Quanta gente hai ncontrato ‘n vita tua
Quarcuno è rimasto, quarcuno er vento se l'è portato via
Quelli vicini, pure quanno so' lontani pe' contalli, t'avanzano le dita delle mani
Tutto il resto è distrazione e circostanza, so comparse
Chiamate a fa presenza
Un pugile stanco che ha sempre cercato rogna
E adesso guarda nell'angolo sperando che gettino la spugna
Un campione in bicicletta imbattibile in salita
Che hanno fatto fuori all'ultima volata
Se spengono i riflettori, dopo una serata butta già alcolici e rancori
Hai baciato, te sei abbracciato tutti
Te sei confidato co i peggio farabutti
Barcolli verso casa solo co ’n pensiero
Con chi te chiama da lontano per fatte fa l'urtimo giro
In pista all'ultimo giro se capisce er vincitore
Qua l'ultimo che resta, è quello che c'ha più dolore
Guardi in alto, er cielo nero più remoto
Mai come stavorta te sei sentito dentro il voto
Vorrei salì su una cometa per famme portà via
Con la forza de un reattore alimentato con la malinconia
Guardà tutti dall'arto
Mentre prenne er volo e piagne lacrime de gioia
E nun sentimme più da solo
Soffià su ogni lampione
E fa scenne er sipario
Tutta l'aria che c'ho ‘n petto
Famme esprime un desiderio
Ma è strana sta vita fatta de dolore e speranza
Un momento sei finito e un artro sei il re della danza
A centro pista con tutti gli occhi che te stanno addosso
Stasera nun c'è storia
T'è entrato pure er meglio passo
Vestito de tutto punto, pulito e improfunato
Faresti innamorà tutte le donne che hai desiderato
Ma sta vita è un attimo a finì sur pavimento
Ammirazione e disprezzo so lo stesso sentimento
Sei stato tutto e nun sei stato gnente
E mo vivi pe strada e parli co un passante
Per le cose che hai racconti hai vissuto mille vite
Nelle righe delle mani vedo quante ne hai passate
Con la pioggia de tempesta semo stati benedetti
Dar foco della vita semo stati maledetti
Vorrei salì su una cometa per famme portà via
Con la forza de un reattore alimentato con la malinconia
Guardà tutti dall'arto
Mentre prenne er volo e piagne lacrime de gioia
E nun sentimme più da solo
E mo che dall'arto hai visto tutto
Vorresti sartà, ritornà de sotto
Abbraccià la prima persona che passa de là
Guaddalla nell’ occhi, e dije che je la potemo fa
Vorrei salì su una cometa pe famme portà via
Con la forza de un reattore alimentato con la malinconia
Guardà tutti dall'arto
Mentre prenno er volo , cammin finché sorge il sole
Nessuno sta da solo
Soffià su ogni lampione
E fa scenne er sipario
Tutta l'aria che c'ho ‘n petto
Famme esprime un desiderio
Quarcuno è rimasto, quarcuno er vento se l'è portato via
Quelli vicini, pure quanno so' lontani pe' contalli, t'avanzano le dita delle mani
Tutto il resto è distrazione e circostanza, so comparse
Chiamate a fa presenza
Un pugile stanco che ha sempre cercato rogna
E adesso guarda nell'angolo sperando che gettino la spugna
Un campione in bicicletta imbattibile in salita
Che hanno fatto fuori all'ultima volata
Se spengono i riflettori, dopo una serata butta già alcolici e rancori
Hai baciato, te sei abbracciato tutti
Te sei confidato co i peggio farabutti
Barcolli verso casa solo co ’n pensiero
Con chi te chiama da lontano per fatte fa l'urtimo giro
In pista all'ultimo giro se capisce er vincitore
Qua l'ultimo che resta, è quello che c'ha più dolore
Guardi in alto, er cielo nero più remoto
Mai come stavorta te sei sentito dentro il voto
Vorrei salì su una cometa per famme portà via
Con la forza de un reattore alimentato con la malinconia
Guardà tutti dall'arto
Mentre prenne er volo e piagne lacrime de gioia
E nun sentimme più da solo
Soffià su ogni lampione
E fa scenne er sipario
Tutta l'aria che c'ho ‘n petto
Famme esprime un desiderio
Ma è strana sta vita fatta de dolore e speranza
Un momento sei finito e un artro sei il re della danza
A centro pista con tutti gli occhi che te stanno addosso
Stasera nun c'è storia
T'è entrato pure er meglio passo
Vestito de tutto punto, pulito e improfunato
Faresti innamorà tutte le donne che hai desiderato
Ma sta vita è un attimo a finì sur pavimento
Ammirazione e disprezzo so lo stesso sentimento
Sei stato tutto e nun sei stato gnente
E mo vivi pe strada e parli co un passante
Per le cose che hai racconti hai vissuto mille vite
Nelle righe delle mani vedo quante ne hai passate
Con la pioggia de tempesta semo stati benedetti
Dar foco della vita semo stati maledetti
Vorrei salì su una cometa per famme portà via
Con la forza de un reattore alimentato con la malinconia
Guardà tutti dall'arto
Mentre prenne er volo e piagne lacrime de gioia
E nun sentimme più da solo
E mo che dall'arto hai visto tutto
Vorresti sartà, ritornà de sotto
Abbraccià la prima persona che passa de là
Guaddalla nell’ occhi, e dije che je la potemo fa
Vorrei salì su una cometa pe famme portà via
Con la forza de un reattore alimentato con la malinconia
Guardà tutti dall'arto
Mentre prenno er volo , cammin finché sorge il sole
Nessuno sta da solo
Soffià su ogni lampione
E fa scenne er sipario
Tutta l'aria che c'ho ‘n petto
Famme esprime un desiderio
Contributed by Riccardo Gullotta - 2023/4/17 - 08:32
@Riccardo Gullotta, ti premetto che questa canzone mi piace tantissimo, già da quando il muro la presentava dal vivo, ancora prima di pubblicare il disco. Però mi sfugge perché sia una CCG/AWS
dq82 - 2023/4/17 - 14:36
@dq82 : essere o non essere
Sono lieto che la canzone ti piace. Vengo alla tua perplessità.
La questione si ripropone periodicamente, è un buon segno: vuol dire che il sito vive una realtà densa e matura tale da non assoggettarsi a schematismi rigidi. Naturalmente ciò non accade a caso, riflette un modo di approcciare gli eventi. Anche i criteri guida delle selezioni non sono assoluti. Per fortuna non ci siamo ancora consegnati agli algoritmi e alla AI in veste di arbitro. Sarebbe la fine. Il che non vuol dire che si recita a soggetto e ognuno fa quel che gli pare: vuol dire semplicemente restituire e riconoscere il ruolo fondamentale dell’interpretazione. Non deve sorprendere che le valutazioni su un’opzione siano diverse: significa che è attivo un pluralismo che è il sale per chi vuole porsi in relazione con gli altri senza prevaricare.
Ciò premesso, alcuni passaggi dei critici riportati nell’introduzione potrebbero agevolare la lettura della canzone in linea con le tematiche del sito. Il malessere sociale, le condizioni di disagio collettive, certe lacerazioni esistenziali non hanno una dimensione conflittuale? Qualche anima bella potrebbe obiettare che sono conflitti senza divisa o non sufficientemente cruenti. Ecco, io non la penso così. Sono facce, non interscambiabili, della stessa medaglia. Peraltro tante canzoni nel sito sfuggono a regole ferree e al “tasso di CCG” conclamato, e non a caso per fortuna.
