Fragment, 1907)


La versione poi popolarizzata da Joan Baez nel 1962 (e sulla quale si basa, ad es., la traduzione italiana di Fabrizio De André) si basa, sia per il testo che per la melodia, sulla registrazione, effettuata il 7 febbraio 1942 da Douglas Cleverdon per la BBC, del canto di un'anziana signora di Hambridge, presso Langport nel Somerset. Louisa "Louie" Hooper (1860-1946) aveva, all'epoca della registrazione, già ottantadue anni; Hooper era il suo cognome da sposata, ma il suo cognome da ragazza era assai patriottico, dato che si chiamava Louisa England. E' possibile che la canzone sia arrivata a Joan Baez per tramite di Paul Clayton, che aveva registrato una cover della versione di Louisa Hooper nel 1957, nell'album intitolato British Broadside Ballads in Popular Tradition. Da notare che la sig.ra Hooper aveva inciso soltanto un frammento della ballata (probabilmente ciò che si ricordava); Clayton cantò soltanto il frammento registrato da Louisa Hooper, senza aggiungervi niente. Quando la ballata arrivò in tale forma a Joan Baez, quest'ultima la integrò con versi e strofe provenienti da altre versioni sulle quali nel frattempo si era informata, ivi compreso quello iniziale con il London Bridge. La versione cantata da Joan Baez è, propriamente, una sorta di “collage” sulla quale si sono fondate sia le versioni poi effettuate in altre lingue, sia quelle autenticamente tradizionali rimesse in auge sulla sua scia.


Louisa "Louie" Hooper, Georgie (1942)


In totale, il Roud Folk Song Index enumera e cataloga 129 versioni distinte della ballata: 40 inglesi, 27 scozzesi, 2 irlandesi, 8 canadesi e ben 52 provenienti dagli Stati Uniti. [RV]

Louisa "Louie" England, cg. Hooper (1860-1946). La foto (di Cecil Sharps) è del 1903.
Louisa "Louie" England, cg. Hooper (1860-1946). La foto (di Cecil Sharps) è del 1903.


A mo' di conclusione

Paul Clayton, il folklorista e folksinger americano (1931-1967) che, con tutta probabilità, fece conoscere Geordie a Joan Baez provocando quindi l'enorme successo planetario di quell'antica e semisconosciuta canzoncina del Somerset, connessa forse con un'oscura vicenda accaduta al confine tra Inghilterra e Scozia nel XVI secolo, era amico di Bob Dylan -con cui poi ebbe scontri giudiziari per reciproche accuse di plagio. Joan Baez vinse un disco d'oro con la sua Geordie; la canzone fece il giro del mondo, giungendo nel 1966 in Italia con la traduzione di Fabrizio De André. Paul Clayton, come detto, aveva invece cantato la scarna versione di una contadina del Somerset; e contadina era anche la versione, dove Geordie non aveva mai rubato "paperi e oche" invece di "mucche e vitelli". Paul Clayton ebbe poi a scivolare nella depressione più nera: il 30 marzo 1967, all'età di trentasei anni, si riempì la vasca da bagno d'acqua, vi entrò e ci gettò dentro una stufetta elettrica accesa.

Riccardo Venturi - 2021/1/23 - 16:39




Language: Scots

1. LA “VERSIONE DI ROBERT BURNS” - 1792, Scottish Musical Museum [Child #209A]
1. “ROBERT BURNS' VERSION” - 1792, Scottish National Museum [Child #209A]
1. LA “VERSION DE ROBERT BURNS” - 1792, Scottish National Museum [Child #209A]
1. “ROBERT BURNSIN VERSIO” - 1792, Scottish National Museum [Child #209A]



Alistair Hulett, Robert Burns, The Complete Songs, Vol. 7, 1999


La “versione di Robert Burns”, comunicata nel 1792 allo Scottish Musical Museum di James Johnson (di cui Burns era però l'anima), è la versione 209A nel canone Childiano e rappresenta quella che da molti è considerata la vicenda storica originale, avvenuta alla fine del XVI secolo sullo Scottish Border. La versione, probabilmente rimaneggiata da Burns stesso, è in lingua scozzese; nel video allegato, Alistair Hulett la canta integralmente seguendo il testo di Burns. [RV]

George Gordon, sesto conte di Huntly (e diventato primo marchese di Huntly nel 1599) che, ribellatosi nel 1589 al Re di Scozia Giacomo VI (il futuro Giacomo I d’Inghilterra), fu imprigionato a Edimburgo e condannato a morte come traditore (con il metodo standard riservato ai traditori ovvero il taglio della testa); in seguito liberato per intercessione della moglie (e con il pagamento di un cospicuo riscatto). Nonostante la Lady implorasse il perdono reale facendo appello agli affetti famigliari e al suo stato (aveva appena partorito il settimo figlio) fu solo il consigliere del Re a suggerire clemenza per evitare un bagno di sangue, essendo i Gordon tutti pronti a dare battaglia, e inimicarsi una potentissima famiglia storicamente alleata agli Stewart. Questo “Geordie” era comunque una testa calda portato per la ribellione, coinvolto in seguito nell’omicidio del Bonny Earl o’ Moray si ribellò nuovamente al suo re e poi si riconciliò. Cercò di fare lo stesso giochino anche sotto il regno di Carlo I, ma questa volta finì definitivamente in prigione.

Secondo Buchan “Geordie” era invece Sir George Gordon of Gight (1514-1562), quarto conte di Huntly, il figlio di Margaret Stewart (figlia illegittima di Giacomo IV). Hutly fu imprigionato per essere entrato nelle grazie della moglie del Signore di Bignet (vedi). Nella realtà si ribellò a Maria, la regina di Scozia quando trasferì la contea di Moray (già assegnata al lui nel 1549) al fratellastro Lord James Stewart (vedi). Le vicende storiche dei due Geordie finiscono per confondersi nella ballata che ripercorre analoghe storie di bracconieri e fuorilegge.
- Cattia Salto - Terre Celtiche
There was a battle in the north,
And nobles there was many,
And they hae kill’d Sir Charlie Hay,
And they laid the wyte on Geordie.

O he has written a lang letter,
He sent it to his lady;
“Ye maun cum up to Enbrugh town
To see what words o’ Geordie.”

When first she look’d the letter on,
She was baith red and rosy;
But she had na read a word but twa,
Till she wallow’t like a lily.

“Gar get to me my gude grey steed,
My menzie a’ gae wi’ me;
For I shall neither eat nor drink,
Till Enbrugh town shall see me.”

And she has mountit her gude grey steed,
Her menzie a’ gaed wi’ her;
And she did neither eat nor drink
Till Enbrugh town did see her.

And first appear’d the fatal block,
And syne the aix to head him;
And Geordie cumin down the stair,
And bands o’ airn upon him.

But tho’ he was chain’d in fetters strang,
O’ airn and steel sae heavy,
There was na ane in a’ the court,
Sae bra’ a man as Geordie.

O she’s down on her bended knee,
I wat she’s pale and weary,
“O pardon, pardon, noble king,
And gie me back my Dearie!

I hae born seven sons to my Geordie dear,
The seventh ne’er saw his daddie:
O pardon, pardon, noble king,
Pity a waefu’ lady!”

“Gar bid the headin-man mak haste!”
Our king reply’d fu’ lordly:
“O noble king, tak a’ that’s mine,
But gie me back my Geordie.”

The Gordons cam and the Gordons ran,
And they were stark and steady;
And ay the word amang them a’
Was, Gordons keep you ready.

An aged lord at the king’s right hand
Says, “Noble king, but hear me;
Gar her tell down five thousand pound
And gie her back her Dearie.”

Some gae her marks, some gae her crowns,
Some gae her dollars many;
And she’s tell’d down five thousand pound,
And she’s gotten again her Dearie.

She blinkit blythe in her Geordie’s face,
Says, “dear I’ve bought thee, Geordie:
But there sud been bluidy bouks on the green,
Or I had tint my laddie.

He claspit her by the middle sma’,
And he kist her lips sae rosy:
“The fairest flower o’ woman-kind
Is my sweet, bonie Lady!”

Contributed by Riccardo Venturi - 2021/1/23 - 17:22




Language: Italian

1a. Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi, 1985
Con note di Cattia Salto
Geordie

Ci fu una battaglia nel nord,
Di nobili ce n’eran molti;
Sir Charlie Hay fu ucciso
e la colpa ricadde su Geordie [1].

Scrisse una lunga lettera
e la mandò a sua moglie:
“Dovete venire a Edimburgo
Per accertarvi di quel che dice Geordie.“

Quando vide quella lettera
Arrossì tutta quanta;
Ma non lesse che due o tre parole
Che impallidì come un giglio.

“Datemi il mio bel cavallo grigio,
Tutti i miei uomini vengan con me;
Non voglio né mangiare né bere
Finché Edimburgo non mi vedrà.”

Montò sul suo bel cavallo grigio
E tutti i suoi uomini andaron con lei;
e non mangiò, né bevve
Finché Edimburgo non la vide.

Vide per primo il ceppo fatale
e poi la scure per decapitarlo;
Poi vide Geordie scender la scala
Tutto preso in ceppi di ferro.

Ma anche se era tutto incatenato
Con ceppi robusti d’acciaio e di ferro,
Non c’era nessuno in tutta la corte
Che fosse splendido quanto Geordie.

Lei allora si gettò in ginocchio,
Son certo ch’era pallida e triste:
“Perdono, perdono, nobile Re,
Ridatemi il mio amore!

Sette figli ho dato al mio amato Geordie,
Il settimo non ha mai visto suo padre:
Perdono, perdono, nobile Re,
Abbiate pietà d’una povera donna!“

“Dite al boia di sbrigarsi!“
Fu la sdegnosa risposta del Re;
“Nobile Re, prendete tutto quel che ho,
Ma ridatemi il mio Geordie.”

I Gordon andavano e venivano,
ed eran proprio forti e sicuri;
e fra di loro continuavano a dirsi,
“Gordon, tenetevi pronti.“

Un anziano lord alla destra del Re
Dice, “Ascoltatemi, nobile Re;
Fatele raccoglier cinquemila sterline
e ridatele il suo amore.”

Chi le diede marchi [2], chi le diede corone [3],
e chi le diede parecchi talleri [4];
e lei ha raccolto cinquemila sterline
e ha riavuto indietro il suo amore.

Diede un’occhiata allegra al viso di Geordie
Disse “Caro, t’ho riscattato;
Ma prima di perdere [5] il mio amore
Sul prato ci sarebbero state carcasse insanguinate.

Lui la prese per la vita snella,
e la baciò sulle labbra rosee:
“Il più bel fiore di tutte le donne
E’ la mia dolce e bellissima sposa.”
[1] George Gordon sesto conte di Huntly (e diventato primo marchese di Huntly nel 1599) che, ribellatosi nel 1589 contro il Re di Scozia Giacomo VI (il futuro Giacomo I d’Inghilterra), fu imprigionato a Edimburgo e condannato a morte come traditore.

note 2- 3- 4 stralciate da Wikipedia

[2] Merk (o mark) moneta d’argento coniata sotto Giacomo VI di Scozia, Carlo I e Carlo II, valutata all’inizio 160 penny (13s 4d), esattamente 2/3 di una sterlina scozzese, o mezzo dollaro scozzese: era pari a circa uno scellino inglese dell’epoca

[3] Crown: inizialmente era una moneta d’oro, che in Inghilterra era stata già coniata da Enrico VIII. In Scozia, sotto Giacomo VI valeva 1/4 dell’unite.

[4] Dollar: il nome viene dal taler, una moneta d’argento di area tedesca ampiamente diffusa in Europa. Prese il nome di thistle dollar (dollaro al cardo) un pezzo d’argento da due merk emesso sotto Giacomo VI. Fu battuto nel periodo 1578-80 per un valore di 26 scellini e 8 penny. Il ryal della prima monetazione di Giacomo fu anche chiamato sword dollar (dollaro con la spada) per il tipo rappresentato al rovescio. Stesso nome presero i pezzi d’argento coniati da Carlo II, anche se in realtà il nome non è documentato dalle testimonianze dell’epoca

[5] Si riferisce alla battaglia che i Gordon avrebbero ingaggiato per liberare il loro capo, to tynt con il significato di “To lose, be deprived of, forfeit”.

2021/1/23 - 18:56




Language: English

2. La versione in inglese di June Tabor
2. English version by June Tabor
2. La version en anglais de June Tabor
2. June Taborin englanninkielinen versio




“Martin Carthy again accompanied June Tabor in the same year as his solo recording of Geordie, 1976, the aforementioned Scottish version on her and Maddy Prior's album “Silly Sisters”

Si tratta in pratica della ”Versione di Robert Burns” (Child 209A) riportata in inglese corrente per “essere ascoltata”, o meglio, essere capita: il testo scozzese risulterebbe pressoché incomprensibile. Ma nessuna versione inglese autentica è mai esistita in questa forma.

