Contributed by Riccardo Gullotta - 2023/8/8 - 13:07
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Film / Movie / Elokuva:
Peter Kuran
Trinity and Beyond: The Atomic Bomb Movie
Music / Musica / Musique / Sävel:
William T. Stromberg
Il Ragazzino e il Grassone
Occorre fare chiarezza: è, e rimarrà, impossibile determinare il numero preciso delle vittime di Hiroshima e Nagasaki causate dalle esplosioni delle atomiche nel 1945. Ci si può affidare soltanto alle stime e prendere atto di una dura realtà: esse divergono in rapporto 1:2. Le stime effettuate negli anni ’40 dall’esercito degli Stati Uniti indicano in 70mila i morti a Hiroshima e 40mila a Nagasaki, mentre le successive del 1977 effettuate da scienziati antinucleari si attestano su 140mila e circa 70mila. Non si tratta di errori di una valutazione unica ma di due valutazioni diverse condotte con criteri e presupposti non sovrapponibili. Come se non bastasse, la quantificazione dei decessi posteriori é soggetta a incertezze ancora maggiori, in relazione alle valutazioni sulla durata dell’effetto delle radiazioni ionizzanti.
Ciò premesso, le implicazioni etiche non cambierebbero anche se le cifre fossero di un ordine di grandezza inferiori alle stime più prudenti. Un fatto è certo: il bombardamento di Hiroshima è stato un crimine di guerra in base allo jus in bello riconosciuto e accettato. Infatti la Convenzione dell’Aja , sottoscritta dagli Stati Uniti, all’art. XXV stabiliva: “The attack or bombardment, by whatever means, of towns, villages, dwellings, or buildings which are undefended is prohibited.”
Stupisce la relativa facilità con cui fonti anche autorevoli danno conto di cifre perfino accurate all’unità senza precisare che si tratta di stime non condivise da tutti. Stupiscono anche le giustificazioni sull’uso della bomba atomica che avrebbe risparmiato “un milione” di vite riferendosi alla strategia alternativa di invadere il Giappone. A prescindere dai se e dai ma, inevitabili in un dibattito complesso anche per mancanza di dati oggettivi, basterebbe una sola considerazione per rendere ragione: l’operazione Olympic propedeutica all’invasione era stata pianificata per iniziare a Novembre 1945, l’operazione massiccia Coronet era stata pianificata per Marzo 1946. Insomma c’era tempo per trattare le condizioni di resa dei giapponesi e piegare l’ala dura dei comandi militari giapponesi.
Il fatto è che l’Amministrazione statunitense aveva già deciso formalmente di impiegare le bombe atomiche da tempo. Nel Maggio 1945 era stato costituito l’Interim Committee, un gruppo segreto formato dal Segretario alla guerra H.Stimson, dal Segretario di Stato J.Byrnes, rappresentante personale del presidente Truman e altri sei membri tutti al vertice di istituzioni. Si riporta di seguito la clausola al para. 6 del verbale di riunione del 1 Giugno 1945:
Mr. Byrnes recommended , and the Committee agreed , that the Secretary of War should be advised that, while recognizing that the final selection of the target was essentially a military decision, the present view of the Committee was that the bomb should be used against Japan as soon as possible; that it be used on a war plant surrounded by workers' homes; and that it be used without prior warning. It was the understanding of the Committee that the small bomb would be used in the test and that the large bomb (gun mechanism) would be used in the first strike over Japan.
Dal documento Interim Committee Meeting 1 June 1945 si nota anche la presenza dei vertici di noti gruppi industriali.
Mentre parecchi studiavano soluzioni per spingere i giapponesi alla resa senza ricorrere ad armi di distruzione di massa, mentre i giapponesi cercavano di coinvolgere l’Unione Sovietica a mediare per una resa non incondizionata (ignari del fatto che tutti i messaggi diplomatici giapponesi venivano sistematicamente decrittati), quelli che contavano avevano già deciso di impiegare le bombe atomiche già due mesi prima della Dichiarazione di Potsdam.
Evidentemente i vertici dell’Amministrazione statunitense avevano fretta di imporre la resa incondizionata, di prendere le distanze dall’Unione Sovietica e affermare la supremazia militare nel mondo. Si veda in proposito il para.7 Psychological factors nel Target Committeee Meeting del 12 Maggio 1945.
Caratteristiche delle prime atomiche
Little Boy e Fat Man erano diverse per tipo di materiale fissile e tecnologia.
Little Boy era una bomba a detonazione balistica, detta anche a inserimento. Un proiettile di uranio U235 di massa inferiore alla massa critica, 38 kg, veniva sparato contro un bersaglio dello stesso materiale anch’esso di massa sub-critica, di 25 kg. Entrambe le parti erano alloggiati alle estremità di una canna. Quando il proiettile era in prossimità del bersaglio aveva inizio la reazione a catena dato che il congiungimento delle due masse dava luogo alla massa critica
L’uranio venne approvvigionato dalla miniera congolese di Shinkolobwe e in parte dal Colorado. Per inciso il motivo principale per cui gli Usa nel 1965 sostennero il colpo di stato di Mobutu rovesciando il governo di Lumumba fu per evitare che la miniera di Shinkolobwe cadesse sotto l’influenza sovietica.
Una tipica reazione di fissione in grado di produrre una reazione a catena a partire dall’isotopo Uranio 235 è la seguente:
Fat man fu realizzata con un sistema a implosione. Il materiale fissile, costituito da una massa di plutonio-239 di 7 kg, formava una sfera cava alloggiata dentro sfere concentriche di materiali su sui insistevano delle cariche esplosive innescate da detonatori. All’interno della sfera cava era posto un iniziatore in lega polonio-berillio, cioè una sorgente di neutroni. Quando le cariche venivano fatte esplodere il nocciolo si contraeva, la cavità centrale veniva meno con il risultato che il materiale fissile passava ad uno stato di concentrazione doppio, raggiungendo la massa critica. Contestualmente l’iniziatore si attivava e iniziava la reazione a catena.
Una tipica reazione di fissione in grado di produrre una reazione a catena a partire dall’isotopo Plutonio 239 è la seguente: