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L'atto isolato

La Kattiveria
Lingua: Italiano


La Kattiveria

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Era un giorno come tanti della stagione d'autunno
(La Kattiveria)


2006
Dove vola l'avvoltoio
avvoltoio

La Kattiveria crew nasce nel 2000 a Reggio Emilia, nel 2006 autoproduce l’album “Dove vola l’avvoltoio”, ricco di riferimenti storici e letterari, sin dal titolo. I componenti sono Murubutu, U.G.O, Yanez Muraca, Il tenente e Dj Gamon che con stili ed espedienti diversi cercano un equilibrio, con il cuore e le orecchie, tra la pianura padana e i ghetti degli Usa.

La canzone “L’atto isolato” racconta di quel giorno in cui Gaetano Bresci arrivò a Monza, per portare a termine il suo obbiettivo.
Il brano ci fa immergere tra la folla, accorsa al passaggio del monarca, e nel flusso dei versi ci infiliamo nella testa di Bresci, tra i suoi desideri, le sue ansie e la sua determinazione.
Tra gli interrogativi di Bresci proposti da Murubutu risuona l’eco della valutazione di Luigi Galleani sugli attentati anarchici: “Morto un re se ne fa un altro. Vero. Ma il re che la corona raccoglie nel sangue del padre impara la prudenza, la moderazione, la saviezza”. Il flusso di parole ribollenti dalla mente di Bresci ci fa fare un salto nel futuro di 25 anni. Mentre Gaetano si convince a sparare, prevede il gesto del suo successore antifascista.
L’anarchico Lucetti nel 1926 ricorrerà ad una granata per recidere la testa del fascismo, mirando a Mussolini, capo del governo mentre regnava l’erede del Savoia assassinato.

Ne “L’atto isolato” la strumentale riprende “Morire” dei CCCP – Fedeli alla Linea. La crew reggiana campiona i loro concittadini che suonavano “Punk filosovietico e musica melodica emiliana”.

Cogliere questa citazione della base permette di immaginarsi un’assonanza tra le parole e gli argomenti de “L’atto isolato” con quelli di “Morire”. Nel pezzo inciso in “Compagni, cittadini, fratelli, partigiani” del 1985 i CCCP riuscivano a condensare in poche parole l’essenza del capitalismo miscelandola alle lodi a Mishima e Majakovskij, due poeti che hanno ben poco in comune a parte i loro celebri suicidi. Negli anni simbolo del riflusso in cui imperava il “Produci, consuma, crepa!”, i punk reggiani filosovietici esaltavano il gesto estremo contro le proprie esistenze messo in atto dai due intellettuali, anche contro le società in cui vivevano. Due personaggi che avevano deciso di farla finita quando il Sol Levante e quello dell’Avvenire avevano iniziato a tramontare. Tutti questi appunti e riflessioni sulla morte nel brano di “Dove vola l’avvoltoio” potrebbero riferirsi al Re ucciso per vendetta di tutti gli affamati repressi nel sangue. Ma il cortocircuito creato nell’utilizzo del sample del brano dei CCCP per la base di un pezzo dedicato a Bresci, da doppio potrebbe anche triplicare. Più che sulla morte del monarca potrebbe farci soffermare sul “suicidio” di Bresci. Condannato all’ergastolo l’anarchico verrà infatti ritrovato impiccato nella sua cella, ma molti particolari e incongruenze faranno pensare ad una esecuzione. Un regicida non avrebbe potuto cavarsela diversamente.
umanitanova.org
Ah, ah, listen man, my man
Ah, ah, ehi yo
Ah, caso mai sul flow, eh-ehi, ehi, qua com'è

Ne detengo il gene e il germe che geme, il seme che germina
Rigetto il regime e le regine che genera
Dall'ancella più acerrima fino alla cella più gelida
Dai patti di Ginevra (Ehi) fino ai fatti di Genova, cala
Il gelo, qua il cielo mescola grigio e viola
La folla aspetta il capo di stato, qualcuno si annoia
Qualcuno aspetta da qualche ora, chi per la repubblica
Per una supplica (Ehi), io aspetto che muoia, ora
Spetta a lui perché oggi è il suo turno
C'è il clima umido e il cielo plumbeo delle giornate d'autunno, penso:
"Cambio la legge del più forte", mi aggiro fra i tanti, ogni tanto mi asciugo la fronte
Confuso qui tra mille lingue e mille tinte
Niente farse o finte o false piste, non finge 'sta lince
Immobile secondo il codice, sfioro col pollice
La mia sette virgola sessantacinque (Ehi), è dal
Settantacinque che tendo il nervo
Ora è giusto che cada sotto i colpi del mio ferro
Potrei anche sbagliare ma non posso concedermelo
Mi chiedi se ho paura? (Io ho paura di chiedermelo)

Dirò sì se deciderò (Mi sa che)
Sì a chi non deluderò (Mi sa che)
Chi a chi quando sparerò, quando sparirò, quando espatrierò (Mi sa che)
Dirò sì se deciderò (Mi sa che)
Sì a chi non deluderò
Chi a chi quando sparerò (Ehi yo), quando sparirò, quando espatrierò (Eh-ehi)

Ma quale significato dato all'atto isolato
Forse è solo un altro mito, un altro scatto, un altro stato, forse
Un altro strato, forse è solo l'assolo isolato
Di chi è stato troppo solo su un solo lato, raggiungo
Un altro isolato vivo l'istante distante
Prossimo al colpo, in corpo mille domande
Lo faccio forse per una classe che piange?
Acquista giudizio un regnante che raccoglie lo scettro nel sangue?
Io non so my man, qua intanto cala la luce
La notte incombe e penso alle bombe di Lucetti contro il Duce
Controluce, decido, miro e tiro
Tre colpi di revolver del Bresci su re Umberto I
La folla s'ammassa, la massa si schiaccia, la piazza s'accalca
All'arrivo dell'auto mi alzo, rintraccio la faccia
Ora è pronto il colpo, il corpo è sciolto
'Sta canna incanta se canta, non manca molto al punto d'incontro
Ricordo tutta la mia vita sino a qui (Sì)
Se dirò sì al clic dell'ora X, è eclissi
Non regge più un clic né la legge di Lynch, ma io
Dirò sì, so che dirò sì

Dirò sì se deciderò (Mi sa che)
Sì a chi non deluderò (Mi sa che)
Chi a chi quando sparerò, quando sparirò, quando espatrierò (Mi sa che)
Dirò sì se deciderò (Mi sa che)
Sì a chi non deluderò
Chi a chi quando sparerò (Ah), quando sparirò, quando espatrierò (Ehi yo) (Eh-ehi)

inviata da Dq82 - 2/9/2023 - 13:01




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