In effect, this is ”Robert Burns' version” (Child 209A) in a current English rendition, so that it may “be listened”, say, be understood: the Scottish lyrics wouldn't be easily grasped by an untrained ear. But no such English version has ever existed in this form. [RV]
GEORDIE

There was a battle in the north
And nobles there were many
And they have killed Sir Charlie Hay
And laid the blame on Geordie

O he has written a long letter
And sent it to his lady:
“You must come up to Edinburgh town
To see what news of Geordie”

When first she looked the letter on
She was both red and rosy
She had not read a word but two
When she grew pale as the lily

“Go fetch to me my good grey steed
My men shall all go with me
For I shall neither eat nor drink
Till Edinburgh town shall see me”

Then she has mounted her good grey steed
Her men they all went with her
And she did neither eat nor drink
Till Edinburgh town did see her

And first appeared the fatal block
And then the axe to head him
And Geordie coming down the stair
With bands of iron upon him

Though he was chained in fetters strong
Of iron and steel so heavy
O not a one in all the court
Was so fine a man as Geordie

O she'd down on her bended knee
I'm sure she's pale and weary
“O pardon, pardon noble kings,
And give me back my dearie”

“Go tell the heading man make haste”
Our king replies full lordly
“O noble king take all that's mine
But give me back my Geordie”

The Gordons came and the Gordons ran
And they were stark and steady
And ay the word among them all
Was Gordons keep you ready

An aged lord at the king's right hand
Says “Noble kings, but hear me,
Let her count out five thousand pounds
And give her back her dearie”

Some gave her marks, some gave her crowns
Some gave her dollars many
She's counted out five thousand pounds
And she's gotten again her dearie.

She glanced blithe in her Geordie's face
Say “Dear I've bought thee Geordie;
But the blood would have flowed upon the green
Before I lost my laddie”

He clasped her by the middle small
And he kissed her lips so rosy
“The fairest flower of women kind
Is my sweet bonny lady”

Contributed by Alessandro - 2010/4/29 - 11:33




Language: Italian

2a.Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Cattia Salto

GEORDIE BY ROBERT BURNS

La versione raccolta e rielaborata parzialmente da Robert Burns narra di una battaglia nel Nord (ovvero il Border Scozzese rispetto all’Inghilterra) e Geordie potrebbe essere stato un personaggio storico: George Gordon sesto conte di Huntly (e diventato primo marchese di Huntly nel 1599) che, ribellatosi nel 1589 contro il Re di Scozia Giacomo VI (il futuro Giacomo I d’Inghilterra), fu imprigionato a Edimburgo e condannato a morte come traditore (con il metodo standard riservato ai traditori ovvero il taglio della testa); in seguito liberato per intercessione della moglie (e con il pagamento di un cospicuo riscatto). Questo “Geordie” era comunque una testa calda portato per la ribellione, coinvolto in seguito nell’omicidio del Bonny Earl o’ Moray si ribellò nuovamente al suo re e poi si riconciliò. Cercò di fare lo stesso giochino anche sotto il regno di Carlo I, ma questa volta finì definitivamente in prigione.
Secondo Buchan “Geordie” era invece Sir George Gordon of Gight (1514-1562), quarto conte di Huntly, il figlio di Margaret Stewart (figlia illegittima di Giacomo IV).
tratto da Terre celtiche
GEORDIE
(tradotto da Cattia Salto)*

Ci fu una battaglia nel nord,
e c’erano molti nobili;
hanno ucciso Sir Charlie Hay
e la colpa ricadde su Geordie [1].

Scrisse una lunga lettera
e la mandò alla sua Signora:
“Dovete venire a Edimburgo
per perorare la causa di Geordie.”

Appena diede uno sguardo alla lettera
arrossì tutta quanta;
ma non lesse che una o due parole
che impallidì come un giglio.

“Datemi il mio bel cavallo grigio,
tutti i miei uomini vengan con me;
non voglio né mangiare né bere
finché Edimburgo non mi vedrà.”

Montò sul suo bel cavallo grigio
e tutti i suoi uomini andaron con lei;
e non mangiò, né bevve
finché Edimburgo non la vide.

Per primo apparve il ceppo fatale
e poi la scure per decapitarlo;
poi Geordie che scendeva la scala
tutto preso nei ceppi di ferro.

Ma anche se era tutto incatenato
con ceppi robusti
d’acciaio e di ferro,
non c’era nessuno in tutta la corte
che fosse splendido quanto Geordie.

Lei allora si gettò in ginocchio,
son certo ch’era pallida e triste:
“Perdono, perdono, nobile Re,
Ridatemi il mio amore!

Sette figli ho dato al mio amato Geordie,
il settimo non ha mai visto suo padre:
perdono, perdono, nobile Re,
abbiate pietà d’una povera donna!”

“Dite al boia di sbrigarsi!”
Fu la sdegnosa risposta del Re;
“Nobile Re, prendete tutto quel che ho,
ma ridatemi il mio Geordie.”

I Gordon vennero e vennero di corsa,
ed eran proprio forti e sicuri;
e fra di loro continuavano a dirsi,
“Gordon, tenetevi pronti.”

Un anziano lord alla destra del Re
dice, “Ascoltatemi, nobile Re;
fatele raccoglier cinquemila sterline
e ridatele il suo amore.”

Alcuni le diedero dei marchi [2],
altri le diedero corone [3],
e chi le diede parecchi talleri [4];
e lei ha raccolto cinquemila sterline
e ha riavuto indietro il suo amore.

Diede un’occhiata allegra al viso di Geordie
“Caro, ti ho riscattato, Geordie;
ma ci sarebbero stati cadaveri insanguinati [5] sull’erba
piuttosto che essere privata [6] del mio amore”

Lui la prese per la vita snella,
e la baciò sulle labbra rosee:
“Il più bel fiore di tutte le donne
è la mia dolce e bellissima sposa”
* da una precedente versione trovata in rete di cui non era specificato l'autore

[1] George Gordon sesto conte di Huntly (e diventato primo marchese di Huntly nel 1599) che, ribellatosi nel 1589 contro il Re di Scozia Giacomo VI (il futuro Giacomo I d’Inghilterra), fu imprigionato a Edimburgo e condannato a morte come traditore.
note 2- 3- 4 stralciate da Wikipedia

[2] Merk (o mark) moneta d’argento coniata sotto Giacomo VI di Scozia, Carlo I e Carlo II, valutata all’inizio 160 penny (13s 4d), esattamente 2/3 di una sterlina scozzese, o mezzo dollaro scozzese: era pari a circa uno scellino inglese dell’epoca

[3] Crown: inizialmente era una moneta d’oro, che in Inghilterra era stata già coniata da Enrico VIII. In Scozia, sotto Giacomo VI valeva 1/4 dell’unite.

[4] Dollar il nome viene dal taler, una moneta d’argento di area tedesca ampiamente diffusa in Europa.
Prese il nome di thistle dollar (dollaro al cardo) un pezzo d’argento da due merk emesso sotto Giacomo VI. Fu battuto nel periodo 1578-80 per un valore di 26 scellini e 8 penny. Il ryal della prima monetazione di Giacomo fu anche chiamato sword dollar (dollaro con la spada) per il tipo rappresentato al rovescio. Stesso nome presero i pezzi d’argento coniati da Carlo II, anche se in realtà il nome non è documentato dalle testimonianze dell’epoca

[5] si riferisce alla battaglia che i Gordon avrebbero ingaggiato per liberare il loro capo

[6] To tyne, con il significato di “To lose, be deprived of, forfeit”

Contributed by Cattia Salto - 2017/4/26 - 15:16




Language: English

3. THE LIFE AND DEATH OF GEORGE OF OXFORD (1672/1696)

georgeoxford


Come accennato nella ”Saga dei Geordie”, la più antica testimonianza scritta di una ballata di Geordie in una forma già molto simile a quelle più tarde e limate dalla tradizione orale, è questa Life and Death of George of Oxford risalente a un broadside (foglio volante) stampato senza data da P. Brooksley in West Smithfield. Siamo dunque nella parte nordoccidentale di Londra, nel quartiere di Farringdon Without; West Smithfield era, fra le altre cose, un quartiere deputato, nella Londra medievale, all'esecuzione di eretici, ribelli, criminali e dissidenti politici (vi furono giustiziati, tra gli altri, l'eroe scozzese William Wallace nel 1305, il capo della rivolta contadina Wat Tyler nel 1381 e i 200 protestanti messi al rogo durante il regno di Maria I d'Inghilterra).

Il broadside, come detto, non è datato; lo si fa comunque risalire agli anni che vanno dal 1672 al 1696. E' attualmente conservato nella Houghton Library segnato come EBB65H. La Broadside ballad che contiene è già la Geordie che conosciamo dalle sue versioni più tarde, con una vicenda però molto più dettagliata che sembra riportare al bracconiere e bandito di strada George Stools, o Stoole, giustiziato nel 1610. Restano naturalmente da individuare meglio i legami con la più antica Scottish Border Ballad di Geordie, ma i caratteri delle versioni inglesi sono già ben delineati: è la tipica “Ballata da Broadside” che esalta il fuorilegge che, da solo, mette in scacco le autorità per poi finire sul patibolo, con un'amata che tenta inutilmente di salvarlo implorando clemenza (e, forse, è proprio questo il legame più evidente con le versioni scozzesi).

La ballata è divisa in due parti: la prima contiene la vicenda del tentativo di salvataggio da parte dell'amata (qui denominata “Lady Gray”; ma Lady Gray è un nome comunissimo nelle ballate tradizionali), mentre la seconda contiene la confessione di “Georgy” prima dell'esecuzione. In linea di massima, la ballata di “George of Oxford” ha tutti i caratteri della Goodnight Ballad: le “ballate dell'Ultima Notte”, o Criminal's Last Goodnight, nacquero in epoca cinquecentesca proprio su Broadside e dai broadides vennero sempre veicolate (la più antica di esse che rimane, Lord Maxwell's Last Goodnight, è Child #195). La ballata, avverte il broadside, dev'essere cantata sulla "piacevole nuova aria di Poor Georgy"; la struttura metrica autorizza a credere che possa trattarsi proprio della melodia con la quale è conosciuta ancora oggi. Nella ballata compare già il London Bridge del primo verso; notevole la presenza di un “ritornello variabile” (che, cioè, si adatta al mutare delle situazioni della vicenda narrata). Il ritornello presenta peraltro due forme: una prima “His/ My time is past” ecc. presente nella prima parte, e che ritorna alla fine della seconda, ed una seconda “My thread is spun” ecc. presente nella prima parte della “Confessione”.

L'aspetto forse più interessante di questa ballata è forse il luogo dove “Georgy” si reca a vendere gli animali che ha rubato. Il “Bohenny” delle versioni più tarde e più note, derivato dalla versione del Somerset registrata dal Louisa Hooper nel 1942, ha posto sempre problemi e non si è mai giunti a una sua identificazione. Ebbene, per identificarlo bastava probabilmente dare un'occhiata a questa prima testimonianza scritta della ballata e al suo broadside che parlano di “Bohemia”. Esistono in Inghilterra due “Bohemia”: un sobborgo di Hastings, nell'East Sussex (l'attuale Silverhill) e un villaggio nel Wiltshire. Ma quel che ipotizzo, è che “Bohemia” non indichi qui delle località, quanto gli Zingari (Bohemians). Geordie avrebbe rubato degli animali e li avrebbe venduti agli Zingari; gli animali in questione non sono qui “cervi”, che fanno tanto “medioevo”, bensì cavalli (steeds), e tutta sui cavalli è incentrata la questione del furto (I ne'r stole Horse nor Mare in my life); i cavalli, come si sa, sono sempre stati molto apprezzati dagli Zingari. Nelle versioni rurali più tarde si è passati ad animali rurali (mucche, vitelli, paperi, oche). Insomma, oltre che un bracconiere, un ladro di cavalli che li vende agli Zingari (si noti anche l'uso della preposizione “to”, to Bohemia, che indica l'atto di “vendere a qualcuno”, non di “vendere in qualche posto”). Persasi questa sfumatura e “Bohemia” passato al misterioso “Bohenny” delle versioni più tarde, quest'ultimo deve essere stato preso per una inesistente località con la sua preposizione (in Bohenny; al passaggio a "Bohenny" può avere contribuito anche l'imperfetta rima con any, o forse "Bohemia" era realmente pronunciato in modo simile a "Bohenny").

Da notare ancora che i cavalli rubati in questa versione sono sei, e non i “sedici cervi” delle versioni più tarde: senza saperlo, nella sua versione Fabrizio De André ha ripristinato il numero originale degli animali rubati. Così come Georgy / Geordie viene qui impiccato non a una catena, ma a una corda; ma non "d'oro", bensì di seta (silken string). Presumendo che, per sostenere un impiccato, una corda di seta doveva costare più dell'oro o quasi, vien fatto di dire che anche qui De André si è riavvicinato intuitivamente alla versione più antica. [RV]
The Life and Death of
George of OXFORD

To a pleasant New Tune, called, Poor Georgy

A S I went over London Bridge
all in a misty morning,
There did I see one weep and mourn,
lamenting for her Georgy,
His time it is past,
His life it will not last,
Alack and alas! there is no Remedy,
Which makes the heart within me
Ready to burst in three
To think on the death of poor Georgy

George of Oxford is my name,
and few there's but have known me,
Many a mad prank have I plaid
but now they've overthrown me,
My time it is past, &c.

Oh! then bespake the Lady Gray,
i'le haste me in the morning;
And to the Judge i'le make my way,
to save the life of Georgy.
His time it is past,
His life else it may cost,
Alack and alas! is there no remedy?
It makes the heart within me
Ready to burst in three
To think on the death of poor Georgy.

Go Saddle me my milk-white Steed,
go Saddle me my bonny,
That I may to New-Castle speed,
to save the life of Georgy.
His time it is past, &c.

