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Georges Brassens: Sale petit bonhomme

GLI EXTRA DELLE CCG / AWS EXTRAS / LES EXTRAS DES CCG
Language: French


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Georges Brassens: Le 22 septembre
(GLI EXTRA DELLE CCG / AWS EXTRAS / LES EXTRAS DES CCG)
Chanson pour l'auvergnat
(Georges Brassens)


brasschat
[1969]
Paroles et musique de Georges Brassens
Testo e musica di Georges Brassens
Lyrics and Music by Georges Brassens
© Editions musicales 57

arging


Oggi è il 16 novembre 2007. Dieci anni fa, il 16 novembre 1997, moriva mio padre; bisogna che lo dica subito. Ma questa canzone non è una dedica soltanto a lui; è qualcosa di totalmente indefinibile. Perché precisamente oggi, 16 novembre 2007, in qualche modo mi cambia la vita. Ho passato 44 anni e rotti a giro per il mondo e, più che altro, per case altrui. Case improvvisate, case di grandi e piccoli amori, case dove pensavo di rimanere pochi giorni e dove a volte sono rimasto degli anni, case dove pensavo di rimanere per anni e dove invece sono rimasto lo spazio d'un alito in un vetro. Case. Per tornare poi quasi sempre in quella, appunto, di mio padre e di mia madre, che non è mai stata veramente mia. Da oggi, invece, sembra che finalmente ci sia un luogo, un oltremodo bizzarro luogo in riva a un fiume e infilato in una specie di piccolo mondo autonomo, dove andrò a sistemare tutte le mie singolarità, le mie bilie saltellanti, i miei libri astrusi, i miei ricordi, la futura gatta nera che si chiamerà Emma Goldman de Kahlo e tutto il resto del mio ambaradàn. Un piccolo loft dal quale, ovviamente, in futuro proverranno anche le CCG; praticamente in mezzo a un campo sportivo amatoriale, di periferia, accanto a una strada nel cui antichissimo (pampálaios) nome di Torcicoda si intravedono movenze feline, e in un quartiere che si chiama Isolotto. Questo è quanto; e allora ci vuole un gesto assolutamente scaramantico, iniziatico, una cosa mai fatta.

salepetitInserire questa canzone. Si tratta di una canzone triste e terribile; quando Brassens ci si metteva, ne sapeva scrivere di simili. E' la canzone che mi sono sempre rifiutato di inserire, qui o altrove. La canzone che, spesso, mi sono imposto di non ascoltare. Oggi lo faccio, in una giornata in cui sono comprensibilmente felice come sa essere felice chi è alla vigilia di un passo importante nella propria vita. Felice e anche un po' spaventato, ma di quello spavento che vuol dire che si anela al mare ma non lo si teme (anche se in questo caso il mare è rappresentato da un fiume; ma il fiume va comunque al mare, e se mi ci butto dentro e mi lascio portare…)

Magari qualcuno si potrebbe chiedere perché in una giornata così particolare, per mille motivi, in cui la felicità si mischia indissolubilmente alla tristezza di un ricordo ed all'assenza di una persona cara, io abbia deciso di far vedere questa canzone che è stata finora una sorta di tabù, di cosa da evitare se non addirittura da rimuovere. Ma ogni tanto è bene farli saltare, i tappi. Oggi salta pure questo, a mo' di viatico. Ne resta soltanto uno, a sua volta rappresentato da una canzone; ma quella è già prenotata, per quando sarà il suo momento. Mi preparo ad un'altra traduzione che mi costerà parecchio, fischietto e m'infilo nel passaggio temporale verso questo mondo vicinissimo e lontanissimo. Attenzione: ne sconsiglio caldamente la lettura e l'ascolto a chi sta male per amore; oppure, a scelta, la lettura e l'ascolto glieli raccomando per provare a spingere oltre la propria resistenza e, per squisito contrappasso o per autentica terapia d'urto, il proprio ottimismo. E ci vuole un'altra doverosa dedica, forse: questa canzone è anche per Virginia Woolf. She knows why. [RV]
Sale petit bonhomme, il ne portait plus d'ailes,
Plus de bandeau sur l'œil et d'un huissier modèle,
Arborait les sombres habits
Dès qu'il avait connu le krach, la banqueroute
De nos affaires de cœur, il s'était mis en route
Pour recouvrer tout son fourbi.