Proprio in virtù di quanto ho argomentato prima non posso certo sostenere che il mio “sentire” sia più “esatto” o giusto di chi la pensa diversamente. Si tratta di sensibilità diverse e, ripeto, non è detto che una visione sia più giusta dell’altra. Altrimenti non ci sarebbe un pluralismo sostanziale ed efficace, ma soltanto temporaneo sino a raggiungere l’omologazione e quindi la fine del pluralismo.
Ci sarebbero parecchie altre considerazioni, ma non voglio annoiarti. Mi limito ad una sola: hai fatto caso che i criteri di selezione di CCG sono cambiati nel tempo? Non potrebbe essere diversamente dati i cambiamenti epocali di questi anni e l’evoluzione storico-sociale dei selettori, espressione della realtà in cui viviamo.
So bene che ti starai chiedendo se le mie considerazioni rischiano di rimanere astratte, insomma se sono l’anticamera del casino. No, nei casi limite basterebbe esporre le motivazioni a supporto della richiesta di selezione. Come ho avuto occasione di dire tempo fa, non è detto che una canzone che parli di armi, fucili e bombe meriti senz’altro di essere inserita così come una canzone può non parlare di morti violente e di contrapposizioni alla ribalta mediatica ed essere letta in chiave opportuna e contestualizzata.
Naturalmente non penso che tu muterai adesso il tuo modo di percepire, ma confido che almeno qualche considerazione tra quelle esposte possa offrirti lo spunto per una riflessione, anche se molto meno di quanti te ne potrebbe dare DQ , el Ingenioso Hidalgo.
ciao
Sono lieto che la canzone ti piace. Vengo alla tua perplessità.
La questione si ripropone periodicamente, è un buon segno: vuol dire che il sito vive una realtà densa e matura tale da non assoggettarsi a schematismi rigidi. Naturalmente ciò non accade a caso, riflette un modo di approcciare gli eventi. Anche i criteri guida delle selezioni non sono assoluti. Per fortuna non ci siamo ancora consegnati agli algoritmi e alla AI in veste di arbitro. Sarebbe la fine. Il che non vuol dire che si recita a soggetto e ognuno fa quel che gli pare: vuol dire semplicemente restituire e riconoscere il ruolo fondamentale dell’interpretazione. Non deve sorprendere che le valutazioni su un’opzione siano diverse: significa che è attivo un pluralismo che è il sale per chi vuole porsi in relazione con gli altri senza prevaricare.
Ciò premesso, alcuni passaggi dei critici riportati nell’introduzione potrebbero agevolare la lettura della canzone in linea con le tematiche del sito. Il malessere sociale, le condizioni di disagio collettive, certe lacerazioni esistenziali non hanno una dimensione conflittuale? Qualche anima bella potrebbe obiettare che sono conflitti senza divisa o non sufficientemente cruenti. Ecco, io non la penso così. Sono facce, non interscambiabili, della stessa medaglia. Peraltro tante canzoni nel sito sfuggono a regole ferree e al “tasso di CCG” conclamato, e non a caso per fortuna.
Proprio in virtù di quanto ho argomentato prima non posso certo sostenere che il mio “sentire” sia più “esatto” o giusto di chi la pensa diversamente. Si tratta di sensibilità diverse e, ripeto, non è detto che una visione sia più giusta dell’altra. Altrimenti non ci sarebbe un pluralismo sostanziale ed efficace, ma soltanto temporaneo sino a raggiungere l’omologazione e quindi la fine del pluralismo.
Ci sarebbero parecchie altre considerazioni, ma non voglio annoiarti. Mi limito ad una sola: hai fatto caso che i criteri di selezione di CCG sono cambiati nel tempo? Non potrebbe essere diversamente dati i cambiamenti epocali di questi anni e l’evoluzione storico-sociale dei selettori, espressione della realtà in cui viviamo.
So bene che ti starai chiedendo se le mie considerazioni rischiano di rimanere astratte, insomma se sono l’anticamera del casino. No, nei casi limite basterebbe esporre le motivazioni a supporto della richiesta di selezione. Come ho avuto occasione di dire tempo fa, non è detto che una canzone che parli di armi, fucili e bombe meriti senz’altro di essere inserita così come una canzone può non parlare di morti violente e di contrapposizioni alla ribalta mediatica ed essere letta in chiave opportuna e contestualizzata.
Naturalmente non penso che tu muterai adesso il tuo modo di percepire, ma confido che almeno qualche considerazione tra quelle esposte possa offrirti lo spunto per una riflessione, anche se molto meno di quanti te ne potrebbe dare DQ , el Ingenioso Hidalgo.
ciao
Riccardo Gullotta - 2023/4/17 - 23:20
@Riccardo Gullotta
Sarà che questa canzone è uscita in una fase decisamente down della mia vita, ma, da romano, vedo in questa canzone la romanità più individualista ed indolente (per capirci quella contro cui si scagliano Mamma Roma Addio di Remo Remotti o Roma Maledetta degli stessi muro del canto): mi sento oppresso, represso, ma questo è subito passivamente, senza critica, senza ribellione. Forse è un po' poco per farne una CCG.
Sarà che questa canzone è uscita in una fase decisamente down della mia vita, ma, da romano, vedo in questa canzone la romanità più individualista ed indolente (per capirci quella contro cui si scagliano Mamma Roma Addio di Remo Remotti o Roma Maledetta degli stessi muro del canto): mi sento oppresso, represso, ma questo è subito passivamente, senza critica, senza ribellione. Forse è un po' poco per farne una CCG.
Dq82 - 2023/4/18 - 12:03
@dq82: la libertad
Capisco la tua distanza dalla Roma indolente che si piange addosso. Aggiungiamoci tutti gli altri capi d’accusa di Remo Remotti (ne ha dimenticati tre: i saluti romani, gli stornelli romani,insopportabili, e gli ipocriti “volemose bene” in culo agli altri). Hai osservato che “piace questo aspetto di una Roma disordinata degli anni sessanta, basta vedere un film di Fellini o Pasolini o Monicelli”. In realtà i tre registi non parlano della stessa Roma, ma non è questa la sede per approfondire. Qui basta rilevare che la Roma a cui ti riferisci è praticamente scomparsa e sarebbe il caso di aggiungere che al peggio non c’è fine.
Vedo che insisti nel misurare il tasso di cittadinanza delle canzoni. Debbo perciò entrare nello specifico che avevo volutamente tralasciato nel mio post precedente.
Guardiamo un po’ più da vicino alcune canzoni. Per semplificare e rendere più immediata l’analisi limitiamoci ad alcune dello stesso Muro. Ad esempio “Controvento”:
e stanotte nun m'addormo / me preparerò all'azione /e ve sveglierò domani /quando canterà il cannone
Forse è la parola cannone che fa propendere per lo status della canzone. Per il resto non mi sembra di cogliere differenze sostanziali tra questa e Cometa, con e senza ricorso alla semeiotica.
Altro esempio: “Domani”:
Melommaggino novo er domani / quariréncora dovremo penà / pe girà la carozza ai sovrani / pe fermare sta rota che và
La rota continua ad andare avanti proprio come la cometa continua la sua corsa. Mi permetto di fare una battuta monicelliana sulle due canzoni citate, Controvento e Domani: “Oggi no, domani si”.
Altri esempi? “Se i lupi verranno a bottega” : Verrà sicuro er tempo de morì / Ma nun è adesso e non sarà così”. Come protesta generica non è male; anche in questo caso non mi sembra che ci siano elementi tali da spostare l’ago della bilancia a favore di una canzone e a riprovazione dell’altra. A meno che la suggestione della parola “fucili” alla seconda strofa non sia decisiva per il conferimento della cittadinanza.
Una canzone del Muro merita una considerazione supplementare, “Come tre”. Qui sarebbe facile la battuta che se “er tempo è come er vino” siamo tutti avvinazzati alla grande. Ma non è per questo che l’ho citata. La cito invece per il tuo ottimo commento alla foto postata. Ecco, ti inviterei a rileggere in proposito le mie note riguardo all'interpretazione. Quella foto e quella interpretazione contribuiscono non poco a facilitare la selezione della canzone.
Per ultimo, vero è che non tutte le ciambelle riescono col buco, ma, se dobbiamo dare retta agli autori e ai critici occorrerà pure tenere conto che nella fattispecie si tratta di concept album. Sarebbe quindi opportuno approfondire ammodino la relazione che intercorre tra le canzoni dell’album e il “concept” tanto declamato.
Anche stavolta tralascio altri aspetti, ad esempio l’analisi di canzoni oltre a quelle del Muro, e le possibili relazioni tra le espressioni artistiche e il contesto socio-culturale in cui viviamo. Sull’incidenza della psicologia nelle scelte invece non mi avventuro, è per me un mondo off limits e, in ogni caso, ogni individuo è un universo insindacabile.
Lasciami concludere con un ricordo personale, una battuta carpita al mio professore più di 60 anni fa (lo stesso che diceva che non sapevo scrivere): Quanto ci piace bocciare…!
Anche se con impressioni e opinioni diverse mi ha fatto piacere discutere con te, romano non de Roma come del resto non lo sono io che ci vivo. E’ stato interessante il confronto. A me ha consentito di riflettere sul mio, limitato, contributo al gran bel sito che è CCG. Ne approfitto per ringraziare gli admin , tutti.
Dato che, se non vado errato, il tuo nickname ha a che vedere con Cervantes, concludo con una delle sue massime, dal cap.LVIIII: La libertad, Sancho, es uno de los más preciosos dones que a los hombres dieron los cielos; con ella no pueden igualarse los tesoros que encierra la tierra ni el mar encubre; por la libertad así como por la honra se puede y debe aventurar la vida.
Te saluto (ovvio, non romanamente)
Capisco la tua distanza dalla Roma indolente che si piange addosso. Aggiungiamoci tutti gli altri capi d’accusa di Remo Remotti (ne ha dimenticati tre: i saluti romani, gli stornelli romani,insopportabili, e gli ipocriti “volemose bene” in culo agli altri). Hai osservato che “piace questo aspetto di una Roma disordinata degli anni sessanta, basta vedere un film di Fellini o Pasolini o Monicelli”. In realtà i tre registi non parlano della stessa Roma, ma non è questa la sede per approfondire. Qui basta rilevare che la Roma a cui ti riferisci è praticamente scomparsa e sarebbe il caso di aggiungere che al peggio non c’è fine.
Vedo che insisti nel misurare il tasso di cittadinanza delle canzoni. Debbo perciò entrare nello specifico che avevo volutamente tralasciato nel mio post precedente.
Guardiamo un po’ più da vicino alcune canzoni. Per semplificare e rendere più immediata l’analisi limitiamoci ad alcune dello stesso Muro. Ad esempio “Controvento”:
e stanotte nun m'addormo / me preparerò all'azione /e ve sveglierò domani /quando canterà il cannone
Forse è la parola cannone che fa propendere per lo status della canzone. Per il resto non mi sembra di cogliere differenze sostanziali tra questa e Cometa, con e senza ricorso alla semeiotica.
Altro esempio: “Domani”:
Melommaggino novo er domani / quariréncora dovremo penà / pe girà la carozza ai sovrani / pe fermare sta rota che và
La rota continua ad andare avanti proprio come la cometa continua la sua corsa. Mi permetto di fare una battuta monicelliana sulle due canzoni citate, Controvento e Domani: “Oggi no, domani si”.
Altri esempi? “Se i lupi verranno a bottega” : Verrà sicuro er tempo de morì / Ma nun è adesso e non sarà così”. Come protesta generica non è male; anche in questo caso non mi sembra che ci siano elementi tali da spostare l’ago della bilancia a favore di una canzone e a riprovazione dell’altra. A meno che la suggestione della parola “fucili” alla seconda strofa non sia decisiva per il conferimento della cittadinanza.