But when she came the Judge before
full low her knee she bended,
For Georgy' s life she did implore,
that she might be befriended.
His time may be past,
His life else it may cost,
Alack and alas! is there no Remedy?
It makes the heart within me
Ready to burst in three
To think on the death of poor Georgy

Oh rise, ah rise, fair Lady Gray,
your suit cannot be granted;
Content pour self, as well you may,
for Georgy must be hanged.
His time it is past, &c.

She wept she waild she rung her hands
and ceased not her mourning;
She offer'd Gold she offer'd Lands,
to save the life of Georgy.
His time it is past. &c.

George's Confession.

I Have travell'd through the Land,
and met with many a man, Sir;
But Knight or Lord I bid him stand
he durst not make an answer.
But my thread it is spun,
My glass is almost run,
Alack and alas! there is no remedy;
Which makes my heart within me
Ready to burst in three
To die like a Dog, (says poor Georgy)

The Brittain bold that durst deny
his mony for to tender,
Th'o he were stout as valiant Guy
I forc'd him to surrender.
But now my thread is spun, &c.

But when the mony I had got,
and made him cry peccavi,
To bear his charge and pay
his shot a Mark or Noble gave I.
But my thred it is spun, &c.

The Ladies when they had me seen
would ne'r have been affrighted
To take a dance upon the Green
with Georgy they delighted.
But now my thred it is spun, etc.

When I had ended this our wake
and fairly them bespoken,
Their rings and jewels would I take
to keep for a Token.
But now my thread is spun, &c.

The hue and cry for George is set,
a proper handsome fellow,
With Diamond-Eyes as black as jet,
and Locks like Gold so yellow.
His time is past, &c.

Long it was with all their art,
e're they could apprehend him,
But at the last his valiant heart
no longer could defend him.
His time it was past, etc.

I ne'r stole Horse nor Mare in my life
nor Cloven-foot or any,
But once six of the kings white steeds
and I sold them to Bohemia.
His time it was past, etc.

Georgy he went up the hill,
and after followed many,
Georgy was hanged in silken string,
the like was never any.
His time it was past,
His life will not last,
Alack and alas! there is no remedy, &c.

Contributed by Riccardo Venturi - 2021/1/29 - 00:15




Language: Italian

3a. Traduzione italiana / Italian translation / Traduction italienne / Italiankielinen käännös:
Riccardo Venturi, 29-1-2021 00:56
Con qualche nota

Nota. Vi presento le “Broadside Ballads”: salti mortali per seguire la vicenda (oramai “stilizzata”, anche se può avere avuto basi reali), salti di persona, cambi improvvisi di prospettiva, costruzioni grammaticali e sintattiche spesso sconcertanti e popolaresche (dell'epoca) cui fanno sovente da contraltare un linguaggio pomposo e arcaico e interventi "mitologici" (qui, le Parche): ha funzionato così in tutte le epoche e in tutti i paesi finché le ballate su foglio volante sono state diffuse (anche quelle italiane sono piene di strafalcioni uniti però a bordate di èglino, indarno, speme, ahi me lasso, fia mai) ecc. Quando le ballate da foglio volante sono entrate nella tradizione orale, che le ha abbreviate e ha mantenuto solo le parti necessarie e più valide rendendole più semplici, la poesia è senz'altro migliorata. Tradurne una originale, “gnùda e cruda”, fa però, lo garantisco, venire il fiatone.
Vita e Morte
di George di OXFORD

Su una nuova e piacevole aria, detta Il povero Georgy

Mentre passavo il Ponte di Londra
in una mattina nebbiosa,
Vi vidi una che piangeva e si lamentava,
si doleva per il suo Georgy,
Il suo [1] tempo è finito,
la sua vita non durerà,
Ahimé, ahi di me! Non esiste Rimedio,
Ciò rende il cuore che ho in me
pronto a spezzarsi in tre
Pensando alla morte del povero Georgy

George di Oxford è il mio nome,
e pochi qui m'hanno appena conosciuto,
Ne ho combinate parecchie di belle,
ma ora mi hanno abbattuto,
Il mio tempo è finito, ecc.

Oh, allora parlò Lady Gray,
mi affretterò stamattina ;
E dal giudice mi recherò
per salvare la vita a Georgy.
Il suo tempo è finito,
Ne va della sua vita,
Ahimé, ahi di me! Non c'è dunque rimedio?
Ciò rende il cuore che ho in me
pronto a spezzarsi in tre
Pensando alla morte del povero Georgy.

Andate a sellarmi il mio candido destriero,
sellatemi il mio bel cavallo, [2]
Ché io possa cavalcare di gran carriera a Newcastle,
per salvare la vita a Georgy.
Il suo tempo è andato, ecc.

Ma quando comparve dinanzi al Giudice,
s'inginocchiò prosternandosi,
Per la vita di Georgy implorò
che la si potesse aiutare.
Il suo tempo [3] potrebbe esser finito,
ne va della sua vita,
Ahimé, ahi di me! Non c'è dunque Rimedio?
Ciò rende il cuore che ho in me
pronto a spezzarsi in tre
Pensando alla morte del povero Georgy.

Alzatevi, alzatevi, bella Lady Gray,
non si può dar luogo alla Vostra istanza;
Mettetevi l'animo in pace come meglio potete,
ché Georgy deve essere appeso pel collo.
Il suo tempo è finito, ecc.

Ella pianse, gemette, sbatté le mani
e non diede fine al duolo;
Offerse Oro, offerse Terre
per salvare la vita di Georgy.
Il suo tempo è finito, ecc.

Confessione di George.

Ho viaggiato per tutto il Paese
e ho incontrato più d'un uomo, Signore;
Ma per quanto abbia ordinato d'alzarsi [4] a Cavalieri e Signori,
nessuno ha osato rispondere.
Ma il mio filo è spezzato, [5]
La mia clessidra è quasi esaurita,
Ahimé, ahi di me! Non c'è rimedio,
ciò rende il cuore che ho in me
pronto a spezzarsi in tre
Per morire come un Cane, (dice il povero Georgy)

La fiera Britannia osò negare il suo denaro,
Sebbene egli fosse forte e valoroso,
l'ho obbligato ad arrendersi.
Ma ora il mio filo è spezzato, ecc.

Ma quando ebbi avuto il denaro
E gli ebbi fatto gridare: Peccavi, [6]
Per pagare quel che valeva,
diedi un Marco o un Noble. [7]
Ma il mio filo è spezzato, ecc.

Le Signore, quando mi vedevano,
non si sarebbero mai spaventate
Di fare un ballo sul Prato
con quel Georgy che le deliziava.
Ma ora il mio filo è spezzato, ecc.

Quando ebbi finito quella nostra serata
e cortesemente ebbi chiesto i loro favori,
Avrei preso i loro anelli e gioielli
per tenerli come Pegno.
Ma ora il mio filo è spezzato, ecc.