Pas plus tôt descendu de sa noire calèche,
Il nous a dit : "je viens récupérer mes flèches
Maintenant pour vous superflu's. "
Sans une ombre de peine ou de mélancolie,
On l'a vu remballer la vaine panoplie
Des amoureux qui ne jouent plus.

Avisant, oublié', la pauvre marguerite
Qu'on avait effeuillé', jadis, selon le rite,
Quand on s'aimait un peu, beaucoup,
L'un après l'autre, en place, il remit les pétales;
La veille encore, on aurait crié au scandale,
On lui aurait tordu le cou.

Il brûla nos trophé's, il brûla nos reliques,
Nos gages, nos portraits, nos lettres idylliques,
Bien belle fut la part du feu.
Et je n'ai pas bronché, pas eu la mort dans l'âme,
Quand, avec tout le reste, il passa par les flammes
Une boucle de vos cheveux.

Enfin, pour bien montrer qu'il faisait table rase,
Il effaça du mur l'indélébile phrase :
"Paul est épris de Virginie. "
De Virgini', d'Hortense ou bien de Caroline,
J'oubli' presque toujours le nom de l'héroïne
Quand la comédie est finie.

"Faut voir à pas confondre amour et bagatelle,
A pas trop mélanger la rose et l'immortelle,
Qu'il nous a dit en se sauvant,
A pas traiter comme une affaire capitale
Une petite fantaisie sentimentale
Plus de crédit dorénavant. "

Ma mi', ne prenez pas ma complainte au tragique.
Les raisons qui, ce soir, m'ont rendu nostalgique,
Sont les moins nobles des raisons,
Et j'aurais sans nul doute enterré cette histoire
Si, pour renouveler un peu mon répertoire
Je n'avais besoin de chansons.

Contributed by Riccardo Venturi - 2007/11/16 - 16:16




Language: Italian

Versione italiana di Riccardo Venturi
16 novembre 2007

Le huissier.
Le huissier.
STRONZO D'OMETTO

Quello stronzo d'ometto non aveva più le ali,
niente più occhio bendato, ostentando il vestito scuro
d'un ufficiale giudiziario come si deve.
Da quando aveva saputo del crac, della bancarotta
dei nostri affari di cuore, si era messo in cammino
per recuperare tutte le sue carabattole.

Non appena sceso dal suo nero calesse
ci ha detto: "Vengo a ripigliarmi le mie frecce
che ora a voi non servon più."
Senza un'ombra di pena o di malinconia
l'han visto rimpacchettare la vana panoplìa
degli innamorati che non giocano più.

Quando ha scorto la povera margherita dimenticata
che un tempo, secondo il rito, avevamo sfogliata
quando ci si amava un po' o molto di più
uno dopo l'altro le ha rinfilato i petali,
ancora il giorno prima avremmo gridato allo scandalo,
gli avremmo proprio torto il collo.

E ci bruciò i trofei, ci bruciò le reliquie,
i pegni ed i ritratti, le lettere idilliache,
e il fuoco ci ebbe un bel daffare.
E io son stato zitto, senza morte nel cuore
quando con tutto il resto ha passato nel fuoco
una ciocca dei tuoi capelli.

Infine, per mostrar bene di far tabula rasa
ha cancellato dal muro l'indelebile frase:
"Paolo è cotto di Virginia",
Virginia, Ortensia oppure, chissà, era Carolina,
dimentico quasi sempre il nome dell'eroina
quando la commedia è finita.

"Badate a non confondere amore e bagattella,
a non mischiare troppo la rosa al sempreverde",
questo ci ha detto andando via,
di non trattare come una questione capitale
una piccola e semplice fantasia sentimentale
non si fanno più crediti d'ora in poi.

Amore mio, non prendere sul tragico il mio lamento
ché i motivi per cui stasera, mi sento nostalgia
sono i meno nobili che ci siano.
Senz'altro l'avrei sepolta questa storia
se per rinnovare un po' il mio repertorio
non avessi avuto bisogno di canzoni.

2007/11/16 - 16:45




Language: Italian

Versione italiana di Simone Viburni ("Geordie 78") [2009]

Quello stronzo d'ometto

Quello stronzo d'ometto non aveva più ali,
Un occhio bendato, e come i grandi ufficiali
Sfoggiava un bel vestito scuro.
Informato del crack, del fallimento
Dei nostri affari di cuore, ci mise un momento,
Prese le sue cose e se ne andò.

Non appena sceso dal suo nero calesse,
Disse: “Son qui a riprendere queste mie frecce
Che, tanto, a voi non servon più.”
Senza un'ombra di pena o di malinconia
Rimpacchettò di corsa la vana panoplìa
D'amori che non giocan più.

Abbandonata vide la triste margherita
Che un tempo si sfogliava, cosa consueta,
Perché si amava un po' di più.
Petalo a petalo, la ricompose in fretta,
Che, solo ieri, avremmo giurato vendetta,
A calci in culo preso su.

Così bruciò i trofei e le nostre reliquie,
Promesse, ritratti, lettere idialliache,
Il fuoco ebbe un gran da far.
Io restavo in silenzio, il cuore di ghiaccio,
Non si scompose quando, come uno straccio,
Vide i capelli tuoi bruciar.

Per fare infin di noi due tabule rase,
Dal muro cancellò l'indelebile frase:
“Paolo è cotto di Virginia”.
Di Virginia, Ortensia, era forse Carolina,
Dimentico quasi sempre il nome dell'eroina
Quando la commedia va a finir.

“Badate a non confondere amore e bagattella,
Al sempreverde mischiare la rosa più bella.”,
Questo ci disse e se ne andò.
“Non trattate come fosse un affare capitale
La più piccola fantasia sentimentale,
Ché credito più non farò.”

Amore, questo lamento non è poi fatale,
Il motivo per cui sa di sentimentale
È la meno nobile delle ragioni.
Non ho rivangato questa triste storia,
Non cerco allori o facile gloria:
Ma ho pur bisogno di canzoni.

Contributed by Riccardo Venturi - 2022/1/12 - 18:34


..e questa è l'unica e a mio parere decisamente ben riuscita, versione cantata in italiano e si trova sul secondo CD omaggio di Alberto Patrucco a Georges Brassens "Segni (e) particolari".
Flavio Poltronieri



MP3 Downloads Alberto Patrucco E Andrea Miro' - Perfido Cup

Flavio Poltronieri - 2014/4/8 - 20:46




Language: Russian

La versione russa di Aleksandr Avanesov, da brassens.ru
ГАДКИЙ КОРОТЫШКА

Без крыльев на спине, со счетами под мышкой
Не голенький пострел, а гадкий коротышка
Нам деловой нанёс визит
Прознавши о банкротстве дел сердечных наших
Он прикатил на дрогах, холоден и важен,
Чтобы забрать свой реквизит

Переступив порог, он принялся за дело
"Во-первых - заявил - верните мои стрелы!
Какой теперь от них вам прок."
Смотрели мы без скорби, не чиня помехи
На то как он любви ненужные доспехи
В свой упаковывал мешок

Пошарив по углам, нашел он все детали
Ромашки, по какой мы некогда гадали,
И стал при нас её латать
Явись еще вчера он рисковал немало
Он встретил бы отпор, не избежал скандала
По шее мог бы схлопатать

Чтоб сор не выносить, он стал сжигать в камине
Записочки, стихи и прочие святыни
Нашей идиллии былой
Я бровью не повел, когда порывшись в хламе
Он вдруг извлёк на свет и, размахнувшись, в пламя
Швырнул ваш локон золотой

Бродя по дому с тряпкой как-бы между делом
Стирал со стен он надпись сделанную мелом
"Поль без ума от Виржини"
От Виржини, Ортанс или от Каролины
Увы, лишь кончен фарс, как имя героини
Я забываю, черт возьми

Собравшись уходить, он бросил нам с угрозой:
"Не смейте никогда бессмертник путать с розой
К вам нет доверия теперь."
"Нельзя - добавил он - свой бред сентиментальный
Подолгу выдавать за труд фундаментальный",
И за собой захлопнул дверь

Не ностальгия мной владеет, дорогая
Хоть прошлое горит не очень-то сгорая
Не возродить под пеплом жар
Я вспомнил о любви и о её кончине
Всего лишь под одной весьма простой причине:
Чтоб обновить репертуар

Contributed by Riccardo Venturi - 2007/12/13 - 14:20




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