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La mia terra

Diodato
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La mia terra


Diodato ha pubblicato La mia terra, brano che va a celebrare le sue origini tarantine unendo storia attuale e mito della fondazione della città. Un racconto popolare e intenso pervade la canzone, legata al senso di appartenenza per la propria terra.

Il brano è scritto da Diodato stesso e prodotto dal cantautore insieme a Tommaso Colliva. Si tratta della canzone originale di Palazzina Laf, film d’esordio da regista di Michele Riondino. Uscirà nelle sale italiane il 30 novembre ed è già stato presentato in occasione del Festival del Cinema di Roma.

Il film stesso è ambientato a Taranto nel 1997 e si ispira a fatti realmente accaduti che riguardano la Palazzina Laf (acronimo di Laminatoio a freddo). Era un reparto dell’acciaieria dove venivano confinati e mobbizzati gli impiegati che si opponevano al declassamento. Protagonista è un operaio, Caterino (interpretato dallo stesso Riondino), che si ritroverà ad affrontare l’inferno della Palazzina Laf.
Diodato. Il tributo a Taranto in "La mia terra"
Pioggia, pioggia che cade
Pioggia che cade e che batte sul viso
Pioggia che cade senza preavviso
Mi desta dal sogno
Pioggia che cade da un cielo sereno
In queste lacrime a ciel sereno
C'è un destino segnato
La mia terra ho trovato

Terra, su questa terra
Per questa terra faremo la guerra
E questa terra non avrà più pace se non nella guerra
Terra di fuochi e di mare
Terra di sangue e di sale
Rossa di minerale
Tra scirocco e maestrale

Eppure amore mio
Non si è mai spezzato
Questo sogno fatato
Che ci tiene legati con tutto l'amore alla terra
Che non abbiamo difeso
Ed ora è un campo minato
Su cui crescono fiori bellissimi

Guerra, fumo di guerra
Fumo di guerra che colora il cielo
Fumo che ha ucciso il mio cuore sereno
Ma è sempre più nero
Fumo che mangia il futuro
Che ogni respiro scongiuro
Ai tamburi si afferra
Su un ritmo di guerra

Eppure amore mio
Non si è mai spezzato
Questo sogno fatato
Che ci tiene legati con tutto l'amore alla terra
Che non abbiamo difeso
Ed ora è un campo minato
Su cui crescono fiori bellissimi

21/11/2023 - 18:55


6/12/2023 - 12:22


L'ILVA - Riondino - La Russa

Giovedì 2 maggio al mio cineforum "Il posto delle fragole" Proietteremo il film Palazzina Laf di Michele Riondino per cui Diodato ha scritto questa bellissima canzone.
Diodato collabora con Michele Riondino alla realizzazione del concertone Uno maggio di cui ho postato approfondimenti di questo 2024 al link di questo sito della canzone "primo maggio" dei Marlene Kuntz

è un festival musicale che dal 2013 è organizzato annualmente in occasione della Festa dei lavoratori a Taranto dall'Associazione di Promozione Sociale Comitato Cittadini e Lavoratori Liberi e Pensanti. (nata nel luglio 2012 per accendere i riflettori sui problemi di Taranto legati all'Ilva e all'inquinamento) Viene anche definito concertone per via della sua durata, dal primo pomeriggio sino a tarda notte, o più sporadicamente controconcerto data la concomitanza col Concerto del Primo Maggio di Roma.

Il 25 aprile Michele Riondino sulla sua pagina Facebook ha pubblicato una foto di Ignazio La Russa che depone fiori all'immagine del Duce, l'ha postata capovolta, il che ha scatenato accuse di vilipendio alle istituzioni, oggi una volta suscitata l'attenzione l'ha ripostata dritta per vedere se il dibattito continua.
Riondino come Scurati è uno dei purtroppo pochi uomini di cultura che si espongono.

Riondino La Russa


dal sito di OPEN

«Un pareggiamento di conti». Così l’attore e regista Michele Riondino definisce il suo post su Instagram all’indomani della polemica che ha sollevato per aver pubblicato una vecchia foto capovolta del presidente del Senato Ignazio La Russa, ritratto accanto ad un’immagine di Benito Mussolini. Il post è stato pubblicato lo scorso 25 aprile, ma solo in questi giorni ha iniziato a far discutere. In un’intervista a Il Fatto Quotidiano oggi replica alle polemiche.

«Mettiamola così: chiedo scusa. Ma vediamo chi c’è in quella foto, e cosa vi avviene. Il presidente del Senato, seconda carica dello Stato, si dichiara anti-antifascista. E dunque è anti-Costituzione», commenta l’attore. Nel post diventato virale scriveva che «la cosa veramente divertente è che c’è stato un tempo in cui i fascisti erano più autentici, più spavaldi, erano leoni, anche se solo per un giorno. […] Oggi invece hanno paura di definirsi e […] tradiscono la loro identità giurando sulla costituzione antifascista». E su questo non ha dubbi Riondino, il quale non teme le ideologie, e anzi sottolinea quanto siano importanti.

«Il governo boicotta economicamente la cultura e l’arte»

«Io sono per le ideologie. Se credi in una parte, devi esserne orgoglioso fino in fondo. Avere il coraggio di rivendicarne l’adesione. Era mia intenzione che quel primo post si notasse», dice a colloquio con Stefano Mannucci. «Se le mie parole sono diventate virali solo ora, questo è funzionale al tentativo di mettere in cattiva luce gli antifascisti dopo il 25 aprile. Un pareggiamento di conti», prosegue. «Come – precisa – quello che induce alcuni a giustificare Israele dopo gli attacchi di Hamas». Come artista crede nella necessità di dover esporsi, ma non può fare a meno di riconoscere che sono sempre gli stessi a farlo. Eppure, ci tiene a sottolineare, «ce ne sono di cose di da denunciare». Sul fronte del cinema, ricorda che per la cerimonia del David diversi artisti andranno al Quirinale da Mattarella. «Ascolteremo la solita tiritera del governante di turno che elogerà la nostra filiera. Peccato che il ministro della cultura abbia ribadito sin dal primo giorno di voler tagliare: senza “tax credit” perderemo pure le produzioni internazionali intenzionate a lavorare sul nostro territorio», lamenta Riondino. «Altro che censura. Con il boicottaggio economico ridurranno al silenzio la cultura», conclude.

Paolo Rizzi - 28/4/2024 - 15:31




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