Incomincian le grida e i clamori per George,
un tipo avvenente e perbene,
Con occhi neri e lucidi, scintillanti come diamanti [8],
e riccioli biondi come l'Oro.
Il suo tempo è finito, ecc.

Ne passò di tempo con tutta la loro astuzia
prima che lo catturassero,
Ma alla fine il suo cuore coraggioso
non poté più fargli da difesa.
Il suo tempo era finito, ecc.

Non ho mai rubato Cavallo né Giumenta in vita mia,
né animale con zoccolo fesso,
Però, una volta, sei bianchi destrieri del Re
e li ho venduti agli zingari. [9]
Il suo tempo era finito, ecc.

Georgy andò su in collina
seguito da tanta gente,
Georgy fu impiccato con una corda di seta,
come mai era accaduto.
Il suo tempo era finito,

La sua vita non durerà,
Ahimé e ahi di me! Non c'è rimedio, ecc.
[1] Qui “suo” significa “di lui” (his). Come si può vedere, il ritornello presenta varianti nella persona, a seconda di chi parla (il “narratore esterno”, Lady Gray o lo stesso Georgy).

[2] Interessante questione: il broadside seicentesco presenta qui il termine bonny, antico prestito francese diffuso particolamente nella lingua scozzese (ma non estraneo all'inglese d'Inghilterra); è un aggettivo (qui sostantivato) prevalentemente dal significato di “bello, grazioso, carino” (il termine ha connotazioni intime e affettive; formalmente è un diminutivo formato su bon, con numerose varianti: bonnie, bonie ecc.). Qui si riferisce evidentemente al cavallo, il “candido destriero” (nei ballad commonplaces, il cavallo di una donna è sempre “bianco come il latte”). Ipotizzo qui che il pony, passato nei secoli fino a De André, altro non sia che una storpiatura di bonny (in alcune versioni si legge infatti ponny): mal si spiegherebbe altrimenti come mai da un bianco destriero (steed) si passi a un cavallino nello stesso verso (anche se le ballate tradizionali non sono nuove a questi “exploits” di controsenso, si pensi solo al frequente false true lover...). Il nome del pony, poney sembra risalire allo scozzese powney, a sua volta, forse, dal francese poulenet “puledro”.

[3] Qui ancora “di lui”.

[4] Per questa arcaica, pomposa e fiera espressione mi piace rimandare a The Lily of the West (e c'è sempre di mezzo la neo-ottantenne Joan Baez...). Qui “ordinare di alzarsi” significa, con tutta probabilità, invitare al combattimento.

[5] Propr. “il mio filo è (già) filato, tessuto”: un'evidentissima allusione al mito delle Moire, le tre Parche che tessevano il filo del destino di ognuno recidendolo quando il suo momento era giunto. In italiano si direbbe più comunemente: “La mia ruota ha girato”.

[6] Latino: “ho peccato”.

[7] Moneta inglese coniata a partire dal 1344 (si veda qui).

[8] Cioè “lucidi e neri come il giaietto” (il giaietto, o ambra nera, o lignite lustra).

[9] V. introduzione

2021/1/29 - 00:56




Language: English

4. A LAMENTABLE NEW DITTY, &C. [ca. 1630]

newditty
A lamentable new Ditty, made vpon the death of a worthy Gentleman, named George Stoole, dwelling sometime on Gate-side Moore, and sometime at New-castle in Northumberland: with his penitent end.

To a delicate Scottish Tune.

Come you lusty Northerne Lads,
that are so blith and bonny,
Prepare your hearts to be full sad,
to heare the end of Georgy,
Heigh ho, Heigh-ho my bony loue,
Heigh-ho, heigh ho my honny;
Heigh-ho, Heigh-ho my owne deare loue
and God be with my Georgie.


When Georgie to his triall came,
a thousand hearts were sorry,
A thousand Lasses wept full sore,
and all for loue of Georgy.
Heigh-ho, heigh-ho, my bony Loue,
heigh-ho, &c.


Some did say he would escape,
some at his fall did glory:
But these wers Clownes and fickle friends,
and none that loued Georgy.
Heigh-ho, &c.


Might friends haue satisfide the Law,
then Georgie would find many:
Yet brauely did he plead for life,
if mercy might be any.
Heigh-ho, &c.

But when this doughty Carle was cast
he was full sad and sorry:
Yet boldly did he take his death,
so patiently dyde Georgie.
Heigh-ho, &c.


As Georgie went vp to the Gate,
He tooke his leaue of many:
He tooke his leaue of his Lards wife,
whom ho lou'd best of any.
Heigh-ho, &c.

With thousand sighs and heauy looks,
away from thence he parted:
Where he so often blith had béene,
though now so heauy hearted.
Heigh-ho, &c.

He writ a Letter with his owne hand,
he thought he writ it brauely:
He sent it to New-castle Towne,
to his beloued Lady.
Heigh-ho, &c.

Wherein he did at large bewaile,
the occasion of his folly:
Bequeathing life vnto the Law,
his soule to heauen holy:
Heigh-ho, &c.

Why Lady, leaue to weepe for me,
let not my ending grieue ye:
Proue costant to the ney yon loue,
for I cannot reléeue yee.
Heigh-ho, &c.

Out vpon the Withrington,
and fie vpon the Phoenix:
Thou hast out downe the doughty one
that stole the shéepe from Anix.

The second part,
To the same tune.

And sie on all such cruell Carles,
whose crueltie's so fickle:
To cast away a Gentleman
in hatred for so little.
Heigh-ho heigh-ho, my bonny Loue,
heigh-ho, &c.


I would I were on yonder Hill,
where I haue beene full merry:
My sword and buckeler by my side
to fight till I be weary.
Heigh-ho &c.

They well, should know that tooke mee first
though whoops be now forsaken:
Had I but freedome, armes, and health,
I'de dye, are I'de be taken.
Heigh-ho, &c.

But Law comdemns me to my graue,
they haue me in their power:
Ther's none but Christ that can mee saue,
at this my dying houre.
Heigh-ho. &c.

He call'd his dearest loue to him,
when as his heart wae sorry:
And speaking thus with manly heart,
Deare sweeting, pray for Georgie.
Heigh-ho, &c.


He gaue to her a piece of gold,
and bade her giue't her Barnes:
And oft he kist her rosie lips,
and laid him into her armes.
Heigh-ho, &c.

And comming to the place of death,
he neuer changed colour.
The more they thought he would looks pale▪
the more his veines were fuller.
Heigh-ho, &c.

And with a cheerefull countenance,
(being at that time entreated
For to confesse his former life)
these-words he straight repeated.
Heigh-ho &c.

I neuer stole no Oxe nor Cow,
nor neuer murdered any:
But fifty Horse I did receiue
of a Merchants man of Gory.
Heigh-ho, &c.


For which I am condemn'd to dye,
though guiltlesse I stand dying:
Deare gracious God, my soule receiue
for now my life is flying.
Heigh-ho, &c.

