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Dreams Are Like Children

Luigi Relé
Langue: italien


Luigi Relé

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2020
Dreams. Canzoni di Protesta, di Pace e d’Amore
Dreams

C’è molta storia d’Italia, dal ventennio fascista ad oggi.
Partimmo per altri lidi lasciando il popolo inerme
Ma la stagione era alla fine e ci chiudevano le terme
Il generale scrisse sul muro parole molto sentite
Peccato non poté ascoltarle per colpa di una brutta otite

Lasciammo casa e famiglia ma portammo via il denaro
Insieme alle carte di credito e a qualche oggetto raro
Barattammo quel che restava della nostra moralità
Con due specchietti e un lasciapassare per assicurarci l’eternità

La scimmia cadde dal ramo ma non si fece male
Mentre l’acrobata osò più del solito e finì all’ospedale
Il Cavaliere fu disarcionato dal suo fedele ronzino
Ma non si scompose e continuò a cantare “I found my love in Portofino”

Don’t touch me, señor
Don’t touch me, por favor
Tengo un sueño en mi alma
If you want j give it to you
But dreams are like children
And no harm comes to them

Partimmo ch’era ancora notte evitando sguardi indiscreti
Non perché avessimo sensi di colpa o peggio ancora dei segreti
Ci piaceva l’idea della brezza presa in faccia di primo mattino
Su una Cadillac Eldorado seduti accanto al nostro destino

Razziammo lungo il percorso tutto quel che riuscimmo a razziare
Lasciandoci dietro un deserto difficile da dimenticare
Il generale si divertiva a sparare colpi con il cannone
Mentre il prete recitava salmi alle attricette in processione

La pietà ci trovò impreparati a fare i conti col passato
A chiederci in che cosa e quanto avessimo sbagliato
Ma per non perdere la seduta di talassoterapia
Archiviammo la riflessione con un amen e così sia

Don’t touch me, señor
Don’t touch me, por favor
Tengo un sueño en mi alma
If you want j give it to you
But dreams are like children
And no harm comes to them

Quando tornammo indietro trovammo solo macerie
E un cartello con su scritto “…’fanculo il potere”
il generale questa volta comprese appieno il significato
pensammo tutti che le terme gli avessero giovato

Non ci restò che instaurare la politica del terrore
Perché chi non terrorizza poi di terrore muore
E all’ora dell’aperitivo ce ne andammo in riva al mare
Intonando un hully gully ci venne voglia di ballare

Non si sconfigge chi è già sconfitto dalle pagine della Storia
Chi s’è venduto persino l’anima per i soldi e per la gloria
Ora sta a voi ricominciare, vi abbiamo lasciato solo un muro
Con una scritta un po’ banale - “E’ dei giovani il futuro”

Don’t touch me, señor
Don’t touch me, por favor
Tengo un sueño en mi alma
If you want j give it to you
But dreams are like children
And no harm comes to them

envoyé par Matteo Morittu - 3/4/2023 - 21:31




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