Una canzone del Muro merita una considerazione supplementare, “Come tre”. Qui sarebbe facile la battuta che se “er tempo è come er vino” siamo tutti avvinazzati alla grande. Ma non è per questo che l’ho citata. La cito invece per il tuo ottimo commento alla foto postata. Ecco, ti inviterei a rileggere in proposito le mie note riguardo all'interpretazione. Quella foto e quella interpretazione contribuiscono non poco a facilitare la selezione della canzone.
Per ultimo, vero è che non tutte le ciambelle riescono col buco, ma, se dobbiamo dare retta agli autori e ai critici occorrerà pure tenere conto che nella fattispecie si tratta di concept album. Sarebbe quindi opportuno approfondire ammodino la relazione che intercorre tra le canzoni dell’album e il “concept” tanto declamato.
Anche stavolta tralascio altri aspetti, ad esempio l’analisi di canzoni oltre a quelle del Muro, e le possibili relazioni tra le espressioni artistiche e il contesto socio-culturale in cui viviamo. Sull’incidenza della psicologia nelle scelte invece non mi avventuro, è per me un mondo off limits e, in ogni caso, ogni individuo è un universo insindacabile.
Lasciami concludere con un ricordo personale, una battuta carpita al mio professore più di 60 anni fa (lo stesso che diceva che non sapevo scrivere): Quanto ci piace bocciare…!
Anche se con impressioni e opinioni diverse mi ha fatto piacere discutere con te, romano non de Roma come del resto non lo sono io che ci vivo. E’ stato interessante il confronto. A me ha consentito di riflettere sul mio, limitato, contributo al gran bel sito che è CCG. Ne approfitto per ringraziare gli admin , tutti.
Dato che, se non vado errato, il tuo nickname ha a che vedere con Cervantes, concludo con una delle sue massime, dal cap.LVIIII: La libertad, Sancho, es uno de los más preciosos dones que a los hombres dieron los cielos; con ella no pueden igualarse los tesoros que encierra la tierra ni el mar encubre; por la libertad así como por la honra se puede y debe aventurar la vida.
Te saluto (ovvio, non romanamente)
Riccardo Gullotta - 2023/4/18 - 15:31
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Il muro del canto
Album: Maestrale
…..È interessante l'intreccio vocale che si crea tra Alessandro Pieravanti, batterista solitamente dedito alle "prefazioni" dei brani (passatemi il termine), e Daniele Coccia Paifelman, che, con la sua vocalità, scalda nel refrain lo sfogo delle parole.
Questo nuovo impasto vocale si ritrova anche in Cometa, singolo uscito nel 2021 accompagnato da un bellissimo video in bianco e nero di Daniele Martinis in cui ancora una volta il pugilato diventa metafora della fatica del mestiere di vivere [Arianna Marsico].
…Le canzoni sono state composte, arrangiate e suonate in aperta campagna, fra il 2020 e il 2022: questa scelta ha influito notevolmente sulla forma e i contenuti del nuovo materiale proposto. “Maestrale” è intriso d’aria, fuoco, acqua e terra. L’uomo e la sua libertà sono il fulcro intorno al quale ruotano le immagini e i personaggi delle dodici storie proposte. Il rapporto dell’essere umano con la vita e la natura diventa quindi un filo rosso che lega le canzoni di “Maestrale”[…]
Questi sono album da ascoltare, più e più volte. Fanno bene alle orecchie e ai pensieri. Meritano attenzione, tanta. Si tratta di un’opera che conferma il valore di unicità della proposta musicale della band romana che può ancora crescere e scavare, come hanno fatto, ad esempio, illustri colleghi del calibro di Pagani e De André, il Capossela di “Canzoni della lupa”, Cesare Basile, Avitabile, Van De Sfroos,[Luca Cremonesi]