The man of death a part did act,
which grieues mee tell the story.
God comfort all are comfortlesse,
and did so well as Georgie.
Heigh-ho, Heigh-ho, my bonny Loue,
heigh-ho heigh-my bonny,
Heigh-ho, heigh-ho, mine owne true lou
sweet Christ receiue my Georgie.


FINIS.
At London printed for H. Gosson.

Contributed by Riccardo Venturi - 2021/2/4 - 20:13


Gran bel sito. Aggiungo: molto bella la versione di Geraldine Mc Gowan (Oisin - 1° Album Oisin 1976)
Sergio Vendraminetto

2011/8/6 - 17:59


Ultimamente ho avuto fortuna di conoscere Kaśka, la nipote della signora Alina Janiak. Abbiamo pure cantato insieme il celebre brano di Faber. Inoltre Kasia mi ha segnalato questa esecuzione, per la quale Aldo Ascolese e Gianluca Origone hanno invitato di participare vocalmente la sua zia :)
Un salud generale

Krzysiek - 2016/1/9 - 18:32


Ho in mano una copia de "Il popolo dell'abisso" di Jack London, un testo con pretesa di indagine sociologica sullo East End londinese di inizio '900.
In uno dei capitoli l'A. enumera sentenze di tribunali di contea, a suo dire raccolte "dai registri della polizia" (qualunque cosa fossero) facenti riferimento ad una sola settimana.
Tra questi,

Sessioni per reati minori di Taunton. John Painter, uomo corpulento e massiccio, di professione manovale, accusato di percosse alla moglie. La moglie aveva entrambi gli occhi tumefatti e semichiusi, e il viso gonfio e pieno di lividi. Multa di 1 sterlina e 8 scellini, spese comprese, e ammonizione perché la cosa non si ripeta.

In un altro caso di percosse alla moglie un individuo "cinque volte recidivo" era stato condannato a due sterline e due scellini di multa.
Poi:

Tribunale dello sceriffo di Perth. Alla presenza dello sceriffo Sym. David Mitchell, incriminato per caccia di frodo. Due volte recidivo, l'ultima volta tre anni fa. Lo sceriffo fu pregato di essere comprensivo con Mitchell, in considerazione del fatto che ha sessantadue anni e che non ha opposto resistenza al guardiacaccia. Quattro mesi di prigione.

Questo dà un'idea di quanto ancora contasse la materia nel diritto anglosassone, almeno fino all'inizio del XX secolo.

Io non sto con Oriana - 2017/2/5 - 12:06


Dollar – il nome viene dal taler, ovvero, dal Joachimstaler, coniato nel Regno di Boemia intorno all'anno 1520 nell'argento che era estratto dai Conti di Schlick — Stefano ed i suoi sette fratelli — nella loro ricca miniera vicino a Joachimsthal — in ceco: Jáchymov, ora nella Repubblica Ceca —, la valle di San Gioacchino, in cui Thal (Tal) significa "valle" in tedesco. Fu una moneta ceca, allora, infatti sul retro portava il leone di Boemia, con la doppia coda e la corona. Lo Joachimstaler ha dato a molte valute il suo nome di "tallero" o "dollaro".
https://it.wikipedia.org/wiki/Joachimstaler

krzyś - 2017/4/27 - 15:11


NOTE INTEGRATIVE
Alla versione italiana letterale della ballata, di Riccardo Venturi, da IFMDA, 12 maggio 1999
da Terre celtiche

Impiccheranno Geordie con una corda d'oro (1)
sorge spontanea la domanda se la corda d'oro sia una leggenda o una prassi non proprio insolita per il tempo. Così F. Calza, "101 storie su Genova che non ti hanno mai raccontato", Newton Compton Ed., 2016 riporta di un'impiccagione altrettanto singolare di un ladro (e nemmeno nobile) che aveva rubato la spada con fodero e pomo d'oro donata da papa Paolo III all'ammiraglio Andrea Doria di Genova e sepolta con lui; venne accusato tale Mario Calabrese, un sotto comito delle galee della Repubblica (un sotto ufficiale addetto alla manovra delle vele e ad altri servizi) e impiccato con un cappio d'oro proprio davanti alla chiesa di San Matteo .

E fu affidato (2) a una dama virtuosa
tradotto anche come "sposato" o "innamorato" oppure "perse la testa per" la frase così diventa "perse la testa per una donna virtuosa": si avvalora così l'ipotesi avanzata da Buchan che “Geordie” fosse Sir George Gordon of Gight (1514-1562), quarto conte di Huntly, il figlio di Margaret Stewart (figlia illegittima di Giacomo IV), imprigionato per essere entrato nelle grazie della moglie del Signore di Bignet una donna da bene precisa il narratore; il Venturi traduce "fu affidato" un termine con cui ci si riferisce alla balia a cui viene affidato un bambino e più impropriamente ad una moglie. Nella versione trascritta da Bob Waltz (qui) si dice "And courted a virtuous lady"

Non ha mai fatto del male a nessuno (3);
in alcune versioni di questo filone ritrovare in America è lo stesso Geordie a dire "I've never murdered any;
E' interessante notare che Geordie o sua moglie negano l'accusa di furto di bestiame e di brigantaggio, che lo metteva nel mucchio degli "outlaw" dediti anche al bracconaggio

Ha rubato sedici cervi del Re (4)
quando i boschi da terra di tutti divennero di proprietà esclusiva del re o del signorotto locale nacque il bracconaggio di sussistenza. Ma nel Seicento il bracconaggio era diventata una forma di protesta contro l'autorità ed era praticato non tanto dai poveracci dei villaggi quanto dai nobili scapestrati. Le zone più colpite dal bracconaggio tra la fine del Settecento e l'Ottocento furono quelle delle Midlands e dell'Inghilterra del sud: Suffolk, Norfolk, Sussex, Wiltshire, Oxfordshire e Devon

E li ha venduti a Bohenny (5).
Bohenny: Nessuna città o paese con tale nome è mai stata trovata in Gran Bretagna; una versione inglese ha però Newcastle, il che potrebbe far supporre qualche collegamento con la vicenda dell'impiccagione del bracconiere George Stools, avvenuta nel 1610. Da notare che Geordie è il nome con cui vengono chiamati gli abitanti di Newcastle-upon-Tyne (contea di Tyne e Wear - Northumbria): Geordie male, è il "maschio tipico di Newcastle" fannullone e dedito alla birra, rappresentato da Reg Smythe nella figura di Andy Capp. Esiste però, in Scozia, una Bohenie vicino a Pitlochrie.

Il giudice (6) si guardò la spalla sinistra (7),
6) il giudice di contea era spesso lo stesso nobile derubato dal bracconiere e quindi poco incline al perdono. Il giudice avrebbe dovuto tener conto delle "attenuanti" come per l'appunto il numero dei figli. Se oggi noi tendiamo a interpretare la frase come memento "la legge è uguale per tutti" non così era la motivazione del tempo, perchè bastava la grazia del re per perdonare anche il più turpe assassinio. Il motivo per cui il giudice non può perdonare Geordie non è certo perchè deve essere giusto!

7) l'espressione guardarsi le spalle (to look over one's shoulder) indica la sensazione di un pericolo imminente, ma in questo caso significa "distogliere lo sguardo"

Non è una catena per molti (8);
I primi bracconieri venivano tranquillamente uccisi sul posto dai guardiacaccia e probabilmente i loro corpi lasciati in pasto alle bestie selvatiche del bosco, successivamente le pene prevedevano l'incarcerazione e/o l'amputazione della mano (o l'abbacinamento) fino alla pena capitale quando gli animali erano della riserva di caccia del Re. In Inghilterra con la Magna Charta libertatum (1215) vennero abolite le pene per la caccia di frodo, ma nella prassi quotidiana i giudici della contea (ovvero gli stessi nobili "derubati") raramente erano ben disposti verso i bracconieri. Le condanne però vennero mitigate nei secoli successivi e nel settecento il bracconiere rischiava solo la detenzione in carcere per qualche mese e/o le frustate. Era inoltre possibile pagare una multa (anche se salata) per riavere la libertà. Nel tardo Cinquecento la caccia al cervo (come veniva chiamata la caccia di frodo) era un'occupazione comune dei giovani scapestrati e definita un "grazioso servizio"

Cattia Salto - 2020/5/14 - 10:56


Bravo Rick.
Un'ipotesi molto plausibile.
Dedicandomi ultimamente a una visione dei film di un regista strazingaro come Tony Gatlif ho notato nei sottotitoli che "Bohemians" viene usato per nominatre i rom.
Direi che così, tutta sta vicenda, avrebbe finalmente una spiegazione verosimile e giusta.
Non mi azzardarei però nelle conclusioni spinte tipo che fossero i zingari cechi ;-)

krzyś Ѡ - 2021/1/29 - 01:09


Se poi si accetta l'ipotesi dei "cavalli del Re" (ma cosa non era del Re, all'epoca...?) si capisce anche meglio la triste fine del bracconiere / ladro: non solo ruba i cavalli del Re, ma li va a vendere pure agli zingari...! Però l'idea che fossero zingari cechi mi sarebbe garbata parecchio, perché io ho in casa un dizionario romanes-ceco (forse te l'ho fatto anche vedere quando sei venuto qua...?). Un abbraccio!

Riccardo Venturi - 2021/1/29 - 01:23


Da tenere ben presente anche il seguente articolo da fresnostate.edu, dal quale estrapolo quanto segue:

Ebsworth has "Geordie" [Child 209] as a derivative of "George of Oxford" which is itself related to "... the death of ...George Stoole": "Scotland shows a fantastic and inexplicable modesty, a disparagement of her own resources and native manufacture, insomuch as she actually appropriates to herself several of our English freebooters .... And she has even tried to naturalize 'Georgy' as Geordie.' ... Kinloch thought that it ['Geordie'] 'originated in the factions of the Huntley family, during the reign of Queen Mary' [Ord, p. 457, writes that "The hero of this ballad was George, fourth Earl of Huntly, who was afterwards slain at the battle of Corrichrie on 28th October, 1562"] ... [Joseph Ritson prints] 'A lamentable new Ditty, made on the Death of a worthy Gentleman, named George Stoole ... with his penitent end' .... Date guessed circa 1610-1612. There is certainly a connection between this sorry 'Ditty' ... and our 'George of Oxford.' They probably refer to the same man, by name Skelton, alias Stowell.... Motherwell erred in declaring the George Stoole ballad 'evidently imitated from the Scottish song.' It was antecedent. He knew not our 'George of Oxford.' The 'Merchant's-man of Gowrie' [in 'George Stoole'] becomes [in 'George of Oxford'] some horse-purchaser for Bohemia (not improbably the Palgrave Frederick, husband of James I.'s daughter, the admired Princess Elizabeth), which helps to mark the early date, circa 1612.... The boast about 'never stolen horse or mare in my life' resembles George Stoole's 'I never stole no Oxe,' etc."
Child, who relegated both Georges to his "Geordie" entry, was aware of Ebsworth's comments. "Whether the writers of these English ballads knew of the Scottish 'Geordie,' I would not undertake to affirm or deny; it is clear that some far-back reciter of the Scottish ballad had knowledge of the later English broadside ['George of Oxford']."
At this point Child explains why he does not consider "Geordie" to be the same ballad as the George broadsides: "The English ballads, however, are mere 'goodnights.' The Scottish ballads have a proper story, with a beginning, middle, and end, and (save one late copy [Child 209J the Geordie character is freed but kills his lady in an argument and escapes]), a good end, and they are most certainly original and substantially independent of the English. The Scottish Geordie is no thief, nor even a Johnie Armstrong. There are certain passages in certain versions which give that impression, it is true, but these are incongruous with the story, and have been adopted from some copy of the broadside, the later ['George of Oxford'] rather than the earlier ['George Stoole']. These are ... where we have the king's horses stolen and sold in Bohemia, almost exactly as in the ballad of 'George of Oxford' .... That is to say, we have the very familiar case of the introduction (generally accidental and often infelicitous) of a portion of one ballad into another...."
Nevertheless, most texts I have seen, assigned by various editors to Child 209 but collected outside of Scotland, are a version of "George of Oxford." In the following discussion only the 14 Child references are considered "Geordie" and 11 GreigDuncan2 #249 references are examined but used only to add information to the "ch" table entries; "Georgie" is 13 texts: Broadwood, English Traditional Songs and Carols (London, 1908), pp32-33 (1 text); Bodleian broadsides Harding B 11(1797), Bodleian Harding B 25(488), Bodleian Harding B11(2297) (3 texts); Davis-Ballads 39 A-D (4 texts); Randolph/Cohen, pp. 52-53 (1 text); H.M. Belden, "Old-Country Ballads in Missouri. 'Geordie'" in The Journal of American Folklore, Vol. XX, No. 79 (Oct-Dec 1907 (available online by JSTOR)), pp. 319-320 (1 text); Creighton/Senior, pp. 73-75 A-C (three texts). "George of Oxford" is shown as "Oxford" and "George Stoole" is shown as "Stoole." For all texts cited the verse is indicated [for example, v10 is verse 10] to help keep the sequence of the text in mind.
Separating the elements shared among "George Stoole," "George of Oxford," versions of Child 209, and later versions of what I consider "Georgie" is not quite so straightforward.

Riccardo Venturi - 2021/2/2 - 22:49


Rocco Rosignoli parla (e canta) di Geordie

Riccardo Venturi - 2021/4/15 - 01:00




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